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Autore: Alexandra e Mac    13/09/2014    4 recensioni
Il Passato e il Futuro si mescolano in questo racconto che conclude la trilogia iniziata con Giochi del Destino. Per tutti coloro che hanno amato i personaggi storici da noi inventati.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Scritto nel Destino'
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Capitolo XXVI



Riflessioni




Thomas Clyde sollevò di nuovo la tendina al rumore degli zoccoli e guardò per la quinta volta attraverso il finestrino chiuso della sua carrozza. Per evitare di essere riconosciuto aveva detto al suo cocchiere di mettersi in una posizione un po’ discosta dalla residenza di Hyde Park e Stuart gli aveva chiesto se fosse andato bene dove aveva fermato la vettura la sera precedente.

Quando gli aveva risposto che sì, lì sarebbe stato perfetto, Stuart non aveva domandato altro, ma egli aveva colto uno sguardo perplesso sul volto del suo cocchiere: di certo si stava chiedendo come mai, da alcune settimane, si appostava presso la residenza londinese dell'amico, senza raggiungerlo quando egli arrivava, anzi stando ben attento a non farsi scorgere dal Duca.

Aveva iniziato a sorvegliare Nick da quando lo aveva sorpreso a scegliere di persona i regali che miss Stanford inviava a Sarah: nonostante a lei avesse dato da intendere, proprio quella sera, che il marito lo voleva accanto a sé nei suoi acquisti, la verità era un'altra, ma egli aveva ormai deciso, dopo settimane di attenta osservazione del comportamento di Nick, che i suoi amici avevano bisogno di una mano per tornare ad essere la coppia di un tempo. E così aveva mentito, ma si sentiva bugiardo fino ad un certo punto. Del resto erano mesi che osservava l'amico fare acquisti, che all'inizio aveva pensato essere destinati alle donne con le quali spariva dai ricevimenti; soltanto per caso aveva scoperto che ognuno di quei regali era destinato alla moglie: era stata Sarah a farglielo notare mentre, furibonda per aver ricevuto l'ennesimo regalo dal consorte inviatole tramite la sua segretaria, aveva tirato fuori ad uno ad uno i doni ed egli aveva riconosciuto tra di essi almeno quattro degli acquisti che aveva immaginato destinati ad altre donne.

A quel punto aveva iniziato a riflettere sul motivo che spingeva l'amico a comportarsi a quel modo e a chiedersi se scegliesse di persona ogni dono per la moglie. Così aveva domandato con noncuranza a miss Stanford, la quale aveva confermato la sua intuizione e, tra una chiacchiera e l'altra, gli aveva sciorinato l'elenco dei negozi che Sua Grazia visitava almeno una volta al mese. Aveva fatto alcune domande discrete, lasciato un po’ di mance qua e là ed aveva saputo tutto quanto: Nicholas non aveva mai acquistato doni per altre donne, ma soltanto per sua moglie, che tuttavia non recapitava di persona, ma tramite miss Stanford, la quale doveva anche aggiungere un freddo e formale biglietto a suo nome.

Fatta questa scoperta decise di togliersi un altro dubbio: per quasi quattro anni aveva visto con i propri occhi l'amore e la passione che legavano Nick a sua moglie. Con i propri occhi avrebbe visto le prove dell'effettivo comportamento da libertino del Duca di Lyndham: non si sarebbe limitato a credere alle voci che circolavano, senza verificarlo di persona. Così aveva iniziato con gli appostamenti serali presso la residenza di Hyde Park ogni volta che lo vedeva sparire dai ricevimenti accompagnato da una donna che non fosse la moglie. E a riprova della sua intuizione, Nicholas tornava a casa sempre in un tempo troppo breve perché si potesse pensare ad un qualcosa in più di una semplice galanteria nell'accompagnare la dama in questione. Il tempo in cui stava via difficilmente gli avrebbe permesso degli incontri appassionati, se si teneva conto anche dei tragitti in carrozza.

Perché il suo amico si comportasse così da circa un anno questo il Conte di Linley proprio non se lo riusciva a spiegare. Così come non riusciva a spiegarsi come fossero circolate voci sulle doti amatorie di Nicholas, esplicita conferma per chi mormorava sulle sue continue fughe dai ricevimenti in dolce e adultera compagnia, nonostante egli con ogni probabilità non ne avesse impalmata neppure una.

Mentre attendeva che una vettura con l'amico giungesse dalla residenza del defunto lord Cavendish, Thomas cercò di mettere insieme i pezzi di un puzzle e, man mano che lo componeva, cominciava a sembrargli sempre più chiaro: il comportamento di Nicholas era cambiato dopo la nascita dei gemelli. Sarah aveva sofferto moltissimo in quell'occasione, a differenza di quanto era successo col primogenito: durante il parto aveva rischiato la vita e solo la lungimiranza del marito, che aveva preteso che fosse assistita da uno dei più rinomati medici specializzati in parti, nonché precursore delle nuove tecniche di assistenza ai neonati, aveva salvato la vita alla madre e ai due piccoli. Dopo la nascita di Nicholas Joseph e di Jane Elizabeth, Sarah aveva trascorso diversi mesi in una forma di malinconia, fisica e mentale, che le toglieva le forze e la rendeva incapace di occuparsi a lungo dei bambini. Il medico sosteneva che avesse bisogno di molto riposo, di un clima migliore di quello inglese e di cibo in abbondanza. Così Nicholas l'aveva condotta in Francia, allo Chateau dei d'Harmòn ed in seguito in Cote d'Azur, sulla riviera mediterranea, dove aveva affittato una residenza per la convalescenza della moglie. Assistita da Lynnette, la sua cameriera personale, e da un piccolo esercito di servitori che Lord Thornton aveva accuratamente selezionato di persona e assunto per l'occasione, Lady Thornton poco alla volta si era ripresa, confermando in pieno le teorie del dottor Russell che sostenevano che lo stato psicologico in cui versava la futura Duchessa fosse dovuto solo alla sofferenza fisica di un parto oltremodo miracoloso. Assieme alla madre, anche i piccoli si erano ripresi contro le speranze di tutti i medici -escluso il dottor Russell- che li avevano visitati e dopo circa un anno dalla nascita erano due bimbi vivaci e in salute.

Nei sei mesi in cui la moglie era rimasta in Francia, Nicholas le era rimasto accanto quanto aveva potuto; tuttavia gli affari e in seguito la morte del prozio, di cui era l'erede designato, lo avevano costretto a diversi periodi di lontananza. Sarah lo aveva accompagnato in Inghilterra per i funerali dell'anziano Duca, al quale era molto affezionata, ma ad una visita del dottor Russell le sue condizioni, benché migliorate, richiedevano ancora riposo assoluto e un clima più favorevole di quello inglese. Così era tornata in Francia, lasciando Nicholas in Inghilterra ad assumersi le responsabilità che il nuovo ruolo ormai gli imponeva.

In quei mesi Tommy lo aveva visto cambiare: lavorava senza sosta per dirigere l'impero economico che lo zio aveva incrementato nel corso dei decenni, ma egli sapeva che ciò non era affatto necessario poiché l'anziano duca si era avvalso di un eccellente amministratore che ora affiancava Nicholas rendendogli il compito più semplice. Tommy era convinto che l'accanimento con cui l'amico si dedicava agli affari fosse dovuto alla necessità di riempire il vuoto per la mancanza della moglie e dei suoi adorati figli: non aveva mai visto, infatti, un uomo più felice di essere e fare il padre e soprattutto il marito, del Duca di Lyndham. Per questo motivo non riusciva a spiegarsi il comportamento dell'amico da quando moglie e figli erano tornati a casa. Era arrivato il momento di scoprirlo.

 

 

***

 

 

Lady Eleanor non gli aveva permesso di chiamare una vettura pubblica e aveva ordinato al suo cocchiere di accompagnare Lord Thornton ovunque egli avesse desiderato.

"Gli amici servono anche a questo" aveva risposto con fermezza quando aveva cercato di rifiutare. Lo aveva baciato con dolcezza su una guancia, stringendogli al contempo la mano con la quale lui aveva tentato di prendere la sua per il consueto baciamano, un gesto con cui avrebbe tentato di rinnovare il proprio pentimento nei confronti di quella giovane donna che lo aveva così sorpreso. Lei pareva aver intuito la sua necessità di scusarsi di nuovo e, sorprendendolo ancora una volta, glielo aveva impedito.

Il gesto affettuoso di Lady Eleanor lo aveva turbato, sia fisicamente, sia emotivamente. Era da troppo tempo, ormai, che non amava più una donna e quel gesto tenero e intimo gli aveva fatto ricordare, molto più delle effusioni a cui lo sottoponevano tutte le sue  presunte conquiste femminili, che era ancora un uomo nel pieno del suo vigore. Eleanor lo aveva colto in un momento di totale vulnerabilità e lo aveva spiazzato, tant'è che non era stato in grado di resistere e aveva piegato il volto per incontrare le sue labbra. Con una lieve esitazione, il bacio fraterno di Lady Cavendish era diventato qualcosa di più intenso quando le loro bocche si erano incontrate... egli l'aveva stretta a sé, accogliendo nel suo abbraccio quel delicato corpo femminile e baciandola con passione. Se lei non lo avesse fermato poco dopo, la serata si sarebbe conclusa diversamente: quella notte avrebbe tradito i propri principi, tradendo per la prima volta sua moglie.

Si passò una mano con insofferenza tra i riccioli scuri che in quel momento erano più ribelli del solito: cos'era cambiato in lui con quella giovane donna? Possibile che fosse bastato che lei lo capisse, per fargli desiderare d'averla nel proprio letto? Eppure doveva essere stato proprio quel senso di intimità che lei gli aveva fatto provare a farglielo desiderare, perché durante tutto il ricevimento non aveva mai provato un tale interesse, nonostante la trovasse bella.

Da troppo tempo si costringeva a stare lontano da sua moglie e la faccenda stava diventando troppo complicata, si disse non appena scorse la figura di Thomas Clyde scendere dalla carrozza posteggiata poco distante l'ingresso della sua residenza di Hyde Park.

Scese a sua volta dalla vettura di Lady Cavendish e, dopo aver ringraziato il cocchiere, si rassegnò a sorbirsi la ramanzina dell'amico alla quale, ne era certo, Tommy l'avrebbe a breve sottoposto.

 

  
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