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Autore: HandfulOfDust    14/09/2014    1 recensioni
Huntbastian week dedicata a sette incontri alternativi!
● Lunedì 8 Settembre: Incontro allo Scandals
● Martedì 9 Settembre: Incontro all'Accademia Militare o al McKinley
● Mercoledì 10 Settembre: Incontro in Francia / in un altro paese
● Giovedì 11 Settembre: Incontro da bambini
● Venerdì 12 Settembre: Soulmates AU
● Sabato 13 Settembre: Insegnante / Alunno AU
● Domenica 14 Settembre: Padre single!Hunter o Sebastian
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Do you remember that day when we met?
Pairing: Huntbastian
Prompt: SingleFather!Hunter
Disclaimer: No, non mi appartengono nemmeno con questa week.
Note: chi capisce il riferimento a Doctor Who vince un biscottino.


 

Do you remember that day when we met?
~
Meeting at the zoo


A New York l'aria era frizzantina a Settembre, non era più estate e già si respirava il grande ritorno a scuola per i giovani e al lavoro per gli adulti, al termine delle ferie.
Era l'ultima settimana prima che lo studio legale per cui Sebastian lavorava riaprisse, e anziché passare la fine delle vacanze andando in giro per locali a bere, si era ritrovato in casa il fratello Stéphane, la moglie e la figlia di cinque anni. Non che non fosse felice di vederli, dato che loro abitavano in Francia, ma un preavviso sarebbe stato meglio, per sistemare un po' la casa e riorganizzare quanto aveva previsto di fare in quella settimana. E un preavviso di due giorni perché "abbiamo trovato un last minute per New York e non ce lo siamo fatti scappare" non era abbastanza.
E così, dai progetti di ubriacature epiche e nottate che si sarebbero concluse all'alba, a casa di qualche sconosciuto, si era trovato a portare l'allegra famigliola del fratello in giro per la città, perché era la prima volta che andavano lì in vacanza. Solitamente era Sebastian a tornare nel suo paese di origine o si ritrovavano tutti a casa dei genitori in Ohio, quindi quella era un'occasione d'oro per scoprire la Grande Mela.
Una sera, Stéphane aveva pregato il fratello di portare a spasso la piccola Soléne l'indomani per lasciarlo solo con la moglie per una giornata romantica. Come se lui avesse idea di come far divertire una bimba per tutto il giorno; nonostante i numerosi dubbi, aveva acconsentito.
- Zio Bas, quando tornano il papà e la mamma?
- Tardi. Stasera, credo.
La piccola guardò il ragazzo con sguardo smarrito e corrugò le labbra, e Sebastian pregò tutti i santi che non iniziasse a piangere, perché non aveva proprio idea di come comportarsi.
- No, no, non fare così! Loro ti hanno lasciato con me perché... Perché volevano... Volevano che ti portassi allo zoo!
- Allo zoo? Ma ci sono le giraffe?
- Certamente, e anche i leoni!
- Davvero? - chiese stupita la bambina – E gli elefanti?
- Ci quasi tutti gli animali, tesoro, è uno zoo enorme. Muoviamoci o non riusciremo a vederlo tutto!
Per fortuna, gli era venuto in mente che il suo attico era poco distante da Central Park, e qual era il posto migliore per sopravvivere ad una giornata del genere?


Durante l'attesa per lo spettacolo delle foche acrobate, Soléne iniziò a giocare con una bimba riccioluta, che era seduta vicino a loro, pur non capendo quasi nulla di americano l'una e di francese l'altra. Sebastian ringraziò mentalmente il caso per il posto che avevano scelto, perché ormai era pomeriggio e non sapeva più cosa inventarsi prima di portarla a cena.
- E' tua figlia?
Il francese si voltò e vide che il signore che era con l'altra bimba aveva deciso di rivolgergli parola, probabilmente anche lui stanco per una lunga giornata allo zoo. Anzi, più che un signore gli sembrava un ragazzo, avranno avuto più o meno la stessa età.
- Oh no, no, è mia nipote. Lei è tua figlia, invece? - chiese con tono leggermente sconvolto.
- Sì... Ti prego, non mi guardare così!
- Così come?
- Come se stessi pensando "che cretino questo qui, così giovane e già con una figlia"!
- Non stavo pensando questo! - mentì Sebastian, ma quello sconosciuto probabilmente lo capì e si mise a ridere – Okay, l'ho pensato. Ma io sono un tipo che a ventotto anni ancora non riesce a volere legami stabili, sono un caso a parte! - non sapeva perché stava raccontando cose del genere a un tizio appena incontrato al parco con la propria bimba. Di solito si comportava così quando era ubriaco ed in qualche locale gay.
- Beh, forse meglio così piuttosto che avere ventotto anni, una figlia, una quasi ex moglie ed un divorzio in corso.
- Oddio, mi dispiace tanto.
- Non ti preoccupare, eravamo troppo giovani quando abbiamo deciso di sposarci e queste sono state le conseguenze. - sospirò – Comunque non ci siamo ancora presentati, io sono Hunter.
- Piacere mio, Sebastian. - rispose il secondo, stringendogli la mano – Come si chiama lei invece? - domandò, lanciando uno sguardo alla figlia.
- Oh, lei è Amelia.
- Che bel nome, sembra un nome della protagonista di una favola.
- Lo spero per lei. Vorrei che la sua vita fosse una favola, ma già l'ho fatta soffrire, sebbene io non l'abbia mai voluto.
Bas sorrise. - Beh, mi sembri un padre premuroso, nonostante ti conosca da soli cinque minuti.
- Allora se dobbiamo dirla tutta anche tu potresti esserlo, visto come sei bravo con tua nipote.
- Non credo... Siete qui in vacanza, tu ed Amelia?
- No, cioè lei sì, io mi sono trasferito da un paio di mesi qui, mi devo ancora ambientare.
- Dove abitavi prima?
- A Philadelphia, avevo bisogno di cambiare aria ma non di allontanarmi troppo dalla mia ex per via della mia bambina... Perciò eccomi qui. - ammise Hunter.
- Beh, se sei nuovo qui e hai voglia di cambiare aria potresti chiamarmi ogni tanto. - ammiccò l'avvocato.
Ci sto davvero provando con un padre appena divorziato dal primo catastrofico matrimonio?
Forse per la prima volta in vita sua si vergognò della facilità con cui ci provava con gente eterosessuale o che credeva di esserlo, perché in fin dei conti non era più un adolescente che si divertiva a fare lo stupido, ormai era adulto. Cercò di aggiungere qualcosa per rimediare, ma il conoscente lo precedette.
- Beh, perché no? Non ho molte conoscenze qui... Non potrebbe farmi che bene.
In quel momento le due bimbe tornarono dai ragazzi, probabilmente lo spettacolo era in procinto di iniziare.
- Quello è il papà di Amelia? - chiese Soléne in francese.
- Sì tesoro!
- E' simpatico come lei?
- Oh sì, sembra molto simpatico, anche se non abbiamo parlato molto. – rispose Sebastian con un gran sorriso.
- Può diventare lui l'altro mio zio? Così posso giocare con Amelia quando ti veniamo a trovare!
Il giovane rise, augurandosi che Hunter non capisse il francese: tutti in famiglia speravano che il figlio minore decidesse di mettere la testa a posto e di accasarsi, compresa la nipotina che voleva assolutamente un altro zio. Era bello che considerasse normale il fatto che allo zio Bas piacevano gli uomini e non una cosa strana come molti adulti purtroppo; era una delle poche cose che Sebastian apprezzava dei bambini.
- Il francese è una lingua così sensuale, peccato che io non sia in grado di spiccicarne una parola! - esclamò Hunter, che probabilmente stava cercando di seguire la conversazione con scarsi risultati.
- Se vuoi ti posso insegnare le basi.
Ecco un'altra frase maliziosa... Era più forte di lui.
- Tua nipote sarà con te anche stasera?
- Sì... - rispose Smythe, estereffato – Perché?
- Pensavo potremmo andare a cena tutti e quattro insieme, se non avevate altri piani.
Non era quello che si aspettava per la fine delle vacanze, certo, ma a volte le cose impreviste erano quelle migliori.
- Per me sarebbe perfetto.



Note dell'autrice
Anche questa week è finita, non sono riuscita a scrivere tutte le shot per via dello studio, ma spero che abbiate gradito quelle che sono riuscita a concludere. Come sempre, vi ricordo che potete trovarmi sulla mia pagina autore di Facebook o su Twitter se volete. C:
Vi ringrazio per aver recensito, preferito o semplicemente letto le storie, vi adoro!
Alla prossima,
Neva

  
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