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Autore: SpreadYourWings98    13/09/2014    4 recensioni
Sarebbe sembrato un serial killer con i fiocchi, se l'immagine non fosse stata contrastata dai giovanili e morbidi tratti di Nicholas. 
Quest'ultimo pensò che la ragazza si fosse bevuta il cervello. 
Perché le parlava? Nessuno dei suoi ostaggi gli aveva mai rivolto la parola, a meno che non fosse stato costretto da lui. 
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C'è una distesa futuristica, sotto terra, nel nostro presente. Siete pronti a scoprirla?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Insane.






Capitolo 5.

 
 
          

 
Quell'astro latteo, perfettamente circolare, brillava nel cielo, la sua lucentezza e pienezza vestivano elegantemente la luna durante la notte di plenilunio.
Sonny se ne accorse quando il suo sguardo si perse nella luminosità del satellite. 
Mai nella sua vita si era sentita così affascinata da quel cerchio perfetto.
— È la trasformazione, non ti spaventare.
La voce di Nick riportò l'attenzione della ragazza su di sé. 
Ancora una volta sentì il bisogno di sapere.  
Di sapere cosa le stava succedendo, ciò che il mondo le aveva sempre mostrato e che lei non aveva mai visto perché era troppo cieca. 
— Che cosa intendi?
Il ragazzo, per risposta, fermò la macchina, tirò il freno a mano e si calò in testa il cappuccio scarlatto della felpa.
Poi rivolse la sua attenzione alla giovane Bronx.
— Il viaggio è lungo, prima di cominciare direi di prenderci qualcosa da bere... Ti va bene un cappuccino?
Sonny alzò un sopracciglio, scettica.
Jonas esibì un sorrisone strafottente.
— Lo prendo come un si.
Ed uscì dall'auto lasciando basita la mora, mascella a terra e tratti somatici dipinti dalla confusione.



Nicholas tornò con due bicchieri fumanti, un sorrisetto che doveva sembrare affettuoso nonostante il disastroso tentativo del moro 
e innescando tanti dubbi nella testa della mora, inconsciamente.
— Mi spieghi perché sei tutto carino d'un tratto?
Chiese scettica la ragazza.
Il moro rise leggermente.
— Non ci sei ancora arrivata? Era tutta...
— Oddio, mi vuoi stuprare!
Strillò Sonny coprendosi le spalle in una vaga posizione di difesa.
Nick la guardò incredulo, storgendo il viso.
— Dolcezza, se ti avessi voluto stuprarti l'avrei fatto già da tempo, non credi?
Rise ammiccando, lui.
Sonny si sentì arrossire per la vergogna, ma questo non impedì alla sua mano perlata di colpire forte la guancia destra del moro. 
Il silenziò regnò solo un paio di secondo, il tempo necessario a far capire a Nick ciò che gli era successo.
Lui la trucidò con lo sguardo, lanciò i due bicchieri cartacei al suolo e le afferrò i polsi, stringendoli. 
Il liquido candido delle bevande formò una grande chiazza per terra, liberando un odore dolciastro.
La giovane Bronx mandò giù un groppo di saliva e lo guardò con sfida.
Nicholas si avvicinò pericolosamente al viso di lei, soffiandole menta fresca. 
Quando il suo viso si spostò sull'orecchio della mora, quest'ultima trattenne il fiato.
— Mi devi due cappuccini, stronzetta.



Sonny aveva sbuffato per la terza volta quando, dopo un'ora buona di viaggio, 
il moro non si era ancora deciso ad aprire bocca.
— Senti mi dispiace, okay? 
Disse mordendosi la lingua, lei.
Maledetta curiosità, pensò adirata.
Nick la guardò in faccia, il viso tirato in un'espressione imposta. 
Poi ad un trattò si lasciò andare all'ilarità e la sua risata riempì la vettura e le orecchie di Sonia, che si scoprì inspiegabilmente sollevata.
— Touchè .
— Come scusa?
— Touchè! Per prima, me lo sono meritato. Ma vederti imbronciata e chiedere scusa non ha prezzo.
— Stronzo.
Biascicò lei, senza però nascondere un sorriso.



— Allora, chiedi pure.
Nicholas stringeva forte il volante, la sua pelle risplendeva con la luce della luna, 
la fila di denti bianchi in mostra per un sorriso tutto fuorché rassicurante.
— Bene, prima cosa: perché stai cercando di fare il simpatico?
Chiese lei.
— Beh, ti servirà un alleato nella C.M.E.
— Cos'è la C.M.E.?
— Non posso dirtelo, se prima non fai una scelta. In realtà, non potrei dire niente se prima non fai la scelta.
La confusione pervase i tratti della mora. Nick assunse un'aria seria, costruita. 
— Forse ci sei già arrivata, ma se vieni con me non potrai più tornare indietro. 



Se avete presente la sensazione che vi travolge quando dovete affrontare una prova importante, 
che vi attanaglia le membra, che vi crea la pelle d'oca e i brividi per l'ansia, talvolta anche forti emicranie e giramenti di testa, 
allora sapete perfettamente come si sentì Sonia Bronx in quel momento. 
Si sentiva divisa in tanti pezzi, frammenti che costruivano la sua vita, che erano sparsi per Los Angeles, la sua città.
Era stata costretta a lasciarla.
A lasciare suo padre.
La sua amica.
I suoi sogni. 
Perché, per quanto sia stata acida, cinica, orgogliosa e per certi versi parecchio stronza, dei sogni ce li aveva anche lei.
Tutto per cosa? Uno stupido morso?
Sonny si sentì a pezzi, ma non si sentiva per niente di tornare indietro. Non poteva più, ormai.
Quel mondo non gli apparteneva più.
Era uscita dal giro già da un pò, non aveva mai guardato con sincerità il mondo girarle intorno e lasciarla indietro, tra le sue incertezze e le sue paure. 
Forse era più di una ragazzina difficile con un padre poco presente nella sua vita e un'orfana di madre.
L'avrebbe scoperto lasciandosi indietro la sua vecchia vita...E già le mancavano il padre e Kim. 
Ricacciò indietro le lacrime. 
Quella era stata la decisione più folle, perversa e difficile che aveva preso in tutta la sua vita.
Si sarebbe ricostruita pezzo per pezzo.



— So che è difficile, ma hai preso una decisione?
Il sussulto si Sonny diede la conferma che si era risvegliata dal flusso potente e inebriante dei suoi pensieri.
Nick la guardò in attesa di una risposta, così da sapere che strada prendere.
— Si. Verrò con te.
Il mondò si calmò per qualche minuto, Nicholas annuì e la mora si sentì completamente a suo agio. 
Sperò di aver fatto una scelta giusta, per una volta.
— Adesso ti racconterò tutto ma ad una condizione, va bene? Non devi interrompermi, chiedi solo alla fine.
— Va bene.



— La C.M.E. è un'associazione, diciamo, particolare, ecco. È un'abbreviazione che indica Cooperazione membri sperimentali. 
È enorme, espansa in tutto il mondo, in ogni stato ce n'è una e se questo ti sorprende, dovresti vedere dov'è situata...
L'istintivo tentativo di chiedere di Sonny fù bruscamente interrotto dallo sguardo concentrato di Nick, che balzava tra la mora e la strada dinanzi a sé. 
— Sappi che diventerà la tua nuova casa. La dentro imparerai tutto, come gestire le tue potenzialità, le emozioni, il controllo. 
Imparerai a difenderti e ti farai una cultura folkroristica. Diventerai utile per la Cooperazione.
La giovane Bronx si accigliò. Stava davvero per farlo.
— Vorrai sapere come ti ho trovata, adesso, giusto?
Sonny venne invasa da una sensazione frenetica, le pizzicavano la lingua e il palato, le mani erano sudaticce. Si che voleva saperlo.
Il moro la guardò indeciso. Non sapeva se raccontarle com'erano andate davvero le cose o se infilarci dentro qualche bugia. 
Si scervellò per qualche secondo, poi capì che in un modo o nell'altro, tanto, l'avrebbe capito o gliel'avrebbero detto.
— La C.M.E. è in continua recluta di nuovi membri, soppratutto di Eccezionisti.
Sonny annuì incerta.
— Gli Eccezionisti sono le persone come te, quelli con umani, con potenzialità anormali. 
— Aspetta un attimo...cosa? Non sarei umana?
Nick guardò stupito la ragazza: la pensava più intelligente.
— Svegliati Sonny, sei stata morsa. È ovvio che non sei più umana. Per questo ti sto portando, dobbiamo capire cosa sei diventata. 
Anche per il mio occhio esperto sei qualcosa di sconosciuto, dal momento che non sei un licantropo.
— Ah, no?
— C'è la luna piena, secondo te che aspetto avresti adesso se fossi un lupo mannaro?
La mora si sentì un poco sollevata, poi si ricordò di cosa aveva letto dell'argomento.
— Lupo mannaro e licantropo non sono cose diverse?
Il ragazzo scoppiò a ridere.
— Sono la stessa cosa, non avrai mica letto su Google, spero!
Sonny si morse il labbro, nuovamente in imbarazzo.
— Stavo dicendo, non ho ancora capito cosa tu sia, ed è necessario portarti con me. 
Comunque, la C.M.E. è composta da 6 Aree, te ne parlerò una volta lì. 
Ti dico solo, in breve, che cercano in continuazione membri usufruendo di tutti i registri della popolazione americana. 
Ogni mese, ad ogni Azionista ne assegnano uno da cercare e portare alla cooperazione. A me sei capitata tu.
— Ma non capisco, e i soldi del riscatto?
— Io non sono solo un Intendente e un Azionista, ma anche una specie di fratello per Joe, uno dei due Eminenti. Lui e suo fratello sono a capo dell'intera organizzazione. Essendo una spacie di braccio destro, aiuto anche a raccolgliere i soldi per finanziare la C.M.E..
Oh, ora capiva tante cose..
— Adesso riposati, domani arriveremo e devi visitare la struttura.
— Okay. 
Soffiò lei, intontita. Per una volta, la sua mente risultò vuota, libera dagli schemi che si creavano in continuazione. 
Si sentì stanca e leggera, travolta dalla stanchezza. Così, mentre il sole sorgeva, creando giochi di colori e sfumature nel cielo vitreo, 
lei cadeva tra le braccia di Morfeo e tra lo sguardo sfumato del ragazzo accanto a sè.



— Piccola, svegliati.
Nick stava scuotendo la ragazza cercando di svegliarla.
— Nicholas Jonas, un giorno di questi ti ammazzo.
— Oh zuccherino, sarei elettrizzato all'idea di farmi uccidere da una piccola Mezzosangue.
La derise uscendo dall'auto e chiudendo la portiera. Prima di rendersene conto, Sonny era uscita dall'auto subito dopo.
Il moro portava il suo consueto e sfilacciato zaino nero in spalle, di nuovo.
— Una mezzosangue?
Quel ragazzo non faceva che stupirla. Quante altre cose avrebbe imparato in quel posto?
— Dalle mie parti li chiamiamo così quelli appena trasformati e che non hanno vissuto tutta la vita come un'Eccezionista.
Spiegò lui facendo spallucce.
Eccezionista. Di nuovo quella parola.
— Un'Eccezionista?
Nicholas alzò gli occhi al cielo e chiuse con la chiave la macchina.
— Svegliati! Ricordi? Te l'ho detto prima, gli Eccezionisti sono le persone non umane, con poteri soprannaturali. 
Oh, già. 
— Se ragionassi un pò con quella testolina bacata saresti arrivata alla conclusione che, come la parola stessa dice, avete metà sangue umano e metà no.
Questo perchè sei ai primi giorni dopo la trasformazione, tra qualche tempo sarà tutto sangue anormale.
La mora alzò gli occhi al cielo, spazientita.
Era una sua impressione o Nick stava diventando più ironico e si divertiva a sfotterla in continuazione?
Come se fosse una novellina...anche se in effetti lo era. Ma lei che ci poteva fare se non sapeva niente di folkrore, lupi e roba del genere fino a qualche settimana prima?
— Da quand'è che sei così simpatico?
— Seguimi.
Il moro si infilò le mani nelle tasche dei jeans, superò la mora a grandi falcate e si diresse verso una boscaglia, una fila disordinata di alberi.
Sonia Bronx si era sempre immaginata il Texas come un posto isolato dal mondo, caldo e arido.
Adesso invece si dovette ricredere quando si guardò un pò intorno e, stando sempre al passo con il ragazzo, 
vide tanti alberi germogliosi, delle persone che passeggiavano allegre, un lago persino.
L'aria afosa però si, quella era presente e anche parecchio.
Sonny e Nick sorpassarono qualche albero finchè la loro vista fù colmata dal nulla.
Una lunga distesa, ricoperta da erbacce prematuramente secchate dal caldo, e circondata perfettamente da abeti, betulle, quercie e altri arbusti che la giovane non riuscì ad identificare.
Nick non si fermò, anzi, condusse la ragazza fino al centro arido di quella distesa.
S'inginocchiò e spostò con le mani le erbaccie. Quel che vi trovò stupì di molto la ragazza. Fango?
Il moro intanto aveva disegnato una circonferenza con l'indice e aveva afferrato, con fare molto esperto, 
un pugnale che aveva poi conficcato nel bel mezzo di quella figura geometrica.



Il ragazzo tornò diritto e allungò il braccio in cerca del corpo di Sonny, per poi allontanarsi con lei dal coltello, di qualche passo.
L'ansia strinse lo stomaco della mora, le si seccò presto la gola, in attesa di vedere cosa doveva succedere. 
Inaspettatamente poi, qualcosa unì i tasselli di quell'assurdo e insano puzzle. 
Allineò l'universo, rimise le stelle al loro posto, portò il silenzio in quel pozzo rumoroso che era il mondo.
Le dita fredde di Sonia Bronx cercarono la mano forte del ragazzo.
La strinse tra di esse e, mentre la pelle perlacea si riscaldava prendendo forma della pelle calda di quella stretta così forte, i loro sguardi si legarono.
Mentre nel cielo i colori vivaci del tramonto cominciavano a mescolarsi nell'azzurro tenue, 
il silenzio veniva spezzato da un rumore inizialmente ovattato, che in poco tempo sfumò sul metallico.
I loro occhi si separarono, ma le loro mani no. Poi ad un tratto la presa ferrea del ragazzo si fece lenta e, con un brusco movimento, 
quel legame si spezzò lasciando la giovane Bronx insolitamente vuota. 
Il coltello balzò dal terreno, tornado al mittente. Nick non si fece trovare impreparato, probabilmente perché non era la prima volta che lo faceva e afferrò il coltello per il manico con molta agilità, mentre Sonia, che non se l'aspettava, emise un verso strozzato.
Lui la guardò divertito e la mora non fece in tempo a ribattere, che la sua visuale venne sconvolta dal terriccio che si apriva in due, formando un rettangolo di vaste dimensioni.
— Entrata ad effetto, vero?
Le aveva chiesto retorico sfoggiando uno di quei sorrisetti del suo repertorio.
Insano, pericoloso.
Indecifrabile, aggiunse la mora.
— Beh, in effet...
Le parole le morirono in gola quando Nick le cinse le spalle e i fianchi con le braccia, stringendola a sé.
Il respiro le si mozzò, le guancia si dipinsero di porpora e il polso aumentò vistosamente, facendola vergognare a morte e facendole ringraziare il cielo di avere il viso premuto contro il petto di Nicholas.
Sonny sentì le labbra carnose del moro sfiorargli un orecchio.
— Aggrappati forte.
Se avesse avuto il tempo di formulare un pensiero prima di sentire il suo corpo leggero e in balia del vento, 
appiccicato a quello del ragazzo di fronte a sé e immerso nell'oscurità nel quale Nick si era lanciato con lei appresso, beh, avrebbe probabilmente pensato una cosa sola.
Insano.



Planarono per qualche secondo, la giovane urlava e lui sorrideva con la guancia bollente sulla testa della ragazza. 
Aveva sempre avuto una temperatura corporea alta.
Quel frammento di solitudine, che aveva straordinariamente condiviso con la mora, svanì nello stesso istante in cui i loro corpi vennero a contatto con una superficie morbida e molleggiante. 
Il moro aveva diviso i loro corpi un istante prima di atterrare, in modo tale da non schiacciarsi a vicenda, 
e adesso condivideva un'altro frammento di tempo ad avere il fiatone con Sonny per la troppa adrenalina.
— Wow...è stato, è stato fantastico!
Rise di gusto, lei.
Erano distesi sopra una pila di materassi in lattice, Nicholas li conosceva bene. 
Si alzò, molleggiando leggermente sui talloni, e afferrò le mani stese verso di lui della mora tirandola su.
La accompagnò ad una scala, poggiata di fianco alla pila di letti matrimoniali, e la utilizzarono per scendere.
Quel posto era bianco, spoglio e freddo. La giovane si sfregò le braccia. 
Camminano fino ad una parete, sporca e scavata dal tempo, alta alcuni metri, forse dieci, e lunga altrettanto. 
Una porta grigio-perlata spiccava in mezzo alla superficie biancastra e tra due uomini alti, posti ai lati.
Questi ultimi erano vestiti di abiti neri, tute anti-sommossa e con armi nascoste in punti non visibili ad un occhio esperto.
La mora seguì Nick, che si affrettò a raggiungerli.
— Identificazione. 
Ringhiò l'uomo a destra. 
Sonny vide scomparire ogni traccia di emozione dai candidi tratti del moro, messe da parte da un'espressione rigida e vuota.
La postura si raddrizzò in maniera esemplare, le mani si congiunsero dietro la schiena.
Forse gli occhi, solo quelli, rimasero uguali, ma ugualmente impassibili.
— Nicholas Jerry Jonas, numero 15-9.
Una telecamera nascosta fece capolinea dalla parete e scansionò il ragazzo da cima a fondo, prima di passare alla mora, che si irrigidì.
Quando la porta si aprì, quei due colossi si spostarono maggiormente per fargli passare. 
Avanzarono sicuri, Entrarono e percorsero un lungo corridoio, anche quest'ultimo bianco, e arrivarono all'enesima porta.
— Ma qui è tutto così colorato?
— È un metodo psicologico per annullare qualsiasi emozione, lo imparerai.
La freddezza che usò Nick turbò la piccola Bronx a tal punto, da farle pensare che il ragazzo di fronte a lei non fosse proprio Nicholas Jonas, bensì una copia ammaccata.
— Sonny.
Sospirò il ragazzo accanto a lei, rubandole l'attenzione. Le afferrò le spalle guargandola dritto negli occhi.
— Adesso entreremo e ci divideremo...
— Cosa?
La mora si sentì disorientata, persa come in un bicchiere d'acqua. Si rese conto di non voler rimanere da sola.
Nick la guardò per qualche secondo, si sentì dispiaciuto di vedere il panico stampato sul viso della ragazza, e senza pensarci un attimo, l'abbracciò forte.
— Ehi, stai tranquilla. Andrà tutto bene, d'accordo? 
Lei annuì sul suo petto. Si sentiva stanca, frustrata.
Nicholas sciolse la stretta lentamente e ristabilì il contatto visivo.
— Allora, da adesso è semplice, okay? Entriamo, ti vai a sedere con il resto del gruppo e vi dividiamo, capito?
— Okay.



Quando Sonia varcò quella porta, capì cosa intendesse il ragazzo con il resto del gruppo.
Decine di ragazzi, forse centinaia, camminavano per quella vastissima sala.
Anche quest'ultima era bianca. File e file di sedie grigie erano poste ordinatamente per la stanza.
Lei si mosse solo quando Nick le afferrò la mano e la condusse a sedersi.
Dopo averle accarezzato il braccio e averla guardata in modo rassicurante, si allontanò, lasciando Sonny a se stessa.
Si guardò il torno, spaesata. Non c'erano quadri, nè fotografie o roba varia a decorare le pareti della sala quadrata,
oltre le sedie c'era un piccolo palco improvvisato con un'asta ed un microfono, probabilmente professionale, 
delle casse giacevano a qualche metro di distanza e un unico telo giallo era appeso al muro di dietro, la parola C.M.E a colorarne il tessuto di nero.
Giallo. Alla vista di quel colore la ragazza ritrasse lo sguardo posandolo sulle persone che prendevano posto.
Il suo udito sviluppato percepì un silenzio assordante. 
— Benvenuti, Eccezionisti.
L'uomo slanciato, ben piazzato e biondo che parlò al microfono, catturò l'attenzione di tutti.
Dietro di lui c'erano una serie di ragazzi, perlopiù ventenni, composti, in fila e vestiti tutti di blu.
Tra di loro era presente anche Nick, che la osservava. Come aveva fatto a cambiarsi così in fretta?
Sonia rivolse il suo sguardo sull'uomo difronte all'autoparlante.
— Benvenuti nella C.M.E., la vostra nuova casa. Questo mese siete in 213, complimenti agli Azionisti!
Inclinò il busto leggermente da entrarmi i lati per fare un applauso ai numerosi ragazzi in divisa blu dietro di lui.
— Bene, io sono Joe Black, fondatore dell'azienda. Io e mio fratello siamo a capo di tutto, ricordatevelo. 
Oggi farete la registrazione e la visita di tutte le aree, per capire meglio come funzionano qui le cose.
Un mormorio generale si alzò per aria, ma venne bloccato sul nascere dal gesto della mano del biondo.
— Verrete decimati e ogni gruppo di circa venti persone avrà un Intendente, la vostra guida. Per ogni dubbio o domanda, chiedete a loro, loro vi formeranno e vi indirizzeranno a diventare esperti per ciò che siete in grado di fare e coscenti di ciò che rappresentate. Per il resto, siete già stati suddivisi e scelti. 
Adesso, verrete collocati con il vostro Intendente e poi comincerete il tour. Buona giornata, Eccezionisti.
Joe Black lasciò il microfono e impassibile se ne andò, lasciando tutti i presenti duecentoventitrè ragazzini nel pallone. 
L'attimo di disorintamento durò poco, fin quando Nick non si fece avanti per parlare e si presentò, riflettendo su di sè l'attenzione degli Eccezionisti.
— Il mio gruppo è composto da 21 persone.
Il moro fissò per bene tutte le file, soffermandosi sulla ragazza e cominciò a leggere e chiamare le persone sul suo elenco. L'ansia smise di stringere le budella della ragazza solo quando il suo nome uscì rigido dalle labbra del giovane. Era con lui. 
I ragazzi chiamati si alzarono, sotto segno di Nicholas e lo seguirono, pronti a visitare l'associazione, mentre gli altri venivano smistati.
Sonia studiò qualche membro del suo gruppo; erano perlopiù ragazzi, tutti apparentemente normali, senza nulla di speciale. Come lei.
Si sarebbe presto ricreduta.



Linee, si intrecciavano, creavano luoghi e posti che lei non aveva mai visto.
Si dice che il mondo sia parallelo e vedibile solo a chi vuole realmente vedere, riservato a chi osserva in modo particolare.
Sonny Bronx aveva vissuto la sua vita nell'ombra per 18 lunghi anni.
Non si era mai immaginata una cosa di vaste dimensioni e importanza.
La Cooperazione era grande quanto una vera e propria città, una cittadina sotterranea.
Eppure, per quanto avevano veduto i suoi occhi, sentiva che qualcosa non andava, mancava.
Mancava qualcosa di molto importante, lo percepiva sotto la pelle. Non trovava il nesso logico a niente.
Le spiegazioni gliele avevano dato, le cose concrete le aveva viste, e allora, perchè sentiva una fastidiosa sensazione di non conoscere tutto?
Forse aveva visto, ma non aveva osservato nel modo giusto.
Aveva visto le sei Aree che componevano la C.M.E.
Ognuna di loro era stata costruita con una casa all'interno, ovvero dove vivevano gli abitanti, 
e con delle caratteristiche diverse per ogni Area.
Aveva visto l'Area dei Ricercatori, una zona dalle mura lucide, chiare e vuota come le altre cinque. 
L'immagine di archivi ovunque, persone dall'aria intellettuale ed estremammente posate, vestite di un'unico capo-che copriva dalla base del collo fino alle scarpe-, monitor e apparecchi teconologici di cui non sapeva l'esistenza, presenti nelle innumerevoli stanze di quella zona, le invasero la mente.
— Qui vivono i Ricercatori, si occupano di tutti gli archivi folkroristici, statistici e dei dati.  Sono alla continua ricerca di informazioni su materiale fantastico e su nuovi membri per la Cooperazione, sia intellettuali straordinariamente intelligenti che di persone con capacità innaturali. Ogni test che farete e i suoi risultati, 
ogni miglioramento verranno segnate nelle vostre cartelle. Possiedono tutti gli archivi con dati di ogni tipo sulla popolazione Americana.
Il brusio, costantemente presente su quelle bocche inesperte, aveva accompagnato l'annoiata spiegazione di Nick, che camminava a passo spedito verso altre porte, qualche volta gesticolando per farsi comprendere meglio. Nonostante i dubbi che si stampavano di tanto in tanto sui visi dei nuovi membri, 
quasi nessuno fece domande. 
Non si era di certo dimenticata l'Area degli Azionisti.
Ricordò che i suoi pensieri sfumarono durante quel pezzo della visita.
C'erano rifornimenti di armi ovunque, attrezzature per esercizi, tute anti-sommossa raccolte in una vasta stanza assieme ad altre armi.
Inoltre quell'area era diversa: su tutta la superficie del pavimento erano state dipinte linee nere in diversi schemi, il che fece pensare alla giovane Bronx che l'allenamento era una priorità di tutti i giorni. A confermare i suoi dubbi furono dei ragazzi che erano impegnati a fare stiramenti, 
altri che correvano seguendo una striscia color pece, altri che facevano flessioni, alcuni persino tiravano con l'arco. 
— Gli Azionisti sono quelli che partono in missione per trovare altri membri, che vengono assegnati dai Ricercatori. 
Molti di loro vengono addestrati per proteggere la C.M.E. e controllare che ci sia ordine e disciplina.
Passarono in fretta anche li e proseguirono secondo il ritmo incalzante di Jonas, che sembrava non vedere l'ora di finire quella specie di tour.
La terza zona fù quella degli Intendenti. La loro Area non era molto particolare, ovviamente anch'essa dipinta di una tonalità lattea.
C'erano sedie e scrivanie munite di portatili posizionati quà e là e molte librerie in legno poggiate alle pareti. 
Quasi metà dell'Area era piena di attrezzature sportive, lance e coltelli di ogni dimensione conservate in un enorme armadio vetrato.
C'erano poche persone che si aggiravano per quel salone.
— Questa è l'Area degli Intendenti e degli Eminenti, non scordatevelo. Come potete notare questa Area è la più grande, perchè tecnicamente sarebbero due unite.
Gli Intendenti sono in molti, ma poco presenti qui, si trovano più che altro in tutte le Zone. Loro sono quelli che vi formano i novellini come voi e i nuovi membri normali. Tanti di loro sono anche Azionisti, Sviluppatori o Ricercatori. Essendo a capo di tanti settori, hanno molteplici capacità in confronto agli altri, che ne hanno una fondamentale e altre considerevoli. Gli Eminenti, come prima vi ha detto Joe, sono i capi dell'intera associazione. Mai discutere i loro ordini, mai.
Qualcuno rabbrividì, ma Nick ci portò subito in un altra Zona.
Quella degli Sviluppatori.
— Questa è l'ultima Area, L'Area degli Sviluppatori. Loro Sviluppano mappe generali dei posti dove gli Azionisti vanno a prendere nuovi membri.




Sonny si strinse maggiormente nella sua felpa; nonostante fosse piena estate là sotto faceva freddo.
Tornarono Nella loro Area per la cena e poi per dormire. 
Entrarono tutti, uno ad uno, e lo stomaco della mora le indicò che il giro era durato tutta la giornata e che fosse ora di mangiare. 
La giovane fù l'ultima, ma la presa dolce sul suo braccio da parte del moro la bloccò.
— Domani ci saranno i primi allenamenti e test. Appena saprò qualcosa te lo dirò principessa.
— Non ceni con noi?
Gli chiese confusa.
— Sono pur sempre un Intendente, anche se il vostro. Torno nella mia Zona.
Aveva sorriso divertito, lui.
— A domani Sonny.
Sorrise, pronta per andare. Nicholas la prese per i fianchi e si avvicinò improvviso. Le labbra morbide si posarono sulla guancia della giovane Bronx.
Le sorrise e divagò lo sguardo per qualche secondo, prima di lasciarla da sola e allontanarsi.
Sonia di sfiorò il punto baciato con le dita frementi.
— A domani Nick.
Sospirò.



La casa era grandissima, nostante occupasse un terzo dell'Area, con una mensa dove mangiavano probabilmente sulle trecento persone e altettante stanze.
Mangiò in silenzio, poi recuperò la chiave della sua nuova stanza da degli Azionisti, che erano davanti alla porta principale, e che le distribuivano ai nuovi arrivati.
Salì in fretta due piani, prima di trovarla. Ne rimase stupita. Era arredata con un letto singolo, un armadio color crema, una finestra.
Aprì una porta e vi trovò il bagno, tornò indietro e aprì le alte dell'armadio e trovò tantissime tute, tutte uguali. Pensò al capo unico che indossavano i Ricercatori e vi trovò una grande somiglianza. Si lavò e si cambiò, poi si mise a letto. Il cuscino era comodo, il letto un pò di meno, ma si consolò pensando di avere tutto ciò di cui aevva bisogno. Era davvero stanca, aveva affrontato un gran viaggio, nuove conoscenze e adesso aveva una nuova casa.
Sperò di addormentarsi in fretta e di abbandonare quel mondo almeno per qualche ora.
A domani Nick, sorrise nel sonno.


 




 
Eilààààààààààà,
Ciao ciao ciao! Allora, ci ho messo una vita per fare questo capitolo...è ne è uscito fuori questo. Spero vi piaccia, sono stanca morta, ho scritto per ore e ormai non mi sneto più le dita (?)
Coomunque, li scippate i Sick Bronas, no? (Sonny & Nick)
ick, Sick, Sick everywhereee! Ahhh, la penultima immagine fà tanto "Colpa delle stelle", voi l'avevete letto i visto?
Ahhh, quant'ho pianto! Stupendo!
Ahahahha, comunque, grazie a tutti come al solito e un bacio a todos!
Kissss,
- Rea.

 
  
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