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Autore: Uptrand    14/09/2014    8 recensioni
Raccolta di storie brevi non legate fra loro che vede i personaggi originali del gioco e quelli da me inventati in situazioni anomale e magari in secondo piano. Questo con lo scopo di descrivere meglio l'universo oltre i limiti dati dalla descrizioni delle storie e personaggi principali e per cercare di descrivere qualcosa di nuovo.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell’autore: Questa storia è un tentativo a parte di approfondire un personaggio di mia creazione: Valentina Quenny.
 
In cielo, il sole stava tramontando tingendolo di rosso e dando all'interno dell'ufficio della Direttrice dell'accademia Hackett per ufficiali dell'Alleanza una strana tonalità rossastra, conferendo alla persone che dava le spalle alla finestra e a quello spettacolo un'aurea particolare, ulteriormente accentuata dai capelli rosso fuoco della donna. Si aveva l'impressione che fosse quella donna l'origine di quel colore.
« Tenente Alex Redgrave, sa che è proibito amoreggiare in questa accademia? » Chiese Valentina Quenny, direttrice della Hackett mentre era di spalle alla finestra. Era una donna dotata di una severa bellezza, vedeva il mondo con freddo realismo, aveva occhi castani penetranti e un'espressione severa ma astuta. Ma il tratto più distintivo di lei erano i capelli di color rosso fuoco, conosceva solo altre due donne che li avevano della stessa tonalità: Hannah Shepard e Olivia W. Shepard.
« Sissignora, ma ci dovrebbe provare ogni tanto anche lei...potrebbe scoprire che è piacevole. » Rispose Alexandra Redgrave. Una ragazza di circa 1.60 sui 50 chili con una corporatura tonica e decisamente allenata data dall’essere un pilota dell’Alleanza e esperta di è una campionessa di Taekwondo. Aveva occhi scuri e capelli neri, a bob. Un viso minuto e il naso a punta.
Un sopracciglio della direttrice vibrò impercettibile a quella risposta, sia per il contenuto che per la palese mancanza di rispetto del regolamento.
Quando la cadetta lasciò l'ufficio, sperò che le prossime due settimane a pulire i condotti di scarico delle navette le sarebbero servite da lezione. Riconosceva che si trattava di un buon elemento, a volte un indisciplinato, ma aveva talento e qualità per questo ci era andata leggero.
Ma la risposta l'aveva messa di cattivo umore. Aprì un cassetto della scrivania e ne trasse una bottiglia di whisky e un bicchiere, versandosene due dita e bevendolo liscio mentre faceva ruotare la sedia ammirando il sole che tramontava.
Lei si abbandonò sulla sedia e ai ricordi...
 
Si trovava sulla colonia di Petmund. Lei e un centinaio di soldati erano stati chiamati a combattere un gruppo di indipendentisti, che aveva imbracciato le armi.
Ma le cose non stavano andando bene, non erano più numerosi di loro ma sembravano essere sempre dove serviva e l'Alleanza non avanzava.
Franchi tiratori dalla finestre la costringevano quasi a strisciare ventre al suolo, ma la sua maggior preoccupazione era essere rimasta tagliata fuori.
Era sola e doveva trovare un modo per ricongiungersi con i propri commilitoni. Dal suo nascondiglio vide un uomo armato, non un soldato dell'Alleanza, entrare in un edifico non distante.
Si umetto le labbra all'idea di andare a dare un'occhiata, ma sapeva che il buon senso imponeva di tornare indietro.
Seguì l'uomo nell'edifico.
Alcune voci la guidarono verso i nemici, tre in tutto più un quarto seduto davanti a qualche pannello.
Fece un profondo respiro e uscì alla scoperto urlando « Alleanza, gettate le armi e...» Sparò prima di finire la frase.
Non si era aspettata che potesse finire diversamente, i nemici presero le armi quando ancora lei parlava ma il regolamento in certe situazioni esigeva di identificarsi prima di sparare.
« Salve Valentina, sempre fedele al regolamento vedo. » Disse il quarto uomo, l'unico che non aveva tentato reazioni e ad essere ancora in vita.
Lei sgranò gli occhi nel riconoscere in quella persona Joan Wolfrey un tempo suo compagno di squadra, commilitone e anche innamorato, fino a quando lui non aveva lasciato l'Alleanza parlando di cause migliori da seguire. Avevano la stessa età, era biondo, alto e aveva i tipici tratti nordici.
« Joan, cosa fai qui? » Chiese lei allibita.
« Dovresti saperlo Valentina, sei sempre stata intelligente e veloce a capire. »
Lui era originario di Petmund, fino a quel momento non ci aveva pensato.
« Sei con i ribelli? » Domandò lei, ma non aveva bisogno di conferme.
« No. Combatto con i patrioti, per liberare il nostro mondo da un padrone lontano. »
« Cosa? Sei pazzo...ora basta...allontanati da lì e spegni quel pannello. »
« Non posso, mi spiace. Con questo intercettiamo tutte le vostre comunicazioni, sai che sono sempre stato bravo in elettronica. »
« Allontanati! » Ordinò lei prendendo con accuratezza la mira, il tono non lasciava spazio a fraintendimenti.
Lui si buttò dalla sedia, afferrando al volo una pistola nascosta sotto il terminale e fece fuoco.
L'Alleanza riuscì ad avere la meglio sui ribelli in poco tempo e una squadra  recuperò Valentina svenuta e con una brutta ferita alla spalla, quando entrò nell'edifico per ispezionarlo. Recuperarono anche i corpi di quattro nemici morti.
*****
Seduta in infermeria dava le spalle alla porta, accanto a lei sul letto una medaglia per quello che aveva fatto. La sua prima medaglia, ma non le sembrava ci fosse niente di glorioso nell'averla ottenuta.
La porta si aprì  e qualcuno entrò nella stanza.
« Sottotenente Valentina Quenny? » Chiese la voce femminile.
« Sissignore » Rispose lei senza voltarsi, per una volta il regolamento non le sembrava importante.
« Sarebbe educazione voltarsi, sottotenente » Si sentì dire.
Lei si voltò e scattò sull'attenti, non si era aspettata di trovarsi davanti a se l'ammiraglio Hannah Shepard.
« Ho letto il suo fascicolo sottotenente, ho bisogno di soldati come lei. Si presenti alla mia nave tra un’ora, i documenti sono già stati tutti firmati. »
Detto questo l'ammiraglio se ne andò, lasciando Valentina stupefatta e con qualche domanda sul perché loro due avessero lo stesso colore di capelli.
 
All'improvviso si sentì scuotere e si svegliò, era sulla sedia del suo ufficio in mano aveva ancora il bicchiere con whisky, accanto a lei la sua attendete si massaggiava il polso.
« Mi scusi signore, ma è tardi e non usciva dall'ufficio così sono venuta a controllare. »
Lei guardò l'ora e dovette ammettere che lo era veramente. Appoggiò i gomiti sulla scrivania e si massaggiò le tempie, aveva mal di desta.
« Cosa ha fatto al polso? » Chiese Valentina notando che lo stringeva.
« Niente, doveva esserci parecchia energia statica nell'aria, perché quando l'ho toccata ho preso una scossa che mi ha fatto male. » Disse fornendo una spiegazione.
« Energia statica...già…sicuro... bene e ora di andare a riposare. »  Uscì dalla stanza seguita dalla sua attendente. Allargò due dita di una mano, tra di esse passò una minuscola scarica elettrica. Una minuscola saetta. Si tranquillizzò, tutto era nella norma.
Sentiva davvero il bisogno di un letto comodo.
   
 
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