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Autore: Uptrand    14/09/2014    11 recensioni
Raccolta di storie brevi non legate fra loro che vede i personaggi originali del gioco e quelli da me inventati in situazioni anomale e magari in secondo piano. Questo con lo scopo di descrivere meglio l'universo oltre i limiti dati dalla descrizioni delle storie e personaggi principali e per cercare di descrivere qualcosa di nuovo.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il soldato guardò attraverso la feritoia del bunker dove lui e la squadra, una trentina di individui, avevano trovato riparo. Alle sue spalle riecheggiarono dei passi famigliari.
« Avvistato qualcosa Hannah? » Chiese il sottotenente Steven Hackett che era subentrato al comando, dopo che il tenente Isolda Hershey era stata colpita durante la ritirata verso la colonia di Shanxi nell'ultimo bombardamento orbitale. Se era rimasto qualcosa del suo corpo, doveva essere disperso nel raggio di decine di metri e in parti molto piccole.
« Niente, signore. » Rispose il sottotenente Hannah Shepard, un viso rettangolare in cui erano incastonati due bellissimi occhi verdi e una chioma rosso fuoco a taglio militare, contenta di vedere l'amico al comando. Quando era andata all'accademia militare, Hackett la frequentava già ed era il suo capo sezione, in virtù di questa sua anzianità aveva assunto il comando anche se Hannah aveva lo stesso grado. Come soldato pensava di averci guadagnato più che perso dalla morte del tenente Hershey, riteneva Steven un comandante migliore del suo predecessore anche se non poteva dirlo apertamente. Lui era originario di Buenos Aires, un viso asciutto e duro di chi era cresciuto in fretta vivendo nei quartieri più poveri e degradati della città.
« Credi che gli aiuti arriveranno presto? I rifornimenti stanno scarseggiando e non ci rimane molto terreno da cedere. » Domandò Hannah
Steven si guardò indietro, per essere sicuro che nessuno udisse per sbaglio « Sono sicuro che sai qual è la situazione, ma per rispondere alla tua domanda “Non lo so.”. Sicuramente l'Alleanza sa cosa sta succedendo, è però impossibile dire cosa faranno ora che l'umanità ha scoperto di non essere sola. »
L'umanità aveva incontrato un'altra civiltà nel modo più doloroso. Nel 2157, una flotta aliena era apparsa sopra la colonia di Shanxi bombardandola, subito dopo erano scese le prime truppe da sbarco. Da un paio di prigionieri, fatti all'inizio del conflitto, avevano saputo che i loro aggressori si facevano chiamare turian. 
Solitamente alti più di un metro e ottanta, con due lunghe dita proporzionalmente spesse e un pollice opponibile su ogni mano, artigli all'estremità di ogni dito, e una serie di mandibole intorno alle loro bocche.
Il tratto più caratteristico dei turian era il loro carapace metallico, fortunatamente per gli umani, lo spesso strato di pelle aveva la stessa resistenza ai proiettili e ai colpi energetici di quella umana. 
« Il generale Williams ha una soluzione spero? » Chiese lei.
« Il generale è solo un uomo, è un buon comandante in capo, ha il mio rispetto e sta facendo tutto il possibile per resistere ma non abbiamo navi. Senza non possiamo rompere l'assedio dei turian. »
Hannah imprecò, sapeva bene che Steven stava dicendo il vero. Il tempo giocava dalla parte del nemico, che doveva solo aspettare che gli umani si arrendessero per mancanza di cibo o di munizioni o entrambe le cose. Se la situazione non si fosse capovolta in fretta, la sconfitta era l'unica possibilità. Ambedue se ne rendevano pienamente conto.
Finirono a terra quando i primi colpi d'artiglieria esplosero intorno alla loro posizione, parte dell'ultima linea di difesa prima della colonia.
« Arrivano! » Gridò un soldato. Usando il bombardamento come copertura, i soldati turian avanzavano sulla loro postazione.
« Fuoco!  Non sprecate colpi! » Urlò Steven nel comunicatore una volta rialzatosi e fece fuoco dalla feritoia più vicina, imitato da Hannah.
« Steven ..è inutile. » Gli disse gridando per superare il rumore degli spari e indicò i sensori di movimento, anche quello che vedeva dalla feritoia era una prova sufficiente. Il nemico era semplicemente troppo numeroso da fermare.
« Ritirata ! » Ordinò Steven imprecando a denti stretti « Hannah prendi dieci uomini e cerca di rallentarli, se ci ritiriamo tutti insieme potrebbero raggiungere il perimetro della colonia senza di darci il tempo di rinforzare la posizione. » Disse odiandosi nel dare un ordine sensato che metteva a rischio l'amica.

Steven fu lasciato per ore nel più totale isolamento in una cella senza finestre, senza un letto e con una sola sedia o pensava fosse tale. Una lampadina diffondeva una luce piatta e dura, non udiva nessun rumore dall'esterno.
La porta della cella si aprì e la figura che apparve non era umana. Il turian aveva occhi che gli ricordavano quelli di un falco, senza peli e una pelle a scaglie. Gli si avvicinò.
« Seguimi. » Ordinò in perfetto portoghese degno delle strade di Buenos Aires, Steven sapeva che il nemico usava dei traduttori ma ne rimase lo stesso colpito anche se cercò di nasconderlo.
Lui ubbidì, fuori dalla cella altri due turian lo aspettavano e lo ammanettarono. Fu condotto per un breve corridoio, fatto entrare in una stanza e messo a sedere.
In piedi, davanti a lui, un turian aveva l'aria di aspettare « Lei è un ufficiale. » Dichiarò l'alieno
« Steven Hackett, Alleanza dei sistemi uniti...»
« Silenzio, ho già sentito queste cose da altri. Lei è un ufficiale, può darsi che conosca o no qualcosa di importante per la gerarchia turian. Io farò le domande e le risponderà, è chiaro ? »
« No! »
« Mi dica, la testardaggine è tipica della sua razza? » Disse il turian che si voltò verso una parete, parte di essa scomparve lasciando intravedere la stanza accanto.
Steven sgrano gli occhi incredulo, Hannah era in ginocchio con indosso solo la sua uniforme, due alieni la costringevano in quella posizione tirandole e torcendole le braccia all'indietro, un terzo individuo era fermo davanti a lei.
« Non ci può vedere o sentire ma noi si. » Specificò il suo carceriere. Il turian che non era costretto a trattenere Hannah le si avvicinò, aprì con forza la mano dell'umana e le afferrò un dito. Steven tentò un movimento, ma venne ributtato dalle guardie sulla sedia. Udì un "crac" e vide Hannah mordersi il labbro per non urlare.
« Voi umani siete troppo morbidi. » Commentò il carceriere e rivolgendosi ad Hackett « So che questa femmina è un ufficiale sotto il suo comando. Ora i miei uomini la pesteranno, mentre io e lei parliamo, fino a quando non sarò soddisfatto delle sue riposte o non crederò che dica il vero. »
« Maledetto, vigliacco assassino! Barbaro bastardo figlio di una carogna. » Esplose Hackett
« Non ho problemi se vuoi perdere tempo umano, non so se lo stesso vale per la femmina. »
Steven riportò la propria attenzione su Hannah, con rabbia vide il turian incominciare a colpire al volto.
« Dipende da te, quanto lei dovrà soffrire. » Insistette il suo carceriere.
Steven strinse i denti dalla rabbia, non sapeva niente di importante, si chiese quanto tempo ci sarebbe voluto perché gli credesse, ma sopratutto per quanto Hannah avrebbe resistito.

Tre giorni dopo furono fatti salire su un mezzo blindato e mandati via. Non sapeva dove li stessero portando assieme ad altri prigionieri, era preoccupato per Hannah. Era stata picchiata e non aveva avuto nessuna cura medica, era cosciente ma stava male ed era probabile che le ferite si infettassero. Lui non si era mai sentito cosi angosciato, durante il trasporto la strinse a se. Il viaggio era accidentato e lei sarebbe caduta se lui non l'avesse aiutata.
Dopo qualche ora il mezzo si fermò e vennero fatti scendere.
La prima cosa che colpì i nuovi arrivati fu l'odore di sudiciume che infestava l'aria e di cui ben presto capirono l'origine. Un campo di prigionia.
Questo conteneva rifugi improvvisati e fatiscenti dove un centinaio di umani cercavano di sopravvivere, mentre attorno a loro i turian facevano la guardia. L'unico contatto con l'esterno era quando veniva consegnato il cibo, come Steven capì fin da subito era anche l'unico servizio del campo. Anche per quelli basilari come le latrine, gli umani erano lasciati a se ed erano liberi di scavarne con le mani o fare i loro bisogni dove volevano come animali, nessuno si sarebbe lamentato o sarebbe venuto a pulire.
La cosa che preoccupò di più Steven, tranne Hannah, fu che gradi e gerarchia sembravano non fare più presa tra quegli uomini. Lui era cresciuto tra i quartieri poveri di Buenos Aires, sapeva di cosa erano capaci i suoi simili quando venivano trattati come animali.
Depose Hannah in un posto che almeno aveva un tetto e si allontanò portandosi in uno spiazzo aperto.
« Chi è il più forte qui dentro? » Gridò con quanto fiato aveva in corpo, tutti lo guardarono ma nessuno rispose. Ripetè nuovamente la domanda.
Un uomo si fece avanti « Io, Buster. » Rispose l'uomo.
Steven lo soppesò un attimo. Era chiaramente un individuo brutale, più forte che intelligente.
Cogliendolo di sorpresa Steven mandò Slim a terra con un pugno, con la punta dello stivale lo colpì all'addome. Quando l'uomo provò a estrarre quello che sembrava un pugnale arrangiato, lui gli mise un piede sopra il polso, dopo di che gli sferrò un altro calcio dritto in bocca.
« Se io e la mia amica avremmo un qualsiasi problema, sarai tu a risponderne che c'entri o meno.» Disse a Slim dolorante a terra. Si diresse da Hannah, sicuro di aver mostrato a tutto il campo chi era. Sperava di evitare problemi inutili con gli altri prigionieri e magari ottenere degli alleati.

Steven era preoccupato. Le ferite di Hannah si erano infettate, aveva la febbre ma non aveva modo di procurarsi delle medicine. Era riuscito a ottenere del medigel da un prigioniero e razionandolo erano andati avanti con quello, ma era finito e non aveva modo di ottenerne dell'altro.
Passava con l'amica quasi tutto il suo tempo e la vedeva diventare sempre più magra e smunta, anche se i suoi incredibili occhi verdi rimanevano vivaci. Ma era sempre più il tempo che passava dormendo, sempre più debole a ogni giorno che passava.

Era notte e Steven stava tornando al rifugio che condivideva con Hannah, quando una luce improvvisa illuminò la notte e la terrà tremò. Il suo sguardo indugiò su altro, aveva scorto del movimento nel rifugio.
Si mise a correre e quando fu abbastanza vicino da capire, il suo cervello si rifiutò di accettarlo.
Hannah era priva di pantaloni che giacevano a terra, le mutante erano calate all'altezza delle caviglie. Sopra di lei, un uomo con i pantaloni abbassati stava guardando le luci in cielo. Lui e Steven incrociarono gli sguardi.
Lo stupratore giaceva con il collo spezzato sul terreno del campo, Steven chino su Hannah cercava di rivestirla.
Si sentiva agitato e le mani gli tremavano visibilmente, cercò di riprendersi ma non gli sembrava funzionasse. Non aveva mai avuto paura in una battaglia, ma quello che era appena successo l'aveva scosso più di qualsiasi altra cosa, anche se in passato aveva avuto un attimo di intimità con l'amica rivestirla gli metteva soggezione. Quando le rimise le mutande, per un attimo il suo sguardo indugiò sul sesso della donna e sentì la gola seccarsi. Hannah era sempre stata una bellissima donna.
Infine riuscì a rivestirla completamente mentre lui provava solo ripugnanza per se stesso, per come aveva reagito il suo corpo vedendo l'amica nuda, cercò di giustificarsi dicendo che era solo una reazione biologica, non fu d'aiuto a farlo sentire meglio.
Un'esplosione fece crollare la recinzione del campo. Steven corse verso l'apertura con Hannah in braccio, con quello che era successo si era dimenticato di cosa accadeva intorno a lui, vide una figura arrivare in direzione opposta: un umano.
Il soldato dell'Alleanza gli stava facendo cenno muoversi, lui era anche sicuro che stesse urlando, ma il rumore degli spari copriva ogni altro suono. Non distante un mako apriva il fuoco.

« Fate attenzione. » Disse Steven agli infermieri della Ssv Dakota mentre portavano via Hannah diretti all'infermeria.
« Fortunato bastardo. » Gli gridò qualcuno dietro di lui, voltandosi vide David Anderson, era giunto insieme ad Hannah all'accademia ed era stato il migliore del suo corso N7, assieme i tre erano stati inseparabili. « Sapevo che non potevi essere morto, ho avuto un infarto quando ho letto il tuo nome nella lista di chi abbiamo tirato fuori da quel campo. E Hannah ? Ho visto il suo nome. » Chiese David, la preoccupazione nella sua voce era evidente.
Steven narrò all'amico della loro priogionia e facendosi forza cosa era accaduto ad Hannah poco prima dell'attacco, pensava che gli avrebbe fatto bene sentire qualcuno che gli desse la colpa di cosa era successo oltre che se stesso.
« Che ne è stato di quel criminale? » Domandò David
« L'ho ucciso. » Rispose Steven, senza che la voce tradisse la minima emozione.
« Dannazione, mi hai privato del piacere di farlo. » - si sentì dire come risposta e subito dopo - « Hai fatto l'impossibile, lei è viva e si rimetterà. Se c'è una persona che può farlo è Hannah e avere un figlio da cui tornare è una grande spinta.»
Questo fece ricordare a Steven che lei aveva un figlio, un bambino di tre anni di nome John Shepard, che aveva affidato ai genitori sulla Terra e di cui non parlava mai quando era in missione e neanche dentro al campo. Una volta gli aveva chiesto il perché e lei aveva risposto che non voleva ricordarlo, perché quando lo faceva abbassava la guardia, rendendo più probabile che lei non potesse tornare mai più da lui.
Steven pensava che probabilmente David sapeva di cosa parlava, essendo anche l'amico sposato da non molto tempo e avendo già un figlio.
Questo gli rammentò che il piccolo John aveva una madre ma non un padre, la cosa più probabile era che Hannah tenesse il silenzio perché si trattava di un militare cosa che avrebbe messo entrambi in guai seri. Finché era un segreto l'Alleanza non avrebbe obiettato, non potevano proibire a una donna di avere figli e il presunto padre non avrebbe dovuto temere per la sua carriera, oltre a non avere problemi a mentire sul fatto di non avere figli, era facile essere convincenti quando realmente non si sapeva di aver colpa. La sua sicurezza che Hannah non si fosse mai rivolta all'altro genitore, derivava dal fatto che poteva essere lui ad aver vinto alla “lotteria”.
*****
Era successo solo una volta e non per caso, sapevano entrambi cosa stavano facendo. Hannah aveva attirato sempre gli sguardi su di se, ma pochi erano coloro che reggevano il confronto con una personalità cosi forte. Quello era uno di motivi per cui lui e David avevano stretto amicizia tra loro e con lei, erano entrambi tre leader nati.
Ma il rapporto con David non era mai andato oltre l'amicizia, di questo era sicuro ma per quello che lo riguardava una sera lei si era concessa.
« Stiamo facendo una cosa stupida » Disse lui, mentre entravano in una camera d'albergo
« Lo so... ma non puoi negare una certa attrazione tra noi, meglio risolvere la questione prima che ci rechi problemi. » Obiettó Lei.
Steven ancora ricordava il momento culminante, mentre aveva il viso immerso tra i capelli di Hannah e vedeva solo quel magnifico rosso. Non si era mai sentito cosi vicino al paradiso come in quell'istante, poi udi la voce di Hannah nell'orecchio anche se non poteva vederle il viso abbracciati com'erano l'uno all'altra.
« Qualsiasi cosa sia accaduta questa sera non ne parleremo mai più...promettimelo? Abbiamo entrami i nostri sogni e la vita nell'Alleanza non consente di avere storie romantiche, anche se David è convinto del contrario.»
« Hannah..»
« Promettilo? »
« Lo prometto. »
Cosi lui aveva fatto, tranne quando la gravidanza di Hannah non poteva più essere nascosta e lei aveva risposto alla sua domanda se era incinta, come se gli avesse appena confermato di aver preso un raffreddore. Avevano preso delle precauzioni, ma qualcosa poteva non aver funzionato.
Quando gli chiese se era lui il padre, fu la prima volta che la vide arrabbiata
« Non ti deve interessare Steven...ricorda cosa hai promesso....puoi essere un amico ma solo questo. » Disse mentre quei suoi occhi verdi lo fissavano, dando l'impressione di essere due lastre di ghiaccio e i capelli fiamme vive tanto era la determinazione che avvertiva.
Lui non disse niente, la sua resa era chiara. Lei proseguì per la sua strada.
I loro rapporti rimasero tesi per un po', ma si rasserenarono col tempo.
Hannah non fece mai niente per nascondere il figlio che mostrò agli amici, Steven ogni volta che lo guardava cercava di cogliere qualche somiglianza ma senza mai riuscirci.
*****
Quando Steven si recò in infermeria qualche giorno dopo, la nave era diretta verso la Terra e la colonia di Shanxi si era arresa. I rinforzi erano arrivati troppo tardi per essere veramente d'aiuto, ma era sicuro che l'Alleanza avrebbe reagito Si chiese cosa ne fosse stato dei cuoi commilitoni sul pianeta e del generale Williams.
Cosa gli rimane? – Pensò, perdere una colonia era qualcosa che non poteva essere dimenticato.– La sua carriera è finita, non importa quanto fossero giuste le sue scelte. – La sua idea era che il generale avesse veramente fatto l'impossibile, ma quando la sconfitta era netta aveva ordinato di evacuare ripiegando su Arturus, salvando cosi chi tra gli umani era ancora in vita. – L'Alleanza scaricherà volentieri la colpa su qualcuno, se non ha niente che può far passare come vittoria alla gente. –
Si fermò davanti una porta ed entrò quando udì la risposta. Hannah sorridente lo guardava sdraiata dal letto dell'infermeria.
« Vedo che ti stai riprendendo. » Disse lui.
« Si e penso di doverlo a te...anche di non essere stata violentata. » Hannah disse l'ultima frase muovendosi a disagio.
« Come fai a saperlo? » Chiese allibito lui. Ne aveva parlato con i medici perché voleva che controllassero, era impossibile dire quali malattie quel criminale poteva aver contratto nel campo e lui non sapeva se era arrivato in tempo per impedire all'uomo di fare quello che voleva.
« In questi casi ti mandano un supporto psicologico, uno psichiatra mi ha spiegato che il test ha confermato che non c'é stata violenza. Siccome nel mio caso non è successo niente, non c'era molto che potesse sconvolgermi, tranne il fatto che qualcuno possa avermi vista nuda. Ho fatto una chiacchierata di un’ora col medico che mi ha ritenuta idonea a riprendere servizio, appena sarò abbastanza in forze da stare in piedi. »
Lui stava per dire qualcosa, ma qualcuno entrò e perse il momento.
« Hannah bello vederti finalmente sveglia, sono corso appena ho saputo ma anche perché ho novità interessanti. » Spiegò David che si era precipitato nella stanza.
I due lo guardavano con trepidazione. Lui attese giusto qualche secondo più del necessario per parlare, non tutti i giorni si portavano notizie come quella.

« La seconda flotta agli ordini dell'Ammiraglio Kastanie Drescher muoverà presto per riconquistare Shanxi e accettano volontari. » Annunciò David sorridendo sull'ultima parte, la sua intenzione di offrirsi tale era evidente. Non meno lo era quella di Steven e Hannah
« Ci riprenderemo Shanxi!» esclamò David.
Hannah annuì con sobria soddisfazione, Steven picchiò un pugno sul palmo della mano.
Aveva un debito con un turian che doveva saldare.

   
 
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