Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Fujiko_Matsui97    13/09/2014    4 recensioni
[...] Forse quel visitatore anonimo era la sua soluzione di riscatto, forse una possibilità esisteva ancora per far sparire le bruciature, per far tornare vivida nei tratti del volto la sua ossessione, la fiamma che lo faceva sentire vivo.
-Io sono Kira.-
Beyond Birthday si rilassò dopo quella voce fredda proveniente da dietro le sue spalle, gli occhi sanguinei che si riaprivano spontaneamente per tuffarsi nel cielo invernale fuori la finestra a sbarre, macchiato di nero, un sorriso che si dipingeva di nuovo su quel volto scarno.
Davvero molto, molto divertente.
___________________________________________
Beyond Birthday è tornato. Ma stavolta Elle non è solo.
Genere: Erotico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Beyond Birthday, Matt, Mello, Near, Un po' tutti | Coppie: L/Light
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

-L-Light...- la mente del bruno vacillò mentre il detective si afferrava, le dita livide, alla stoffa del suo accappatoio, il tono sottile come implorante un aiuto.

-Lawliet...- la voce gli uscì in un sospiro spezzato mentre lo sollevava da terra e delicatamente lo trasportava fino a farlo sedere sul morbido divano: -Che succede?-

-È tornato, lui... non se andrà fin quando non avrà quello che cerca.-

Light Yagami lo osservò frastornato, le mani fra le sue per infondergli la tranquillità di sempre:

-Di chi stiamo parlando, Elle?-

Il detective alzò piano lo sguardo inquieto, stabilizzandolo su quella figura dal tono comprensivo; fece per aprire bocca e rispondere, quando un'avviso da parte di Watari interruppe l'azione: -Elle, c'è una chiamata da parte di Roger della Wammy's. Dice che è urgente.-

-Trasferiscilo sulla linea 4.- comandò con voce atona, prima di fare segno a Light di aspettare e alzarsi in piedi, verso il microfono. Si sedette sulla sedia girevole nella solita posizione, l'icona elegante della lettera R comparve su ogni schermo della stanza: -Buongiorno, Roger.-

-Elle, è successa una cosa terribile.- rispose subito l'uomo, e il detective si carezzò il labbro col dito di fronte a quel tono turbato, riflettendo.

Roger era stato scelto come direttore dell'istituto proprio perchè non perdeva il sangue freddo. Mai.

O perlomeno, così era sempre stato fino a quel momento.

-Ti ascolto.- mormorò, la voce leggermente incerta mentre sentiva l'uomo prendere un grosso sospiro, temendo la reazione del detective: -Near è stato rapito.-

Light si alzò in piedi di scatto, indignato, mentre il cuore del detective prendeva a battere all'impazzata, un'orda di emozioni gli trapassavano il cervello da parte a parte, stordendolo: -Cosa?-

Si massaggiò le tempie, boccheggiante, un respiro strozzato che prendeva vita nel suo petto, e bruciava, dannatamente. Le probabilità che fosse lui la causa di tutto quello erano del...

-Io non so cosa dire Elle, una guardia sostiene di avere intravisto un uomo nei corridoi ma di non averlo fermato perchè gli sembrava identico a te, pensava fossi tu venuto a controllare la situazione e...-

...93%.

Il detective per poco non svenne di fronte a quella notizia che, però, almeno confermava e convergeva i suoi sospetti su quell'unica, psicopatica figura del suo passato: -Roger, grazie di avermi avvisato. Penso di sapere di chi parliamo, ti richiamerò dopo aver fatto qualche ricerca.-

-Grazie, Elle.-

attaccò, e il moro si avvicinò al caffè ormai freddo, lanciando compulsivamente zollette di zucchero all'interno del liquido: -Lawliet?-

Light giunse dietro di lui discretamente, posando il suo palmo su quella mano fredda e agitata, carezzando quella pelle piano col pollice. Il detective strinse le labbra, il capo chino:

-Si chiama Beyond Birthday, ed era un assassino seriale di Los Angeles. Uno dei miei primi ed intricati casi da quando ho iniziato a lavorare da solo.-

Dinanzi a quel nome, i peli di Light si rizzarono, le pupille dilatate: -È stato lui a rapire Near?-

-Non è tanto il rapimento a preoccuparmi, ma quello che verrà dopo. Beyond è un assassino senza scrupoli, sarebbe capace di qualsiasi azione pur di arrivare a me. Si è dato fuoco... pur di battermi.- sorrise amaro, perdendosi in quei ricordi che fino a qualche minuto prima sembravano irreali e lontani: -In realtà pochi sanno che la prima volta che avevo visto Beyond non è stato a Los Angeles tramite Naomi Misora, ma alla Wammy's House. Non ho vissuto lì per molto, ma quei pochi mesi sono bastati per farmi notare: ero il più intelligente e quindi oggetto di ammirazione e odio in egual parti. A quest'ultimo schieramento apparteneva anche lui; quando me ne sono andato non ho più avuto notizie né di lui né degli altri, so solo che un giorno è fuggito lasciando sul suo letto solo un barattolo di marmellata... vuoto.-

-Marmellata?-

-Si, è una sorta di fissazione per lui, così come per me lo sono i dolci. Quando a Los Angeles l'agente Misora mi ha riferito di un uomo dal mio stesso aspetto, ho subito compreso che non poteva essere altri che lui: era l'unico così ossessionato da me da aver potuto prendere la mia identità, e l'unico che riesce a far vacillare tutte le mie sicurezze. E adesso Near è...-

-Ryuzaki.- il detective s'interruppe davanti al tono mesto del suo partner, un dito fra le labbra mentre cercava di capire perchè lo avesse chiamato in quel modo legato al passato, alle indagini che usavano risolvere assieme a Matsuda, Aizawa e gli altri agenti dell'ormai ex quartiere generale.

-Si, Light?-

Il bruno si morse un labbro con forza, le mani ancora strette sulla sinistra del detective, mentre nel suo petto infuriava una battaglia non indifferente: era una faccenda legata a tanti, troppi anni prima e non c'era bisogno di riferirlo, gli suggeriva una vocina egoista dentro di lui, ma no, un'altra, più candida, più giusta, gli intimava che aveva promesso di cambiare, di dire tutto al suo Lawliet, anche se il timore bloccava ogni cellula del suo corpo. E poi, se poteva servire a salvare l'erede di Elle...

Sollevò il capo, raccogliendo tutto il fiato e il coraggio possibili, le iridi profonde che fulminavano quelle del moro di fronte a quella verità troppo grande, troppo distruttiva:

-Anni fa, quando ero ancora Kira e volevo ucciderti, ho chiesto aiuto a Beyond Birthday.-

Il cuore del detective sembrò cessare di battere per un istante, vacillò nel vuoto, giù nel buio, e lì si fermò, inghiottito dall tenebre:

-Tu cosa?-

 

 

 

 

 

-Avete dieci minuti per risolvere la funzione considerando l'argomento quale X. Prego, cominciate!-

Mello, a braccia conserte, osservava annoiato le lancette dell'orologio muoversi con lentezza disarmante, lo sguardo perso nel vuoto.

Il tempo era piovoso quel giorno, e nuvole scure aleggiavano sopra la scuola come avvoltoi in attesa di qualche vittima sacrificale; sospirò, aprendo il fascicolo davanti a lui, pronto a dare il massimo come sempre.

Si maledisse per quell'attimo di distrazione precedente: Near avrebbe potuto superarlo più facilmente avendo iniziato prima di lui e, quindi, avendo più tempo a disposizione!

Quel piccolo, maledetto... mostriciattolo..?

Mello sollevò un sopracciglio quando la realtà gli colpì i sensi come un fulmine a ciel sereno e iniziò a voltare il capo da una parte all'altra prima di sistemarsi di nuovo sulla sedia, composto e perplesso, osservando il suo migliore amico che, seduto una fila più avanti, giocava con la PSP nascosta sotto il banco, un piede che batteva ritmicamente contro il pavimento: -Matt?- sussurrò per richiamare la sua attenzione.

Quest'ultimo continuò indisturbato e Mello, dopo un altro paio di tentativi, sbuffò e, persa la pazienza, gli tirò un calcio sul fondoschiena che per poco non gli faceva scappare la console dalle mani: -Ma che cazzo!- espirò furiosamente dalle narici prima di voltarsi verso il biondo e sostituire l'espressione furiosa con una incuriosita.

-Sei diventato matto? Vuoi forse che la prof mi becchi?-

Mello ridacchiò, cinico: -Sbaglio o quel coso bianco oggi non è presente?-

Matt comprese subito a chi si riferisse, facendo spallucce con indifferenza -Se non lo vedi...-

-Secondo te perchè è assente?- incalzò, e Matt alzò gli occhi al cielo:

-Si, ho proprio dimenticato di dirti che c'è stato un tempo in cui sono stato incinto. Che cazzo ne so io, Mel, non sono mica sua madre!-

-Non puoi parlarmi di te col pancione quando ho fatto da poco colazione! Dio, Matt, che schifo...- il rosso represse una risata di fronte alla smorfia disgustata dell'amico: -Certo che però è strano, lui...-

-Mello!Matt!- la professoressa, ormai in piedi, indicava la porta con aria stizzita: -Dato che vi piace così tanto chiacchierare, potete farlo fuori di qui, grazie!-

Una volta superata la porta a vetri, il rosso tirò fuori dalla felpa la console, sedendosi con la schiena contro il muro mentre la riaccendeva: -Grazie al cielo...- mormorò sollevato, una mano tuffata nella tasca a cercare l'accendino.

Mello camminava avanti e indietro nel tratto di corridoio, mordicchiandosi un'unghia mentre tentava di pensare a cosa fosse successo a Near. Si fermò di botto osservando la punta rossa della sigaretta accesa fra le labbra dell'amico, ma rinunciò a ricordargli che era vietato fumare all'interno dell'istituto. Dopotutto, non lo avrebbe ascoltato.

Il ragazzo in questione ebbe appena il tempo di sentire una sorta di vento per il movimento fulmineo del biondo prima di alzare un sopracciglio quando non sentì più in bocca il sapore di tabacco: -Oh, ma cosa..?- trattenne il respiro quando si trovò il volto di Mello a pochi centimetri dal suo, le sue dita che reggevano la sigaretta accesa, lo sguardo luminoso:

-E se fosse malato?-

Matt ebbe una voglia indescrivibile di strozzarlo, lì con le sue mani, ma si limitò a strappargli la sua sigaretta dalle dita, persa la pazienza: -Ma malato sei tu, mi pare! Io davvero non ti capisco, sei sempre isterico per colpa sua e una volta tanto che non c'è tu ti arrovelli il cervello per capire che fine abbia fatto?!-

-Ma vaff... io non sono isterico!- borbottò offeso, prima di accovacciarsi maggiormente verso la sua figura: -E comunque è proprio questo il punto, è ovvio che se sta male tornerebbe alle lezioni fra un bel po' e sarebbe splendido, e inoltre...- ridacchiò, godendosi l'ammaliante prospettiva -...potrei fare in modo di allungare la permanenza dei suoi germi!-

Matt dopo l'affermazione trattenne una risata quando l'immagine di un Mello vestito da Crocerossina invase la sua mente; allungò un braccio verso di lui e l'abbracciò, tirandolo a sé, le dita premute sulla nuca inondata di capelli morbidi, il pollice che sfregava con dolcezza sulla sua pelle chiara:

-Ma tu devi sempre rompere le palle, eh, biondina?-

Mello rabbrividì di fronte al respiro del migliore amico sull'orecchio e, prima di esplodere in una risata, lo spinse via di getto:

-Chiamami un'altra volta al femminile e giuro che ti stacco i testicoli, Matt!-

 

 

 

 

 

 

 

Light, le lacrime che minacciavano di riempire i suoi occhi già lucidi, osservò la velocità con cui la mano di Elle si era ritratta dalle sue, e non la trattenne: -Misa era tenuta sotto controllo da te, e io non avevo gli occhi dello Shinigami. Pensavo che Beyond potesse sapere il tuo vero nome e...-

-Come hai potuto?!- Lawliet era scosso dagli spasmi, lo sguardo tornato quello freddo e distaccato di sempre, senza più alcun bagliore di felicità, alcun sorriso per avere incontrato Light, averlo amato... averlo salvato.

Era bastata una sola rivelazione a far crollare di getto tutta la fortezza della fiducia che avevano costruito assieme in tanti anni, ogni ricordo. Light, un dolore profondo che gli squarciava il petto, strinse convulsamente le dita attorno alla stoffa fine della camicia, all'altezza del cuore:

-Ero accecato dal potere, io...non immaginavo... non immaginavo questo.-

-Non lo immaginavi?- Elle calcò sull'ultima parola, beffardo, la voce incrinata mentre sentiva la rabbia crescere per schiacciare i sentimenti e rompere quella barriera di razionalità e lucidità che si era sempre imposto nella vita: -Hai chiesto al mio peggior nemico di farmi fuori, stretto un'alleanza con lui... e tutto quello che sei capace di dire è che non lo 'immaginavi'?-

Light abbassò la testa di fronte all'ennesimo tentativo fallito di stringere il suo detective a sé, i pugni stretti lungo i fianchi: -Mi dispiace.-

Elle lo osservò tremante, il respiro interrotto, superficiale, le iridi nere attraversate da lampi di rabbia sconnessa. Le dita decise sul portatile, qualche minuto di silenzio dopo: -Watari, avvisa Roger di prepararmi una stanza alla Wammy's. Vado a Londra.-

-D'accordo, Elle. Prenoto subito un jet privato.-

Era seduto sul divano, la testa fra le mani. Elle scorse il bagliore di una lacrima solcare la sua guancia rosea prima di lasciare la stanza, stupendosi del fatto che gli procurava ogni emozione possibile, esclusa la compassione:

-Addio, Light.-

 

 

 

 

 

Quando Near si svegliò, l'unica cosa che riuscì ad avvertire era il dolore.

Avvertiva la bocca arsa, le palpebre molli e gli arti che non osavano rispondere ai suoi comandi; era immerso nel silenzio, con l'eccezione di un fastidioso ronzio che gli invadeva la mente.

La prima cosa che vide fu una stanza vuota e dalle pareti metalliche, probabilmente un sotterraneo, che faceva sì che i suoni rimbombassero tutt'attorno; quello servì a tranquillizzarlo un minimo: evidentemente il suo percepire i rumori amplificati era solo un effetto legato all'ambiente in cui si trovava e non a qualche trauma.

Il problema però, pensò sconsolato, era che non appena tentava di ricordare come fosse finito lì il cranio iniziava a pulsare terribilmente, come se mille chiodi lo stessero trafiggendo da parte a parte, e presto capì perchè: tentando di muoverlo si accorse che c'era qualcosa di freddo e duro che rendeva lento il doppio ogni suo movimento. Sollevò un braccio, toccando quell'arnese con dita tremanti: era liscio come una cintura, ed era di ferro, spesso ma non spigoloso. Ma allora, se non aveva angoli che potessero ferire, come era possibile che gli procurasse tutto quel fastidio?

-Ben svegliato, Nate.-

Il ragazzo cercò di non mostrare il turbamento che aveva avvertito nell'udire il suo vero nome, e alzò gli occhi per tentare di incrociare lo sguardo legato a quella voce contraffatta, ma ciò non accadde: -Chi sei?-

Poteva quasi avvertire un sorriso divertito da parte dell'interlocutore quando ricominciò: -La mia identità non è la cosa più importante ora come ora, non credi?-

Il ragazzo, notato l'amplificatore in un angolo della stanza, tentò di ribattere a quella che sembrava quasi un'intimazione, ma una fitta più forte delle altre lo colpì alla testa, facendolo mugolare in modo a dir poco pietoso;

-Immagino tu voglia soddisfare parecchi interrogativi più urgenti.- obiettò la voce dinanzi a quel mugugnare, e Near udì un rumore strano dal piccolo altoparlante sul soffitto, come lo schioccare d'aria, come un barattolo nuovo che veniva aperto.

-Ovvero...- poteva avvertire il tono impastato, come se stesse masticando qualcosa. Il suo pensiero volò a Mello e alla cioccolata che si frantumava sempre, pronta a sottomettersi, sotto la presa dei suoi denti.

Ma quello non era affatto lo stesso suono...

-...non ti piacerebbe sapere cosa sono quelle splendide apparecchiature che hai sul corpo?-

Il ragazzo si sforzò di non sbarrare gli occhi: il tipo aveva deglutito tranquillo, e del suono deciso della masticazione neanche l'ombra. Era razionalmente impossibile che un pasto rigido fosse inghiottito senza neanche una frantumazione, e lui era stato attento ad ogni minimo particolare.

Che stesse solo... assaporando?

-Mi sembrava stupido incatenarti i polsi, non temo di certo i tuoi tocchi... Nate.-

Un brivido di paura lo colpì alla spina dorsale dinanzi al suo tono basso nonostante la voce contraffatta, ed alzò lo sguardo deciso a capire almeno la situazione scomoda in cui si trovava: -E poi, non è mia abitudine trattare male gli ospiti. Non sei tu il mio obiettivo, ma purtroppo la situazione non mi lasciava altra scelta.-

-Quale situazione?-

L'uomo, al centro della stanza buia, inserì soddisfatto un dito fra le labbra, gli occhi rossi fissi sullo schermo del computer, ignorando volutamente la domanda. Quell'albino era davvero uno spasso.

-Ora come ora desidero solo che tu stia buono ed aspetti delle direttive, in attesa di notizie più... interessanti.-

Near riflettè frenetico: se fosse balzato in piedi e avesse attaccato direttamente il rapitore, come avrebbe sicuramente fatto qualcuno di sua conoscenza, sarebbe stata una mossa insensata. Sentiva che non avrebbe ricevuto delle risposte ma si sarebbe solo mostrato come indomabile e avrebbe ricevuto maggiori controlli su di sè, inoltre un tentativo di fuga era impensabile, date le catene che gli avvolgevano le caviglie, collegandole al muro.

La priorità era capire con chi aveva a che fare, ma soprattutto perchè, in modo da poter iniziare a costruire il puzzle.

Per la prima volta si sentì spaesato, e l'immagine affettuosa di Elle prese forma nel suo cervello; per Nate fu come uno spronamento a tenere duro, ad usare la mente come sempre, proprio come avrebbe fatto il detective nella sua stessa situazione.

E poi, era sicuro che questi aveva già ricevuto la notizia e aveva iniziato le ricerche.

-Un'ultima cosa.- la voce calma interruppe il flusso inquieto dei suoi pensieri: -Non mi piace essere preso in giro. Una sola mossa sospetta, e il disco che ti avvolge la testa manderà delle scosse che ti immobilizzeranno. Tipo questa.-

Nate non fece in tempo a deglutire che un dolore forte come un tuono gli avvolse le membra, e un urlo agghiacciante prese forma nelle iridi accese dalla sofferenza; artigliò con le dita la camicia, il petto in fiamme mentre il suo torace scivolava a terra, una dolce, calda lacrima che prendeva possesso delle sue guance diafane.

Beyond lo osservò deliziato contorcersi dagli spasmi in quella danza sconnessa, e il suo cuore prese a pompare più sangue di fronte a quelle iridi buie, identiche a quelle di Elle, mentre una forma di eccitazione prendeva possesso del suo viso, tramutandolo in un sorriso, lo sguardo acceso mentre un dito avvolto dalla marmellata raggiungeva la bocca:

-A molto presto, Nate.-

Il ragazzo udì il bip della disconnessione suono e tentò di recuperare il respiro normale, la guancia destra sul freddo suolo, la mano ancora stretta attorno alla stoffa sottile; fece forza su sé stesso per impedire che altre lacrime fuoriuscissero dai suoi occhi, più per la rabbia che per il dolore.

Si sentiva impotente, Near, solo una stupida pedina fra le dita di quello psicopatico, pronta ad essere divorata sulla crudele scacchiera al minimo segnale di allarme... o di vittoria.

Si era mostrato il più intelligente, il degno successore di Elle... per poi ottenere quello? Un ruolo da prigioniero? Non l'avrebbe accettato.

Si rialzò lentamente, facendo forza sulle braccia, la schiena magra ora appoggiata al muro; avvolse la testa fra le braccia poggiate sulle ginocchia, un debole sorriso nascosto dalla posizione: poteva essere il protagonista, o quantomeno una pedina non facile da far crollare.

Doveva solo essere paziente... solo aspettare, e al minimo errore, alla minima mossa falsa, riflettere su una via di fuga.

 

 

Beyond posò il barattolo ormai vuoto sul pavimento sul quale era scomodamente accucciato, il monitor ancora puntato su Near, un sorriso emozionato dipinto sul volto:

-Perchè quel ragazzino... non capisco, è...è crudele.-

Si girò verso la voce, proveniente da un angolo della stanza immersa nel buio e, cercando di nascondere quanto fosse seccato, si sollevò da terra e camminò fino a raggiungere la figura.

-Non ti piace il mio piano..?- sussurrò passionale, e il profilo sobbalzò, tentando di ritrarsi alle sue dita che avevano carezzato un ciuffo chiaro dei suoi capelli, portandoselo alle labbra.

-Non è questo, è solo che non capisco cosa c'entri questo con l'uccidere Ryuzaki...-

Il volto dell'uomo si indurì e la ragazza, tremante, si addossò di più con la schiena al muro.

Ma fu solo un istante di terrore.

-Aah, Misa, Misa...- cantilenò fra i sospiri, il tono di voce nuovamente rassegnato e paziente: -Quante volte devo spiegartelo? Near è solo un incentivo per catturare l'attenzione di Ryuzaki ed indurlo più che mai ad indagare. È il suo erede, e il nostro caro detective non lascerebbe mai che si sciupasse quel suo bel faccino. Perchè me lo chiedi? Non dirmi che l'hai perdonato...-

Vi era una nota stonata nelle sue ultime parole, il tono leggermente minaccioso, che mise in allarme la ragazza, il capo ora chino mentre la voce si assottigliava, frustrata.

-No... Misa vuole che Ryuzaki muoia. Io e Light-kun eravamo felici, se non fosse stato per lui... anche se sapevo di essere per Light-kun solo qualcosa da utilizzare, io lo amavo e lo amo lo stesso anche ora.-

-Brava la mia Misa...- Beyond soffiò tutto il suo apprezzamento sul volto della ragazza, studiandone i lineamenti deturpati dalla rabbia -È per questo che hai i polsi incatenati, non voglio che tu, presa da un momento di follia, possa scappare. Ma vedo che per ora non c'è pericolo... vedrai, con il tuo aiuto troverò il quaderno della morte e grazie ai tuoi occhi...-

Fece una pausa e dilatò le iridi in piena estasi, mentre la mano correva lenta su una sua guancia morbida, assaporandone il profumo con estremo interesse:

-Grazie ai tuoi preziosissimi occhi, quando farai lo scambio con lo shinigami Elle ormai mi avrà in pugno, e avrà già trovato me e te. Basterà che tu lo veda in volto, e io scriverò il suo nome. Vedrai, morirà. Eccome, se morirà.-

Una risata bassa e roca uscì come un getto dalle sue labbra, la vendetta il motore che muoveva ogni suo muscolo, ogni suo ingranaggio cellulare.

Finalmente avrebbe avuto la sua vittoria... e il vedere un Elle sanguinante che implorava il suo aiuto costituiva la conclusione ideale, la più rosea ricompensa.

Inoltre, avrebbe preso due piccioni con una fava: nessuno si poteva permettere di utilizzarlo a suo piacimento, per poi mutare idea solo per degli sciocchi sentimenti.

Non aveva dimenticato il giorno di otto anni prima, quando Light Yagami era ancora nel pieno possesso dei suoi bramosi ideali e si era recato a trovarlo in prigione, assicurandogli che i loro obiettivi come Beyond e Kira erano gli stessi, che Elle sarebbe dovuto morire; gli aveva chiesto aiuto, alleanza, un lavoro di squadra per riuscire a scoprire il suo vero nome ed eliminarlo.

Da solo non avrebbe potuto farcela, dato che il suo cavallo di battaglia era sotto stretta sorveglianza e non era utilizzabile. E poi..?

Silenzio. Ancora prigionia, nessuna promessa mantenuta, dati fondamentali resi ancora più segreti, inaccessibili... le torture che aveva ricevuto senza alcuna spiegazione valida.

La paura che lui potesse toccare il prezioso detective aveva costituito l'incentivo per rendere Light ancora più crudele nei confronti di qualsiasi minaccia, ma purtroppo per lui Misa, abbandonata ingiustamente al suo destino, costituiva un'arma preziosissima, e per fortuna anche vulnerabile.

Anche se quando aveva avuto modo di convincerla lei aveva già rinunciato da tempo alla proprietà del quaderno, Beyond aveva di quest'ultimo abbastanza informazioni da riuscire a spiegarsi; ovviamente non aveva accennato al fatto che con lo scambio degli occhi la sua vita si sarebbe dimezzata, né le aveva rivelato che uno scambio era già stato richiesto da lei in passato.

In questo modo, Misa non aveva avuto alcuna esitazione a schierarsi dalla sua parte, e Beyond sapeva perfettamente che, prima o poi, con quella vita così ridotta, lei sarebbe morta, togliendo altre prove e altre seccature di torno.

D'altronde, era bastato nominarle Light, di cui ricordava ovviamente ogni cosa, per notare quel bagliore negli occhi azzurri spenti da tempo, per risvegliare in lei l'amore e la gelosia.

Una volta ucciso il suo peggior rivale, Beyond avrebbe trovato il modo di uccidere anche lui.

Sorrise fra sé e sé, lo sguardo fisso sulla sua aiutante.

Light Yagami si sarebbe pentito amaramente di avergli voltato le spalle.

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice

 

Una sola domanda: perchè esiste la scuola? Ma soprattutto, una ancora più importante: perchè cavolo stavo col libro di filosofia in mano in piena crisi quando ancora non era iniziata?! D'':

[PRR]

 

Lux_SD: Ciau!^^ Bhe, diciamo che mi piace sperimentare vari generi u.ù, spiacente ma non

spoilero sulle coppie, na na! XD e comunque hai ragione, Light che prepara la colazione è

pucciosissimo, mi viene quasi voglia di ingaggiarlo privatamente!

 

Kleveland: Ma buonasera, Klev! Sono contenta che alla fine tu abbia deciso di seguirla, vado molto

fiera di un lettore... intellettuale come te! :P Spero tu continuerai a darmi pareri e anche

eventualmente critiche, sempre considerando i cordialissimi saluti, eh!

 

Un abbraccio stritolante,

 

 

 

 

FM.

 

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Fujiko_Matsui97