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Autore: Rain e Ren    30/09/2008    2 recensioni
Una Yuki sedicenne da troppo tempo.
Un Zero ormai al limite, che sta per trasformarsi in una bestia assetata di sangue priva di ragione.
Un Kaname messo alle strette dal Consiglio.
Una Night Class che per la prima volta scopre cosa sia davvero il Consiglio e a cosa miri.
Una Shizuka diversa da come era stata descritta, dall’assassina senza scrupoli.
E una famiglia…leggendaria…che torna a lottare…
Ed infine la guerra…antica quanto il tempo…che ancora una volta richiede vittime sacrificali per la sua smania…
In un mondo ormai sul ciglio del baratro, un gruppo di ragazzi sono chiamati a fare una scelta… Scegliere da che parte schierarsi è d’obbligo per poter sopravvivere…
Ma cosa centra in tutto ciò la famiglia di Yuki?
E perché, improvvisamente, lei se ne va?
E come mai Shizuka Hiou si trova all’Istituto Cross?
E cos’è la storia che la famiglia Kiryu non è morta come invece si crede?
Segreti e misteri tornano a galla…chi sarà in grado di fermare l’avanzata sempre maggiore dell’Inferno?
La mia seconda fic su Vampire Knight, spero vi possa piacere più della prima.
ATTENZIONE: questa storia è in parte legata a Guardian, ma solo per l’apparizione, in seguito, di alcuni personaggi della mia prima ff. Non è quindi obbligatorio leggerla, anche perché non è che abbiano un grande ruolo nelle precedente ff, ma se volete…
Lo so che l’avevo gia postata, ma ho dovuto toglierla!!!
Buona lettura…Baci Rain!!!
Genere: Dark, Azione, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shizuka Hio, Un po' tutti, Yuki Cross
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ho deciso di postare subito anche il primo capitolo

Ho deciso di postare subito anche il primo capitolo.

Secondo…: la prima parte potrà sembrarvi un po’ noiosa perché sarà una rivisitazione(più o meno)della storia principale, ma con qualche errore intenzionale qua e là.

E terzo…vi lascio prima che mi linciate perché continuo a rompere.

Baci…Baci…Rain!!!

 

 

 

1. Verso il baratro.

 

“ …non so come sia li da te, ma qui le cose non fanno che peggiorare.

Siamo ormai al limite, tra poco tutto crollerà inesorabilmente, e dubito che potremmo far qualcosa per impedirlo; siamo stanchi anche noi, e da quel che ho potuto capire nemmeno tu e gli altri potete far qualcosa.

Vorrei poterti rassicurare, come fanno tutte le mamme, ma questo non è il mio ruolo. Proprio no!

Forse non sono stata una buona madre per te, anzi!

C’ero poco o quasi mai, e tu sei cresciuta con tua sorella; Shizuka è una brava ragazza, ma non era pronta per crescerti: quello era compito mio!

Non so perché ti sto dicendo tutte queste cose, forse perché sento che la fine si sta avvicinando anche per noi, forse perché non ho più la forza di una volta… Non c’è la faccio più a combattere. Tutto sta diventando…troppo! E non riesco più a reggerne il peso.

Mi dispiace, davvero!

Mamma.”

 

Appoggiò la lettera sul letto e sospirò lasciandosi cadere sopra quest’ultimo.

Era stanca, lei come sua madre era stanca.

Non potevano fare miracoli, non era nelle loro capacità, eppure ci avevano provato così a lungo che l’illusione di poterci riuscire era diventata una realtà solida e ben definita, e ora che tutto si stava lentamente sfasciando davanti ai loro occhi, si rendeva conto ch’era stato tutto inutile.

Tutti gli anni passati a lottare, a ricostruire quello che la guerra non faceva che distruggere…era stato davvero tutto vano?

Inutile sforzarsi per ottenere un mondo migliore?

Assurdo lottare contro tutto e tutti per qualcosa in cui si crede?

Tentativi vani!?

Anni buttati nel cesso!?

No, non voleva credere che fosse così, perché altrimenti la sua presenza era sbagliata; lei non c’entrava nulla…davvero???

Eppure non riusciva a staccarsi da lì, da quel luogo a cui erano legati tanti ricordi, belli e brutti, tristi e felici.

Non che fossero stati anni facili quelli passati là dentro, ma ciò che aveva vissuto valeva più di qualsiasi cosa al mondo.

E ora…solo i ricordi rimanevano di quella vita che tanto aveva amato, di quel qualcosa per cui tanto aveva lottato; sputare sangue e mentire per andare avanti, per continuare sulla strada che si ha scelto.

 

[Persino sua madre si era arresa!!!]

 

Ma era davvero giusto così?

Era così che doveva finire?

Si alzò di scatto dal letto e andò alla finestra per osservare il cielo stellato di quella notte.

Il tenero luccichio sembrava quasi volerla compatire, farle capire che era ora di mollare, di dire basta…di lasciarsi andare all’oblio.

“ No!” sibilò a denti stretti mentre la rabbia le montava dentro. “ Io non lo accetto!”

Un movimento fluido, rapido e invisibile.

Lo specchio rotto, l’immagine incrinata.

E il sangue…rapido e silenzioso a sporcare la purezza.

 

[Non c’è nulla da fare…

…la purezza non esiste…!

E se c’è…poco ci vuole ad insozzarla…]

 

Guardò la sua immagine nello specchio rotto.

I minuscoli frammenti di vetro sparsi su tutto il pavimento, schegge di una vita ormai alla fine.

 

[Non c’è modo di riparare lo specchio…

…non si può riportare indietro qualcuno…]

 

Frammenti di un’esistenza che tale non era mai stata.

Proprio come quel mondo che tanto aveva voluto proteggere: mai libero nella sua eterna maledizione; imprigionare qualcuno per proteggersi, sacrificare qualcuno per continuare ad esistere.

Non era giusto, ma era vero.

 

[E la verità non è mai giusta…

è crudele…è questa la sua natura…]

 

Eppure era stata proprio lei a voler continuare quella pazzia, quella vita che richiedeva continuamente nuove vite, nuovi sacrifici di innocenti.

Se almeno fossero morti loro

Cosa sarebbe importato?

Cosa sarebbe cambiato?

Nulla!

Ma…la loro esistenza…c’era un motivo se erano lì, in quel momento, su quella Terra ormai al limite.

Troppo dolore…

Troppe lacrime…

Troppo sangue…

A tutto c’è un limite, e forse questo era gia stato superato da tempo!

 

[Come in un bicchiere stracolmo d’acqua…

…un’ultima goccia...e straripa rompendo gli argini per lei creati…]

 

Il problema era proprio questo: se gli argini si rompono, tutto finisce!

Esiste un limite, una linea di confine che non va superata, eppure loro l’avevano fatto gia da tanto tempo.

E ora erano sul ciglio del baratro.

Stavano guardando in faccia l’abisso.

Maloro potevano…loro non avevano problemi a stare all’Inferno!

Erano gli altri, quelle persone esterne, al di fuori, che rischiavano senza saperlo.

Quelle persone che lorolei...aveva giurato di proteggere.

Sempre!

Ad ogni costo…

 

[Promesse non mantenute…

…colpe che si accumulano …]

 

Lanciò un’ultima occhiata ai frammenti ai suoi piedi, piccole schegge che tali non sarebbero dovute essere.

Scosse la testa sospirando prima di voltarsi per andarsene.

Un altro gesto fluido della mano e ciò che prima era distrutto ora era integro.

 

[Non si può riportare indietro qualcuno…

…forse…]

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Yuki Cross non aveva mai sopportato la scuola ne, tantomeno, le terribili e noiose lezioni ch’era costretta ad ascoltare solo per far contento qualcun altro; quindi preferiva poggiare la testa sul banco e dormire, incurante che, da un momento all’altro, il professore avrebbe potuto chiamarla e sarebbe finita nei guai.

Al solito!

Non era certo un novità che non ascoltava le lezioni e dormicchiava tranquillamente mentre gli altri ascoltavano o, più probabilmente, facevano finta di ascoltare. Conosceva bene i suoi compagni e, da quando, pochi mesi prima, erano arrivati dei nuovi compagni…bè…la classe si era notevolmente movimentata, tanto che i professi avevano ben altro da fare che controllare se lei dormiva o era sveglia.

“ Ehi. Yuki.” Una gomitata da parte di Yori la fece aprire gli occhi di malavoglia.

“ Uhm…che c’è? Che succede?” chiese la mora sbadigliando e stiracchiandosi. “ È gia finita?” aggiunse speranzosa guardandosi intorno con gli occhi ancora annebbiati dal sonno.

“ No, non è ancora finita.” Le rispose, e il sorriso sparì dalle labbra dell’amica. “ Ma il professore avrà un esaurimento nervoso se quelli non si danno una calmata. E indicò quattro ragazzi che, indifferenti alle grida dell’insegnate, si facevano…come dire…ah, ecco: si facevano i cazzi propri!

“ È da un quarto d’ora che la Ikeda continua ad urlare.” Le spiegò indicando la donna.

E io che dovrei fare?” chiese Yuki con voce ancora assonnata.

“ Come membro del Disciplinare forse potresti dirgli qualcosa.” Le fece notare Yori senza far caso alla mancanza di reazione da parte dell’amica.

“ Bah…” borbottò la mora riappoggiandosi al banco.

Tornò a sonnecchiare beatamente, senza fare caso alle urla della professoressa o agli schiamazzi dei suoi compagni o alle risate di chi assisteva.

Yori alzò gli occhi al cielo e tornò a leggere il libro che si era portata dietro: ultimamente far lezione era così impossibile, che preferiva leggere qualcosa d’interessante piuttosto che guardare l’insegnate del momento diventare pazza per far stare in silenzio la classe.

SBAM

“ Ehi! La piantiamo?!” la voce calma e al contempo arrabbiata di Zero fece piombare la stanza nel silenzio.

Si era alzato improvvisamente e aveva sbattuto le mani sul banco in modo da farsi sentire.

“ Eddai.” Esclamò una ragazza, proprio una di quelle che stava facendo confusione. “ Non stavamo facendo nulla di male.”

“ Stavate disturbando la lezione.” Ribatté zero seccato. “ E questo è gia male.” E si sedette nuovamente.

“ Ora potreste sedervi anche voi cosicché la lezione possa proseguire?”

E i quattro, anzi tre, fecero come gli era stato detto.

Ma prima di riprendere la lezione, la ragazza che aveva risposto a Zero si voltò brevemente verso Yuki e le sorrise furbescamente, come per dirle qualcosa; lei, dal canto suo, sbatte le palpebre accigliata da quello sguardo. Avrebbe voluto chiederle qualcosa, ma lei si era gia voltata e aveva preso ad ascoltare la lezione senza troppo interesse.

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La notte era scesa  placida sul Collegio Cross, e la Night Class aveva iniziato le lezioni come al solito.

Eppure, quella notte, non tutti erano presenti nell’aula, non tutti si stavano comportando secondo i patti.

Maria Kurenai, nuova studentessa della Night Class da pochi giorni, se ne andava a zonzo per il cortile, allegra e con un sorrisino ingenuo tipico dei bambini e, come nel suo caso, delle ragazzine viziate.

Saltellava da una pietra all’altra, i capelli che si muovevano ad ogni suo balzo, e la divisa che seguiva i suoi movimenti; le mani dietro la schiena e sul viso un’espressione talmente ingenua da risultare quasi falsa.

 

[Un fruscio e la notte non è più tranquilla…]

 

“ Ti vedo allegra.” Una figura se ne stava davanti a lei, nascosta nel buio, appoggiata ad un albero, con le braccia incrociate sul petto e un piccolo sorriso appena visibile dalla luce della Luna. “ Non dovresti essere a lezione?” aggiunse la figura fingendosi curiosa.

“ Uff…ma li non mi diverto!” si lamentò Maria sbuffando come una bambina. “ Sono tutti così compiti e seriosi in quella classe. Non si può nemmeno scherzare che tutti ti guardano male.

La figura rise sommessamente. “ Lo sai che a volte i tuoi scherzi sono pesanti!?

 

[Né domanda…né affermazione…

…in bilico tra l’una e l’altra…]

 

Maria sogghignò allegramente prima di riprendere a saltellare da una pietra all’altra.

“ Nemmeno i bambini si comportano così!” sospirò la figura alzando gli occhi al cielo.

L’altra non rispose, si limitò a fermarsi improvvisamente e ad abbassare lo sguardo.

Ma in fondo è meglio così, no?” chiese sussurrando, gli occhi ancora fissi sul pavimento grigio. “ Meglio questo che altro…giusto?”

Si era fatta seria e concentrata, e quell’espressione, sul suo viso, stonava troppo.

 

[La maschera perfetta che s’incrina...

…la verità non è mai come sembra…]

 

Lo sguardo da bambina viziata, il sorrisetto infantile e i saltelli erano scomparsi e, guardandola in quel momento, molti avrebbero stentato a credere che fosse la stessa di pochi minuti prima.

“ Nessuno deve sapere!” disse flebile la figura.

Maria sospiro scuotendo la testa. “ Luilui sa…” sussurrò chiudendo gli occhi un momento. “ Lui lo sospetta gia.”

“ Non mi stupisce.” Disse l’altra con voce pacata. “ Me lo aspettavo; ad essere sincera, mi sorprendo che gia non abbia detto qualcosa.

“ Sta solo aspettando il momento giusto.” La rassicurò acidamente Maria. “ Colpirà presto.”

La figura la guardò per un momento e poi si strinse nelle spalle come se nulla fosse, come se quella storia non la riguardasse veramente.

Poco le importava, oramai, di come andavano le cose.

Sciocco, a dirla tutta, pensarla così proprio in quel momento, quando la verità era ad un passo dall’essere svelata e il baratro si apriva nero e minaccioso davanti a loro.

 

[L’Inferno è sempre pronto a spalancare le sue porte…

…accetta sempre nuovi sacrifici…]

 

“ Spero che non vada come dici tu.” Disse dopo un attimo di silenzio. “ Lo spero davvero.”

“ Forse…” ma le parole non uscirono mai dalle sue labbra.

 

[Frasi uccise ancora prima di nascere…

…frasi soffocate prima di vedere la luce…]

 

La figura chiuse gli occhi e sospirò stancamente.

“ Maria.” Chiamò facendo alzare lo sguardo dell’altra. “ Spero davvero che non faccia questo errore…”

Un soffio di vento…

…un soffio di vento e lei gia non c’era più.

 

[Piccola, effimera creatura…

…piccola chimera senza Terra…]

 

Maria si voltò tranquillamente, come se niente fosse stato, come se lei non fosse mai stata lì.

Chiuse gli occhi e quando li riaprì la bambina infantile era tornata.

 

[Sorrisino e saltelli da bambina…

…la maschera ricompare…]

 

 

 

Fatto!!!!!!!!!

Com’era? Piaciuto????

Fatemi sapere!!!

Alla prossima…Baci…Baci…Rain!!!!

   
 
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