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Autore: Mamoru_Kurosawa    30/09/2008    2 recensioni
La storia contiene in gran parte fatti realmente accaduti. Mamoru Kurosawa è un ragazzo di ventisette anni, lavora come fattorino e spesso cameriere del piccolo ristorante di un suo "amico" nella città di Tokyo. Il rapporto tra i due è alquanto particolare, ma molto lontano da quello che potrebbe sembrare. Il racconto si apre con la festa dei ciliegi in fiore, dove Mamoru incontra una persona di nome Tanaka. Tra i due nasce una tenera amicizia per sostenere questa persona nel prendere una decisione assai ardua, accettare o non accettare il matrimonio combinato, complottato dai suoi genitori?
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione
Il racconto che state per leggere contiene per la maggior parte, eventi realmente accaduti.

La festa dei ciliegi in fiore - terza parte
(Scritto da Mamoru Kurosawa)

3.

Tutto è quieto intono a noi, il Koto sembra essersi arrestato, ma la verità, è che siamo ormai troppo lontani per poterne contemplare ancora l'angelica voce. Solo il vento sembra non volerci arrecare offesa, gonfiando i nostri abiti e inebriandoci del profumo dei fiori di ciliegio, una fragranza divina.
Perchè amo così tanto la natura? Il suo fascino forse sta nei colori, che tutti si divertono ad associare a un particolare stato d'animo, sfumature che in questo periodo, tendono tutte a convergere nel rosso della passione, del fuoco, del sangue.
Anticamente esisteva un forte legame simbolico tra il Sakura e il Samurai. Un fiore immagine di purezza e integrità, e quindi dell'ideale cavalleresco del soldato stesso. Così nasce il sacro paragone.

Come nel pieno della fioritura e del suo splendore, il fiore di ciliegio si stacca dal ramo e muore, così anche il samurai, che incarnando tutte le virtù più nobili, tra cui la totale devozione verso il suo signore, il coraggio e la fede nel continuare a lottare per ciò in cui crede, nel pieno della sua giovinezza e nel nome di questi suoi ideali, si stacca dalla vita, cadendo in battaglia.

L'attimo fuggente della morte, il distacco totale dai beni del mondo terreno, per innalzare il proprio spirito alle divinità celesti del cielo.
La storia mi affascina, il conoscere sempre di più sulle origini delle nostre leggende, credenze, principi religiosi, tutto con la sua semplicità e i suoi lati oscuri, risvegliano in me una curiosità tale da portarmi ad essere, a volte, un vero e proprio topo di biblioteca.
Potrei sembrare troppo ossessionato dal passato, e in parte credo sia davvero così. Sfogliare le pagine ingiallite ed estremamente fragili di vecchi libri storici, appaga in minima parte il mio desiderio di conoscenza, la vera soddisfazione, sta nel leggere e capire i contenuti di tali tesori culturali, liberando la mente ed accettando il fatto, che molte volte, gli stessi concetti vengano in altri libri messi in discussione, finendo poi con l'essere del tutto smentiti. E' come giocare a rincorrersi, l'uomo tenta disperatamente di ripercorrere il proprio passato per rendere migliore il proprio futuro, il più delle volte però, finendo con il ricommettere quegli stessi errori con conseguenze più gravi che nel tempo precedente.
Di tutte queste mie manie, se così vogliamo chiamarle, io non ne ho mai fatto parola con nessuno, questo per preservare la tranquillità della mia esistenza, lontana da giudizi e critiche. In altre parole, ho sempre preferito la fuga al confronto. Non credo di dovermi crucciare per così poco, in fondo si tratta di sottigliezze senza alcun profondo rilievo, però mi piacerebbe condividere pensieri e opinioni con qualcuno, e ora, al mio fianco forse c'è davvero una persona che sarebbe in grado di restare ad ascoltare, e con maturità, a replicare.
E' ancora troppo presto, me ne rendo conto, Tanaka ora è preso da tutt'altre riflessioni.
Il matrimonio combinato rappresenterebbe per lui un taglio netto con la propria famiglia, oppure l'inizio di una falsa felicità, costruita sull'unione forzata di due giovani estranei.
Se fossi in lui, credo non reggerei a una tale pressione. Rifiuterei il matrimonio su questo non ci piove, ma non prima di essermi organizzato bene sul da farsi. Prima dovrei preoccuparmi di trovare una sistemazione e dopo di dare aria alla mia bocca, però Tanaka non sa ancora cosa fare, e questo perchè in fondo al cuore, sa che non potrà mai odiare sul serio la propria famiglia.
Voler bene a qualcuno, spesso ci spinge a sopportare e perdonare ogni sbaglio o azione ingiusta compiuta nei nostri confronti, la persona che ora io ho deciso di sostenere, è come un pezzo di legno in balia della violenza delle onde nel 1Mar del Giappone.
- Tanaka, siamo quasi arrivati ormai -
La strada leggermente in salita, ci permette, voltandoci di spalle, di vedere da lontano i festeggiamenti, così da poterci sentire ancora un pò parte di essi.
Questo silenzio sembra così irreale da farlo apparire stranamente carico di tensione. E' come se qualcuno fosse in agguato per noi, come se qualcosa si nascondesse nelle ombre tremolanti e deformi della via. Annuendo, Tanaka riprende a guardare fisso dinanzi a sè come se io non avessi detto nulla.
Dolore e angoscia, ora dai suoi occhi scuri io non riesco a percepire nient'altro.

Sushi è il nome del ristorante in cui lavoro, ma stranamente al nostro arrivo, in tutta la sua piccolezza e bellezza, ci accoglie a porte chiuse.
Questo è davvero molto strano, penso a voce alta, sono sicuro che la famiglia Suzuki, quella che mi ha assunto, avesse detto la sera precedente, che prima delle tre del pomeriggio non avrebbe chiuso i battenti, e ora cosa vedo? Il grosso lucchettone bloccare la porta d'ingresso, con le catene verdognole tra le maniglie doppie.
Indietreggiando, cerco di scorgere qualcuno all'interno della minuscola casettina posta esattamente attaccata al fianco destro del ristorante, ma purtroppo non vedo nessuno.
Incrocio le braccia e cerco di pensare a come risolvere il problema "caccia al cibo".
- Accidenti... -
- Coraggio, forse ci sarà qualche altro ristorante aperto a quest'ora -
Guardandolo con espressione abbattuta rispondo sgarbatamente.
- Sì certo! Perchè di ristoranti aperti fino alle tre ce ne sono tanti vero?. Il Sushi è l'unico della zona ad avere orari del genere! Poi oggi con la festa dei Sakura, ogni dannatissimo negozio sarà chiuso! -
Tanaka sgrana gli occhi, una reazione del genere presumo non se la sarebbe mai aspettata.
- Va bene, ma non prendertela in questo modo. Brutta bestia la fame... -
Lo dice ridendosela dietro la mano che nasconde il suo sorriso, io nel frattempo mi sento nervoso, deluso e anche alquanto seccato, speravo di poter servire Tanaka con i nostri piatti migliori, di deliziare il suo palato con il nostro formidabile sushi, il migliore di tutta la città e sfido chiunque a dire il contrario. Riso fresco cotto con l'aceto di quest'ultimo, zucchero e sale combinati con un ripieno o guarnizione di pesce, alghe, vegetali o uova. Il ripieno può essere crudo, cotto o marinato, arrotolato in una striscia d'alga e con una fetta di pesce crudo sopra. A forza di guardare il Maestro che la stessa famiglia Suzuki ha assunto, ho imparato gli ingredienti più comuni, tuttavia non mi è concesso prepararne nemmeno una porzione.
Qui in Giappone esistono persone che dedicano praticamente tutta la loro vita al solo studio di come riconoscere gli ingredienti freschi dall'odore o dalla consistenza che hanno avvalendosi del tatto, con grande determinazione intraprendono un pesante addestramento sotto la guida di un maestro del sushi, e ora che ci penso, il motivo per cui il mio capo se ne sta sempre in cucina è proprio perchè il signor Gennosuke Itou ha accettato di prenderlo sotto la sua responsabilità.
Non è tipo da arrendersi facilmente, e anche se con me ha un atteggiamento disdicevole, gli auguro di tutto cuore buona fortuna.
- Che ci fai qui? -
Quando si parla del diavolo, aspettatevi sempre la sua coda pungervi il fondoschiena. Dal retro del ristorante provenivano rumori inquietanti, e ora me ne spiego il motivo. Ovunque lui passi, casca sempre il mondo che lo circonda.
Cammina trascinandosi dietro la sua bicicletta rossa per il manubrio, e quando mi vede la lascia cadere.
- Suzuki... -
Non mostro alcuna sorpresa sulla mia faccia, mentre lui scavalcando la bici mi si avvicina lentamente, bloccandosi ovviamente alla vista di un terzo incomodo.
Lo squadra ma non dice nulla, un comportamento davvero scortese che mi fa fare brutta figura. Tanaka accenna un inchino, sembra aver intuito che la persona che gli si è parata davanti, non sia una a cui dare molta fiducia.
- Buongiorno - La sua educazione e il modo in cui riesce a restare impassibile alle provocazioni di Suzuki, lo rendono ancora più affascinante, tuttavia credo che sia meglio intervenire.
- Bene! Che fortuna averti incontrato qui Suzuki! - Urlo come per dire vi prego restate calmi, e intanto nei loro sguardi avverto una forte tensione, che riesco a percepire come tanti brividi sulla pelle. Continuando a tenere un tono piuttosto elevato, chiedo al mio capo come mai il locale sia chiuso, e lui risponde che la madre ha insistito tanto per portare il marito alla festa, che non c'è stato verso di farle cambiare idea. Un pò di svago anche per la famigliola, se lo merita, ma così è sfumato tutto il mio bello ed elaborato piano.
- Il signor Itou? -
- Andato anche lui, sai com'è, no? Una festa è come un succulento piatto di sushi -
Tanaka chiude gli occhi e annuendo esprime il suo parere, che noto essere concordante con quello di Suzuki, una vera sorpresa.
Il mio capo è così preso dal sushi che ormai non parla d'altro se per non sviare ad un certo punto la discussione e andare a parare lì. Poveretto.
Ad ogni modo con questo bell'incontro non abbiamo ancora risolto il problema che mi accingo a spiegare, non l'avessi mai fatto. Suzuki non è contento, per niente, la presenza di Tanaka non lo disturba, ma il fatto che io voglia offrirgli il pranzo, giusto per non dire servirglielo gratis, lo manda in bestia. Mi punta il dito contro e con un secco no mi mette a tacere.
- Non se ne parla proprio. Mi scusi signor... -
- Tanaka -
- Tanaka. Nulla di personale mi creda, ma non facciamo simili favori a un estraneo, spero lei possa capire -
- Veramente, io sono intenzionato a pagare per i vostri servizi, però mi rendo conto che avendo già chiuso il locale, sia improponibile chiedergli di riaprirlo solo per noi. Le chiedo quindi di scusarmi per il disturbo arrecatovi -
Con un altro inchino si congede, allontanandosi da noi. Senza più dire nulla me ne vado anch'io, e Suzuki mi fissa adirato.
Scusarsi è il minimo, e così faccio, l'ennesima figuraccia che io aggiungo alla mia imbarazzante collezione.
Sbuffando mi stringo lo stomaco, sono al limite ormai, i gorgoglii sono sempre più frequenti e questo mi porta ad arrossire, perchè Tanaka di certo avverte tutti questi vergognosi rumori.
- Dobbiamo proprio mangiare - Dice lui con le mani in tasca.
- Mi dispiace - Rispondo con un soffio di voce così flebile, che forse Tanaka non ha nemmeno sentito.
- Te l'ho già detto, tu non devi scusarti di nulla. A questo punto, non abbiamo altra scelta -
- Come? -
- Ti invito a pranzare a casa mia. Vuoi? -
I miei passi si bloccano sul cemento, e quando io incredulo ripeto quel come interrogativo, rimango sbalordito da codesto segno del destino.
Comincio a credere che forse per lui io sia già diventato un buon amico, una persona ai suoi occhi un pò più speciale delle altre.
Ripenso a quel contatto improvviso al parco, e nel ricordarlo, il cuore sussulta e i miei occhi cercano di nuovo con insicuro desiderio i suoi.
Potrei perdermi nel loro bagliore, potrei perdermi anche solo in un suo sorriso.
- Ti ringrazio -
Con insicurezza, mi chiedo quando io sia cambiato in questo modo, quando nel mio interesse siano nati gli uomini. Non so rispondere, forse mi sentivo così dannatamente solo che ho finito con il vedere l'essenza nascosta dell'amore, sentimento irrazionale si, ma senza limiti o restrizioni, qualcosa che andava oltre il concetto naturale di uomo e donna.
Nessuno ha mai detto che l'amore dovesse essere considerato vero, solo se fra sessi opposti, noi abbiamo cominciato a crederlo, semplicemente perchè abituati a vederlo sbocciare sempre fra un uomo e una donna. Io ora con queste mie idee, mi sento più libero e anche più maturo, ammettere di essere diverso dagli altri, perchè per anni una cosa è stata vista sotto un'unica luce, è il primo passo per sentirsi in pace con se stessi.
So perfettamente che l'affetto provato per Tanaka, un giorno diventerà qualcosa di più forte, di più impulsivo, ma va bene così, io mi illudo per essere felice, ma quando dovrò fare i conti con la realtà, saprò essere anche più forte del dolore stesso.
Dalla giacca, Tanaka ne estrae un cellulare, e digitando un numero, resta in attesa di uno squillo. Non è una chiamata vera e propria, credo sia più che altro una sorta di avviso, un avviso per la macchina nera, che sbucando da non so quale via, si ferma davanti a noi.
- Prego - Con gesto cortese mi apre uno sportello.
Titubante salgo, sedendomi poi sui sedili di pelle. Tanaka si accomoda al mio fianco.
Ci sorridiamo, poi l'autista porge i suoi saluti a entrambi.
- Portaci a casa. Oggi avremo un ospite speciale a pranzo -





1Mar del Giappone: Il Mar del Giappone è uno dei mari più estesi dell'Oceano Pacifico. Su di esso si affacciano la dorsale occidentale del Giappone, quella orientale delle due Koree e parte della Russia. Le coste di questo mare sono caratterizzate da forti perturbazioni portate dai venti gelidi provenienti dalla Siberia, che rendono il clima assai rigido. Non è una zona in cui sorgono grandi città.

  
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