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Autore: Aliak    14/09/2014    1 recensioni
Com'è realmente cominciata la storia.. Il mito di un padre irraggiungibile e lontano, un demone forte e rispettato da tutti. Ancor prima della nascita di Inuyasha e Sesshomaru, un viaggio attraverso gli occhi del più grande demone cane, sovrano delle terre dell'ovest, come è nato il suo impero le sue decisioni le sue paure, uno scorcio verso il futuro prossimo, cosa realmente gli riserverà? Dolore.. Intrighi.. Rabbia.. Delusioni.. Fra alleanze e corti la guerra continua fra demoni, per il dominio sul mondo, e la distruzione degli esseri umani.
NB: La storia inizialmente sarà incentrata sul nostro Taisho ma poi si sposterà su Sesshomaru
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, inu taisho, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato - Presente - Futuro'
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Era la davanti al consiglio riunito, erano entrati nella stanza  tutti felici e fiduciosi quando aveva rivelato il perchè di quella riunione, ma quando poi aveva detto il nome di colei che lo avrebbe affiancato sul trono dell'occidente, tutto era cambiato.

Uscì dalla sala mentre all'interno della stessa ancora quegli esseri confabulavano contro, con o senza il loro consenso non avrebbe cambiato i suoi piani, e non avrebbero mai avuto il coraggio di mettersi contro di lui, avrebbero dovuto solo accettare quella situazione, non accettava repliche e la sua parola era legge in quelle mura.

Alle sensibili nari arrivò il suo odore, era la a pochi metri di distanza gli occhi ambrati puntati su di lui, le dita giocavano nervosemente con la seta delle ampie maniche del kimono, stroppicciandole rischiando di lacerare quella stoffa con gli artigli.

Sembrava tesa anche da così lontano, pochi passi e l'aveva raggiunta lei non si era allontanata, ne aveva detto nulla, aveva solo allontanato lo sguardo da lui fissando un punto imprecisato alla sua destra.

-Seguimi- disse semplicemente incamminandosi lungo i corridoi, nemmeno attendendo di vedere se lei lo stesse seguendo, era sicuro che lo avesse fatto, sentiva i passi alle proprie spalle che confermavano.

Erano giunti fino ai giardini interni del palazzo, lo splendore dello stesso non si rivelava sotto quella bianca coltre, ma era certo che la nessuno li avrebbe disturbati, si erano avvicinati al laghetto ghiacciato, sotto di essa si scorgeva ancora quell'acqua che aspettava il momento per risorgere a nuova vita, non più costretta in quella prigione.

Si era fermato alla fine davanti al rosso ponticello, che divideva l'una e l'altra parte di quel giardino, era calato un silenzio innaturale tra i due, come se il tempo si fosse fermato all'improvviso.

-Perchè avete scelto me?-, domandò mentre ancora lui gli dava le spalle, senza guardarla in volto.

Si era voltato di nuovo verso di lei, guardava quel corpo esile, che ben presto sarebbe sbocciato, già qualche accenno si intravedeva fra la seta che la ricopriva, era ammaliato dalla bellezza di quella cucciola, guardava oltre la sua giovane età pensando a quello che sarebbe divenuta da grande.

-Potevate scegliere tra tante altre, più grandi e preparate di me..- si era incamminato verso di lei, aveva notato un rossore tingere le guance candide, non sembrava però tirarsi indietro, anche se lo sguardo esitava per incontrare il suo.

Era a pochi passi ormai da lei, la propria coda l'aveva cinta delicatamente sollevandola da terra, avvicinandola di più alla sua altezza, voleva guardarla negli occhi, senza abbassare lo sguardo, e lei non poteva a sua volta approfittare della diversità di altezza.

Senza rispondere a quelle domande, cogliendola impreparata, aveva allungato il colletto del kimono, e aveva scostato con l'altra mano i capelli argentei dal collo, il suo respiro caldo sull'incavo del collo, la faceva fremere dolcemente, prima che si rendesse conto realmente di quello che stava per succedere sentì dei passi alle loro spalle, non poteva vederli da quella posizione, ma l'odore era quello del padre, e altri inuyoukai del consiglio.

Un dolore penetrante la scosse, quando affondò le zanne nel suo collo, le labbra si arricciarono e un ringhio profondo uscì dalle sue labbra, le braccia lo avvinghiarono affondando dentro di lui gli artigli avvelenati.

In tutta risposta grugnì contro la sua gola, e poco dopo aveva affondato ancora di più le zanne nella sua carne, sentendo il sapore del suo sangue. Sapeva bene che per lei era un dolore lancinante, la strinse di più a se, mentre con lo sguardo in cui brillava una luce inquietante, minacciava gli altri di avvicinarsi di più ai due.

Sapevano loro stessi che era rischioso, quello era un rito più antico che tutti i Daiyoukai conoscevano, rispettavano. Vi era la morte per chi osava intralciarlo, entrambi cominciarono a sentire che le loro anime si stavano intrecciando le une con le altre, i cuori cominciarono a battere all'unisono potevano sentire le emozioni dell'altro, poteva percepire lui il suo dolore causato dalla sua morsa, e lei quello di lui degli artigli che ancora affondavano nella propria pelle.

Anche se quel rito non aveva trovato la sua completezza, con l'unione anche carnale tra i due, un senso di appartenenza si diffondeva fra di loro. Lentamente sentì che aveva ritirato i suoi artigli, pian piano le ferite si sarebbero rimarginate, il veleno avrebbe ritardato ma non era un problema, le zanne rientrarono nascondendosi sotto le labbra, passo delicatamente la lingua su quella ferita aperta lambedola, per poi staccarsi lentamente da lei.

Sakamaru era la insieme ai consiglieri scioccato, la adagiò lentamente in modo che lei si sorreggesse di nuovo sulle sue gambe, ma le gambe cedetterro era indebolita ancora dal marchio, le sue braccia rapide la sostennero portandola vicino al proprio petto stringendola delicatamente a se, accarezzandogli i capelli argentei.

-Ti rendi conto di quello che hai appena fatto.- disse uno dei consiglieri, mentre sul proprio volto le labbra si sollevarono appena mostrando un sorriso divertito, non gli interessavano le loro parole, si alzò in volo allontanandosi dal giardino.
   
 
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