Capitolo XXVI
Riflessioni
Thomas
Clyde sollevò di nuovo la tendina al
rumore degli zoccoli e guardò per la quinta volta attraverso il
finestrino
chiuso della sua carrozza. Per evitare di essere riconosciuto aveva
detto al
suo cocchiere di mettersi in una posizione un po’ discosta dalla
residenza di
Hyde Park e Stuart gli aveva chiesto se fosse andato bene dove aveva
fermato la
vettura la sera precedente.
Quando
gli aveva risposto che sì, lì sarebbe
stato perfetto, Stuart non aveva domandato altro, ma egli aveva colto
uno
sguardo perplesso sul volto del suo cocchiere: di certo si stava
chiedendo come
mai, da alcune settimane, si appostava presso la residenza londinese
dell'amico, senza raggiungerlo quando egli arrivava, anzi stando ben
attento a
non farsi scorgere dal Duca.
Aveva
iniziato a sorvegliare Nick da quando lo
aveva sorpreso a scegliere di persona i regali che miss Stanford
inviava a
Sarah: nonostante a lei avesse dato da intendere, proprio quella sera,
che il
marito lo voleva accanto a sé nei suoi acquisti, la verità era
un'altra, ma
egli aveva ormai deciso, dopo settimane di attenta osservazione del
comportamento di Nick, che i suoi amici avevano bisogno di una mano per
tornare
ad essere la coppia di un tempo. E così aveva mentito, ma si sentiva
bugiardo
fino ad un certo punto. Del resto erano mesi che osservava l'amico fare
acquisti, che all'inizio aveva pensato essere destinati alle donne con
le quali
spariva dai ricevimenti; soltanto per caso aveva scoperto che ognuno di
quei
regali era destinato alla moglie: era stata Sarah a farglielo notare
mentre,
furibonda per aver ricevuto l'ennesimo regalo dal consorte inviatole
tramite la
sua segretaria, aveva tirato fuori ad uno ad uno i doni ed egli aveva
riconosciuto tra di essi almeno quattro degli acquisti che aveva
immaginato
destinati ad altre donne.
A
quel punto aveva iniziato a riflettere sul
motivo che spingeva l'amico a comportarsi a quel modo e a chiedersi se
scegliesse di persona ogni dono per la moglie. Così aveva domandato con
noncuranza a miss Stanford, la quale aveva confermato la sua intuizione
e, tra
una chiacchiera e l'altra, gli aveva sciorinato l'elenco dei negozi che
Sua
Grazia visitava almeno una volta al mese. Aveva fatto alcune domande
discrete,
lasciato un po’ di mance qua e là ed aveva saputo tutto quanto:
Nicholas non
aveva mai acquistato doni per altre donne, ma soltanto per sua moglie,
che
tuttavia non recapitava di persona, ma tramite miss Stanford, la quale
doveva
anche aggiungere un freddo e formale biglietto a suo nome.
Fatta
questa scoperta decise di togliersi un
altro dubbio: per quasi quattro anni aveva visto con i propri occhi
l'amore e
la passione che legavano Nick a sua moglie. Con i propri occhi avrebbe
visto le
prove dell'effettivo comportamento da libertino del Duca di Lyndham:
non si
sarebbe limitato a credere alle voci che circolavano, senza verificarlo
di
persona. Così aveva iniziato con gli appostamenti serali presso la
residenza di
Hyde Park ogni volta che lo vedeva sparire dai ricevimenti accompagnato
da una
donna che non fosse la moglie. E a riprova della sua intuizione,
Nicholas
tornava a casa sempre in un tempo troppo breve perché si potesse
pensare ad un
qualcosa in più di una semplice galanteria nell'accompagnare la dama in
questione. Il tempo in cui stava via difficilmente gli avrebbe permesso
degli
incontri appassionati, se si teneva conto anche dei tragitti in
carrozza.
Perché
il suo amico si comportasse così da
circa un anno questo il Conte di Linley proprio non se lo riusciva a
spiegare.
Così come non riusciva a spiegarsi come fossero circolate voci sulle
doti
amatorie di Nicholas, esplicita conferma per chi mormorava sulle sue
continue
fughe dai ricevimenti in dolce e adultera compagnia, nonostante egli
con ogni
probabilità non ne avesse impalmata neppure una.
Mentre
attendeva che una vettura con l'amico
giungesse dalla residenza del defunto lord Cavendish, Thomas cercò di
mettere
insieme i pezzi di un puzzle e, man
mano che lo componeva, cominciava a sembrargli sempre più chiaro: il
comportamento di Nicholas era cambiato dopo la nascita dei gemelli.
Sarah aveva
sofferto moltissimo in quell'occasione, a differenza di quanto era
successo col
primogenito: durante il parto aveva rischiato la vita e solo la
lungimiranza
del marito, che aveva preteso che fosse assistita da uno dei più
rinomati
medici specializzati in parti, nonché precursore delle nuove tecniche
di
assistenza ai neonati, aveva salvato la vita alla madre e ai due
piccoli. Dopo
la nascita di Nicholas Joseph e di Jane Elizabeth, Sarah aveva
trascorso
diversi mesi in una forma di malinconia, fisica e mentale, che le
toglieva le
forze e la rendeva incapace di occuparsi a lungo dei bambini. Il medico
sosteneva che avesse bisogno di molto riposo, di un clima migliore di
quello
inglese e di cibo in abbondanza. Così Nicholas l'aveva condotta in
Francia,
allo Chateau dei d'Harmòn ed in
seguito in Cote d'Azur, sulla
riviera
mediterranea, dove aveva affittato una residenza per la convalescenza
della
moglie. Assistita da Lynnette, la sua cameriera personale, e da un
piccolo
esercito di servitori che Lord Thornton aveva accuratamente selezionato
di
persona e assunto per l'occasione, Lady Thornton poco alla volta si era
ripresa, confermando in pieno le teorie del dottor Russell che
sostenevano che
lo stato psicologico in cui versava la futura Duchessa fosse dovuto
solo alla
sofferenza fisica di un parto oltremodo miracoloso. Assieme alla madre,
anche i
piccoli si erano ripresi contro le speranze di tutti i medici -escluso
il
dottor Russell- che li avevano visitati e dopo circa un anno dalla
nascita
erano due bimbi vivaci e in salute.
Nei
sei mesi in cui la moglie era rimasta in
Francia, Nicholas le era rimasto accanto quanto aveva potuto; tuttavia
gli
affari e in seguito la morte del prozio, di cui era l'erede designato,
lo
avevano costretto a diversi periodi di lontananza. Sarah lo aveva
accompagnato
in Inghilterra per i funerali dell'anziano Duca, al quale era molto
affezionata, ma ad una visita del dottor Russell le sue condizioni,
benché
migliorate, richiedevano ancora riposo assoluto e un clima più
favorevole di
quello inglese. Così era tornata in Francia, lasciando Nicholas in
Inghilterra
ad assumersi le responsabilità che il nuovo ruolo ormai gli imponeva.
In
quei mesi Tommy lo aveva visto cambiare: lavorava
senza sosta per dirigere l'impero economico che lo zio aveva
incrementato nel
corso dei decenni, ma egli sapeva che ciò non era affatto necessario
poiché
l'anziano duca si era avvalso di un eccellente amministratore che ora
affiancava Nicholas rendendogli il compito più semplice. Tommy era
convinto che
l'accanimento con cui l'amico si dedicava agli affari fosse dovuto alla
necessità di riempire il vuoto per la mancanza della moglie e dei suoi
adorati
figli: non aveva mai visto, infatti, un uomo più felice di essere e
fare il
padre e soprattutto il marito, del Duca di Lyndham. Per questo motivo
non
riusciva a spiegarsi il comportamento dell'amico da quando moglie e
figli erano
tornati a casa. Era arrivato il momento di scoprirlo.
***
Lady
Eleanor non gli aveva permesso di chiamare
una vettura pubblica e aveva ordinato al suo cocchiere di accompagnare
Lord
Thornton ovunque egli avesse desiderato.
"Gli
amici servono anche a questo"
aveva risposto con fermezza quando aveva cercato di rifiutare. Lo aveva
baciato
con dolcezza su una guancia, stringendogli al contempo la mano con la
quale lui
aveva tentato di prendere la sua per il consueto baciamano, un gesto
con cui
avrebbe tentato di rinnovare il proprio pentimento nei confronti di
quella
giovane donna che lo aveva così sorpreso. Lei pareva aver intuito la
sua
necessità di scusarsi di nuovo e, sorprendendolo ancora una volta,
glielo aveva
impedito.
Il
gesto affettuoso di Lady Eleanor lo aveva
turbato, sia fisicamente, sia emotivamente. Era da troppo tempo, ormai,
che non
amava più una donna e quel gesto tenero e intimo gli aveva fatto
ricordare,
molto più delle effusioni a cui lo sottoponevano tutte le sue presunte conquiste
femminili, che era ancora un uomo nel pieno del suo vigore.
Eleanor lo
aveva colto in un momento di totale vulnerabilità e lo aveva spiazzato,
tant'è
che non era stato in grado di resistere e aveva piegato il volto per
incontrare
le sue labbra. Con una lieve esitazione, il bacio fraterno di Lady
Cavendish
era diventato qualcosa di più intenso quando le loro bocche si erano
incontrate... egli l'aveva stretta a sé, accogliendo nel suo abbraccio
quel
delicato corpo femminile e baciandola con passione. Se lei non lo
avesse
fermato poco dopo, la serata si sarebbe conclusa diversamente: quella
notte
avrebbe tradito i propri principi, tradendo per la prima volta sua
moglie.
Si
passò una mano con insofferenza tra i
riccioli scuri che in quel momento erano più ribelli del solito:
cos'era
cambiato in lui con quella giovane donna? Possibile che fosse bastato
che lei
lo capisse, per fargli desiderare d'averla nel proprio letto? Eppure
doveva
essere stato proprio quel senso di intimità che lei gli aveva fatto
provare a
farglielo desiderare, perché durante tutto il ricevimento non aveva mai
provato
un tale interesse, nonostante la trovasse bella.
Da
troppo tempo si costringeva a stare lontano
da sua moglie e la faccenda stava diventando troppo complicata, si
disse non
appena scorse la figura di Thomas Clyde scendere dalla carrozza
posteggiata
poco distante l'ingresso della sua residenza di Hyde Park.
Scese
a sua volta dalla vettura di Lady
Cavendish e, dopo aver ringraziato il cocchiere, si rassegnò a sorbirsi
la
ramanzina dell'amico alla quale, ne era certo, Tommy l'avrebbe a breve
sottoposto.