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Autore: Uptrand    14/09/2014    10 recensioni
Raccolta di storie brevi non legate fra loro che vede i personaggi originali del gioco e quelli da me inventati in situazioni anomale e magari in secondo piano. Questo con lo scopo di descrivere meglio l'universo oltre i limiti dati dalla descrizioni delle storie e personaggi principali e per cercare di descrivere qualcosa di nuovo.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il drell che correva a perdifiato rispondeva al nome di Drentel Peok, scienziato con un QI eccezionale, aveva onorato il “Contratto” mettendo a disposizione degli hanar la sua incredibile intelligenza.
Nativi di Kahje, un pianeta quasi completamente ricoperto da oceani e costantemente coperto di nubi, erano una specie acquatica somigliante alle meduse terrestri e una delle poche specie non bipedi della Cittadella
Anche se gli hanar avevano salvato i drell dall'estinzione Drentel non li aveva mai apprezzati, per usare un eufemismo, aveva accettato il “Contratto” perché così avrebbe avuto a disposizione mezzi migliori.
Il Contratto era come quelli del suo popolo onoravano la riconoscenza verso gli hanar affrontando quei compiti che essi trovavano difficili come il combattimento. Qualunque drell poteva rifiutarsi di servire, ma poiché la richiesta era considerata un grande onore pochi la declinavano.
Riconosceva che il suo popolo era in debito con i suoi salvatori, ma era contrario che li aiutassero se il prezzo era l'impossibilità di ricostituire una società drell autonoma.
Provenienti da un pianeta desertico, avevano un aspetto rettiliforme e sopravvivevano su Kahje vivendo dentro a città cupola dal clima controllato. Proprio per la grande diversità tra l’ambiente dei due pianeti, la principale causa di morte tra i drell era una malattia dovuta all’eccessiva umidità.
Alcuni hanar consideravano i membri del suo popolo come cittadini di seconda classe, molte delle loro vecchie tradizioni stavano cominciando a svanire, preferendo credere agli illuminati hanar o convertendosi alle filosofie asari.
I suoi simili che come lui accettavano il contratto erano divisi in due categorie: gli specialisti di guerra, giovani drell addestrati come spie, sabotatori e assassini; gli scienziati, come lui, quelli di cui coltivare e usare l'intelligenza.
Passato il periodo necessario a soddisfare il Contratto, i drell potevano scegliere se rimanere o no al servizio del hanar presso cui si erano addestrati.
Quei pochi che avevano lasciato il servizio degli hanar tendevano a diventare degli avventurieri, anche se alcuni servivano nell’organizzazione per la sicurezza multi-specie Agenzia N7.
Fondata da John Shepard, era una compagnia semiprivata di cui anche il Consiglio e i suoi agenti s.pe.t.t.r.o. usavano i servizi per la fiducia che avevano in essa.
Drentel era dell’opinione che se i drell avessero smesso di onorare del tutto il “Contratto” – Sicuramente non ci guarderebbero più benevolmente, ma solo come gente che occupa il loro pianeta. Perché noi abbiamo perso il nostro pianeta, se solo potessimo riaverlo ---pensò. Quella era sempre stata la sua visione delle cose, per quanto minoritaria.
 
Ma quello che la sua mente brillante era impegnata a fare in quel preciso istante era maledire ogni cosa, anche la sua maledetta curiosità ma più di tutto il rumore che i suoi piedi facevano battendo sul pavimento di metallo mentre correva all'interno del razziatore, immerso nelle profondità degli oceani di Kahje.
Mesi prima era circolata la voce dell’avvistamento di un razziatore che si muoveva sul fondo dell'oceano. Sapeva che qualcuno era stato mandato a controllare, ma il risultato era nullo.
Secondo quanto riportato, il razziatore in questione era una nave da guerra. Quella variante era alta centosessanta metri e possedeva quattro gambe, permettendo loro di combattere nello spazio e a terra.
Ben presto la notizia divenne solo una leggenda, ma lui continuava a pensarci. Non si sapeva ancora come il crucibolo avesse disattivato i razziatori e la loro tecnologia rimaneva sempre più avanzata di quella attuale.
Trovarne uno attivo e possibilmente non pericoloso, significa dare a lui la possibilità di risolvere alcuni quesiti che gli scienziati si ponevano e forse scoprire modo per recuperare Rakhana, il pianeta natale drell.
Perché non avrebbe dovuto riuscirci? Aveva superato qualsiasi problema gli fosse capitato e la gente aveva preso a chiamarlo il “Folle” per le soluzioni, ma sempre esatte, trovate. Questa volta non sarebbe stato più difficile, ma semplicemente adatto alla sua persona.
Prese una nave adatta ai viaggi subacquei, vi caricò sopra quello che riteneva di aver bisogno e partì, non prima di aver scritto una lettera a Koylat Krios il suo parente più prossimo, per fargli sapere dove andava. Trovava utile che qualcuno ne fosse informato in caso di pericolo e il messaggio sarebbe arrivato a destinazione tramite rete extranet, solo dopo la sua partenza.
 
Seguì un percorso che aveva ideato un mese prima, basandosi sulla rete di sensori sismici situati in gran parte del pianeta non tanto per i terremoti, ma per segnalare eventuali crolli delle rovine Prothean. Troppo diffuse per essere tutte attentamente sorvegliate.
Studiando il tracciato dei sensori, trovò una traccia che veniva segnalata come semplice rumore di fondo. Decise di seguirla.
 
Era il quarto giorno e stava esplorando la fossa di Suut quando i suoi strumenti rilevarono qualcosa, anche se era quello che cercava fu sconvolto nel vedere la sagoma scura del razziatore eretta sul fondale marino.
Se non fosse stato per le luci della sua nave non lo avrebbe mai avvistato, neanche passandogli accanto, tanto il nero della sua corazza si confondevano con il buio eterno di quelle acque.
Il razziatore mosse una gamba in avanti.
Non poté fare a meno di chiedersi se quell'essere sapesse della sua presenza o no, ma più di ogni altra cosa notò come la grande luce frontale del razziatore, quasi un occhio rosso e che sapeva essere il loro cannone principale, fosse spenta.
Era sola un’altra cosa a cui trovare una risposta, fu il suo pensiero. A quel punto non perse tempo, trovò un entrata, agganciò la navetta è vi entrò.
Passò un'ora a vagare all'interno del razziatore, desideroso di trovare quello che poteva definirsi la sua mente, portando con se un segnalatore che gli avrebbe permesso di ritrovare la strada ma segnando anche sulle pareti la direzione che prendeva. Non gli piaceva l'idea di affidarsi, a un solo metodo.
Più andava in profondità di quel mostro più sentiva l'atmosfera farsi pesanti, sentiva strani suoni che poco avevano di metallico ma fortunatamente non dentro alla sua testa, si era procurato il necessario per resistere all'indottrinamento, a volte gli parve che delle ombre si muovessero sulle pareti.
E poi, il mondo sembrò improvvisamente trattenere il respiro e fu come se l'oscurità fuoriuscisse dalle pareti diventando quasi solida. Smise di avvertire odori, sensazioni e sapori. Per quello che riusciva a capire lui  aveva smesso di esistere.
-- Sono morto? -- Si domandò.
Un grido lacerante gli risuonò nella mente e dopo una parola – Catalizzatore – non aveva idea di cosa fosse a cui seguì una sensazione di rabbia impossibile da descrivere, un odio vecchio di millenni urlato da migliaia di gole che dicevano la stessa parola --- Inusannon,  Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon Inusannon ---
Il dispositivo anti-indottrinamento che portava si azionò, senti l'oscurità mollare la presa come una persona che lascia un oggetto diventato improvvisamente incandescente.
Lui corse via, dubitando che il dispositivo sarebbe servito una seconda volta, anche se non era seguito da qualcosa di fisico era sicuro che quella oscurità fosse appena dietro di lui.
E adesso si trovava a correre a perdifiato, mentre la sua brillante intelligenza era impegnata in quel preciso istante era maledire ogni cosa, anche la sua maledetta curiosità ma più di tutto il rumore che i suoi piedi facevano battendo sul pavimento di metallo mentre correva all'interno del razziatore, immerso nelle profondità degli oceani di Kahje.
Anche se non era il momento,  non riuscì a evitare di concentrarsi su quello che aveva appreso. Catalizzatore, non sapeva cosa fosse ma l'oscurità provava un odio enorme verso di esso.
Inusannon era un nome che conosceva bene, erano stati per i Prothean quello che loro erano stati per le civiltà del suo ciclo ed entrambi erano caduti mietuti dai Razziatori.
La sua mente formulò ipotesi, sapeva che i razziatori non si limitavano a distruggere le civiltà più evolute, ma venivano assorbite creando nuovi razziatori. Era possibile che quel razziatore fosse stato ottenuto usando i Inusannon? Era possibile che in qualche modo la loro volontà fosse sopravvissuta? Era l'odio a far muovere quel razziatore?
Cadde a terra distratto dai suoi pensieri, era finita ne era sicuro. Senti il dispositivo anti-indottrimento entrare in funzione ma questa volta l'oscurità non mollò la presa, ancora una volta aveva avuto ragione e per la prima volta ne fu scontento.
Poi vide una porta aprirsi e alcune figure umanoidi entrare e urlare ma i suoi sensi non riuscirono a distinguerle o a capire cosa dicessero, ma ben distinti furono i lampi delle armi da fuoco.
Non sapeva se sarebbero servite, lui aveva con se una piccola arma ma non l'aveva estratta valutandola inutile.
Le figure umanoide lanciarono delle granate e vide con la cosa dell'occhio una luce bluastra tipica degli attacchi biotici. Si chiese se quelli almeno potevano essere di qualche efficace.
L'ultima cosa che vide fu un drell dall'aspetto famigliare che lo sollevava.
 *****
Quando si riprese scoprì di essere in un letto, un drell seduto davanti a lui e intento gli chiese come stava
«  Koylat? Dove?...Cosa fai qui? Dovunque sia qui. .» Chiese Drentel, chiaramente confuso
« Siamo nel palazzo dell'illuminato. » Ripose Koylat, riferendosi a dove risedeva il dio degli Hanar, l'ultimo Prothean vivente, Javik.
Non odiava Javik anche se era oggetto della devozione degli hanar, erano stati loro a credere i prothean degli dei, nessuno glielo aveva imposto.
Se non vedevano da soli la stupidità delle loro idee, di certo non sarebbe stato lui a dirglielo, anzi il fatto che Javik sfruttasse la loro devozione per vivere a spese loro, glielo faceva stare quasi simpatico.
« Lavorando nella sicurezza per conto degli Hanar sulla Cittadella e a volte perfino qui a palazzo ho ricevuto il tuo messaggio prima di quanto tu credessi e ho chiesto dei favori a degli amici. Siamo riusciti a raggiungerti appena in tempo. » Precisò Koylat
« Si è vero ho visto...te... eri tu il drell che mi sollevava, ma c'erano anche altre persone. »
« Olivia Williams Shepard e la sua squadra. »
« Shepard? Vuoi dire... » Domandò sorpreso
« La figlia e primogenita del capitano John Shepard, l'eroe della galassia e l'acquisto più recente tra i ranghi degli s.p.e.t.t.r.i. del Consiglio. »
« È incredibile che sia stato salvato da uno Shepard, ma niente di strano che tu li conosca. » disse, poi come ricordandosi di una cosa importante « Il Razziatore? L'avete catturato? »
« No, dopo i primi colpi e crollato semplicemente al suolo rimanendo immobile. Adesso sembra del tutto fuori uso. »
Il volto di  Drentel, fu quello della delusione.
« Primitivo dovresti essere grato di aver avuto salva la vita, per quello che hai fatto. » Tuonò una voce severa e autoritaria che fu prontamente interrotta da una più dolce. A parlare per primo era stato Javik in persona, l'altra era Liara T'Soni.
L'asari lo salutò cordialmente e descrisse cosa era successo. La Normandy SR3 con a bordo anche la loro figlia Asiria era arrivata su Kahje insieme a Koylat, chiedendo alla coppia il necessario per trovare e raggiungere Drentel.
Davanti al pericolo di un razziatore attivo, si erano uniti anche loro due oltre a qualche centinaio di soldati hanar della guardia Illuminata, normalmente a protezione del palazzo. Gli hanar nei loro mezzi da combattimento, erano soldati migliori di chiunque in acqua.
Giunti sul posto, una squadra d'assalto comandata da Olivia era entrata nel razziatore per trovarlo, a cui Javik e Liara si erano uniti assolutamente decisi che la loro unica figlia non sarebbe entrata in un razziatore attivo senza di loro né tanto meno i figli dei loro amici, per quanto fossero preparati.
Appena la squadra d’assalta era rientrata sana e salva, il piccolo esercito aveva fatto fuoco e il razziatore era crollato all'istante senza accennare a una risposta di difesa.
Terminato il resoconto toccò a Drental a raccontare cosa era successo al suo interno e non gli sfuggi che alla parola Catalizzatore, gli occhi dell'asari per un attimo si allargarono mostrandosi stupiti, avrebbe voluto chiedere cosa sapeva ma preferì tacere.
Quando invece parlò degli Inusannon e della sua teoria, la tristezza sul volto di Liara fu evidente e disse « Speriamo solo che ora possano riposare in pace, per la Dea. »
« In ogni caso presto lo potranno fare, se è rimasto davvero qualcosa di vivo dentro a quella macchina. Il razziatore è stato agganciato a dalle navi ed è in viaggio verso il sole di questo sistema, presto non ne resterà niente. »
Drentel fece per protestare, ma si ricordò con chi stava parlando e tacque.
Il prothean gli si avvicinò « Primitivo, si pronto per la tua punizione! » Lui fu sicuro che non scherzasse, sapeva che l'umorismo non era una delle qualità del dio degli hanar.
 *****
Vicino al sole di Kahje, quella che sarebbe sembrata una piccola macchia scura a qualcuno che osservava da distante si avvicinò alla stella e scomparve sulla sua superficie.
   
 
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