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Autore: Benio Hanamura    14/09/2014    1 recensioni
[Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru]
Tutti coloro che hanno letto il manga Haikarasan ga tooru conoscono la storia d'amore fra la singolare protagonista Benio ed il sottotenente Ijuin, e sanno quale svolta prenderanno gli eventi...
Ovviamente la storia è narrata dal punto di vista di Benio, ma come l'avranno vissuta gli altri? Cosa ha provato Shinobu dopo il loro primo incontro? E Ranmaru che si rende conto che rischia di perdere il suo grande amore? O i conti Ijuin dopo il suo arrivo al castello? E gli altri in altri momenti?
Con questa fanfiction, proposta da mademoiselleBenio, un'utente del mio forum e lì iniziata come fan fiction di gruppo, tenta di dare queste ed altre risposte, attraverso degli estratti dei diari dei vari personaggi.
N.B. Qualcuno di loro resterà per un po' in disparte, perché i loro diari erano curati da mademoisellebenio, che poi ha mollato la storia. Se avrò la sua autorizzazione pubblicherò i diari scritti da lei, altrimenti dovrò riscriverli io daccapo.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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  Caro diario,
potrà sembrare assurdo che un guerriero come me perda tempo a scrivere delle memorie, ma in questa casa non posso sfogare in altro modo la grande angoscia che tormenta il mio animo e che ora più che mai mi priva di molte ore di sonno…
Davvero, ai tempi in cui rischiavo quotidianamente la vita sui campi di battaglia non mi sentivo così: per quanto un guerriero possa essere valoroso la paura di morire c'è sempre, ma almeno mi sentivo vivo, rispettato ed appagato dal fatto che agivo in nome una causa in cui credevo!
   Ma poi ho conosciuto colei che ha sconvolto per sempre la mia vita, la mia adorata Midori: non dimenticherò mai il giorno in cui la vidi per la prima volta, nel periodo della fioritura dei ciliegi ormai tanti anni fa!!! Quegli occhi dolcissimi, quei lunghi e meravigliosi capelli neri che sembravano di seta, quella pelle così candida, quell'aria così timida ed innocente... Per la prima volta mi ritrovai a non pensare più alle grandi battaglie che ho vinto, agli allenamenti o ad altre cose del genere, perché ormai dopo quell'incontro quando chiudevo gli occhi la sera non vedevo che lei… Insomma, me ne ero innamorato a prima vista e così io, che non avevo mai avuto paura né esitazione in nulla, mi sentii parecchio imbranato quando chiesi ufficialmente la sua mano a suo padre, non perché temessi che il mio futuro suocero avrebbe avuto da ridire (perché era sempre stato in ottimi rapporti d'amicizia con mio padre da sempre ed era stato già stabilito da sempre che io avrei sposato una delle sue figlie), ma perché oltre a non avere mai avuto dimestichezza in certe cose, ero consapevole di non essere molto bello e di avere parecchi anni più di lei, che probabilmente non mi avrebbe mai accettato. Magari avrebbe potuto anche ribellarsi al padre, perché no? Fra l’altro aveva appena 17 anni!
   Invece ciò non accadde, le nostre famiglie organizzarono tutto molto rapidamente e non molto tempo dopo ci sposammo. Possibile che un angelo come lei avrebbe amato proprio me per tutta la vita? Mi sembrava tutto un sogno! Un sogno che purtroppo si infranse proprio la nostra prima notte di nozze, quando lei, appena fummo soli nella nostra camera coniugale, scoppiò improvvisamente in un pianto disperato… Provai una grande compassione e la invitai a confidarsi, dicendole che avrebbe sempre potuto contare su di me, per qualsiasi cosa, avrei fatto di tutto per renderla felice... Ed allora lei mi confessò la causa dell’angoscia che la tormentava, che non era certo la normale paura di ogni sposa novella in quella situazione, ma qualcosa che non aveva mai avuto in coraggio di confessare a nessuno, qualcosa di terribile che mi spezzò il cuore: mi parlò del suo grande amore per Keisuke Hanamura, un giovane vassallo dello shogun, dal quale era stata costretta a separarsi per via delle diversità sociali; e mi parlò anche della promessa d'amore che si erano scambiati, ovvero di riunire prima o poi le loro due famiglie grazie ai loro discendenti, una volta che le barriere sociali sarebbero state infrante. Mi supplicò in ginocchio di perdonarla e di aiutarla, perché quella promessa era divenuta la sua unica ragione di vita, e mi disse che, data l'estrema gravità della situazione, di cui solo ora si era resa conto, mi avrebbe capito se invece non avessi voluto perdonarla ma piuttosto ripudiarla ed esporla al massimo disonore o anche peggio…
   Per un attimo, per un solo lungo attimo ne fui tentato, lo confesso, ma poi, incontrando nuovamente il suo sguardo, mi mancò il coraggio, e riuscii a pensare soltanto quanto l'amavo. Sì, ormai ero perduto per lei, se l'avessi ripudiata o uccisa dopo non mi sarebbe rimasto altro da fare che rivolgere la mia fedele spada contro me stesso! Così decisi di perdonarla e di assecondare quel suo unico, disperato desiderio; quindi, avendo la massima pazienza con lei, non la forzai mai a nulla e mi impegnai al massimo per ridarle almeno un po’ di serenità... Una serenità che arrivò dal cielo per entrambi un paio di anni dopo, quando nacque il nostro Soichiro!
   Furono gli anni più belli della mia vita, Soichiro prometteva grandi cose ed anche Midori aveva ritrovato il sorriso, anche dopo aver saputo che anche la famiglia Hanamura aveva avuto un figlio maschio.
   Questa serenità durò per anni; poi però, una volta adulto, il nostro Soichiro decise di non seguire la mia carriera militare ed andò in Germania a studiare… Ne tornò poco più di un anno dopo, ma non era più lui: non aveva più il suo consueto entusiasmo di vivere, non aveva più aspettative per il futuro, i suoi occhi erano come spenti... perché purtroppo anche lui, come Midori, era stato separato per sempre dal grande amore della sua vita, una fanciulla tedesca che gli aveva dato anche un figlio ma che non aveva potuto sposare per opposizione della famiglia, che aveva rifiutato Soichiro e quel "piccolo bastardo", come il padre di lei aveva definito il loro bambino.
   Soichiro ci affidò Shinobu, di cui non poteva sostenere la vista (non perché non lo amasse, ma perché gli provocava troppa sofferenza rivedere il viso della sua amata in quel bambino) e partì nuovamente, questa volta per sempre!
  Midori ed io eravamo disperati quando ci arrivò quel freddo telegramma che ci comunicava la tragica scomparsa del nostro unico figlio, tuttavia sostenendoci l'un l'altro riversammo tutto il nostro amore e tutte le nostre energie sul piccolo Shinobu, che ci ha sempre dato, nel corso degli anni, tante soddisfazioni... soprattutto a Midori, che rivide nascere in sé un ulteriorebarlume di speranza quando seppe che il figlio di Keisuke aveva avuto una bambina e quindi avrebbe potuto finalmente coronare il suo più grande sogno, dovendo solo aspettare che i ragazzi raggiungessero l’età giusta per il matrimonio!
   Ormai Shinobu ha diciotto anni ed è giunto il momento che conosca la sua promessa sposa, si recherà in casa Hanamura per conoscerla domani: Midori è eccitatissima, e negli ultimi tempi la sorprendo molto spesso a guardare nostro nipote con lacrime di commozione agli occhi...
    Purtroppo però devo confessare una cosa: anche se le nostre due famiglie avevano concordato tutto subito dopo la nascita della figlia del maggiore Hanamura e quindi dovrei essere da tanto tempo preparato e rassegnato, nel momento in cui Shinobu mi ha annunciato la sua decisione di recarsi in casa Hanamura io mi sono sentito come la mia vecchia ferita si fosse improvvisamente riaperta, ed ora  non posso non provare in fondo al cuore una profonda amarezza, per la triste consapevolezza che la mia adorata sposa, per quanto si sia sempre comportata con affetto e devozione nei miei confronti, non mi abbia mai amato veramente…  A volte ho avuto ed ho ancora dei rimorsi, dei ripensamenti... forse non avrei dovuto comportarmi così, forse avrei dovuto costringere Midori a dimenticare il suo passato e lasciar perdere quella promessa che l'avrebbe ricongiunta in qualche modo a quell'uomo, almeno provarci... Però poi penso che agendo come ho fatto ho avuto modo di poter di nuovo contemplare molte volte il suo sorriso, anche se i suoi pensieri non sono mai stati soltanto per me: insomma, ho avuto modo di donare un minimo di felicità all'unica donna che abbia mai amato, e questo è già qualcosa!





Nota dell'autrice: 
Midori è il nome che ho scelto per la contessa. Come il marito ed il nonno di Benio non ha avuto un nome dalla Yamato.
  
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