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Autore: Perpage    13/09/2014    1 recensioni
Non tutti gli amori sono uguali. Ma i cuori battono sempre allo stesso modo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il muro non doveva essere così rovinato un tempo.
Sì, doveva essere bianco e uniforme. Ora, tra le sue crepe posso infilarci le dita e giocarci un po', staccando parte dell'intonaco e gettandolo a terra. Ai miei piedi s'è formata una patina bianca, quasi stesse nevicando. Magari più tardi ripulisco, credo di avere tempo. Devo aspettare. Continuo a girare il dito nelle crepe.
Lei mi ha mandato via.
E piangeva mentre lo faceva, ma niente nei suoi occhi mi gridava di restare, perchè era chiaro che non mi volesse più con sè. Non un briciolo di tristezza. Mi dispiaceva, ma non posso sistemare nulla. Non è insieme il posto adatto a noi.
Così mi ha mandato via e sono corso davanti a questa casa che non risponde, con questo muro lacerato, sperando che la porta si apra e che non rimanga anch'io lacerato. Ma nessuno risponde al citofono, o al telefono, o apre la porta e le sue braccia.
Aspetto.
Non solo lei mi ha mandato via. C'era che non mi accettava, come se da ieri ad oggi fossi una persona diversa, come se avessi cessato di essere ciò che sempre sono stato.
Le lacrime di mia mamma.
Le urla di mia sorella.
Il silenzio di mio padre che più di tutti faceva male.
Non potevo rimanere neanche nella mia casa. Ho preso la mia ventiquattrore e con l'impermeabile ho sceso le scale, in silenzio.
Non ho pianto.
No, non lo dico che ho pianto.
E sono andato da lei che mi ha mandato via. E sono giunto davanti a questo muro lacerato, e prima c'era il sole, e ora è giunta la notte, e io ancora aspetto questa porta aprirsi e quelle braccia stringermi. Suono un'altra volta e continuo ad aspettare.
Lascio il muro e alzo gli occhi al cielo. E' perfetto. Le stelle sono lì a salutarmi e non mi abbandonano, almeno finchè non giungerà il giorno. Ora sono le tre di notte, nessuna macchina passa in questa città. Raggiungo il centro della strada , poso la ventiquattrore e mi stendo a guardar le stelle. Aspetto ancora e chiudo gli occhi.
-Ma sei pazzo? Non vorrai mica morire?
Eccolo. Mi chiede di alzarmi, ma io lì ci sto troppo bene. Fingo di non sentirlo, richiudo gli occhi. Poi sento qualcosa afferrarmi la mano. E sorrido. E rimaniamo stesi in mezzo alla strada.
Perchè sai cosa ho sempre sperato, infondo? Che sarebbe venuto da me, si sarebbe messo qui, accanto a questo cuore che batte anche per lui e senza fiatare m'avrebbe preso la mano e l'avrebbe tenuta stretta alla sua. Non avremmo avuto paura di rimanere zitti e perciò, che qualcuno me lo dica, cosa c'è di più bello di un gesto muto che riesce a gridare così tanto?
Rimaniamo stesi per un po', poi ci voltiamo a guardarci negli occhi col chiarore delle stelle. E' amore anche il nostro, lo giuro. E' amore normale, lo giuro. Che poi, cosa sia normale nessuno può stabilirlo. Però essere come noi è difficile. Ma in questo momento le stelle sono al loro posto e noi siamo dove dovremmo essere. Uno accanto all'altro. E sembra esser giusto così.

   
 
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