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Autore: Starishadow    14/09/2014    4 recensioni
Che Ai e Syo siano come cane e gatto è una cosa risaputa, ma cosa può cambiare quando uno dei due esagera, e le sue parole vanno a colpire dritte dritte il fondo del cuore dell'altro? Quali saranno le conseguenze del loro ennesimo scontro? E mentre le ombre del passato iniziano ad allungarsi verso il presente, riusciranno quei due a proseguire per la loro strada, o verranno raggiunti da quel buio?
Se pensate che la storia possa piacervi, entrate pure e leggete! ^^
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ai Mikaze, Syo Kurusu, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 34. Hate
 
Il buio non era più confuso, i lampi di luce erano fermi, e volendo riusciva a concentrarsi abbastanza a lungo su uno di essi.
I rumori attorno a lui erano più distinti, e sebbene non riuscisse sempre a cogliere tutto quello che avveniva, una cosa era chiara.
Quel bastardo aveva fatto male al suo fratellino.
E lui non aveva potuto difenderlo.
Una mano coperta di gocce di sangue si strinse debolmente in un pugno.
 
UNA SETTIMANA DOPO

«Buongiorno bell’addormentato!» esclamò Reiji sorridendo come un ebete davanti ad Ai, che lentamente riuscì a mettere a fuoco i contorni della stanza.
«D-dove…» bastò un’occhiata per capire dov’era, e sospirò, optando per un’altra domanda «Dov’è Syo?» chiese preoccupato.
Reiji sorrise con aria di comprensione, prima di togliergli un ciuffo di capelli da davanti agli occhi.
«Gli Starish l’hanno trascinato a casa a dormire e mangiare prima che si riducesse peggio di te»
Lo sguardo di Ai si indurì, e la scritta “quell’idiota” parve lampeggiare a caratteri cubitali con tanto di insegne al neon sulla sua fronte a mo’ di sottotitolo. Reiji sorrise affettuosamente:
«Era preoccupato per te» spiegò tranquillamente.
«Non ce n’era motivo»
«Tu sai che stavi per morire dissanguato, vero?»
Ai rimase sbalordito e smise di ribattere. Reiji non gli disse altro, si limitò a fare spallucce e dire “ma non è successo, quindi non pensarci”.
«Aine?» chiese subito dopo, tornando ad allarmarsi, ma lo sguardo severo di Reiji lo costrinse a mettersi di nuovo buono buono in ascolto.
«Tuo zio non è riuscito a fargli niente, Syo è arrivato in tempo… e pare che stia sempre meglio, al punto di riuscire a muovere le dita di una mano e le palpebre…»
Ai tirò un sospiro di sollievo che fu quasi doloroso e che fece alzare gli occhi al cielo al ragazzo più grande:
«Santo cielo, Ai! Stai.Fermo. Non è complicato porca miseria!! Sei più cocciuto di tuo fratello» sbuffò, e Ai gli rivolse un sorrisino dispettoso «qualsiasi cosa tu stia complottando di fare, finiresti col farti male, ragazzino» lo sguardo di Reiji si fece minaccioso, anche se un bagliore di divertimento era ancora visibile in fondo ai suoi occhi.
Ai alzò gli occhi al cielo e si rilassò fra i cuscini, continuando a fissarlo male.
«Non guardarmi così, non le ho fatte io le regole!»
«Tu come stai?»
Reiji sembrò colto di sorpresa:
«Eh?»
«B-beh, non sei entrato nella stanza insieme a Syo e quindi ho pensato che…»
Reiji arrossì e i suoi lineamenti si indurirono in una smorfia di rabbia:
«Non ho potuto fare niente, e se non fosse stato per Syo…» mormorò, digrignando i denti e stringendo i pugni «finire in carcere è la sua fortuna, come gli metto le mani addosso…»
Ai sospirò:
«Non ne vale la pena» i suoi occhi si spostarono verso la finestra, mentre qualcosa gli affondava nella mente e gli stringeva il petto.
Adesso erano veramente solo lui e Aine.
E mai come in quel momento avrebbe voluto che suo fratello fosse lì con lui ad incoraggiarlo e promettergli che tutto sarebbe andato per il meglio.
«Ai-ai» rivolse lentamente la sua attenzione al compagno di band «andrà tutto bene, ok?»
Un sorrisino amaro gli si dipinse sulle labbra, ma si astenne dal rispondere.
 
«Ai?»
Gli occhi del ragazzo si aprirono al suono di quella voce, e come i suoi occhi ciano incontrarono quelli celesti di Syo, una buona metà delle sue preoccupazioni e della sua paura svanirono, sciogliendosi come neve al sole.
A parte un po’ di occhiaie sotto gli occhi, Syo sembrava stare bene, notò mentre lo scrutava da cima a fondo. Il biondo arrossì e abbassò lo sguardo, prima di rivolgergli un’occhiata maliziosa e ripetergli la stessa cosa che gli aveva detto lui quelli che ora sembravano anni prima:
«Ti piace quello che stai vedendo?»
Solo che era con Ai Mikaze che parlava, e la sua reazione fu decisamente diversa dalla sua in simili circostanze.
Dopo aver indugiato altri secondi sul suo corpo, il ragazzino incrociò il suo sguardo e dichiarò, con la più assoluta tranquillità:
«Decisamente»
Al che Syo avvampò furiosamente, e sul viso dell’altro si dipinse un’espressione di palese soddisfazione: il biondo era sicuro che, se non avesse avuto una spalla fuori uso, si sarebbe portato le braccia dietro la testa e l’avrebbe osservato con un’aria da fare invidia a Ren.
Sospirò:
«Sei terribile, Ai» scosse la testa, fingendosi esasperato, e poi si lasciò cadere sulla sedia accanto al lettino e si appropriò di una delle sue mani.
«Sei tu che sei un caso perso, Syo» ridacchiò il più piccolo, sempre più soddisfatto di se.
Syo sospirò e borbottò qualcosa, e Ai - che pure aveva sentito benissimo - lo costrinse a ripetere più forte.
«Ho detto “come cavolo ho fatto ad innamorarmi di un disastro come te?”!» replicò l’altro «E non fingere di non aver sentito!» aggiunse lanciandogli un’occhiataccia, Ai rise di nuovo:
«Oh dai, Syo… e poi, anche io mi sono innamorato di un disastro» aveva pensato che ammetterlo sarebbe stato più imbarazzante, invece le parole gli uscirono dalle labbra con naturalezza, come se fosse la cosa più normale del mondo… e poi era così, in realtà.
Syo sorrise e avvicinò il viso al suo, gli sfiorò delicatamente le labbra, con la paura di potergli far male in qualche modo, e poi si allontanò, intenerito dal broncio che era comparso sulle labbra del ragazzo, chiaramente non soddisfatto da quel bacio.
«Appena starai meglio» promise Syo, e il più piccolo si imbronciò anche di più:
«Ma io sto meglio!» protestò.
«Sei ancora mezzo sotto la morfina, ti fa ancora male la spalle, e probabilmente sei anche un po’ sotto shock»
Ai lo fissò male:
«Hai parlato con Kaoru-san prima di entrare qui e ti sei fatto dire cosa potevo avere, vero?» chiese, Syo ridacchiò:
«Più o meno»
Il minore alzò per l’ennesima volta gli occhi al cielo:
«Ti odio» borbottò.
«Ti amo. L’hai detto tu, fra odio e amore c’è una linea sottile» ghignò Syo divertito, gli occhi del minore si spalancarono, e stavolta il biondo non riuscì a baciarlo brevemente, in quanto Ai fece il possibile per trattenerlo con le labbra sulle sue il più a lungo possibile.
Almeno fino all’arrivo di un medico che dovette chiarirsi la voce per attirare la loro attenzione e dichiarare che doveva sistemare le bende di Ai e Syo schizzò fuori dalla stanza, mentre ancora sentiva la voce di Ai che, fra un bacio e l’altro, gli sussurrava nelle orecchie “Ti amo anch’io, comunque”.
Probabilmente la caratteristica della loro coppia sarebbe diventata cogliere l’altro di sorpresa…
 
QUALCHE ORA DOPO

Ranmaru entrò di corsa nella stanza, seguito a ruota da Camus, e si avventò su Reiji, seduto al capezzale di Ai, sollevandolo dal colletto della maglia.
«Io ti ammazzo, Kotobuki, ti butto fuori da una finestra, ti faccio atterrare sopra l’elicottero di Shining, ti…»
Reiji non disse nulla, si limitò a voltare lo sguardo verso Ai.
Il ragazzino osservava la scena con aria vagamente divertita, una mano nuovamente stretta fra quelle di Syo e l’altra impegnata a giocherellare con i fili del lenzuolo.
«Come stai, Mikaze?» chiese Camus, ignorando la coppietta di amanti bisbetici, per concentrarsi sul quindicenne.
Ai fece spallucce, muovendo solo la spalla destra, visto che la sinistra ancora protestava di dolore ad ogni piccolo movimento.
«Oh, e non credere che non ammazzi anche te, Mikaze!» intervenne Ranmaru, marciando fino ai piedi del letto e chinandosi raggiungendo l’altezza del viso di Ai «Mi hai fatto prendere un colpo… di nuovo
Ai arrossì:
«Scusa, Ranmaru» mormorò, come un bimbo che viene rimproverato.
C'era qualcosa, però, nello sguardo di Camus che mise Syo in allarme... ormai avevano risolto tutto, lo zio di Ai e Aine era stato rinchiuso, Ai era stato salvato in extremis, Aine continuava a migliorare... ma allora cos'era quel bigliettino stropicciato che il senpai gli aveva appena passato di nascosto?
Lo aprì quando fu sicuro che Ai non guardava e riconobbe lo stesso biglietto che avevano trovato sulla scrivania di Ai qualche tempo prima, ma ora sotto la scritta “odio” erano comparsi un indirizzo e un orario.
“Che cosa vuol dire?!” si disse, spalancando gli occhi e incrociando lo sguardo di Camus, che scosse impercettibilmente la testa.
L’appuntamento era per quel giorno, circa un’ora dopo. E anche se in teoria il biglietto era per Ai, era impensabile che ci potesse andare lui, e fu così che Syo decise di presentarsi al posto del ragazzo.
 
«Vengo con te» dichiarò Reiji quando Syo uscì dalla stanza, lasciando Ai alle abili cure di Ringo, Camus e Hyuuga.
«Cosa?»
«Ho visto che cosa c’era in quel biglietto, e qualunque cosa sia, non voglio che tu ci vada da solo»
Syo tentò di protestare, ma alla fine cedette quando Reiji toccò il tasto “Ai-non-vorrebbe-che-tu-ci-andassi-da-solo-perché-potrebbe-essere-pericoloso”.
E fu così che i due si ritrovarono soli in auto.
«Reiji, Ai mi ha parlato di quello che gli ha detto Kei su un litigio fra Aine e Hibiki… e mi ha detto che tu hai reagito un po’… insomma…»
Reiji sospirò:
«Non demorde proprio quel ragazzino, eh? Non era niente di importante! Hanno risolto tutto il giorno dopo»
«Sì ma, a quanto ho capito da quello che dicevate tu e Ai, Aine non mi sembra il tipo che perde la pazienza per nulla»
Reiji emise una risatina nervosa e scosse la testa:
«Aine è il tipo che perde spesso la pazienza, solo che la recupera in brevissimo tempo o comunque sa trattenere la rabbia» forse quella volta era stata l’unica eccezione… oltre al litigio con suo zio.
E dopo quello fu impossibile cavargli altro dalla bocca, con sommo disappunto di Syo.

Aine era rannicchiato sul bordo della scogliera, le gambe strette al petto e il viso nascosto nelle ginocchia, scosso dai singhiozzi.
Faceva male vederlo così.
«Aine»
Il ragazzo sussultò nel sentire la sua voce e si voltò lentamente verso di lui, alzandosi:
«Che cosa ci fai qui?» chiese, con aria nervosa.
«Forse lo stesso che ci fai tu» la sua voce calma contrastava con quella disperata di Aine, con le grida del mare e l’ululato del vento. Osservò il ragazzo, i capelli agitati dall’aria che gli coprivano il viso, l’espressione carica di dolore e paura…
Perché doveva conservare quella sua aria intoccabile anche in quel momento? Perché continuava ad essere così distante?
Perché aveva scelto lui?
«N-Non voglio p-più sopportare tutto questo… i-io lo odio! Odio il palco, odio le fan che urlano, odio cantare!» singhiozzò l’altro «M-mi soffoca… mi fa schifo»
E vederlo in quello stato era un incubo… dov’era l’Aine di sempre? Dov’erano il suo sorriso, la sua vitalità, la timidezza… perché era diventato questo? Chi aveva portato via tutta la luce dal suo mondo?
«Hai intenzione di saltare?»
Aine si voltò verso il mare alle sue spalle, gli occhi tristi e le labbra tese in una linea sottile:
«Non lo so… forse… Non voglio farlo» la sua voce era a malapena udibile sopra le grida del vento e del mare, che sembravano condividere il suo dolore.
E in quel momento decise. Se non poteva essere suo, non sarebbe stato di nessun altro.
E se nel suo mondo non c’era più spazio per la luce, allora era inutile che continuasse a brancolare nel buio.
«Andrà tutto bene, lasciati andare»
«Ho paura»
«Stai tranquillo»
 
“Dio mio, che cosa ho fatto?!” pensò, passandosi le mani fra i capelli, annaspando.
Erano cinque anni che conviveva con quel rimorso… cinque anni in cui si pentiva di quello che aveva fatto, eppure non aveva mai trovato il coraggio di confessare, di dire a qualcuno che cosa era successo…
Sentì dei passi alle sue spalle, e capì che ormai il momento era arrivato. Non riusciva più a tenersi dentro quel segreto, la paura, il rimorso, il rimpianto… Aveva ucciso Aine, e aveva distrutto Reiji facendogli credere che la colpa fosse sua…
Quando gli erano arrivate le foto che facevano vedere lui che spingeva l’amico, si era sentito quasi sollevato: forse aveva trovato il modo di espiare le sue colpe.
Aveva fatto arrivare le foto ad Ai attraverso una delle donne che lavoravano al Master Course, era rimasto nascosto aspettando che lui le trovasse… ma all’inizio non aveva avuto il coraggio di mostrargli le foto intere, quelle dove si vedeva il suo viso… ecco perché alla fine gli aveva dato quell’appuntamento.
E una parte di sé sperava che Reiji fosse con lui.
«Kei»
Si voltò lentamente, lo sguardo distrutto, verso Reiji, che era in piedi, poco lontano da lui, lo sguardo carico di sorpresa e domande, ma accanto a lui non c’era Ai.
Era un altro ragazzo, uno degli Starish…
«D-dov’è Ai?» chiese, confuso, e il ragazzo più basso incrociò le braccia e gli rivolse uno sguardo omicida:
«Lontano da qui… sei tu che hai messo le foto nella nostra camera?»
Reiji era incredulo mentre lo osservava.
Kei sospirò e chinò il capo:
«Sì»
«Sei stato tu a spingerlo?» la voce di Reiji era esile e tremante, quasi temesse le risposte, ma non gli servì parlare: il ragazzo gli lesse la risposta negli occhi.
«Perché? Che cosa ti aveva fatto?»
Syo pensò alla scritta sul biglietto.
Odio.
Cos’era che Ai gli diceva di continuo?
“Fra odio e amore c’è una linea sottile”
«Eri innamorato di lui?» le parole gli sfilarono attraverso le labbra prima che lui potesse decidere di parlare, e Kei lo fissò sorpreso.
Poi, lentamente, abbassò gli occhi lucidi e annuì.
Reiji si portò una mano davanti alla bocca:
«Kei» mormorò, stavolta tristemente.
«Q-quando ha litigato con Iki…» balbettò Kei «Quel giorno, io…»
«Iki mi ha detto perché avevano litigato, ma… non gli avevo creduto. Pensavo che… credevo che Aine non l’avrebbe mai fatto»
Syo osservò i due parlare, mentre dentro di lui ricollegava i fili della vicenda.
Era davvero possibile che il motivo per cui tutto quello era successo fosse qualcosa come l’amore? Poteva davvero portare a tanto?
«Kei… spiegaci tutto quello che è successo» mormorò «dirò tutto ad Ai, se è questo che vuoi…»
Kei li osservò, mentre iniziava a tremare, poi concentrò il suo sguardo su Reiji:
«Sapevo che tu e Aine stavate insieme… sapevo che lui era innamorato di te e tutto il resto» cominciò, fissandolo negli occhi «ma… in qualche modo speravo che potesse cambiare idea. E così, quel giorno…» Kei chiuse gli occhi e continuò «ho cercato di convincerlo a scegliere me… non so nemmeno perché l’ho fatto, o… non lo so, il fatto è che… conosci Aine. Non è riuscito a… si è opposto, mi ha detto di smettere, e di lasciarlo in pace… ma non gli ho dato retta. U-un giorno l’ho trovato da solo in sala prove e… l’ho costretto a baciarmi… Piangeva, mi diceva di lasciarlo andare…» un brivido attraversò Kei, mentre altro rimorso iniziava a divorargli il petto.
Reiji si morse il labbro, mentre immaginava il ragazzo che sopportava in silenzio, gli occhi pieni di lacrime e il suo nome nella mente.
E lui era stato un verme.
«Quando è riuscito a liberarsi è corso via… verso la tua camera, dove c’era solo Iki. Non so cosa si siano detti, ma credo che…»
Reiji intervenne:
«Aine ha raccontato ad Hibiki quello che è successo, dicendo che si sentiva in colpa e non sapeva che cosa fare. Iki si è arrabbiato e gli ha dato dell’idiota, oltre a dire che era stato lui uno stupido eccetera… e poi mi ha raccontato tutto, e anche se non gli volevo credere… per un po’ sono stato uno stronzo con Aine perché avevo mille dubbi, mi chiedevo se magari non l’avesse fatto davvero, o se addirittura l’avesse voluto fare…» Reiji scosse la testa.
«Mi dispiace» sussurrò Kei.
«Perché l’hai spinto?» chiese Syo a quel punto, e gli occhi dell’ex compositore si riempirono di tristezza:
«Non lo so… ero lì con lui… lui era disperato e… ed è come se in quel momento fossi sicuro che quella era la cosa migliore per lui, che se non poteva più nemmeno essere felice… Oddio, Rei»
Reiji non aveva mai visto Kei in quello stato; l’aveva visto arrabbiato, freddo, felice… ma mai così disperato, lo fissava come un uomo che sta affogando osserva chi può lanciargli un salvagente o lasciarlo lì a morire. Implorava il suo perdono, e con il suo quello di Aine…
Inspirò ed espirò profondamente prima di parlare:
«Sai che non è morto, vero?»
Kei annuì, mordendosi le labbra.
«Puoi chiedere a lui di perdonarti»
Sia Syo che Kei lo fissarono sbalorditi, Reiji però sembrava ben deciso su quello che stava per dire:
«Non che io abbia intenzione di tacere su quanto è successo, e personalmente voglio vederti dietro le sbarre tanto quanto voglio vederci quell’altro bastardo di suo zio…» Kei parve sorpreso da quelle parole, ma non disse nulla «… ma credo che Aine meriti delle scuse, e hai la fortuna di potergliele fare, anche se lui non ti risponderà. Quindi, ora, vieni con noi, parli con Ne-ne e poi decideremo se farti parlare con Ai-ai, e alla fine sarà lui a decidere definitivamente cosa fare»
Kei spalancò gli occhi, prima di inchinarsi e ringraziarlo, Syo incrociò le braccia:
«Io vicino ad Ai non ce lo voglio» bofonchiò.
Reiji gli sorrise:
«Tranquillo, Syo-chan… ci saremo noi. E poi non è pericoloso… non più» aggiunse a voce bassa, lanciando uno sguardo all’uomo che si era rialzato e fissava il terreno davanti a sé «si è punito già da solo» disse, tristemente.
 
Kei fissò Aine, le parole bloccate in gola, il corpo pietrificato… che cosa aveva fatto? Come aveva potuto??
«Aine» disse alla fine, non osando sfiorarlo «mi dispiace. Ti prego, perdonami… se solo potessi sistemare tutto, se potessi tornare indietro e prendere un’altra decisione, o potessi fermarmi… non avrei mai voluto farti del male. Mi dispiace, mi dispiace davvero»
Serrò gli occhi, ma quando li riaprì boccheggiò.
La mano destra di Aine aveva sfiorato debolmente la sua, posata sul materasso, e soprattutto…
… un paio di occhi acquamarina lo fissavano con la stessa intensità di cinque anni prima.
 
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Nota dell'autrice: e Aine si è svegliato!!!!! :D
Amo troppo questo personaggio per poterlo veramente uccidere! Ahahaha ^^
Allooora... ehm... la faccenda di Kei sembra troppo sconclusionata? Mi sto tormentando al riguardo, ho paura di aver un po' esagerato e... e ecco, sì insomma... io spero che comunque vi sia piaciuto e... sì... questo è o il penultimo o il prima del penultimo (??) capitolo! ^-^
Come sempre vi ringrazio di cuore per le recensioni (non mi sarei mai aspettata di riceverne 50!! O.o *o*), per aver letto, seguito eccetera... veramente GRAZIE!!!
Ah, e con questo... dichiaro ufficialmente chiuso l'angst... pronti ad un po' di fluff? ;D
Ok sto sclerando... allora... intanto scusate il ritardo, e mi auguro davvero davvero davvero che il capitolo non sia così orribile, e che non mi odierete, e di non aver rovinato tutta la FF!!!! *implora pietà*
Al prossimo capitolo!!! 
Un'anteprima? xD

"Non ti aspetterai mica che io sia l'uke!!!"

A prestissimoooo!!
Baci,
Starishadow

P.S. Visto che io non so decidere, chiedo aiuto a voi... preferite che Ai faccia punire Kei eccetera, o che magari lo perdoni...? ^^ Fatemi sapere! A prestoo!!! :D
   
 
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