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Autore: isabelle88    13/09/2014    0 recensioni
-Chi sei?- chiese Clint.
-Non ti interessa.-
-Invece mi interesserebbe sapere chi mi sta per uccidere.-
-Non ho detto che ti ucciderò di certo.-
-La cosa mi rassicura molto.-
-Bene. Chiamami Natalia.-
Genere: Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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In viaggio su una strada desolata russa, 1 Gennaio 2000.

 

La guardò per tutto il viaggio.

La pelle bianchissima, il viso affilato, le labbra piene e rosse così come i capelli, in netto contrasto con il pallore del viso e il verde intenso degli occhi. Le intravedeva le costole attraverso il giubbotto. Rabbrividì.

-Smettila.-

-Smettila cosa?-

-Smettila di fissarmi.-

-Non ti sto fissando.-

-Ma se mi tieni gli occhi addosso da quando siamo partiti!MI da fastidio.-

-Okay.-

Clint si mise a guardare la strada. Ogni tanto le dava un'occhiata, di sfuggita. Se avesse preso un paio di chili - molti più di un paio- sarebbe stata bella, pensò.

Dopo qualche ora, Clint decise di ruppere il silenzio. A dire il bero, lo decise soprattutt il suo stomaco.

-Non c'è del cibo, vero?-

-Ti pare che se ci fosse te lo darei? Scusa, ma mi sembra che io ne abbia più bisogno di te.-

Giusto, pernsò.

La conversazione finì lì.

Atttraversarono le desolate pianure russe per ore di viaggio.

Aveva avuto decine di occasioni per scappare, eppure c'era qualcosa che lo teneva legato a lei, a quella macchina. Voleva vedere dove lo avrebbe portato, cosa gli avrebbe fatto.

La microradio che aveva nell'orecchio e lo teneva in contatto con lo SHIELD si era congelata, per cui comunque non avrebbe potuto chiamare nessuno.

Viaggiarono fino a una casetta isolata nella pianura. La ragazza sterzò bruscamente , e fermò l'auto accanto alla casa.

Fece scendere Clint, lo portò in casa e lo legò al divano, poi si sedette di fronte a lui.

In silenzio, passarono un paio d'ore.

Stavolta, era lei che lo osservava. Vedeva che non stava facendo nessuno sforzo per provare a liberarsi, non aveva provato a sciogliere il nodo, anche eprchè no nci sarebbe riuscito. Aveva semplicemente eseguito gli ordini che lei gli aveva dato. Era strano, pensò Natalia. gli occhi grigi e piccoli, i capelli rasati cortissimi,alla militare. Avrà avuto venticinque anni, forse poco più. Le braccia erano muscolosissime, e al suo contrario lui indossava abiti tecnici, adatti al freddo e a correre. I suoi superiori dovevano essere più generosi, pensò lei.

-E adesso?-

-Adesso cosa?-

-Hai intenzione di lasciarmi qui a morire di freddo e fame? Ci provi gusto?-

Forse un pochino, talvolta le piaceva vedere morire le persone, ma non era quello il caso.

-No.

-Allora che facciamo?-

-Aspettiamo.-

-Chi?-

-Non mi è permesso dirlo.-

-Chi ti ha detto che non puoi dirlo?-

-Non mi è permesso dirlo.

-Oh, Cristo.-

Dunque la ragazza aveva dei superiori? Non era solo una psicopatia maniaca assassina che provava gusto a vedere morire le gente. Era un'agente, come lui. Sottomessa al volere di chissà chi. Come potevano pretenedere che facesse quelle cose? Dio santo, doveva andare a scuola! Non in giro a minacciare il primo che passa per conto di degli stronzi.

Il rombo di una macchina in lontananza.

Senza mai perderlo di vista, si alzò e andò a vedere dalla finestra.

Si risedette.

Poco dopo la porta si spalancò.

Entrò un uomo alto e magro, imbacuccato in un giubbotto troppo grande per lui.

-все прошло хорошо?-

-Да.-

-Брава..- *

Clint non aveva capito niente delle breve conversazione, il suo russo si limitava al "Ciao."

Decise che se fosse uscito vivo di lì lo avrebbe imparato. Non era più così certo di farcela, ora. Prima c'era solo la ragszza, e anche se era sicuro che lo avrebbe ucciso senza battere ciglio, non gli faceva paura.

Ma l'idea di essere coinvolto in qualcosa di più grosso lo spaventava. Cercò di non darlo a vedere mentre provava per la prima volta a sciogliere seriamente quel nodo.

-Bene, Clint.- disse l'uomo.

Merda, sapevano chi era. Ovvio che lo sapevano, altrimenti perchè lo avrebbero rapito? Dovevi scappare prima, Clint, sei un cretino, pensò.

A differenza d Natalia, che parlava un inglese perfetto, l'uomo aveva un marcato accento russo. Mentre lo squadrava, Clint capì che era Natalia l'ombra che cercava da settimane, mesi.

Dio, che stupido. Stupido, stupido, stupido e ancora stupido.

Come aveva fatto a non capirlo prima?

Tutto quel whisky doveva avergli annebbiato il cervello.

Era stato mesi alla ricerca di una ragazzina, si era fatto ingannare da una sedicenne.

Una ragazzina.

Nella classifica dei migliori agenti dello SHIELD doveva appena aver perso una ventina di posti.

L'uomo disse qualcosa in russo a Natalia, e tirò fuori dal cappotto varie mazzette di bigliettoni e due panini. La ragzza, dopo averle prese ed essersi evidentamente trattenuta dal'ingozzarsi del pane, uscì.

Finalmente Clint riuscì a slegare il nodo.

-Allora, Clint Barton, ti sei fatto beccare, eh? Da una ragazzina. Che fallito.-

Mentre parlava si avvicinava sempre più a lui, quasi fino a sfiorargli il naso con il suo.

Clint approfittò del momento per sferrargli un pugno in faccia.

Si alzò, scattante, mentre l'uomo imprecava in russo. Gli sferrò un altro ugno, e poi un altro, eun altro ancor. Il sangue gli sgorgava dal naso e dai denti, ma lui non si fermò. Non dopo aver visto lo sguardo famelico della ragazzina quando aveva tirato fuori quel pezzo di pane.

-BRUTTO BASTARDO!- urlò, tirandogli un calcio in pancia come gran finale.

Ormai era svenutp, e Clint lo lasciò lì. Non valeva la pena ucciderlo. Gli prese il cellulare e controllò che non avesse armi. Evidentemente si fidava molto dei nodi della ragazza, perchè era disarmato.

Uscì, e svuotò il serbatoio della sua auto, in modo che non potesse più andarsene.

"Vediamo quando ti svegli e scopri che sei solo in mezzo al nulla. Vediamo che sguardo avrai tu la prossima volta che vedrai un pezzo di pane, stronzo."

Nell'altra macchina la ragazza dormiva.

Natalia.

Era un bel nome.

La lasciò dormire, non prima di averle preso tutte le armi. Lei non si svegliò.

Probabilmente non dormiva da settimane, pensò Clint.

Quando dopo dieci ore, arrivarono alla base a Mosca dove CLint aveva appuntamento con Coulson, il suo supervisore, nel caso avessero perso i contatti, dormiva ancora.

Si svegliò non appena Clint spense il motore della vecchia auto.

-Ma che ... dove diavolo siamo?-

-A Mosca.-

-Mosca? Ma sono più di dieci ore di viaggio! Non posso...oddio, ho dormito tutto questo tempo?-

-Mi sa di sì. E adesso scendi, e prova a attaccarmi e sei morta. Le posizioni si sono inverite.-

La fece scendere, e come lei aveva fatto con lui, le puntò la pistola tra le scapole.

Ma lei, al contrario di lui, non eseguì gli ordini. Si voltò e diede un calcio alla pistola, talmente veloce che Clint non ebbe nemmeno il tempo di premere il grilletto.

La pistola volò via. Clint le afferrò il piede, facendola cadere a terra, ma lei si rialzò con una capriola più velocemente di quanto Clint avesse mai visto. Le sferrò un pugno sulla guancia, poi si preparò a sferrarne un altro, ma lei si abbassò e il colpo andò a vuoto. Gli tirò un calcio in pancia, talmente forte che Clint gemette di dolore.Allora forse aveva anche qualche muscolo, sopra tutte quelle ossa.

Gli tirò un altro calcio nella pancia, mentre lui cercava inutilmente di prenderla a pugni. Lei era troppo veloce per lui.

"Dai, non puoi farti battere da una così. Reagisci, Clint, non fare il cretino."

Al quarto calcio lui le afferrò la caviglia, e la sbattè a terra.

Si sentì un secco "stock" sul pavimento, e per un attimo temette di averla uccisa.

Svenuta, lo era sicuro. Aveva preso una bella botta in testa. Controllò che il cuore battesse ancora. Sì, grazie a Dio. Non poteva consegnarla morta. Aveva un bel taglio sul sopracciglio, ma niente che gli facesse pensare che fosse in pericolo di morte.

La lasciò lì sul pavimento, mentre ispezionava ogni angolo di quel garage abbandonato.

"Aeroporto di Mosca. Gate 2."

Clint prese in braccio Natalia, e la posò sul sedile posteriore della macchina. Avrebbe spocato di sangue i sedili, ma non credo che lei tenesse molto all'auto.

Si sedette al volante, e guardò com'era messo lui nello specchietto retrovisore. Tranne il rivolo di sangue che gli usciva dal naso e dalla bocca, non era così male.

Dopo averci pensato un attimo, ridiscese, e legò le mani della ragazza.

Poi si mise alla guida, direzione aeroporto di Mosca.

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