12/09/2014
2 recensioni Forgotten soldier
Avanzava nel fango, senza potersi permettere una lacrima: sopra la sua testa le bombe, gli spari, sopra di lui infuriava la guerra.
Avanzava di soppiatto, strisciando come un serpente, come un verme nel terreno informe. La terra, nera, era la sua unica casa. Il cielo, grigio, il suo unico tetto. Attorno a lui tutto esplodeva, e anche nel suo petto era in atto una guerra.
Rabbia, provava rabbia, ecco la parola. Rabbia per chi l’aveva mandato a combattere, rabbia per chi, da entrambe le barricate, non smetteva di sparare.
Cosa posso fare io?
Nulla, non può fare nulla se non uccidere e poi morire. E’ il destino di un soldato.
Se anche smettessi di combattere, la guerra non si fermerebbe.
Sotto il ventre sentiva la terra, nuda e immobile. Sopra gli uomini, le corse, le urla.
Perché affannarsi tanto?
Il soldato si fermò. Il mondo attorno a lui no, ma non gli importava. Chiuse gli occhi e non vide più sangue, non vide più esplosioni: chiuse gli occhi e tutto era buio, perfino i rumori sembravano più lontani.
Ogni muscolo del suo corpo si rilassò: niente più guerra. Lasciò che la terra lo prendesse con se nella sua calma infinita.