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Autore: BrutalLove    12/09/2014    2 recensioni
Storia di un'adozione.
DAL TESTO:
“Ti chiami Billie, vero?”. [...]
“Billie Joe”. [...]
“Io sono Frank” dice l'uomo, porgendogli la mano. Il bambino la osserva perplesso e non si avvicina. "Hai una bellissima copertina, Billie Joe” aggiunge allora.
Il piccolo la osserva per un istante, con attenzione.
“Me l'ha regalata il mio papà” dice con tono severo, e Frank si sente morire dentro.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Billie se ne sta in silenzio totale da parecchio tempo. È seduto sul divano con le ginocchia al petto e lo sguardo perso nel vuoto, nonostante la televisione sia accesa e stia trasmettendo uno dei cartoni animati che sembra gradire maggiormente.

Sembra che stia pensando a qualcosa, ma né Christine né Frank posso immaginare di cosa si tratti. In fondo lo conoscono così poco.

“Sono preoccupata” sussurra la donna.

“Lo so, lo so, anch'io non posso affermare di essere proprio tranquillo... quando Billie assume questo atteggiamento apatico è così difficile capirlo”.

“E' impossibile capirlo, Frank”.

“D'accordo, è impossibile. Ma devi ricordarti che lo conosciamo da così poco tempo che non possiamo pretendere di sapere tutto di lui. Vieni qui” conclude, abbracciando la moglie e stringendola a sé.

 

Billie alza all'improvviso lo sguardo e lo rivolge a Frank e Christine, abbracciati sulla soglia della cucina. Gli ricordano i suoi genitori ai bei tempi, quando si volevano ancora bene e la mamma non era ancora diventata cattiva con lui, non beveva e non stava con quel tizio strambo, Andrew.

Ti manca quella vita, non è vero figlio di puttana? Lo sai che non riuscirai comunque a liberarti di me, vero? Oh, certo che lo sai.

Billie si alza dal divano e sale al piano superiore. Ha bisogno di stare da solo per un po', senza Frank, Christine e la televisione accesa.

Vorrebbe zittire quella voce nella sua testa che gli ripete cose cattive e terribili, ma non ci riesce. Lo spaventa terribilmente e ha paura a parlarne con qualcuno perchè teme che Andrew potrebbe davvero tornare a fargli del male.

Entra nella sua nuova stanzetta ordinata ma per lui poco accogliente e si siede al tavolo. Lì vicino c'è l'album che gli ha dato Duke. Lo afferra.

 

 

                                                                                           ****

 

 

Ore 16.30

Frank ha appena preparato i toast con la marmellata di albicocche per fare merenda e la tavola è già stata preparata. Manca solo Billie. È strano, perchè di solito, quando è ora di mangiare, il bambino gironzola curiosamente nelle vicinanze della cucina per cercare di capire cosa gli verrà servito in tavola. Effettivamente la cucina casalinga di Frank e Christine è decisamente diversa da quella dei fast food americani e Billie spesso sembra non sapere cosa sta ingoiando.

Frank sale le scale per andare a chiamare il figlioletto e quando apre la porta della sua stanzetta, senza farsi sentire o notare, lo trova seduto al piccolo tavolo di plastica verde. Gli da le spalle e sembra non essersi accorto della sua presenza.

Sembra quasi che stia disegnando ed è strano, perchè è una cosa che solitamente non ama fare e che cerca di evitare in tutti i modi. Incredulo, Frank si avvicina lentamente e sbarra gli occhi quando finalmente vede ciò che Billie ha rappresentato.

Sul foglio bianco ci sono linee nere che vanno in ogni direzione e riempiono praticamente tutto lo spazio libero. Al centro ha disegnato due piccoli cerchi neri colorati anche all'interno e sotto ad essi una linea curva caratterizzata da piccoli triangoli irregolari. Nel complesso è un viso. Un viso astratto, spaventoso, surreale con occhi vuoti e la bocca piegata in un ghigno che lascia intravedere i denti appuntiti.

“Oh” sussurra Frank e Billie, spaventato, sobbalza.

“Stai disegnando? Il signor Duke sarà contento”.
Billie non dice nulla, allontana leggermente il braccio dall'album per permettere a Frank di contemplare il disegno nella sua totalità.

L'uomo solleva il quaderno, sorpreso dal fatto che quello usato da Billie non sia il primo foglio della raccolta. Sfoglia l'album e per poco non gli prende un colpo. Su ogni pagina precedente a quella appena utilizzata, il bambino ha rappresentato lo stesso, identico disegno. La stessa faccia spaventosa con i denti appuntiti.

La sua mente inizia ad elaborare pensieri confusi.

Forse è qualcuno che conosceva e che lo spaventava. Forse è qualcosa che immagina ci sia qui, nella nuova casa. O forse sono io, forse mi ha disegnato...

“Billie... a chi appartiene questa faccia? A qualcuno che conosci?” chiede l'uomo.

Billie lo fissa e per un istante Frank gli legge terrore negli occhi. Ma è solo un attimo, prima che il bambino abbassi di nuovo lo sguardo senza proferire una sola parola.

“D'accordo, non me lo vuoi dire. Ho preparato i toast, ti va di fare merenda?”.

Billie annuisce piano, poi si alza e segue Frank fino in cucina.

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ehilà sono tornata :)

Come va? So che questo capitolo è forse più corto degli altri, però non volevo "rovinarlo" aggiungendo dettagli inutili...
Comunque, vi piace l'evoluzione della storia? E cosa ne pensate dei disegni di Billie?

 

Ringrazio, come sempre, i miei fedeli lettori che seguono la mia storia, la recensiscono e la aggiungono alle preferite/ seguite/ ricordate... Vi ringrazio davvero tanto!

Aggiornerò presto per farmi perdonare la misera lunghezza del capitolo ;)

 

BrutalLove x

 

  
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