Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Giulia_SerVA CApuleti    14/09/2014    8 recensioni
E' passato un anno da quando Elsa ha posto fine all'inverno perenne che ha causato involontariamente.
Elsa vive felice accanto ad Anna, governando saggiamente Arendelle, che ama la sua Regina.
Anna sta per fidanzarsi ufficialmente con Kristoff, da poco nominato Principe di Arendelle e ormai stabilitosi al Palazzo Reale.
Ma durante un ricevimento in onore della Regina e dei due giovani principi, un misterioso Uomo Nero si presenta ad Arendelle con l'intenzione di servirsi dei poteri di Elsa per creare un mondo buio e gelido. Al rifiuto di Elsa, Uomo Nero rapisce Anna e imprigiona Arendelle nell'oscurità.
Per salvare Anna e il suo popolo, Elsa, accompagnata dal fedele Olaf, dovrà partire alla ricerca delle misteriose Leggende dei Fiordi, gli unici in grado di sconfiggere Uomo Nero, ma soprattutto di colui che ha i suoi stessi poteri...
Mia prima fanfiction su un probabile seguito di Frozen e sulla coppia Jack&Elsa, spero vi piaccia =)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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17- Ricominciare (parte 2)

17- Ricominciare

Il tramonto del sole illumina di nuovo il fiordo.

Sven riesce a fatica a rimettersi in piedi e si scrolla la neve di dosso, facendo cadere anche Olaf.

OLAF: Ahia!

Sven raggiunge Jack, che riprende conoscenza. Il ragazzo si rialza, ancora intontito dalla forte botta alla testa e recupera il suo bastone. Si tocca la testa facendo una smorfia di dolore.

JACK: Ah... Dente da Latte, tutto ok?

Chiede Jack alla fatina, che si stringe tremante nel cappuccio di Jack. Dente da Latte risponde di sì e annuisce. Jack alza lo sguardo, ma non trova Elsa. Oh, no, pensa allarmato.

JACK: Elsa!

L'eco della voce di Jack risuona per tutto il fiordo. Nessuna risposta.

Jack sente il cuore perdere un battito, il fiato farsi sempre più corto.

JACK: ELSA!

OLAF: Jack, dov'è Elsa?

Olaf si avvicina al ragazzo, guardandosi attorno spaventato.

JACK: ELSA!

ELSA: JACK!

Un grido alle sue spalle fa voltare Jack, che corre verso il crepaccio.

Si ferma giusto in tempo sul ciglio del crepaccio e sotto di lui vede Elsa, aggrappata con una sola mano ad uno sperone di roccia. Lei alza lo sguardo su di lui, gli occhi pieni di paura.

JACK: Elsa!

ELSA: Jack, aiutami!

JACK: Prendi la mia mano!

Jack allunga la mano verso di lei. Elsa allunga il braccio, ma riesce soltanto a sfiorare le dita di Jack. Prova a mettere il piede su un altro sperone e stavolta riesce a prendere la mano di Jack.

Ma nel momento in cui prova a darsi forza verso l'alto, il suo piede scivola.

In un attimo Jack sente il suo petto battere violentemente contro il suolo, mentre Elsa scivola più in basso, urlando spaventata.

JACK E OLAF: Elsa!

Jack rafforza la stretta sulle mani e sui polsi di Elsa e comincia a tirarla forte. Lei cerca, invano, di riaggrapparsi alle rocce.

JACK: Forza, Elsa, puoi farcela!

Sven si avvicina, prende Jack sulle corna e comincia ad indietreggiare. Olaf saltella ridendo.

OLAF: Ahah, bravissimo Sven!

Sven continua ad indietreggiare finché non vede Elsa emergere dal crepaccio.

Jack non le lascia la mano, quasi avesse paura che possa scivolargli dalle dita.

Un ultimo sforzo e Elsa è in salvo, in ginocchio sulla neve di fronte a Jack.

I due ragazzi sospirano pesantemente, con il cuore che batte a mille e le mani tremanti. Elsa incrocia lo sguardo di Jack, che la guarda preoccupato. Non riesce a staccare gli occhi dai suoi e sente un brivido correrle su per la schiena, e non perché è seduta sulla neve.

JACK: Stai bene?

Le chiede lui, dopo un tempo che le sembra infinito. Lei fa un respiro profondo, poi risponde:

ELSA: Sì...

Ed è un attimo, troppo rapido perché entrambi possano rendersene conto.

Jack la tira a sé e la abbraccia fortissimo. Elsa è sorpresa dal suo gesto, eppure ricambia subito la sua stretta. Sente il suo cuore battere più veloce di prima e quello di Jack battere forte contro il suo.

Non è un abbraccio come quelli di Anna, pensa Elsa. E' completamente diverso, mi dà un calore diverso. Mi sento protetta, al sicuro, a casa. Sento la paura, il tremore scivolarmi addosso, lasciando il posto a una pace che credo di non aver mai provato prima.

Tutto quello che provo quando sono accanto a lui non l'ho mai provato prima.


La sto abbracciando. Perché lo sto facendo? La sento ricambiare la stretta, sento il mio cuore impazzire nel petto, come se volesse schizzare fuori da un momento all'altro.

Il mio respiro, prima affannato e pesante per la paura, ora si fa regolare.

Nemmeno ricordo quando è stata l'ultima volta che ho abbracciato così una persona, gli abbracci ricevuti volevo solo dimenticarli perché venivano tutti dalle persone che ho perso e io non volevo soffrire ancora.

Sto abbracciando Elsa per questo? Perché avevo paura di perderla?

Elsa scioglie l'abbraccio e incrocia il mio sguardo.

JACK: Sicura di stare bene?

ELSA: Sì, sto bene... grazie.

Dente da Latte vola verso di noi e Elsa le sorride.

Io le prendo le mani e ci rimettiamo in piedi, ma vedo Elsa barcollare e stringere i denti. Io la sorreggo subito.

JACK: Elsa! Sei ferita?

ELSA: No, credo che sia una storta.

Elsa abbassa lo sguardo sulla sua caviglia. Prova a fare un passo, ma barcolla ancora. Dalla sua espressione capisco che deve farle molto male.

JACK: Non puoi camminare così. Aspetta...

Mi piego e la prendo in braccio. Lei mi circonda il collo con le braccia, mentre io la guardo intensamente negli occhi. Vedo il rossore salire a colorarle le guance, ma stavolta non abbassa lo sguardo.

Per un attimo, il mio sguardo si posa sulle sue labbra. Jack, ma che stai facendo?

OLAF: Elsa, stai bene?

La voce di Olaf mi fa distogliere lo sguardo da lei.

Il pupazzo di neve ha sollevato la testa con le sue braccine ramose. Elsa gli sorride e scuote la testa. Dente da Latte comincia a tirarmi il cappuccio e mi dice che dobbiamo trovare un posto sicuro per stanotte. Ci voltiamo per seguirla e, dopo aver chiesto ancora ad Elsa se va tutto bene, ci rimettiamo in marcia.


E' ormai calata la notte.

Dente da Latte ha guidato i suoi amici fino ad una grotta poco distante dalla riva ghiacciata del fiordo. Jack, aiutato da Olaf, ha acceso al suo interno un piccolo fuoco e sistemato sull'erba una coperta sulla quale poi ha adagiato Elsa.

Mentre Olaf, Sven e Dente da Latte dormono come ghiri, il giovane Guardiano le osserva la caviglia.

JACK: Fa ancora male?

ELSA: No.

JACK: Meno male, ma per sicurezza domani viaggerai in groppa a Sven!

ELSA: Agli ordini!

Esclama Elsa, facendo un cenno col capo. Ridono tutti e due.

Quando le risate si esauriscono, Elsa abbassa lo sguardo sulle sue mani.

Avanti, Elsa, non è così difficile, pensa.

ELSA: Jack... ti ringrazio per avermi salvato la vita. Un'altra volta.

Dice Elsa, alzando di nuovo lo sguardo. Jack sorride.

Però, la Regina di Ghiaccio che mi dice grazie, pensa. Be', in effetti è stato facile!

JACK: Di niente.

Di niente? Ho detto davvero così?

JACK: Anche se... sei stata tu a salvare noi con quella magia. Non credevo che potessi esserne capace. Sono rimasto molto colpito.

Ok, io devo stare veramente male! Dove è finito il Jack Frost sbruffone?

Non posso credere di star perdendo la faccia con me stesso solo per... per lei.

Però è la verità: sono rimasto molto colpito da quello che ha fatto.

ELSA: Grazie, ma... poi non so cosa è successo, i miei poteri non mi rispondevano più e...

Risponde Elsa, visibilmente agitata.

JACK: Non preoccuparti, l'importante è che ce la siamo cavata. Risolveremo questa cosa quando arriveremo al Polo.

La rassicura Jack. Elsa sorride.

ELSA: Io volevo anche chiederti scusa, Jack.

JACK: Per cosa?

ELSA: Ma sì, in questi giorni sono stata un po' ingiusta con te. Credevo che fossi solo un ragazzino insopportabile e che non ti importasse di aiutarmi.

JACK: Hai dimenticato: egoista, sbruffone, fastidioso, irritante, saccente...

Elsa ride, sentendo tutti gli aggettivi con cui l'ha definito fin da quando si sono conosciuti.

ELSA: Dai, smettila! Guarda che penso ancora che tu sia uno sbruffone insopportabile, solo che... credo che siamo partiti con il piede sbagliato... e mi dispiace.

Jack abbassa lo sguardo e passa la mano sulla punta ricurva del suo bastone.

JACK: Be', anch'io ti devo delle scuse. Diciamo che sono stato un tantino insopportabile...

ELSA: Molto insopportabile!

Conclude Elsa. Jack, però, ingoia il rospo, continuando il suo discorso.

JACK: E che ti ho dato motivo di pensare tutte quelle cose...

ELSA: Più di un motivo, questo è poco ma sicuro!

Jack la guarda facendo il finto offeso, ma decide di sorvolare ancora.

JACK: E diciamo che mi sono meritato anche le palle di neve in testa per averti risposto male qualche volta...

ELSA: Concordo in pieno!

JACK: Ma insomma!

Ribatte Jack, incapace di lasciar correre ancora.

Elsa ride divertita e Jack, per quanto cerchi di trattenersi, ride insieme a lei.

JACK: Perciò, ti chiedo scusa.

Conclude il ragazzo.

ELSA: Ricominciamo, vuoi?

Chiede Elsa. Jack indugia per un momento, ma solo per guardarla negli occhi.

JACK: Certo.

Elsa allunga la mano verso di lui.

ELSA: Ciao, sono Elsa.

JACK: Piacere, Jack Frost.

Jack stringe la mano ad Elsa e si sorridono a vicenda.

Quel semplice contatto provoca in entrambi le stesse sensazioni del loro primo abbraccio.

JACK: Be', visto che siamo tornati in buoni rapporti, ti va di raccontarmi qualcosa di te?

Dice Jack, dopo un lungo silenzio.

ELSA: Di me?

JACK: Sì. Io non so praticamente niente di te, Elsa... a parte il fatto che sei la Regina di Arendelle, che hai una sorella di nome Anna, che abbiamo gli stessi poteri e che senza volerlo hai scatenato un inverno perenne sul tuo regno.

ELSA: Che cosa vuoi sapere?

JACK: Per esempio, perché ieri, mentre parlavi dei tuoi genitori, sei diventata di colpo così triste?

Elsa abbassa lo sguardo e Jack rivede nei suoi occhi la stessa tristezza della sera prima.

JACK: Se non vuoi parlarne, ti capisco.

ELSA: E' che... è molto difficile per me...

Non so da dove cominciare, pensa Elsa. Eppure, sento di volergli raccontare tutto.

ELSA: Io ci sono nata con questi poteri, Jack...

JACK: Anche io.

Elsa alza lo sguardo su di lui.

ELSA: Sì, ma... hai avuto mai paura di loro?

Jack non sa che rispondere.

Non mi ha mai spaventato quello che ero in grado di fare, pensa. Ma quando... quando è successo tutto, ho finito per odiarli, questi poteri. Per causa loro, avevo perso tutto quello a cui tenevo di più.

Elsa, non ricevendo risposta, continua.

ELSA: Quando ero piccola, amavo questi poteri... perché adoravo giocare e divertirmi con la neve insieme ad Anna. Ma una notte...

Elsa si ferma. Malgrado sia passato tanto tempo da quella notte, il ricordo non ha mai smesso di farle male.

ELSA: Ma una notte, proprio durante quei giochi, ho colpito Anna con i miei poteri.

Jack spalanca gli occhi. Cosa?

ELSA: I miei genitori ci portarono dai troll, gli stessi che mi hanno detto come trovarti, e lì Granpapà ci rassicurò dicendo che avevo colpito Anna alla testa e che presto sarebbe stata bene. Ma oltre al ghiaccio rimosse dalla sua mente anche i ricordi dei miei poteri. Granpapà mi disse che il mio potere sarebbe cresciuto insieme a me. C'è bellezza in esso, ma anche un grande pericolo. Mi disse di imparare a controllarlo... la paura sarebbe stata il mio più grande nemico.

Elsa stringe gli occhi per un attimo, fa un respiro profondo e continua.

ELSA: I miei genitori presero la decisione di chiudere le porte del Palazzo Reale e di tenere nascosti i miei poteri a tutti. Compresa Anna.

Jack la guarda dispiaciuto. Vederla così triste, con gli occhi lucidi di lacrime, gli provoca una stretta al cuore fortissima.

ELSA: Ho passato anni rinchiusa in una stanza a cercare di domare questi poteri che diventavano sempre più forti. Celare, domare, non mostrare: non facevo altro che ripeterlo. Mentre Anna non faceva altro che bussare alla mia porta, pregandomi di uscire e di giocare con lei, di stare con lei. Ma io avevo paura di farle del male di nuovo e le ho sempre chiuso le porte in faccia, persino quando sono morti i nostri genitori.

Jack spalanca di nuovo gli occhi. I suoi genitori sono morti, si ripete. Proprio come i miei. Morti per causa mia. Basta, basta con questi ricordi, basta!

ELSA: Quel giorno ci è caduto il mondo addosso. Anna aveva tanto bisogno di me in quel momento. E io avrei tanto voluto un suo abbraccio, poter piangere insieme a lei. Volevo uscire da quella stanza con tutte le mie forze, ma non potevo mettere in pericolo Anna. Non ho potuto nemmeno salutare per l'ultima volta i miei genitori... sono passati solo quattro anni, ma...

Elsa alza gli occhi ormai diventati lucidi su Jack. Il ragazzo, però, non la guarda.

Cerca di nasconderle il dolore di quei ricordi che vorrebbe solo mettere a tacere.

Lui, dopo un po', riesce a guardare di nuovo Elsa negli occhi, ma lei si rende conto che c'è qualcosa che non va.

ELSA: Jack...

JACK: Mi dispiace tanto, Elsa.

ELSA: E non è tutto: un anno fa sono diventata Regina e sono stata incoronata davanti a tutto il mio popolo. Dopo tanti anni, ho rivisto Anna. Malgrado tutto quello che le stavo facendo passare, non aveva mai perso il suo carattere allegro e gioioso. Ricordo che quel giorno aveva così tanta voglia di stare in mezzo alla gente, di stare accanto a me. Avrei tanto voluto che fosse così sempre. Poi però ho rovinato tutto.

JACK: Perché?

ELSA: Perché i miei poteri uscirono allo scoperto. Anna aveva conosciuto un uomo, il Principe Hans delle Isole del Sud, e voleva sposarlo...

JACK: Aspetta, fammi capire: il giorno della tua incoronazione, tua sorella ha conosciuto un uomo e ci si è fidanzata in quello stesso giorno?

La interrompe Jack, visibilmente sorpreso.

ELSA: Esatto.

JACK: Ma dai, non puoi sposare un uomo che conosci appena!

ELSA: Non ci crederai, ma è quello che ho detto anch'io!

Jack sembra sorprendersi ancora di più.

JACK: Oh. Be', se non altro la pensiamo allo stesso modo!

Ridono tutti e due. Jack è sollevato per essere riuscito a farla ridere. Elsa smette e continua.

ELSA: Avevano chiesto la mia benedizione, ma quando gliel'ho negata Anna mi ha rinfacciato tutti gli anni di solitudine. E aveva ragione. Volevo che la smettesse, volevo chiudere le porte, ma invece ho solo rovinato tutto, rivelando i miei poteri e scatenando un inverno perenne su Arendelle. Non hai idea di come ci si sente quando il tuo popolo ti chiama mostro, Jack...

Elsa sospira avvilita, chinando il capo.

Ti sbagli, Elsa, pensa il ragazzo. So bene come ci si sente a sentirsi un mostro. Vorrebbe poterglielo dire, ma tutto quello che esce dalla sua bocca è:

JACK: Tu non sei un mostro, Elsa.

Lui le prende la mano.

Elsa alza lo sguardo, sentendo una scossa incredibile alla mano. Ancora una volta, sente accelerare i battiti del cuore.

JACK: Eri solo spaventata, non volevi farlo.

ELSA: Lo pensava anche Anna. Infatti, partì subito per venire a cercarmi e riportarmi a casa. Io mi rifugiai sulla Montagna del Nord, poco distante da dove ti abbiamo trovato, e lì per la prima volta ho lasciato liberi i miei poteri, ho lasciato libera me stessa.

Elsa sorride al bellissimo ricordo del suo palazzo di ghiaccio, il primo posto in cui si era sentita veramente sé stessa.

ELSA: Lì ho creato un bellissimo palazzo di ghiaccio e, senza rendermene conto, ho dato la vita ad Olaf...

JACK: Davvero?

Chiede Jack, sorpreso. Elsa annuisce.

JACK: Wow, avrei tanto voluto vederlo! E' incredibile quanto tu sia in grado di fare!

Elsa arrossisce e subito abbassa lo sguardo per cercare di nasconderlo.

JACK: Poi che cosa è successo?

ELSA: Anna mi ha raggiunto sulla montagna insieme ad Olaf e Kristoff, l'uomo del quale si è innamorata davvero. Voleva che tornassi ad Arendelle per fermare l'inverno, ma in quel momento ho perso il controllo e l'ho colpita di nuovo, al cuore. E poi l'ho cacciata via. Il giorno seguente, Hans e alcuni uomini arrivarono nel mio palazzo e tentarono di uccidermi...

JACK: Ucciderti?

ELSA: Sì. Hans riuscì ad evitarlo, ma mi riportò ad Arendelle in catene. Io non lo sapevo ma, mentre io cercavo di fuggire di nuovo, Anna era tornata ad Arendelle debole e fredda, le avevo gelato il cuore. I troll le dissero che solo un atto di vero amore avrebbe potuto sciogliere il suo cuore ghiacciato e lei credeva che Hans potesse salvarla.

JACK: Un atto di vero amore?

Elsa annuisce.

ELSA: Ma Anna si sbagliava. Hans non l'aveva mai amata. Anzi, la lasciò a morire. E se non fosse stato per Olaf, forse sarebbe morta davvero. Io ero riuscita a fuggire dalle prigioni, ma non dalla tempesta che il mio cuore tormentato e gonfio di dolore aveva scatenato. Hans mi raggiunse in quella tempesta e mi disse una cosa terribile: che Anna era morta per colpa mia.

Elsa stringe gli occhi, non riesce più a trattenere le lacrime.

ELSA: Ero disperata, per me niente aveva più senso. La tempesta si placò. Io ero immobile e Hans sguainò la spada per fare quello che voleva fin dall'inizio: uccidermi. Ancora mi chiedo perché non mi abbia fatta uccidere quando si è presentò al palazzo di ghiaccio. E' successo tutto così in fretta: in mezzo a quella tempesta c'era anche Anna. Malgrado fosse debole e terribilmente fredda, voleva raggiungere Kristoff. Ma quando vide quello che Hans stava per fare, si mise tra noi, mi salvò la vita... sacrificando però la sua. Il ghiaccio l'aveva congelata...

Elsa si copre il viso con le mani e scoppia in lacrime.

Jack non sa che cosa fare. La stretta al cuore torna a farsi sentire, stavolta più forte di prima.

Non posso credere che abbia sofferto tutto questo da sola, pensa. Le prende di nuovo la mano e la guarda negli occhi senza dire una parola.

ELSA: In quel momento mi sono sentita morire, Jack. La mia sorellina, che avevo disperatamente cercato di proteggere tutta la vita, era lì davanti a me completamente di ghiaccio. Non sapevo che fare, la abbracciai e desiderai che il ghiaccio congelasse anche me.

JACK: Elsa...

Lei si asciuga le lacrime, senza però lasciare la mano di Jack.

ELSA: Ma poi... è successa la cosa più incredibile. Anna riuscì a salvarsi e finalmente, dopo tanti anni, l'ho riabbracciata davvero. Il suo sacrificio per salvarmi la vita fu l'atto di vero amore che sciolse il suo cuore di ghiaccio. E anche il mio.

JACK: Anche il tuo?

ELSA: Sì. L'amore, l'amore era la chiave di tutto. Grazie all'amore fermai l'inverno e cominciai a controllare i miei poteri. Finalmente non mi spaventavano più... e così sono potuta tornare a casa. Ripresi il mio posto di Regina, chiesi perdono al mio popolo, il perdono più importante per me dopo quello di Anna.

JACK: E quell'Hans che ha cercato di ucciderti?

ELSA: Lo abbiamo rispedito nelle sue terre dai suoi dodici fratelli, dopo che Anna gli ha sferrato un pugno in faccia!

JACK: Wow!

Jack ride divertito e la sua risata provoca anche quella di Elsa. I due tornano a guardarsi sorridendo.

JACK: Spero davvero che tua sorella abbia trovato un uomo migliore di lui!

ELSA: Oh, sì. Kristoff la ama tantissimo, le ha anche chiesto di sposarlo!

JACK: E adesso lui dov'è?

ELSA: E' ad Arendelle. Si sta prendendo cura del nostro popolo in mia assenza. Spero solo che siano al sicuro...

Jack abbassa lo sguardo con una espressione triste dipinta sul volto.

Non potevo immaginare tutto quello che le è successo, pensa.

Non potevo immaginare quanto sia sentita sola.

Non potevo immaginare che dietro a quella risata così gioiosa, dietro a quel sorriso e a quegli occhi pieni di luce ci fosse tutto quel dolore.

Ma soprattutto, non immaginavo che fossimo simili fino a questo punto.

Anche lei si è sentita un mostro a causa di questi poteri, ma lei è riuscita a salvarsi e a salvare sua sorella, ed è pronta a salvarla ancora adesso.

Io, invece, non ci sono riuscito.

E ora, dopo tanti anni, dopo aver creduto di aver dimenticato, il mio passato torna a tormentarmi.

Jack, ricacciando indietro le lacrime con uno sforzo enorme, alza lo sguardo su di lei e le stringe ancora la mano.

JACK: Ehi, andrà tutto bene, vedrai. Ritroveremo Anna e salveremo il tuo popolo!

La tranquillizza Jack. Elsa gli rivolge uno sguardo colmo di gratitudine. Non è stato facile, pensa, ma mi sento meglio ora che sono riuscita a parlare veramente con Jack. Sono contenta di avergli detto tutto, credo di averlo aiutato a capirmi meglio.

ELSA: E tu?

JACK: Cosa?

Le chiede Jack, senza capire.

ELSA: Be', anch'io non so niente di te, Jack. A parte il fatto che siamo nati con gli stessi poteri e che sei molto legato a Dente da Latte. Non so neanche se hai una famiglia.

JACK: I Guardiani sono la mia famiglia.

Risponde semplicemente Jack.

ELSA: Sì, ma una volta dicesti che i Guardiani ti avevano preso con loro, quindi... prima avevi un'altra famiglia, giusto?

Jack si sente morire dentro.

No, non posso, pensa. Non ce la faccio. Non posso dirle questo.

Non posso dirle tutto il dolore che mi porto dentro da quasi trecento anni.

Non ce la faccio a rivivere quei ricordi, a vedermeli scorrere davanti agli occhi.

ELSA: Ho detto qualcosa che non va?

Chiede Elsa, preoccupata dalla sua espressione.

Maledizione, Jack, impreca fra sé il ragazzo. Controllati, nascondi! Ma come faccio a nasconderle questo dopo che mi ha raccontato tutto di sé? Io voglio che si fidi di me, voglio essere...

Jack scuote la testa.

JACK: No, per niente. E' solo che... è meglio dormire un po'. Domani dobbiamo essere in forze.

Elsa, pur avendo notato che Jack ha volutamente sviato il discorso, gli sorride.

Non capisco, pensa. E' stato lui a dire che dovevamo raccontarci tutto, che c'è che non va? Ma forse è meglio così per ora. Avrò tempo per conoscerlo meglio.

ELSA: Hai ragione.

JACK: Non credo che saremo molto brillanti come oggi se ci mettiamo a parlare tutta la notte. Sven potrebbe non reggere il peso di due ragazzi super assonnati!

I due ragazzi ridono ancora, ma Jack è il primo a smettere.

Il suono della risata di Elsa scaccia via dal suo cuore il tormento e l'angoscia. Torna a guardarla negli occhi e vede le sue guance colorarsi leggermente. Vorrebbe tanto farle una carezza, esattamente come la notte prima mentre era addormentata, ma qualcosa lo blocca.

ELSA: Buonanotte, Jack.

Sussurra Elsa, avvolgendosi in una coperta e chiudendo gli occhi.

Jack rimane incantato a guardarla, poi si mette il cappuccio sulla testa e con voce spezzata, ma dolce, sussurra:

JACK: Buonanotte, Elsa.


Angolo dell'autrice:

E rieccomi con la seconda parte del capitolo, che spero abbiate gradito! =)

I nostri eroi sono riusciti a sfuggire di nuovo a Pitch, Elsa ha salvato i suoi amici e Jack ha salvato lei. Che cosa ne pensate del loro primo abbraccio e dei loro sguardi?

Elsa è riuscita a raccontarsi a Jack, ma il nostro giovane Guardiano non sembra essere capace di fare altrettanto... quali ricordi tormentano il suo cuore? Che succederà?

Per scoprirlo non vi resta che continuare a leggere =) Lo so, sono una palla perché non faccio altro che ringraziarvi, ma il vostro sostegno è davvero importante per me, perciò ancora grazie a tutti! Un saluto da Giulia.

   
 
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