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Autore: Rei Murai    30/09/2008    0 recensioni
Non si vive con pienezza Se non si è pronti al suicidio o all'omicidio Una legge in base alla quale alcuni sono destinati a vivere e altri a morire
Genere: Dark, Suspence, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kiba Inuzuka, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non si vive con pienezza

Se non si è pronti al suicidio o all'omicidio

Una legge in base alla quale alcuni sono destinati a vivere

e altri a morire



Il freddo metallico della canna

Il rumore del grilletto appena premuto

Il respiro regolare contro il suo orecchio

Lento

Fermo

Gli era arrivato alle spalle senza fare rumore.

Sul pavimento fatto di sabbia erano rimaste le impronte degli stivali che portava ai piedi

Primo errore.

- Inuzuka -

- Uchiha -

- che hai intenzione di fare? -

- ucciderti -

Un sorriso.

Com'era infantile quel ragazzo a volte.

Bello

Ricco

Intelligente

Ma senza la possibilità di fare grandi cose in futuro...tanto meno uccidere qualcuno.

- mpf, ti prenderanno in meno di due giorni Kiba -

Rabbia.

Un altro punto a suo sfavore

Il castano era troppo impulsivo, lo era sempre stato.

L'aveva voltato di scatto, sbattendolo contro il muro.

Il rumore dell'acqua salata che s'infrangeva contro le rocce gli arrivava attutito dal braccio semi poggiato troppo vicino all'orecchio, la canna fredda della 24 millimetri puntata contro la sua tempia.

Un ghigno sadico deturpava il bel volto del ragazzo.

Dannatamente eccitante.

- le fibre della camicia, un capello, le tue impronti digitali -

Il castano ritirò la mano poggiata sul suo collo come scottato.

Altri tre errori.

No, decisamente non sarebbe mai stato in grado di uccidere seriamente qualcuno, non senza una guida.

- non dire cazzate Uchiha, non possono ricavare le impronte digitali da un corpo -

- c'è una polverina apposita, i membri della scientifica ne sanno una più del diavolo in questo campo...e tu sei un idiota Inuzuka -

Uno scoppio d'ilarità da parte del castano, lo teneva ancora bloccato contro il muro

- per non parlare delle impronte degli stivali che hai lasciato ovunque venendo qui...mi ricorreggo...ti prenderebbero in un paio d'ore. il tempo di avere tutte le prove dalla loro parte -

Un passo indietro, la pistola ancora puntata contro di lui.

Da quanto tempo andava avanti quel gioco?

Due, tre anni.

Kakashisensei gli aveva chiesto di aiutarlo in chimica, non potevano permettersi di perdere uno dei ragazzi più ricchi della scuola e, quindi, la cospicua somma di denaro che la madre metteva giù ogni anno per mantenerla in piedi e vederla versata in qualche istituto privato.

Avevano creato una sottospecie di legame, Sasuke lo aiutava con la scuola ed in cambio Kiba gli offriva la propria compagnia.

Il castano aveva capito le sue grandi potenzialità

Lo vedeva come il proprio peggior rivale

Lo stesso gusto per il pericolo

La stessa voglia di affermarsi.

Una sola differenza.

Kiba per farlo, sgusciando fuori dall'ombra della madre aveva bisogno di lui.

Sasuke per affermarsi aveva bisogno di qualcuno che facesse il lavoro sporco o che, per lo meno, ne finanziasse le idee.

La risata del'Inuzuka si prolungò ancor per qualche istante prima che lo stesso tirasse fuori un pacchetto di Diana blu dalla tasca dei levis portandosi una sigaretta alle labbra.

Il gioco era concluso.

Sasuke aveva vinto ancora una volta.

Il castano ghignò per poi premere il grilletto.

Una fiammella rosso-arancione si accese nel buio della struttura abbandonata e piena di polvere in cui s'incontravano due volte al settimana.

Il ragazzo inclinò la mano, portando l'accendino dalla forma singolare al viso accendendosi la sigaretta ed aspirandone a pieni polmoni il fumo.

Gli piaceva il sapore della nicotina ma solo quando si trovava sulle labbra il castano.

Ogni volta che perdeva si prendeva la propria ricompensa.

E gli conveniva non perdere.

Kiba non avrebbe esitato su ad ucciderlo, gli piaceva il brivido del pericolo, gli piaceva l'idea di confrontarsi con le forze della polizia di Tokyo.

- vuoi? - si era lasciato cadere sui gradini impolverati porgendogli la sigaretta.

Il profilo stagliato contro le luci del tramonto, gli occhi dorati fissi sulla distesa d'acqua sotto di loro.

Era ora di prendersi la sua piccola ricompensa per essere rimasto in vita.

Ogni volta era sempre diversa, quella volta sapeva cosa voleva.

- no, grazie -

Il castano scrollò le spalle riportandosela alla bocca e aspirando nuovamente un altra boccata di fumo portando lo sguardo su di lui.

Il moro gli si era avvicinato, alzandogli il volto e baciandolo.

Era sempre il solito.

Non gli dava nemmeno tempo di finirsi la sigaretta.

L'aveva tirato su di peso poggiandolo sul letto, unico mobilio della “casa” in cui solitamente si fermavano a dormire quando si ritrovavano a programmare cose assurde come, omicidi ai danni dei professori – che rompevano le palle all'Inuzuka – o dei compagni – che le rompevano all'Uchiha – oppure scappare da li.

Una volta Kiba aveva proposto di partire e trasferirsi in Italia dopo aver rapinato di tutti i suoi averi la madre.

E di portarlo con se, naturalmente.

“insomma, la nostra scommessa sarà aperta almeno fino a che non avrò trovato il modo per commettere il delitto perfetto”

E poi Kiba era suo.

Non gli avrebbe mai permesso di scappare.


Un bacio

Alle volte i modi di fare di Kiba spevano essere freddi quanto la lama di un coltello.

Sembrava non provare emozioni tanto era capace di nasconderle.

Una carezza

L'inarcarsi della schiena dell'altro

Però sapeva come farlo sciogliere.

Nemmeno lui era tutto questo gran dimostrare ciò che provava e, proprio per questo, capiva al volo se la cosa gli piaceva

Sapeva sempre quando smettere

Sapeva sempre come farlo impazzire

L'incontrarsi delle loro labbra era come sempre uno scoppio di calore improvviso

Le sue mani sul corpo dell'altro erano come l'acqua che Kiba tanto amava.

Una volta l'aveva visto spogliarsi completamente ed entrare in mare, immergendosi per qualche istante e rimanere a mollo.

Così rilassato che non si era accorto della sua presenza

O come quella volta in piscina, quando l'aveva beccato con la Yamanaka, negli spogliatoi maschili.

Una persona totalmente diversa.

Una furia cieca si era impadronita di lui in quel frangente.

Il giorno dopo si era fatto ritrovare in casa sua, sdraiato sul suo letto, con uno dei suoi libri in mano.

Kiba l'aveva fissato stranito mentre poggiava a terra la cartella piena di libri di testo.

Con uno scatto fulmineo lo aveva bloccato contro al muro baciandolo con foga.

Il loro primo vero bacio sapeva di cioccolata e nicotina.

E di quella strana possessività che ne impregnava l'aria.

Come se Kiba, baciando un altra, gli avesse fatto un torto e avesse cercato di scappare.

Di distruggere quel legame che li teneva uniti.


Un gemito.

Lieve.

Quasi impercettibile se non fosse stato per il silenzio surreale della stanza.

Il rumore della zip della felpa che veniva abbassata con gesti lenti, il corpo dell'Inuzuka che si Sistemava meglio sotto il suo facendo strusciare i bacini...

Un altro gemito.

Più forte.

A volte era fin troppo vocale.

Non erano mai stati a letto assieme.

Una volta Kiba gli aveva fatto un servizietto...o, per meglio dire, ci aveva provato.

Con risultati catastrofici.


Ottimo alunno

Pessima attitudine all'assassinio


Idee brillanti

Scarsa capacità di usufruirne


Magnifico corpo

Pessimo amante.


Un altro gemito, questa volta catturato dalle labbra del moro mentre la mano scendeva a sfilare anche i boxer.

Un attimo di esitazione da parte di Kiba. Le mani del castano poggiate sulle sue spalle come ad allontanarlo da se.

Anche se effettivamente gli era impossibile farlo.

Sasuke, semplicemente, lo sovrastava.

Una sensazione di dominio che rendeva le cose ancora più semplici

Un lieve ma quanto mai intenso bacio sulle labbra morbide che stavano perdendo il gusto amaro della sigaretta riprendendo il proprio.

Un sapore che Sasuke non aveva mai assaggiato

Le labbra di Kiba non venivano mai sfiorate da nulla a parte che da quella dannata sigaretta.

Cominciava ad essere geloso anche di quella?

No impossibile.

Tra la possessività e la gelosia c'è sempre una quanto mai sottile linea di differenza.

Linea che non avrebbe mai superato per il semplice fatto che non lo amava.


La bocca scendeva sempre più giù, lentamente, accarezzando ogni centimetro di quella pelle ambrata che gli si offriva con un minimo di terrore.

Sapeva cosa l'attendeva e sicuramente già lo pregustava.

Un dito s'insinuò all'interno del suo corpo strappandogli un mugugno

Un secondo

Un terzo.

Leggere scie argentate rigavano il viso del castano che si aggrappava a lui quasi in modo disperato.

L'altra mano che si muoveva in modo lento tra le sue gambe strappandogli piccoli e continui gemiti.

Poi l'affondare delle dita.

L'Inuzuka boccheggiò, cercando di recuperare il fiato perso, ma venendo bloccato dalle labbra dell'Uchiha.

Gli impediva di respirare

Gli impediva di allontanarlo da se.

Non poteva muoversi.

Venne con violenza, inarcandosi e graffiandogli la schiena.

Poco dopo le dita venero sostituite dal membro del compagno che, con poche e mirate spinte, si liberò a sua volta dentro si lui.


L'idea di possedere totalmente qualcuno porta la gente a fare cose strane questo, Sasuke, lo sapeva.

Forse era quello il motivo per cui si trovava dentro la propria auto, fermo sotto casa dell'Inuzuka, con il cellulare in mano.

Le luci della camera dell'altro erano spente.

Effettivamente tutte le luci della casa erano spente.

Scese dalla macchina gettando il mozzicone della sigaretta a terra.

Diana blu, le stesse del compagno.

Aveva cominciato da poco ed era sempre più convinto che quel gusto era buono solo se mischiato a quello del ragazzo dagli occhi dorati.

Pochi passi nel giardino

La 9 millimetri nella tasca interna del giubbino

Salì la scalinata in ferro che costeggiava il lato della casa entrando dalla finestra, quell'idiota la Lasciava sempre aperta, anche d'inverno.

La stanza, completamente al buio, pareva vuota, se non fosse stato per la figura seduta alla scrivania.

La luce del computer ne illuminava in parte il volto assorto nella lettura di una mail

- non credevo ti avrei trovato sveglio -

- non sapevo ti intrufolassi in casa mia mentre dormo-

Un colpo di reni e l'Inuzuka fece girare la sedia su cui stava comodamente seduto puntando gli occhi color miele su quelli onice dell'altro.

La pistola giaceva nella mano destra del moro.

Non capiva e, se era un gioco, era di pessimo gusto.

Ma d'altronde non lo erano tutti quelli che facevano?

- e quella? -

Lo sguardo incuriosito fissava l'arma.

Un sorriso storto si dipinse sule labbra del moro che, con movenze lente, gli si era avvicinato

il fiato caldo gli sfiorava il volto procurandogli piccoli brividi

- un regalo...per te -

Un sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra.

Gli prese l'arma dalle mani, soppesandone la pesantezza e fissando con aria assorta la canna.

- grazie -

Un breve sorriso che alla luce dello schermo sembrava sinistro, poi le labbra del castano sulle sue e le braccia attorno al collo.

L'arma poggiata contro la sua schiena creava una leggera e dolce pressione tra le sue scapole.

Era la prima volta che l'Inuzuka prendeva un'iniziativa del genere.

Né era...sì, piacevolmente sorpreso.

- mi hai procurato l'unica cosa che mi mancava per farti fuori Uchiha -

- lo so...ma ora, in questo posto..sarebbe stupido uccidermi -

- oh lo so...prima regola: mai uccidere qualcuno in casa tua o in casa sua -

- mpf...stai imparando -

- diciamo che ho un discreto insegnante -

Un altro veloce sfiorarsi delle labbra, poi il castano si scostò dal corpo dell'altro stiracchiandosi.

L'orologio fermo sulle 3 del mattino ticchettava nel silenzio che si era venuto a creare.

Era sempre così.

Semplici battute, qualche bacio.

Non avevano mai fatto un discorso che durasse più di cinque minuti...non riuscivano a sostenere una conversazione seria.

Forse semplicemente per mancanza di necessità di quest'ultima

Oppure per vera e propria mancanza di argomenti.

- beh ora è il caso che te ne vada, Sasuke, se mia madre ti vedesse qui... -

- il cocco di mamma ha paura di essere scoperto e frainteso? -

Sapeva quanto quell'espressione desse sui nervi al compagno ma non gli andava giù di esser cacciato.

Ogni volta che lo andava a trovare, Kiba, curava sempre di non esser visto con lui, che sua madre e sua sorella non fossero in casa, che nessuno dei loro vicini o dei loro compagni li beccasse.

E lo sbatteva fuori sempre ad orari impensabili.

Un sospiro.

Lo sguardo poggiato sul ragazzo che si stava spogliando preparandosi ad andare a letto.

La pistola poggiata sulla scrivania,in bella vista, accanto alle sigarette e al libro di matematica ancora aperto.

Sua madre non andava mai a controllare in camera sua.

In fondo lui era il “piccolo Kibachan, cocco della mamma, che mai avrebbe fatto qualcosa per farla vergognare di lui”

Patetico.

Sapeva quanto l'inuzuka odiasse quel ruolo...ma anche quanto lo sfruttasse a suo favore per fare le cose più disparate...

Come uccidere qualcuno, farsi portare a letto da un ragazzo....

Kiba non era un santo.

Nessuna delle persone che lo conosceva l'avrebbe mai definito tale insomma...era l'Inuzuka.

Era così perso nei propri pensieri da non accorgersi delle braccia del castano attorno alla sua vita fino a quando le labbra dell'altro non si poggiarono sul suo collo.

- non vai? -

- non posso se mi tieni bloccato contro di te -

Un sorriso contro il suo collo, poi le braccia che si staccavano dai suoi fianchi lasciandolo andare.

Dieci minuti dopo era di nuovo seduto sul sedile della clio nera fissando la finestra della camera di Kiba.

Ora gli aveva proprio procurato tutto...stava a lui riuscire a portare a termine la sua missione.

E se non ci fosse riuscito...beh, sarebbe stato suo.

Era solo questione di tempo

Ancora un po' e Kiba sarebbe caduto ai suoi piedi

Ed allora non avrebbe avuto via di scampo.

Nessuna.





Beh, che dire?
Parto con il: FIC TOTALMENTE ISPIRATA A “formula per un omicidio” e chi l'ha visto sa che, la scena iniziale d questa fic, è totalmente scopiazzata da una parte del film >.>'''

ma mi piace troppo >O< nn me ne abbiate a male

poi che altro...nn so i due protagonisti mi ispiravano troppo e a tratti mi ricordavano davvero tanto sasu e Kiba....mi c sn esaltata XD
Spero vivamente sia piaciuta...anche perchè non utilizzando + office nn posso passare la fic a nessuno per avere commenti prima di postarla...è così frustrante questa cosa.

ma questo nn credo v'interessi XD

Mi dispiace un casino per il finale in sospeso, ci ho provato un casino di volte a riscriverlo ma meglio di così proprio non mi viene.....forse ne farò un seguito...vedremo XD
COMMENTATE NUMEROSI!!!!!!!!!!
Ja na

Rei

   
 
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