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Autore: SonounaCattivaStella    12/09/2014    3 recensioni
[Accenni alla KyouTaku][Avvertimento: i personaggi potrebbero essere un po' OOC][Presenza di personaggi OC]
Storia comica (o almeno, ci si prova) scritta a quattro mani.
Dal testo:
«Ooooh, andiamo! Non puoi obbligarmi a baciare Takuto! Scommetto che se ti avessi chiesto di baciare tua sorella la reazione sarebbe stata la stessa. Avresti rifiutato anche tu!»
«Scommettiamo?»
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kariya Masaki, Nuovo personaggio, Shindou Takuto, Tsurugi Kyousuke
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alle dieci in punto i due ragazzi si presentarono davanti la tana del lupo, o meglio, dei lupi. Fanny li stava aspettando in trepida attesa ed aprì la porta ancora prima che arrivassero a suonare.
«Su su, veloci! Vi aspetta tanto lavoro da fare.»
La rossa li trascinò dentro puntando dritta in cucina dove li attendeva Shine.
«Bene ragazzi, oggi farete le pulizie al posto nostro. Noi usciamo tra dieci minuti con Masaki.» Esordì la celeste.
«Oh, tutto qui? Mi aspettavo di peggio.»
Takuto tirò un sospiro di sollievo e sorrise sentendo quella notizia, sorriso che però gli si spense in un attimo non appena la piccola delle Shimizu mostrò loro due divise.
«Si, farete le pulizie, vestiti da camerierE.» Continuò Shine mostrando un sorriso sadico gemello a quello che stava sfoggiando la sorella.
«Non mi vestirò mai da donna!»
L'istinto omicida della sera prima tornava a farsi strada in Kyosuke che sarebbe stato capace di ammazzare, strangolare, seppellire, tirare fuori, clonare e ammazzare tutti i cloni delle due sorelle.
«Kyoosuukeee, non vorresti mica dirmi che ti tiri indietro anche stavolta. Non ti facevo così... femminuccia.»
Il blu rimase in silenzio contando fino a dieci per evitare di scatenare l'inferno e di mettere in atto i suoi pensieri contro Fanny. Strappò le divise dalle mani di Shine e trascinò Takuto in bagno a cambiarsi. Le sorelle avrebbero scommesso di aver visto del fumo uscire dalle orecchie di Kyosuke.
I due uscirono dal bagno cinque minuti dopo, pronti per ascoltare le assurde richieste di quelle pazze. Ma quello che trovarono davanti la porta li lasciò pietrificati due secondi: Masaki con un telefono in mano puntato su di loro ed un ghigno a trentadue denti stampato in faccia.
«Ecco, questa va dritta dritta sul social!»
Il ragazzo era riuscito a scattare una foto ai due prima che venisse placcato da Kyosuke che tentava di staccargli il braccio per prendere il telefono ed eliminare ogni prova contro di loro. Masaki lanciò il telefono a Fanny che si ritrovò davanti un fumante Takuto, scattò un'altra foto e lanciò il telefono alla sorella prima che il castano le si lanciasse contro. Shine afferrò il telefono senza problemi e premette un tasto.
«Ooooops! Mi è scappato il dito.»
Ormai il danno era fatto. Ora tutti li avrebbero visti vestiti in quel modo indecente.
«Kyosuke, quanto tempo vuoi per alzarti? Hai il peso e la finezza di un mammut in un negozio di cristalli!»
Masaki si trovava ancora malamente spiaccicato tra il pavimento e il corpo del blu che non accennava ad alzarsi.
«Ti comunico che non respiro più. Smamma!»
L'azzurro spinse via il ragazzo e si alzò stiracchiandosi. Non ebbe nemmeno il tempo di controllare se avesse qualche ammaccatura che un pugno ben assestato di Kyosuke gli fece mancare l'aria per alcuni secondi.
«Questa me la paghi Masaki, sappilo!»
L'attaccante, fumante di rabbia peggio di una locomotiva a vapore, si andò a sedere sul divano a braccia conserte aspettando il da farsi.
«Eeehmm... Takuto? Mi hai preso per un cuscino?»
Fanny richiamò l'attenzione del castano che stava assistendo alla scena bellamente appoggiato su di lei. Divenne di tremila colori e sussurrando scuse sconnesse si alzò raggiungendo il suo compagno di sventure.
«Bene, noi andiamo. Ci rivediamo qui a mezzogiorno circa. Lì c'è tutto quello che vi serve.» Shine indicò il centro del salotto dove si trovavano scope, secchielli, spugne, un aspirapolvere e tutto quello che sarebbe servito ai due «Cercate di non combinare guai e di farci trovare la casa PERFETTA.»
Detto ciò i tre uscirono di casa ridendo, lasciando soli i due poveri malcapitati.
«Ok, credo che schiaccerò un pisolino. Buon lavoro Takuto.»
Kyosuke si sdraiò completamente sul divano spingendo giù il suo amico e dandogli le spalle. Non aveva la minima intenzione di fare le pulizie, quella era roba da domestici! Nel giro di dieci secondi si ritrovò con il sedere per terra, sovrastato da un Takuto furente che brandiva minacciosamente la scopa.
«È per colpa tua se oggi siamo qui, vestiti da femmina, a dover pulire questa enorme casa. Quindi smuovi le chiappe e mettiti a lavoro»
«Non dirmi che avresti preferito ricevere un bacio da parte mia.» Rispose l'altro alzandosi e stirando con le mani le balze della gonna.
«Piuttosto avrei preferito essere baciato da un troll.» Ribatté il castano scaraventando il tubo dell'aspirapolvere tra le mani del suo ex amico.
«Usa questa per spazzare il salone, è più veloce della scopa. Io vado in cucina.»
Kyosuke guardò con aria perplessa l'aggeggio che aveva in mano.
«E questa come cacchio si usa?!» Ma non ricevette risposta perché Takuto era già in cucina intento a spazzare canticchiando.
Dopo nemmeno dieci minuti si sentì un tonfo provenire dal salotto. Il castano preoccupato si precipitò a controllare trovando Kyosuke legato come un salame al filo dell'aspirapolvere imprecando in dieci lingue diverse. Cominciò a ridere tenendosi la pancia.
«Che cazzo ci ridi?! Vieni qui e levami questa infernale cosa di dosso!»
Takuto avanzò verso il compagno barcollando ed ancora piegato in due dal ridere, ma, non accortosi di una pezza che gli intralciava la strada, si ritrovò anche lui col sedere per terra. Questa volta fu il turno del blu scoppiare a ridere.
«Uno a uno e palla al centro, caro mio. Il karma esiste!»
Il castano, ormai bordeaux in faccia, si rimise in piedi ed aiutò il blu a liberarsi dall'intreccio che aveva creato.
«Lascia perdere l'aspirapolvere. Vai in bagno a lavare per terra.»
«Si, badrona.»
Kyosuke afferrò mocio e secchiello dirigendosi verso il bagno. Takuto sospirò sperando di non imbattersi in altri inconvenienti, in fondo quanto poteva essere difficile lavare per terra? Continuò il lavoro con l'aspirapolvere che il suo amico lasciò incompiuto finché non sentì il blu chiamarlo.
«Ho finito!»
Al castano sorse un enorme dubbio nel sentire quelle parole. Com'era possibile che in nemmeno cinque minuti avesse già lavato il bagno? Raggiunse il bagno e quello che vide gli fece mettere le mani nei capelli: era tutto completamente allagato.
«Kyosuke ma cos'hai fatto?!»
«Uhm, ho semplicemente lavato il bagno?» Ripose Kyosuke con aria di sfida e noncuranza. Takuto era sull'orlo di una crisi isterica e non si sa come trattenne l'istinto di infilare la testa del blu dentro il secchiello e usarla come mocio.
«Il mocio va strizzato, emerito idiota!»
Il castano poggiò l'indice e il pollice ai lati dell'attaccatura del naso, sentiva l'arrivo di una forte emicrania.
«C'è qualcosa che sai fare oltre che allagare casa? Il "darle fuoco" non rientra nelle possibili risposte.»
«Certo che qualcosa la so fare» Sbottò il ragazzo. «So fare i letti e togliere la polvere dai mobili.»
«Perfetto! Prendi lo straccio e il secchiello e togli la polvere dal salone e dalla cucina. E mi raccomando, STRIZZA la pezza!»
Passarono l'intera mezza giornata a pulire ogni angolo del piano terra di quella immensa casa finché non rientrarono quei tre cicloni di Fanny, Shine e Masaki portando il pranzo. Finito di mangiare le ragazze, con Masaki, uscirono di nuovo lasciando la casa nelle mani dei due ragazzi.
«Giuro che Fanny me la pagherà. Eccome! So perfettamente che dietro a tutto questo c'è lei.»
Kyosuke aveva ripreso ad imprecare contro la ragazza dai capelli rossi. Pulire una casa doveva essere la cosa più semplice del mondo, ma pulire casa loro era come dire ad un bambino di spostare un macigno: un'impresa.
«Dai Kyosuke, pensa che abbiamo solo un altro piano da pulire e poi possiamo scappare via da qui.»
Il castano cercava di rincuorarlo, ma quando giunsero al primo piano tutti i buoni propositi andarono a farsi benedire. Dovevano pulire ancora cinque stanze che, in base alla planimetria, dovevano essere sicuramente enormi. Aprirono la prima porta e si trovarono davanti un sontuoso bagno, decisero di iniziare a pulire quello e scoprire in seguito cosa contenevano le altre stanze. Finito si diressero verso le stanze delle ragazze decidendo di pulirne una ciascuno per far prima.
«Takuto?»
«Si Kyosuke?»
«Mi daresti il piacere di pulire la stanza di Fanny?» Un sorriso sadico era dipinto sul volto del blu.
«Prego, accomodati.» Rispose sorridendo infilandosi poi nella stanza di Shine.
Dopo dieci minuti il castano aveva già finito di sistemare la stanza mentre di Kyosuke non vi era ancora traccia, sicuramente era impegnato a mettere in atto la sua vendetta nei confronti di Fanny. Takuto si avviò verso la porta che stava di fronte alla stanza della rossa, l'aprì e ciò che vide lo lasciò senza parole. Si trovò davanti un'immensa libreria piena di ogni tipo di libro, in un angolo vi era una stupenda scrivania ed al centro della stanza era posizionato un magnifico pianoforte a coda. Gli occhi del castano assunsero la tipica forma a cuore di chi rimane estasiato da qualcuno o, come in questo caso, da qualcosa. Si diresse allo sgabello del pianoforte quasi fluttuando e, sedutosi, cominciò a suonare una complicata sinfonia tenendo gli occhi chiusi e un'espressione da ebete stampata sul volto. Impegnato com'era non si accorse che il blu era entrato nella stanza guardandolo con aria minacciosa. Si rese conto di aver visite solo quando una spugna zuppa d'acqua lo colpì in pieno. Si alzò di scatto, grondante di acqua, e guardò l'amico stizzito.
«Ma sei impazzito?! Cosa ti passa per la testa?!»
«Siamo qui per pulire, non per strimpellare musica tagliavene con gli strumenti musicali altrui. Muoviti a pulire questa stanza o ti tiro direttamente l'acqua del secchiello addosso. Secchiello compreso.»
Il tono di Kyosuke non ammetteva repliche e Takuto iniziò nuovamente il suo lavoro sotto lo sguardo vigile dell'amico. Sentire gli occhi del blu puntati addosso lo faceva innervosire.
«Non dovresti andare a pulire anche tu una qualche stanza anziché stare qui ad importunarmi?»
«Si, dovrei. Ma vederti sgobbare vestito in questo modo è più interessante e divertente.» Nel rispondergli aveva aggiunto un pesante tono di malizia.
Takuto diventò bordeaux fino alla punta dei capelli, afferrò la scopa che aveva vicino e la scagliò in direzione del blu a mo di lancio del giavellotto. Kyosuke fu più veloce e si richiuse la porta alle spalle ridendo di gusto, un attimo prima che la scopa si scontrasse contro il legno. Sempre ridendo il ragazzo si diresse verso la porta accanto alla biblioteca e quando l'aprì assunse la stessa espressione del castano di fronte alla vista del pianoforte. La stanza era piena di videogiochi e console di ogni tipo ma quello che fece diventare gli occhi a cuore al blu era il favoloso impianto con tanto di chitarra elettrica. Vi si diresse contro e dopo aver attaccato i vari spinotti tirò giù un assolo spaccatimpani. Si calò nei panni di un esperto rocchettaro continuando a suonare a tutto volume quando ad un certo punto sentì una presenza minacciosa alle sue spalle. Si girò trovandosi davanti un Takuto dagli occhi fiammeggianti con ancora in mano la scopa che aveva lanciato in precedenza.
«Chi è che ora non sta facendo niente?»
«Ehm... ecco... io... non... non è come sembra. Davvero... io...»
Non riuscì a completare la frase che Takuto, brandendo la scopa, gli aveva dato un sonoro colpo di manico ad altezza di sedere.
«Ahi! Che caz... ma sei impazzito?!»
«Questo è perché non stai pulendo. Ed anche per ciò che mi hai detto prima. Se non ti muovi giurò che ti prendo per le gambe e ti uso come scopa, tanto i capelli a spazzola li hai già. E non mi importa se rimarrai con le chiappe al vento.»
Kyosuke lo guardò con aria di sfida per poi sorridere maliziosamente.
«Scommetto che non ci riusciresti.»
«Vuoi ancora scommettere Kyosuke? Non ti è bastato perdere ieri sera?»
Non finì nemmeno la frase che già si era lanciato sul blu. Ma questo, per l'ennesima volta, fu più veloce e fece lo sgambetto all'altro facendolo finire gambe all'aria baciando il pavimento. Takuto tentò di alzarsi ma si ritrovò di nuovo spiaccicato sul pavimento dal peso di Kyosuke che gli si era seduto sopra.
«Ha ragione Masaki. Sei peggio di un mammut. Spostati!»
«Prima chiedimi scusa.»
«Col cavolo!»
«Va bene. Io sto comodo così.» Affermò Kyosuke mettendo la coscia a cavallo e aumentando quindi il peso sul povero ragazzo sotto di lui.
«Okok, scusa!»
Il blu si alzò dando così l'opportunità a Takuto di girarsi e riprendere fiato, ma la tregua durò poco, infatti non appena il castano si girò il ragazzo si ributtò a peso morto su di lui, sedendosi sulla pancia.
«Dillo che mi vuoi morto, facciamo prima!» Sputò tutto d'un fiato il castano.
«Naaah. Se ti ammazzo poi non posso vedere quella espressione dipingersi sul tuo volto.»
«Quale espressione?!» Chiese confuso Takuto, non capendo dove volesse andare a parare Kyosuke.
Il blu sorrise mesto e con un gesto fulmineo bloccò i polsi dell'altro sopra la testa. Prese ad avvicinarsi alla sua faccia lentamente guardando il volto del castano cambiare repentinamente espressione: confuso, meravigliato, seccato, sconvolto ed, infine, rosso di vergogna. Arrivò a pochi millimetri dalla sua bocca per poi staccarsi di botto.
«Questa espressione!» Disse scattando in piedi ricominciando a ridere come un matto e scappando nell'altra stanza per evitare di essere preso nuovamente di mira dalla scopa di Takuto.
«Che tu sia maledetto Kyosuke!»







Angolo autricI:
Ecco qui il secondo capitolo di questa follia! :D Come siamo cruudeeliii!
Evito di commentare e.e
Che è meglio u.u Scusatemi, ma non ho resistito nell’inserire qualche accenno alla KyouTaku :3 Non era in programma xD
*Facepalm* Sei incorreggibile!
Non mi rompere u.u Alla prossima! ;D
   
 
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