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Autore: TheDevil    13/09/2014    2 recensioni
Cosa successe ai tempi della Prima guerra sacra? Chi erano i cavalieri del mito? Lo scontro tra Atena e Poseidone
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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In ritardo clamoroso... ma giuro che da oggi in poi comincerò ad aggiornare molto più celermente... per chi apprezzerà questa storia... per coloro che non l'hanno mai letta e cominceranno adesso (Spero che ci siete) e per coloro che hanno già letto i Capitoli precedenti... Buon Divertimento


La Servetta


Atena era seduta sul trono che gli era stato costruito apposto nella sala più alta dell'Acropoli Ateniese.
L'Entroterra greco era rimasto tranquillo dopo la battaglia di Nauplia ma la stessa cosa non poteva dirsi delle Coste che venivano sempre più flagellate dai mostri marini scatenati da Poseidone. 
Inoltre dopo Cheleo e Ganimede e Nemeo nessuno pareva avere quella scintilla divina che gli avrebbe consentito di raggiungere il Settimo Senso e dargli la possibilità di combattere in una guerra senza esclusione di colpi.
Nemeo, il ragazzo che aveva guidato gli esuli di Nauplia si era dichiarato felice di mettersi al servizio della Dea e adesso, data la mancanza degli altri due, viveva in funzione della Dea, come sua guardia del corpo.
Mentre la Dea era seduta sul trono, Nemeo era in piedi affianco di questo e vegliava. 
La calma di quel luogo che per molti versi poteva definirsi sacro venne interrotta da un oplita che trafelato correva nel lungo corridoio, ma arrivato davanti alla Dea, si fermò e si prostrò al suolo.
-Due uomini, mia Dea, vestiti in armatura dorata con un terzo che li accompagna, si stanno dirigendo verso la città.
-Portateli subito al mio cospetto.
Il soldato dopo un veloce inchino si girò e cominciò a correre a perdifiato nella direzione in cui era venuto, provocando una piccola risata in Nemeo.
Atena invece pazientemete aspettò i due guerrieri che stavano scalando l'Acropoli.
Quando arrivarono erano sfavillanti nelle loro armature d'oro, Cheleo con le armi bene in vista mentre Ganimede aveva una diadema con lo zaffiro più blu su cui occhio umano avrebbe potuto soffermarsi.
Entrambi i guerrieri si scoprirono il capo e si inginocchiarono davanti alla Dea mentre anche Amalteo entrava e sebbene non spiccasse come gli altri due, era impossibile non notare l'improbabile colore di capelli e le sopracciglia dell'abitante dell'Isola di Mu.
-Bentornati e Benvenuto... tu devi essere il figlio del Grande Mu.
-Dea Atena è così e vi porgo i suoi omaggi. Nonché le sue opere...
Atena fece segno a Ganimede e Cheleo di avvicinarsi ed esaminò le armature prima con gli occhi, poi accarezzandone la fattura e mostrando uno sguardo sereno e soddisfatto.
-Sono splendide- assentì la Dea -Sono state fatte apposta per voi- disse poi rivolgendosi ai due.
-Mia Signora...
-So cosa vuoi chiedermi... A partire da te Amalteo, una delle armature d'oro apparterrà agli abitanti dell'Isola di Mu, e come mio guerriero ho una prima missione da affidarti, Nemeo ha già risvegliato il settimo senso e ha diritto a una delle armature... Domani dovrete partire e ritornare all'Isola di Mu.
Nemeo che si era mostrato da dietro il trono assentì entusiasta di ricevere una delle armature.
-Quanto tempo ci vorrà per completarla?
-Ben poco! Mio padre ha già cominciato a fondere i materiali per ottenere la lega... Ci mancano solo gli uomini a cui darle!
La Dea assentì
-So che siete appena arrivati Cheleo e Ganimede, ma a te ho un'altra missione da assegnare... Purtroppo il tempo corre e io ho bisogno dei miei dodici guerrieri per combattere contro mio zio...
-Sono ai tuoi ordini Dea Atena.
-Domani comincerai a girare per la Grecia alla ricerca di altri uomini come te... Osserva i loro Cosmi e cerca coloro che possono raggiungere il settimo Senso, adesso andate, avete bisogno di riposarvi..
Cheleo e Ganimede abbassarono la testa e si congedarono dalla loro sovrana.


Fuori dalla sala delle udienze i due camminavano fianco a fianco, e parlavano della guerra, ormai diventati amici dopo la convivenza forzata.
Discutevano su quale fosse l'onore più grande: il viaggio di Ganimede lo avrebbe portato a conoscere la Grecia intera mentre Cheleo avrebbe vissuto fianco a fianco della Dea.
-Non è da disprezzare il viaggio: Conoscerai in anticipo i nostri Compagni: Quanti ne mancano?
-Beh... io tu Nemeo e Amalteo siamo in quattro, ne rimangono altri otto se vogliamo raggiungere il numero di dodici! Ah stai cambiando discorso... Ti invidio!
-Perché farò da guardia alla Dea? Siamo in guerra piccoletto, a guardia della Dea ci vuole un vero uomo- lo provocò la Bilancia.
-Si, ma quando la situazione si fa critica ci vuole freddezza nelle decisioni- disse l'Acquario espandendo leggermente il suo cosmo facendo rabbrividire il compagno
-Freeeeeeeeddddddooooooooo!- balbettò questi con la pelle d'oca
-Ahahahahahahhahahahaha- cominciò a ridere.
Il battibbeccho non era a voce molto bassa e mentre camminavano molte persone si fermavano a guardarli, molti con aria curiosa, qualcuno scuotendo la testa.
Uscendo dal Palazzo, i due Cavalieri continuavano a ridere e a scherzare e ad occuparsi ben poco di quello che accadeva intorno a loro.
Arrivarono in un grande giardino e come se niente fosse loro continuavano a scherzare, quando vennero superati da un piccolo gruppo di bambini che giocavano rincorrendosi, e uno di loro sbattè fortemente contro la gamba di Cheleo protetta dall'armatura.
Il Bambino in questione, cadde all'indietro a terra e cominciò a piangere per il dolore.
Il Cavaliere della Bilancia si piegò su di lui e in tono burbero lo redarguì :-Piccoletto, vedi dove vai!- per tutta risposta quello, spaventato, cominciò a piangere più forte, portandosi le manine davanti agli occhi, tentando di nascondere allo sguardo la faccia truce del guerriero
-Oh avanti, povero bambino- intervenne Ganimede con una risata -Lo avrai terrorizzato- e Ganimede fece la cosa più naturale del mondo: gli accarezzò la testolina e lo prese in braccio.
Il bambino smise subito di piangere e si sporse curioso a cercare di toccare la gemma incastonata nel diadema dell'Acquario  
-Allora piccolo come ti chiami?- Gli chiese gentilmente il ragazzo, sporgendosi in avanti in modo che il bimbo potesse toccare la pietra.
-Albireo- rispose ritraendo la mano dopo il contatto con la pietra -E' Freddissima- 
-Albireo, Albireo!- una donna stava correndo nella loro direzione veloce come una lepre, chiamando il bambino.
-Sono qui Alresha!- urlò forte il bambino che ora aveva smesso di piangere e pareva sentirsi a suo agio in braccio al Cavaliere dell'Acquario
La donna si avvicinò per poi fermarsi davanti ai due Cavalieri e abbassare lo sguardo in un inchino.
-Chiedo perdono per quello che il bambino abbia potuto fare... Grazie per esservi preso cura di lui.
-Non ringraziare, prendilo pure.
La donna era molto più giovane di quanto potesse apparire da lontano, solo una ragazza, al massimo dell'età di Ganimede che guardandola negli occhi la trovò bellissima, con i lineamenti fini e le gote arrossate dalla corsa che aveva fatto e lunghi capelli biondi tra cui c'era una rosa rossa come il sangue e un piccolo sorriso che mostrava denti bianchissimi e regolari, e per finire degli occhi azzurri come il cielo, rarissimi in Grecia.
La ragazza si sporse verso Ganimede e prese il bambino tra le braccia e se lo sistemò, dopodiché guardò di nuovo il ragazzo dai capelli verdi e gli sorrise.
-Come vi chiamate?- chiese mentre Albireo aveva cominciato a giocare con la rosa tra i capelli della donna.
-Ganimede e questo è il mio amico Cheleo, entrambi servitori di Atena!-
-Io sono Alresha  e sono un'ancella della Dea, mi occupo dei bambini. Grazie ancora per esservi presi cura di Albireo, è molto vivace... Vi saluto!
La ragazza si girò e cominciò ad andare via mentre Ganimede rimaneva imbambolato a guardarla.
Mentre camminavano e andavano via, un petalo della rosa che Alresha portava nei capelli si staccò e sospinto da una folata di vento andò a posarsi sulla mano protesa del Cavaliere dell'Acquario.
-Ehi ti risvegli? Ok è una bella ragazza ma non ti sembra di esagerare.
Gli occhi verdi del ragazzo si posarono sul soldato alquanto straniti :-Questo petalo di rosa...     



Angolo dell'Autore: Allora Cheleo e Ganimede hanno l'armatura, Amalteo e Nemeo devono raggiungere Mu per prenderne possesso mentre è appars una "Cavaliera" troppo facile l'indizio questa volta!!! 
E mi raccomando... Meglio Recensire Negativamente che non Farlo proprio :P
   
 
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