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Autore: The son of rage and love    14/09/2014    2 recensioni
Kurt Gallagher è un ragazzo buono, intelligente, suona la chitarra da quando era piccolo e ha una band.
Ma il destino gli ha fornito delle pessime carte, portandolo su cattive strade e rendendo la sua esistenza un totale fallimento. La musica è l'unica a non averlo mai abbandonato, e con lei è riuscito a rialzarsi e a riprendere in mano la sua vita.
I problemi ci sono ancora, sempre, ma tutto sommato la sua vita ha preso una piega positiva, finché un giorno non incontrerà qualcuno: una ragazza, un esempio per molte persone, ma che in quel momento non può essere l'esempio di nessuno. Come lui, avrà perso la sua strada e Kurt cercherà di aiutarla a ritrovarla.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hayley Williams, Jeremy Davis, Nuovo Personaggio, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sveglia massa di pelandroni! Siete qui per lavorare, non per poltrire! - Urlò il nostro supervisore, picchiando energicamente contro la porta del bus come ogni dannatissima mattina.
- Sapete dove gliela ficco quella mano? - Mormorò il ragazzo che dormiva nel letto sotto al mio, provocando una risata collettiva.
Mi passai una mano sul volto e dopo aver sbadigliato saltai giù dal letto, cominciando a vestirmi.
- Dio, Gallagher si può sapere dove stai andando? - Chiese il più scansafatiche del gruppo.
- A lavoro, Sam. - Risposi senza guardarlo mentre mi infilavo una maglia.
- Lo sai che quello ci sveglia un'ora prima del dovuto solo per fare lo stronzo! - Continuò a lamentarsi il ragazzo, socchiudendo gli occhi e guardandomi come se fossi matto.
- Lo so, ma già gli sto sul cazzo, magari così la smette di starmi sempre addosso. - Dissi mentre finivo di allacciarmi le scarpe.
Sam non aggiunse altro e io uscii dal bus. Speravo davvero che mostrandomi più efficiente del solito mi lasciasse in pace, dato che ogni giorno vivevo con il terrore di perdere anche quel lavoro.
Stavo vagando nel parcheggio in cerca di qualcuno che avesse bisogno di una mano, quando mi sentii chiamare.
- Oh, Gallagher, l'uomo giusto al momento giusto! - Alzai gli occhi al cielo a quell'inconfondibile e irritante vocina.
- Signor Roberts. - Dissi voltandomi verso il pelato e la sua cavolo di cartellina, mostrando uno dei miei sorrisi più falsi.
- Ho un incarico per te, credo tu conosca già il nostro Chad. - Continuò e solo allora mi accorsi che non era solo, evidentemente il mio cervello era troppo impegnato a programmare la sua morte.
- Solo... Per fama. - Risposi io, continuando ad indossare il mio sorriso falso e sollevando lo sguardo sul chitarrista dei New Found Glory, nonché fidanzato di Hayley.
Allungai una mano verso di lui, per presentarmi, ma lui ricambiò con un'occhiata e un sorrisetto che dicevano col cazzo che ti stringo la mano.
- Bene, come sai Chad si è unito a noi qualche giorno fa. Sarebbe dovuto ripartire oggi ma ha deciso di prendersi una pausa, perciò resterà qui fino al quattro luglio. - Proseguì Mr. Frustrazione e io continuavo a guardarlo chiedendomi per quale motivo mi stava dicendo tutte quelle cose.
- Quindi voglio che tu porti le sue cose nel tour bus della band e... - Mi porse un pezzo di carta - Questa è la lista, se manca qualcosa chiedi direttamente a lui. -
Non feci in tempo a leggere neanche metà di quel foglio che se n'era già andato, lasciandomi con quello stronzo del chitarrista che mi lanciò un altro sorrisetto arrogante, facendomi cenno di seguirlo.
Mi portò davanti ad un gigantesco Range Rover nero e mentre io ammiravo quell'auto, lui si mise davanti a me, agitandomi un mazzo di chiavi davanti agli occhi.
- Tutte le mie cose sono nel bagagliaio, se trovo un graffio, o un'ammaccatura, o se ti viene la folle idea di scappare con la mia auto ti spezzo le gambe e ti lascio morente sul ciglio della strada, intesi? - Mi disse con tono vagamente ironico, guardandomi dritto negli occhi.
Sostenni il suo sguardo, ne avevo conosciuti fin troppi di tipi come lui che si divertivano a fare gli spacconi con tutti, solo per dimostrare che erano ricchi e forti.
- Intesi. - Risposi serio, allungando una mano con il palmo rivolto verso l'alto.
- Mi trovi a fare colazione alla caffetteria, riportami le chiavi. - Chad lasciò cadere il mazzo di chiavi e si allontanò con un sorrisino fin troppo soddisfatto sulle labbra.
Cominciai a scaricare le sue cose dall'auto e a portarle nel bus della band.
Come diavolo faceva Hayley a stare con un tipo del genere? Da quando era arrivato li avevo visti solo pomiciare o litigare e dopo aver conosciuto la gentile e modesta personalità del chitarrista, forse riuscivo anche a capirne anche il motivo. Adesso si che mi sentivo una specie di schiavo al servizio di qualcuno e grazie al cielo non mancava molto al quattro luglio.
Bussai alla porticina del tour bus. Aspettai un po' e alla fine venne ad aprirmi un Taylor assonnato e con i capelli degni di una gattara pazza.
- Si? - Mormorò, affacciandosi alla porta e guardandomi con l'espressione di chi si era appena risvegliato da un coma.
- Ehm, Chad vuole che porti le sue cose nel bus. - Risposi, indicando con un cenno della testa tutte le valige che mi ero caricato addosso.
Taylor scosse la testa e si stropicciò un occhio. - Aspetta, Chad, cosa? Resta qui? - Chiese il riccioluto con aria confusa.
Annuii - Fino al quattro luglio. - Risposi guardandolo.
Il ragazzo sospirò e si tirò un po' indietro, facendomi cenno di entrare. Salii, cercando di non buttare niente per terra, mentre Taylor mi faceva strada verso una cuccetta vuota.
- A quanto pare l'unico che riesce a dormire qua sono io. - Disse il chitarrista, facendomi notare che non c'erano ne Jeremy, ne Hayley.
- Effettivamente dovresti spiegarmi come fai, questi letti sono un inferno! - Esclamai sorridendo, raggiungendo la cuccetta e posando a terra le valige.
Mi guardò con la stessa espressione con la quale si guarda un pazzo - Stai scherzando!? Io dormo meglio qua che a casa! - Esclamò a sua volta.
- Ma che razza di letto hai a casa? - Chiesi ridendo, mentre sistemavo una valigia su un ripiano del bus. Anche Taylor scoppiò a ridere e mi diede una mano con le valige.
- Comunque io sono Taylor. - Esordì quando ci assicurammo di aver sistemato tutte le cose di Chad, porgendomi una mano.
Quasi mi stupii a quell'esclamazione - Kurt. - Mi presentai, per la seconda volta infondo, stringendogli la mano.
- Ma... Hai una faccia familiare? - Chiese con aria confusa e io non riuscii a trattenere una mezza risata.
- Ti passo le chitarre ogni sera dall'inizio del tour… Ah, e anche acqua e asciugamani alla fine dello show. - Risposi continuando a sorridere divertito.
Il chitarrista si schiaffò una mano sul volto - Che figura di merda. - Mormorò abbozzando una risata.
- Oh tranquillo. Il volume alto, tutte quelle luci psichedeliche... E' già tanto se non abbiamo avuto tutti un attacco epilettico. - Dissi ridacchiano e facendo spallucce, facendogli capire che non mi importava.
Taylor rise.
- Hai fame Kurt? Devo andare alla caffetteria. - Disse mentre cercava qualcosa sul suo letto.
- Oh devo andarci anche io, devo restituire le chiavi dell'auto a Chad. - Esclamai, tirandole fuori da una tasca dei pantaloni.
Il ragazzo sospirò appena nominai Chad e sentii distintamente un “auguri” uscire dalla sua bocca. Finalmente tirò fuori la testa dalla sua cuccetta.
- Allora mi cambio e andiamo. - Mi disse sorridendo.
Annuii e poi scesi dal bus, aspettandolo e rendendomi conto di aver appena dialogato con il chitarrista ritmico dei Paramore.
Poco dopo Taylor mi raggiunse con uno dei suoi soliti outfit da Diabolik: maglia nera, pantaloni neri e scarpe nere, e insieme ci avviammo verso la caffetteria che altro non era che un tendone allestito per rifocillare lo staff e gli artisti.
C'erano già un sacco di persone intente a divorare la loro colazione e mentre io cercavo il chitarrista stronzo, Taylor mi diede una pacca sulla spalla.
- Là ci sono Jeremy, Kat e la bambina, ah e anche mio fratello, li raggiungo. - Mi disse, indicando il bassista che sorrideva alla moglie che dava una di quelle poltiglie per neonati alla piccola Bliss, mentre Justin era intento a finire la sua colazione.
Annuii - Ok, io... Cerco di trovare Chad. - Dissi, tornando a scrutare la folla.
- Credo sia laggiù, davanti a… La vedi quella testa azzurra? - Mi chiese indicando un punto ben preciso.
- Si, decisamente. - Risposi sorridendo e ammirando da lontano quella ragazzina che sbranava una brioche.
- Raggiungici appena hai fatto, così ti presento gli altri! - Esclamò Taylor mentre si allontanava, salutandomi con un cenno della mano.
Gli feci cenno che era ok e poi mi incamminai verso Chad e la sua fidanzata. Chissà perché non erano con gli altri.
- Chad ti ho riportato le chiavi. - Esordii in fretta e furia, poggiando subito il mazzo di chiavi accanto a lui, sentendo il peso dello sguardo di Hayley gravare su di me.
- Oh, guarda chi c'è. Sicuro di non avermi ammaccato l'auto? - Chiese con il suo solito tono arrogante, sollevando la testa dalla sua colazione.
- Sicuro. - Risposi secco, tenendo lo sguardo basso.
- Perfetto allora... Ehm, mi sfugge il nome. - Continuò, guardandomi con quel sorrisetto fastidioso stampato in faccia.
In quel momento sollevai lo sguardo verso di lui - Kurt. - Risposi.
- Kurt? - Chiese con la sua espressione da stronzo - Come Kurt Cobain? - Chiese ancora.
Feci spallucce - A quanto pare. - Mormorai, chiedendomi per quale assurdo motivo volesse fare conversazione.
- Beh... Cerca di non fare la sua stessa fine! - Esclamò, scoppiando in una grassa risata seguito da metà delle persone sedute allo stesso tavolo, evidentemente suoi conoscenti, che fecero girare praticamente tutti i presenti… Mi sarei sotterrato volentieri.
E allo stesso tempo mi prudevano le mani, la voglia di sbattergli la faccia sul tavolo e di prenderlo a calci in culo era così tanta che credevo di non riuscire a controllarmi. Presi un gran respiro, che per fortuna mi ossigenò il cervello e non mi fece compiere sciocchezze.
- C'è altro? - Chiesi con una calma che assolutamente non mi apparteneva. Dovetti aspettare che Chad la smettesse di ridere per ricevere una risposta.
- No, direi che sei libero di andare. - Disse ridacchiando e continuando a prendermi per il culo.
Spostai per un istante il mio sguardo su Hayley, incrociando il suo serio e vagamente triste, che come sempre non riuscii a sostenere. Così mi voltai e mi allontanai.
Se fossi rimasto un istante di più non so cosa sarebbe successo, niente di buono comunque. Non so bene come avevo fatto a controllarmi, quello era sempre stato un problema: quando si trattava di certe cose perdevo completamente la testa e agivo senza pensare, me ne rendevo conto, ma combinavo sempre e comunque un sacco di casini.
- Ehi Kurt! - Mi sentii chiamare, sollevai lo sguardo e vidi Taylor che si sbracciava per farsi notare.
Ok, comportati da ragazzo normale e non da fan psicopatico mi dissi nella mia testa, sollevando lo sguardo verso Taylor e avvicinandomi.
- Ragazzi vi presento Kurt! - Esclamò il riccioluto quando li raggiunsi, facendomi posto sulla panca accanto a lui.
- Ehm, salve. - Dissi con un tono decisamente troppo imbarazzato, sedendomi accanto al chitarrista ritmico.
- Io sono Justin. - Esordì il ragazzo affianco a Taylor, allungando una mano verso di me che afferrai e strinsi.
- Oh ma sei quello che ci porta l’acqua dopo i live! - Esclamò Jeremy, indicandomi. Io sorrisi e annuii. - Beh, io sono Jeremy e lei è mia moglie Kat. - Continuò il bassista che a sua volta mi porse la mano.
- Jer la lingua non mi è ancora caduta! - Esclamò sua moglie con forte accento inglese, dandogli un colpetto sulla spalla. Mi fece sorridere.
- Io sono Kat, cioè sono Kathryn, ma chiamami Kat. - Si presentò poi, sorridendomi e stringendomi la mano - E lei è la piccola Bliss. - Continuò abbassando lo sguardo sulla bambina.
- Oh, molto piacere Bliss. - Dissi sorridendo e allungando una mano verso la bambina, che afferrò con entrambi le manine e cominciò a giocare con le mie dita.
- Credo che tu le piaccia. - Disse Kat.
- Tu dici? - Chiesi io non troppo sicuro, continuando a guardare la bambina che nel frattempo aveva deciso di mangiarmi un dito.
- Credimi, non lo fa con tutti. - Esclamò Jeremy ridacchiando.
Sorrisi a quelle parole e finalmente la bambina mi lasciò il dito.
- La sapete la novità? - Chiese Taylor tutto d'un tratto e gli altri scossero la testa, confusi - Chad ha deciso di restare fino al quattro luglio. - Continuò il riccioluto sotto gli sguardi sbigottiti dei presenti.
- Ma che dici? Ha detto che ripartiva stasera! - Disse Jeremy scuotendo la testa.
- Oh, chiedi a lui se non ci credi! – Esclamò il chitarrista, indicandomi - Dove credi che l'abbia incontrato? Stava portando le cose di Chad nel nostro bus! - Aggiunse e tutti gli occhi si puntarono su di me.
- E' vero, c-cioè, il signor Roberts ha detto così. - Mormorai abbassando lo sguardo. Odiavo essere al centro dell'attenzione, non riuscivo a gestire tutti quegli sguardi senza impazzire.
Per fortuna tutti guardammo Jeremy appena prese parola - Sul nostro bus? Certo perché ovviamente non gli basta prendersi Hayley, adesso vuole anche i nostri spazi! - Esclamò il bassista con un tono decisamente più alto e più arrabbiato di prima.
Kat gli mise una mano sulla spalla e Justin gli fece cenno di abbassare la voce, guardandosi intorno.
- Sai come la penso a riguardo... Hayley ormai è grande e dei nostri consigli non se ne fa più di niente. - Mormorò Taylor, guardando il bassista dritto negli occhi.
- Ehm, ragazzi, se volete io me ne va... - Non feci in tempo a finire la frase che Jeremy mi interruppe.
- No Taylor! E' come una sorella per me, lo è sempre stata e finché avrà me tra le palle non farà di testa sua, non adesso almeno, non... Non è in grado di capire cos'è meglio per lei. - Disse e all'inizio sembrava arrabbiato, furioso, poi il suo tono di voce calò e con esso anche la durezza delle sue parole.
Ma cosa stava succedendo ad Hayley? Cosa stava succedendo ai Paramore? Erano così uniti sul palco, perché dietro le quinte doveva essere diverso?
Finimmo di fare colazione nel silenzio più assoluto, o meglio loro finirono di fare colazione, io rimasi immobile e con addosso un livello di tensione talmente alto che se qualcuno mi avesse toccato avrebbe preso sicuramente la scossa. Solo alla fine Kat mi chiese se volevo qualcosa da mangiare e così si unirono tutti gli altri elencandomi praticamente tutto il menù. Ma non avevo fame, mi si era chiuso lo stomaco da quando avevo riportato le chiavi a Chad e adesso tutta questa storia su Hayley e sui Paramore mi stava mandando in paranoia.
Ci salutammo e poi ognuno andò per la sua strada: chi a provare, chi a mettere a letto la bambina e chi come me ad organizzare il backstage per la serata.

Ennesimo concerto andato alla grande, coriandoli ovunque, gente che urlava e i Paramore erano di nuovo la band unita che tutti conoscevano. Almeno finché restavano sul palco, già perché una volta fuori Hayley venne praticamente rapita dal suo ragazzo, che dopo averle ficcato la lingua in gola la portò nel suo camerino, Jeremy corse da Kat nella speranza di trovarla ancora sveglia, così da passare un po' di tempo con lei e con sua figlia, e Taylor ormai sembrava rassegnato all'idea che i vecchi tempi non sarebbero tornati mai più. Ogni giorno che passava sembravano sempre più distaccati.
Avevo appena finito di riporre le chitarre in un grosso cassone che le avrebbe tenute al sicuro per il viaggio e le stavo portando nel parcheggio, così da caricarle nel bus per poi poter andare finalmente a riposarmi, ma a quanto pare questi non erano i piani del mio caro supervisore.
- Gallagher devi svuotare il camerino tre per il viaggio. - Disse l'uomo, raggiungendomi alle spalle e facendomi letteralmente saltare in aria per lo spavento.
- Ma signore, devo ancora finire di sistemare la strumentazione, non c'è nessun altro disponibile? - Chiesi sperando che mi lasciasse finire ciò che stavo facendo per poi lasciarmi andare a letto.
Sorrise, anche se quello sembrava più un ghigno che un sorriso.
- Finisci di sistemare la strumentazione e poi svuota il camerino tre, altrimenti puoi tornartene a casa. - Disse guardandomi dritto negli occhi. A quella minaccia non aprii bocca, mi limitai soltanto ad annuire e a mandargli una quantità industriale di accidenti nella mia testa.

- Svuota il camerino tre... Altrimenti puoi tornartene a casa... - Ripetevo imitando la voce di Mr. Frustrazione, percorrendo il corridoio che portava al camerino. Man mano che mi avvicinavo si sentivano delle voci, sempre più forti, praticamente era come se non ci fosse la porta.
- Andiamo Hayley, quello arrabbiato dovrei essere io! -
- Si può sapere perché devi fare sempre così? -
- Ma così come? Non capisco! -
- Vuoi un esempio, Chad? Non lo so, tipo oggi! Sentivi proprio il bisogno di trattare quel ragazzo in quel modo? Non ce la facevi proprio a non umiliarlo davanti a tutti? -
- Oh non dirmi che sei davvero arrabbiata per quello! -
- Si, anche per quello! Perché ha sistemato tutte le tue cose, perché ti ha fatto un servizio per il quale non viene pagato e perché tu fai sempre lo stronzo con tutti, anche con me! -
- Quello è un ragazzino che lavora qui, mi ha solo svuotato la macchina, cosa vuoi che me ne importi se c'è rimasto male o se l'ho umiliato. E poi con te non faccio lo stronzo! -
- Lo stai facendo adesso! Sei uno stronzo! -
- Adesso smettila! -
E poi udii uno schiocco, un suono sordo. Uno schiaffo forse, non lo so, ma avevo sentito abbastanza e prima di farmi venire altri istinti omicida, era meglio entrare in quella stanza, fare il mio lavoro e andarmene.
Spalancai la porta: Hayley era seduta sul bancone del camerino, con una mano si teneva una guancia e dava le spalle al grande specchio, mentre Chad era davanti a lei e le stringeva un polso con una mano. I due fidanzatini si voltarono verso di me come se volessero uccidermi. Merda, pensai.
- I-io... Devo svuotare il camerino. - Dissi con un nodo alla gola.
Ci furono alcuni istanti di silenzio e alla fine Chad lasciò il braccio di Hayley, le puntò un dito contro e le disse - Ne riparliamo. - Per poi uscire e sbattere la porta alle sue spalle.
Hayley mi guardò mentre si massaggiava la guancia arrossata e io abbassai subito lo sguardo, spostandomi in un angolo del camerino e cominciando a riordinare. Le aveva dato uno schiaffo, potevo entrare in un momento peggiore? Ma se non fossi entrato, cosa diavolo sarebbe successo?
La sentii sospirare, così tornai a guardarla e la vidi davanti allo specchio mentre apriva una scatolina bianca e azzurra.
- Avevi detto che non mi giudicavi. - Mi fulminò lei, che a quanto pare mi aveva notato.
Abbassai lo sguardo - Infatti, non lo faccio. - Risposi quasi in un sussurro.
- I tuoi occhi dicono il contrario. - Mi annientò un'altra volta, scrutandomi dallo specchio.
- Anche tu dicevi... Di prenderle solo prima degli show. - Non so dove trovai il coraggio di ribattere e di ricambiare il suo sguardo, inducendola ad abbassarlo.
- Questa è una situazione... Particolare. - Spiegò tenendo lo sguardo basso e giocando nervosamente con le dita delle proprie mani.
Annuii - Lo capisco. - Mormorai e la vidi risollevare i suoi occhi chiari e stramaledettamente profondi verso di me.
Ci furono alcuni istanti di silenzio, mentre io continuavo a riporre le sue cose.
- Mi dispiace per oggi... E per prima. - Disse lei ad un certo punto.
Corrugai appena la fronte - Cosa? - Chiesi sollevando appena lo sguardo.
Sorrise - Non stavamo proprio chiacchierando a bassa voce. Mi dispiace per ciò che hai sicuramente sentito e... Per quello che ti ha detto oggi Chad. - Continuò guardandomi.
Io scossi la testa, infondo non era lei che doveva scusarsi - Non fa niente ci... Sono abituato. - Mormorai riabbassando lo sguardo.
- Ad essere umiliato? - Chiese con un tono quasi dispiaciuto.
- Ai tipi come lui. - Intervenni, guardandola - Che esigono rispetto facendo gli stronzi con tutto e con tutti. - Non era ciò che volevo dire, cioè lo era, ma infondo si trattava sempre del suo fidanzato e non avevo alcun diritto di parlare di lui in quel modo. Ma era tutto il giorno che tenevo quella rabbia dentro di me e prima o poi sarebbe dovuta uscire sotto forma di qualcosa.
Hayley abbassò la testa, la vidi rattristarsi.
- Scusami, io... Non volevo dire questo. - Quasi non feci in tempo a terminare la frase che la ragazza prese parola.
- Lui non è sempre così. - Mormorò, tenendo la testa bassa - A volte è gentile, dolce, premuroso, ma altre volte…  - Non terminò la frase e scosse appena la testa, sospirando - E’ cambiato. - Mormorò infine.
L'ascoltai e l'osservai, e se avessi saputo come consolare le persone probabilmente l'avrei abbracciata, o mi sarei limitato a dirle che tutto si sarebbe aggiustato. E invece me ne uscii con il consiglio forse più inappropriato e stupido della storia.
- Ma non sta a te subire il suo cambiamento. - Dissi incrociando lo sguardo della ragazza e quella fu una delle poche volte in cui riuscii a sostenerlo, almeno per qualche istante.
- Kurt... Adesso vorrei restare un po' sola. Ci penso io a liberare il camerino. - Mi disse abbassando un po' lo sguardo, il che suonò molto come un "vattene, tu e i tuoi consigli del cazzo".
Annuii e senza aggiungere altro uscii dalla stanza, lasciandola sola.


POV Hayley

Rimasi a riordinare le mie cose, da sola. Fino ad un anno prima probabilmente ci sarebbe stato Jeremy che con una mano mi aiutava e con l'altra picchiava Taylor che continuava a romperci le scatole, poi magari sarebbe entrata Kat che mi avrebbe salvata con la scusa di qualche consiglio femminile, trascinandomi fuori da lì solo per il gusto di lasciar lavorare i maschietti.
Ma non era più così, non lo sarebbe più stato e infondo al mio cuore sapevo bene che era tutta colpa mia, colpa delle mie paranoie, delle mie esigenze e del voler fare tutto di testa mia. Ma ormai ero in quella situazione da così tanto tempo che mi sembrava normale ignorare i miei amici e farmi trattare come un oggetto dal mio fidanzato.
E poi quella sera, dopo lo show, mi ritrovai a parlare con quel ragazzo, Kurt, e di tutte le persone che avevo intorno, persino i miei amici più cari, era stato l'unico che con una frase era riuscito a farmi riflettere su me stessa, su Chad e sui Paramore.



ANGOLO DELL’AUTORE

Salve gente, ancora non riesco a credere alla lunghezza di questo capitolo e con quanta facilità sia riuscito a scriverlo. A quanto pare il mio cervello si è sbloccato, il sole è uscito e l’inverno è arrivato (Game Of Thrones rules!).
Che dire, credo di aver racchiuso tutto il mio odio per Chad Gilbert in questa pagina, rappresentandolo come un grande e immenso stronzo. Però vi avevo promesso che da questo capitolo le acque si sarebbero un po’ smosse, perciò ecco qua (:
Mi è sembrato giusto inserire un POV di Hayley, infondo la storia parla anche e soprattutto di lei. Quindi credo che nei prossimi capitoli ce ne saranno altri più lunghi e a tal proposito credo proprio che chiederò aiuto ad una mia amica, genio incompreso della scrittura, per esprimere al meglio cosa può passare nella testa di una ragazza bloccata in una situazione particolare.
Ringrazio come sempre LaylaParamour e Lonni per le recensioni, e anche BarelyLegal per aver aggiunto la storia tra le seguite!
Piccola parentesi che non c’entra assolutamente niente con la storia: sarò a Londra per tutta la settimana (sia lode a Spongebob) e rientrerò la sera del 21, che è domenica, perciò penso di riuscire a rispettare l’appuntamento con il nuovo capitolo, anche se magari con qualche ora di ritardo, in caso contrario pubblicherò lunedì! (:

Ricordatevi di lasciare un commentino (o un assegno, se volete :’)  ) e ci becchiamo alla prossima! :D

Peace.
  
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