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Autore: Zola_Vi    12/09/2014    4 recensioni
“Pensavi volessi anch' io un figlio?"
“Non ti conosco, non posso saperlo”
“Però lo stai insinuando”
“Si”
Trattenni il fiato per alcuni secondi, cercando di mantenere la calma.
Ma come é possibile farlo in una situazione del genere?
“Cazzo, sei uno stronzo”
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“Se lui non ti vuole é un idiota. Sei la ragazza più bella e intelligente che conosca, Lexie”
“Non devi dirlo per forza”
“Lo dico perché é quello che vedo”
“… e quello che sento” disse dopo essersi avvicinato pericolosamente al mio corpo.
“Non posso farlo, lo sai. Per te e per la band, non voglio rovinare tutto”
“Non succederà, te lo prometto”
“Invece si. E adesso non posso più pensare a me stessa, ho un’altra persona a cui badare” dissi sfiorandomi la pancia, sorridendo lievemente.
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“Me ne vado, sono stufa”
“No, non puoi. Non te lo permetterò”
“Chi sei per poterlo fare? É la mia vita, non la tua. Tu non ne vuoi fare parte, sei stato molto chiaro”
“Tu non andrai da nessuna parte. E se dovessi farlo, ti cercherò e ti troverò”
Sbuffai, stufa di tutta questa situazione.
“Perché?”
“Perché ora sei la mia famiglia. Tu… e la bambina”
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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“Harry, come cazzo é potuto accadere?” 

“Questo é un casino. Tu sei nei casini, fino al collo” 

“E se la ragazza ti facesse causa?”

“Ma non hai usato il cervello? Le precauzioni?” 

“Non sapevo neanche della sua esistenza. Chi é?” 

“Come cazzo ha fatto a finire su tutti i giornali?” 

“Harry Styles diventerà presto padre. Riuscirà il ventenne a gestire la situazione anche questa volta?” citò Louis ad alta voce, leggendo una rivista posata sul tavolo, scioccato. 

“Potrebbe essere la fine” 

“Era una fan? Una celebrità?” 

“STATE ZITTI, CAZZO!”

Il ragazzo, che fino a quel momento era stato in silenzio, seduto sulla propria sedia con la fronte corrugata e i capelli spettinati, alzò la voce, facendo tacere tutti quelli intorno a lui. 

Si passò le mani tra i capelli e prese a parlare, cercando di abbassare il tono della voce, invano. 

La notte precedente non aveva dormito. 

La notizia era saltata fuori dal nulla una settimana prima, facendo alterare il suo umore. 

Il suo volto era segnato da terribili occhiaie e i lineamenti, solitamente dolci e rilassati, adesso erano tesi e marcati. 

“Non so come sia successo, ok?”

Si alzò in piedi, facendo tremare la sedia dietro di lui, e uscì velocemente da quella stanza troppo affollata. 

Attraversò il corridoio dell’hotel e si diresse verso la propria camera, sbattendo con violenza la porta e precipitandosi sul proprio letto a peso morto. 

Prese un cuscino e lo lanciò contro il muro, con tutta la sua forza. 

“Cazzo”

Da sempre era stato il membro della band più esuberante e senza controllo, ma adesso aveva superato il limite. 

Stava per diventare padre, per la prima volta. 

E non conosceva neppure la madre, non se la ricordava. 

Sentì bussare la porta, non rispondendo. 

“So che sei lì dentro”

Era Louis. 

Chi altrimenti?

Entrò alcuni minuti dopo, rimanendo attaccato alla parete, guardando l’amico. 

“Ho fatto un casino” 

Il ragazzo di Doncaster sospirò, consapevole dell’affermazione veritiera dell’amico.

“Come può essere accaduto?” 

Era evidente il fatto che il panico lo stava divorando. 

I suoi occhi erano completamente rossi.

 Una lacrima gli scese sul volto. 

“Non lo so. Basterà conoscere la ragazza per capire a cosa andremo in contro” 

“A cosa andrò in contro” sottolineò il ventenne. 

Louis sbuffò, anche lui stanco di tutto quello stress. 

“Siamo come fratelli, Harry. Sei una testa di cazzo, ma non ti lasceremo da solo” 


“Sei tu Lexie?” 
La ragazza, leggermente nervosa, annuì con cautela e seguì l’enorme uomo che le aveva appena posto la domanda. 

Era molto alta, con lunghi capelli mossi e rossi, a tratti neri grazie alle meshes. 

Il suo viso era leggermente paffuto e il carnato molto scuro: i suoi occhi grigi erano circondati da una calcata matita nera.

 Indossava una camicetta bianca, delle all-star dello stesso colore e dei jeans chiari. 

Al suo polso era legato un braccialetto d’oro, con scritto sopra il suo nome. 

Il suo fisico, perfetto e ben tenuto, era frutto di lunghi esercizi in palestra e una dieta ferrea. 

La sua famiglia, dopo aver scoperto del bambino, l’aveva cacciata di casa, buttandola in strada. 

E adesso, Lexie, si trovava in un hotel a Los Angeles, dove i ragazzi della sua band preferita alloggiavano. 

Aveva sempre sognato d’incontrarli, ma sicuramente in circostanze diverse.
Era stata costretta a cercarli, dopo che tutti quelli su cui aveva sempre fatto affidamento l’avevano abbandonata nel momento del bisogno. 

Ora quei cinque ragazzi l’odiavano, ne era certa. 

Ma non le importava più, ormai. 

Doveva crescere: adesso non poteva più pensare a se stessa.

Strinse con delicatezza il suo grembo, che ormai da un mese ospitava un nuovo arrivato. 

Quel gesto le donava sicurezza. 

All’inizio era stata spaventata: tutte le sue certezze erano crollate, ogni singola cosa che aveva pianificato era stata distrutta. 

Ma adesso era diventata forte, decisa, indistruttibile. 

Lexie avrebbe lottato con tutte le sue forze per il bene del piccolo. 

“Finalmente ti conosciamo” 

Tre ragazzi, che lei aveva studiato sempre molto attentamente con le sue amiche, le comparirono di fronte non appena l’uomo enorme le disse di rimanere lì ferma, sul ciglio della porta di una stanza. 

Sorridevano, ma erano visibilmente agitati. 

Si avvicinarono a lei e le strinsero la mano, cercando di essere educati. 

Lexie sapeva che tutto quello che stavano facendo era solo un modo per cercare di farla stare buona e tranquilla: non volevano altri scherzi.

Molto probabilmente pensavano l’avesse fatto apposta, di rimanere incinta. 

Lei li guardò solamente, in silenzio. 

“Harry e Louis non ci sono al momento” 

La ragazza guardò attentamente la stanza: era spaziosa e due finestre enormi, sporgenti su un terrazzo altrettanto grande, regalavano luce alle pareti arancioni. 

Loro le fissavano la pancia, scambiandosi occhiate nervose ogni tanto. 

“Vi starete chiedendo perché non ho optato per l’aborto” 

La sua voce risuonò calma, forse solo leggermente acida. 

Liam scosse il capo, sorridendole. 

“Veramente, mi stavo solo chiedendo perché tu sia venuta qui da sola” 

Lexie lo guardò, cercando d’interpretare il suo sguardo.

“Era la cosa giusta da fare” 

Per fortuna, quel giorno, nessun paparazzo l’aveva vista o fermata: si era messa un cappellino nero in testa e degli occhiali da sole. 

Non sapeva, in realtà, come la notizia si fosse diffusa così velocemente. 

Molto probabilmente le sue due migliore amiche, Sophie e Steffi, l’avevano detto a qualcuno. 

Non era stata abbastanza cauta e riservata, avrebbe dovuto immaginarselo. 

Ma adesso i giochi erano fatti, non poteva cambiare nulla. 

“Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa?” 

Scosse la testa. 

Non era decisamente il momento adatto per fare uno spuntino: l’appetito l’aveva abbandonata da un bel pezzo, ormai. 

Il ragazzo biondo prese, dal tavolino basso accanto a lui, una pizzetta con due olive e la mise sotto i denti. 

“E’ leggermente strano tutto questo”ridacchiò, cercando di sciogliere la tensione. 

Zayn lo guardò decisamente male. 

Lui indossava una camicia rossa a quadri blu, con dei pantaloni beige e delle blazer grigie. 

Era stramaledettamente bello, pensò Lexie. 

“Dove hai conosciuto Harry?” chiese il ragazzo di Wolverhampton, cercando evidentemente di far sentire a proprio agio la ragazza.

“In un pub, ero con amici”

Lei rispondeva con risposte brevi, ma concise: non voleva intrattenerli con lunghi discorsi. 

Sapeva che, in fondo, a loro non interessava nulla. 

Volevano solo far finire questa storia il prima possibile. 

“Non cerco soldi, se é questo quello che immaginate” 

Le loro facce s’incupirono, visibilmente. 

Forse Lexie aveva colpito nel segno. 

“So che é ciò che tutti quanti penserebbero in una situazione come questa” 

I tre ragazzi non risposero, continuando a fissarla. 

“Non volevo nemmeno venire qui, da lui. Sono stata costretta, non ho avuto altra scelta” 

“Io ti credo” 
Le parole di Zayn, inaspettate e sincere, colpirono Lexie a tal punto da concedergli un tenue sorriso. 

“Grazie” 


Ehi ragazze C: 
Ciao <3 
Volevo informarvi che questa storia é nuova di zecca e non so quando la continuerò perché ne sto scrivendo anche un'altra, chiamata "Piccola Peste" che ha già 24 capitoli e dovrò aggiornare molto spesso:3 
Questa l'ho pubblicata con l'intenzione d'incuriosirvi! Ma, premetto, che non so quando la continuerò: non appena potrò, certamente, ma ha la precedenza l'altra mia storia. 
Se vorrete essere avvisate del continuo magari mettetela tra le storie "preferite" o "seguite", così potrò contattarvi ed informarvi <3 
Mi farebbe piacere ricevere le vostre opinioni, così avrò il tempo di elaborarle e pensarci attentamente C: 
Grazie mille per aver letto e spero di avervi incuriosite :3 
Ciao bellezze mie e un bacio, 
-Zola. 

 

 

 

 

   
 
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