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Autore: MarDC    12/09/2014    5 recensioni
Faith Hamilton ha 18 anni e si trova innamorata del vice di suo padre, William. Per cercare di attrarre la sua attenzione si finge fidanzata di JJ, un ragazzo libertino abito a vivere alla giornata. Questo finto rapporto funziona finchè lui non inizia a provare qualcosa oltre l'amicizia verso Faith, così, quest'ultima si troverà a faccia a faccia con sentimenti sempre più complessi e discordi tra loro.
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Tratto dal capitolo 5
- È incredibile come le mie sbarre di difesa calino davanti a lui. L'amore che provo per lui, mi rende cieca ma ciò non impedisce ad alleviare l'intreccio di piaceri e dispiaceri dentro di me.
Solo in questi giorni ho capito cosa intendeva Romeo quando disse che l'amore di aspetto è gentile, ma poi, quando lo si mette alla prova, è aspro e tiranno. -
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 17
 



POV'S William

"Perché non posso sapere cosa ti ha detto la psicologa?"

Faith è appoggiata sul bracciolo di uno dei divani, insiste da un buona mezz'ora nel chiedere a JJ di cosa ha parlato con Alice.

Il ragazzo è tutto stravaccato sulla poltrona davanti alla mia, ogni volta che mi fermo a guardarlo per trovare un motivo per non detestarlo tanto, non trovo nulla. Il suo atteggiamento altezzoso, la sua superficialità e soprattutto la continua corte che fa a Faith mi fa reprimere qualsiasi buon pensiero che cerca di farsi avanti su questo ragazzo.

"Te l'ho già detto, mi ha semplicemente fatto capire come calmarti quando lui non ci sarà." il suo sguardo si sposta su di me e anche io lo guardo. Mi sorride con furbizia e l'unica cosa da fare è ignorarlo per non seguire il gioco che tenta di portare avanti dalla prima volta che ci siamo conosciuti.

Ma un po' ragazzino mi sento dal momento in cui ho baciato Faith sapendo che lei frequenta Jamie ed io Sandy, come persona adulta e vaccinata non avrei dovuto commettere questo errore. Un errore che, però, opererei più spesso e molto volentieri.

In questi ultimi giorni la parte razionale del mio cervello è stata occultata come eclissata dalla passione, dal piacere e dalla malizia.

Rispetto Faith e nutro dei sentimenti forti nei suoi confronti, ma anche se lei non frequentasse il moccioso ed io Sandy, la relazione sarebbe, comunque, ostacolata da suo padre, dal mio lavoro e dalla mia famiglia.

"Dio Faith, sei irritante, pensi che con il fare la bambina ti dirò qualcosa? No! Ti sbagli."

Il ragazzo prende il suo telefono e se ne va, sbattendo la porta di casa.

"Credo di aver esagerato."

Almeno ammette di aver quasi fatto disperare il giovane, mi alzo anche io e prima che possa lasciare la stanza, la mano delicata di Faith si posa sul mio braccio.

"Non andare anche tu."

Forse non sono caduto tra i giochi di Jamie, ma in quelli di questa ragazza si.

Sta chiedendo l'affetto che per anni le è stato privato da parte di Stefan, ma il modo in cui lo fa può essere visto da tanti punti di vista delle persone.

"Faith..."

Devi scegliere.

È ciò che voglio dirle, ma metterle più ansia e più pressione, potrebbero danneggiare in qualche modo il suo stato d'animo.

So che dentro è fragile, ci sono delle crepe nella sua anima che cercano di incollarsi, di ricomporsi.

"Lo so, pensi che mi stia comportando da bambina, ma devo sapere. E sono anche inquieta perché tu andrai via per qualche giorno insieme a Sandy."

Mi avvicino a lei, portando le mie mani dietro la sua schiena.

"Sai che non mi piace avere il piede su due scarpe, è ciò che in questo momento sto facendo e credimi, sto andando contro i miei principi. Per quanto abbia cambiato ragazze, non mi piace illuderle. E con Sandy voglio andarci piano."

"Non riesco a seguirti..."

"Devo trovare una situazione tranquilla per lasciarla, Fatih io la sto tradendo e non penso che nessuno lo meriti!"

Il suo piccolo corpo si allontana, lasciando che l'aria fresca faccia venire dei piccoli brividi sul lato del mio di corpo in cui era appoggiata.

"Quindi tu mi stai incolpando per..." non le lascio finire la frase, sta per dire un'assurdità.

"No! Io non avrei dovuto mettermi con lei, ma..."

"Ma cosa, Will? Forse non avrai il coraggio di lasciarla e quando tornerai da Boston, mi dirai che non vuoi più avere niente a che fare con me. Perché è questa la mia paura più grande, che tu possa amare più lei di me."

Se lei ha paura, io provo terrore.

"Vale lo stesso per me, pensi che per me sia facile vedere lui ogni volta che ci prova con te? Pensi che io non sappia che sei confusa e che prima o poi dovrai scegliere?"

Sto urlando, se resto ancora qui perderò il controllo che sbiadisce poco a poco. Mi allontano con passo veloce, devo solo stare per conto mio.

°°°

Lei mi parla, ha un sorriso stampato in faccia, non vede l'ora di andare a Boston.

Proprio a lei dovevo affezionarmi? Considerare di creare una famiglia e avere una casa con lei?

Tutti i tuoi principi, William, sono stati bruciati da quando hai pensato di chiedere alla donna, che è seduta davanti a te, un appuntamento fuori dal orario di lavoro.

Niente sta andando come avevo pianificato, certo, l'amore improvviso per Faith ha cambiato tutto.

"Ehi! Ti va se restiamo qualche giorno in più?"

"Ho molto lavoro arretrato, Sandy. Mi dispiace, ma devo tornare per il giorno previsto."

Sorride ancora, annuisce e ripete che comprende, che può aiutarmi nonostante le abbia detto che da solo me la cavo.

"C'è qualcosa che non va? Sei strano oggi..."

"È tutto apposto, cosa mi stavi dicendo di tua sorella?"

Una donna alquanto deliziosa, ho avuto l'onore di conoscerla e non mi è piaciuto molto il suo sguardo inquisitorio, si vede che è forte e che non si lascia intimorire da niente e nessuno.

"Si sposa il prossimo mese e vorrei che fossi tu ad accompagnarmi, magari ci convinciamo anche noi ad organizzare il nostro."

Lega le nostre dita, bacia il dorso della mia mano e mi sento un verme schifoso perché qualsiasi risposta io le dia, non sarà compiuta e un matrimonio è lontano nella lista da fare.

Mia madre mi assilla, ma la vita è mia e non me la lascerò rovinare, so che con mia sorella non lo sta facendo, ma l'ha convinta a sposare un tizio che a malapena conosceva.

"Io non posso darti una risposta ora, sai che in qualsiasi momento Stefan potrebbe mandarmi da qualche parte."

"Già, il lavoro prima di tutto, giusto?" lascio le sue mani, sento che sta per arrivare un'altra litigata e non vorrei scappare come ho fatto con Faith qualche ora fa... Il suo sguardo è perso, se non avessi quella ragazza in testa, mi interesserei veramente a questa donna. Sarebbe perfino perfetta per le aspettative di mia madre e se lei scoprisse che Sandy esiste, in un modo o nel altro la mia felicità sarebbe messa da parte. Ma ultimamente mi chiedo cos'è la felicità? Nei miei 25 anni di vita ho sempre pensato di averla sentita, almeno una volta, sicuramente non erano i giocattoli che i miei genitori mi portavano a casa come ricompensa del loro affetto assente. Negli occhi di Jamie vedo, a volte, il me di qualche anno. 

Avevo avuto la grande idea di ribellarmi a tutti pur di avere un po' di attenzione, ma la repentina adozione della mia sorellina, più piccola di me di solo qualche anno, fece si che io rimettessi la testa apposto. Dovevo farlo per me e soprattutto per lei, chi avrebbe mai voluto che qualcuno di così piccolo e indifeso non avesse protezione, affetto o attenzione?  Dal arrivo di Amelia anche i miei genitori iniziarono a comportarsi come avrebbero dovuto fare con me, non ero geloso per quello che davano ad Amy, anzi ringraziavo quel piccolo angelo per aver riportato la mia famiglia indietro, per averla ricomposta.

"Quando conoscerò la tua famiglia? Vorrei tanto vedere Amelia." 

Come fa sempre, Sandy a volte riesce a percepire dove finisce la mia mente. Una sera, quando eravamo usciti a cena, disse che qualche volta per lei sono come un libro aperto.

Le sorrido e riesco a cavarmela con un "presto" pronunciato troppo precipitosamente. Amelia sarebbe più che contenta di conoscerla, ma la sua adorazione verso Faith è incontenibile tanto che un giorno mi disse di vederci come una bella coppia se non fosse per la differenza di età.

Faith ha sempre rifiutato, inconsapevolmente, l'amicizia di altre ragazze, forse non riusciva ad essere felice come lo erano loro o aveva timore di provare felicità per paura che poi l'oscurità si impadronisse della sua vita.

Accompagno Sandy fino alla piccola casa che condivide con una sua amica, mi invita ad entrare e accetto. Rimarrò solo per mezz'ora e poi me ne andrò, devo parlare con Faith.

"Kate ti ha chiamata per definire gli ultimi dettagli del nuovo acquisto?"

Appena le faccio la domando, la sento sbuffare. Si siede sul ciglio del letto ed io continuo a curiosare tra i suoi libri.

"Will parliamo di qualcosa che non riguardi il lavoro! Ultimamente non ti apri con me, ti sento lontano."

Cosa potrei dirti mia cara Sandy, magari che ultimamente mi sto comportando come un adolescente di 18 anni? No!

"Cime tempestose: bel libro."

"Hai letto Cime tempestose?!"

Salta dall'altra parte del letto per arrivare a me, nei suoi occhi ci sono meraviglia e stupore.

"È il libro preferito di Amelia, me ne parlava così tanto che un giorno decisi di leggerlo per accontentarla."

Spiego iniziando a sfogliare le pagine quasi consumate del edizione che Sandy conserva. Qui e là leggo frasi che non ricordavo, la trama mi è rimasta in mente, ma ho perso, col tempo, alcuni particolari che fanno un capolavoro il libro della Brontë.

"È anche il mio preferito, insieme ad Anna Karenina."

"È di Tolstoj, vero?"

Lei annuisce e prima che arrivi la domanda, parlo.

"Non l'ho letto, ma un giorno mi piacerebbe farlo."

Sul suo viso stanco, come il mio, appare un sorriso, la guardo stranito.

"Penso che andrei d'accordo con Amelia!"

Già, lo penso anche io.

"Dovrei andare, ora. Ti passo a prendere dopodomani presto per andare in aeroporto."

Le lascio un bacio sulla fronte ed esco dalla piccola casa senza girarmi indietro.

°°°

Arrivato a casa, vado in camera per vestirmi comodamente, in seguito, sentendo dei rumori dalla stanza di Faith, decido di andare a parlarle.

Busso alla porta già aperta, non vorrei farle venire uno spavento apparendo all'improvviso.

Da dietro una delle ante della specie di armadio che Faith usa come posto per non fare prendere la polvere ai suoi dischi in vinile, spunta la testa ti JJ.

"Spiacente, Faith non è in casa."

Mi informa con un sorriso sghembo, uno di quelli che non sopporto e che fa attivare il mio segnale: allontanati dalle probabili discussioni col moccioso.

"Sai dove andava?"

È quasi sera e l'unico posto dove potrebbe essere, è casa di Agata.

"Forse lontano da te."

"Vedo che hai sempre la battuta pronta."

Faccio per girarmi, ma il suo seguente commento mi blocca.

"Dico solo quello che penso, non sono un codardo che scappa senza nemmeno provare a prendere ciò che vuole."

"Dovresti pensare alle parole che vuoi dire, prima, se non vuoi che il tuo futuro sia compromesso."

Si alza da per terra, lasciando alcuni dischi sul parquet.

"Mi piace giocare col fuoco, forse non penso al futuro, ma cerco di godermi il presente."

Ascoltando le sue parole, nella mia mente ritornano gli stessi pensieri che facevo anche io anni fa.

"Tu non capisci."

Lo guardo dritto negli occhi: freddi con me e con gli altri tranne con lei. Quando lei è nella stessa stanza in cui anche lui si trova quei occhi si scaldano e luciccano.

"Cosa non riuscirei a capire? Che lei fa di tutto per avere un po' della tua fottutissima attenzione?! Oppure che soffre come una dannata ogni qual volta ti vede con quella Sandy o quando tu esci dalla porta e lei si rabbuia?!"

La sua mascella è contratta, così alterato in un certo senso alcuni lineamenti di Clarissa da lui presi si notano di più. Forse perché l'unica volta che ho avuto una chiacchiera con lei è stata solo prima che partisse insieme a Stefan. Mi ha esplicitamente ordinato di non lasciare mai soli Jamie e Faith.

"Non sono argomenti che ti riguardano."

Cerco di mettere fine a questo scambio ardente di parole, ma lui è testardo e non lascia perdere, non lo farà fino a quando non avrà Faith tutta per sé.

"Se lei è coinvolta, sì che mi riguarda. Lei non si merita quello che sta passando, non dopo tutta la merda che ha sopportato in passato."

"Pensi che non lo sappia? Di certo tu non le faciliti la vita con la tua presenza, ogni due per tre la fai piangere per qualche cazzata che combini. Pensaci, Jamie, analizza anche il tuo di comportamento."

"Non passare la palla a me ora, almeno io un sorriso sincero riesco a strapparle, almeno lei sa con chi ha a che fare quando sta con me."

Non perdere le staffe, Will, è questo che lui vuole, vuole raggiungere l'obbiettivo che si è impuntato in testa.

"Ci conosciamo da anni, non dovrebbe avere nessun dubbio su chi sono, perché io non ne ho riguardo a lei."

Sbuffa e senza delicatezza, trascina la sedia che si trova ad un angolo e la fa strillare.

"Forse ciò che provate è solo un amore immaginario, costruito nel tempo con facciate di voi stessi che nessuno dei due conosce. Sai, non penso che tu la conosca bene."

"Amore. Conosci il vero significato di quella parola, Jamie? Se tu lo avessi vissuto per una volta, capiresti almeno un po' di ciò che provo, capiresti che a volte ti vedo come una minaccia quando stai con lei."

Non arrivo al limite della mia rabbia, del perdere la pazienza, ma arrivo al limite delle mie paure e della mia debolezza.

Non lo sopporto più, con lui non c'è mai un intermedio, o diventi una furia o vuoto con l'insicurezza che riesce a farti prendere.

Questa volta decido di andarmene, lui sussurra parole, forse, pensando che io non le senta, ma che mi fanno capire la sua debolezza, che mi fanno vedere le sue paure, la paura che condivide con me e che, dietro allo stronzo che fa vedere, c'è una persona con dei sentimenti.

"Lei è l'unica luce che vedo dopo tanto tempo e ho il panico che tu me la porti via..."





Sono riuscita a pubblicare un pov's William,
non sono soddisfatta del lavoro che ho fatto. Spero che a voi piaccia! :)
Alla prossima belle!!

 

  
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