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Autore: Leo Magnus Weasley    15/09/2014    2 recensioni
Nico capiva Percy Jackson. Il suo dolore lo comprendeva meglio di chiunque altro. E per questo lo poteva aiutare a risollevarsi dall'oblio.
Storia Pernico/Percico. Dopo la battaglia contro Gea.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
 
-Percy Jackson la obbligo ad alzarsi!-
Erano le 10 del mattino ed erano passati due mesi dalla morte
di Annabeth.
Nico, quella mattina, aveva deciso che per Percy era giunto il tempo di risollevarsi dall'oblio in cui era caduto, per questo era andato nella sua cabina con un aria molto più felice del solito e adesso stava scuotendo il figlio di Poseidone con forza.
-Svegliati! Ora!- Gli tirò una cuscinata. Percy mugugnò qualcosa e si girò dall'altra parte. -Perseus Jackson, le ordino immediatamente di alzarsi da questo suo letto o userò tutte le forze in mio potere per svegliarla, a costo di buttarla giù dalla parete di arrampicata!- Percy aprì un occhio, girò la testa verso quella di Nico e disse. -Ecco sono sveglio, ora puoi andartene.-
-No no carino.- Fece quello in risposta -Oggi ho in mente un programmino pazzesco per te- Detto questo sorrise e con uno strattone tirò via le coperte all'amico.
-Grazie mille, figlio di Ade- Biascicò Percy alzandosi -Sei proprio un buon amico....-
-Lo so, grazie. Ora muoviti! Ti aspetto nella casa grande tra 10 minuti, se non ti vedo arrivare ti vengo a prendere io- disse Nico con aria malvagia.
 
Percy, dopo essersi vestito e aver deciso di avere un aria decentemente presentabile, si incamminò verso la Casa Grande. Mentre camminava si guardava in giro e si chiedeva come fosse possibile che tutti vivessero bene anche senza Annabeth. Per lui era impossibile. Non riusciva ad alzarsi la mattina con un sorriso, o scherzare tranquillamente durante il pranzo e la cena. Non riusciva neppure ad allenarsi. E tutto questo gli dava fastidio. Tanto fastidio.
In lontananza senti qualcuno parlare -Si eccolo che arriva.-
-Piper, dubitavi forse delle mie capacità di convinzione? Non avrò la lingua ammaliatrice ma ho il mio fascino- Nico gli sorrise -Ciao dormiglione-
-Buongiorno...-
- No così non va bene, è il tuo compleanno e tu sembri una medusa spiaggiata...!- Giusto, pensò Percy, era il 18 agosto, lui compiva 18 anni.
-Tanti auguri Percy- Piper lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia. Lui ringraziò e si rivolse a Nico -Esattamente, quale sarebbe il tuo programmino?- Il figlio di Ade sorrise -Ti spiegheremo tutto all'entrata del Labirinto-
-Il labirinto? Ma dove andiamo?-
-Percy troppe domande. Aspetta e vedrai- Detto questo i tre si incamminarono verso il labirinto.
Questo era proprio quel labirinto, quello di Dedalo. Avevano scoperto che non era andato distrutto, ma che si era solo immobilizzato. Leo e Annabeth avevano studiato la sua composizione per mesi e avevano scoperto che, grazie ad esso, potevano raggiungere tutti i luoghi che volevano solo se ci si era già stati. Bastava entrare senza aver paura di perdersi e pensare chiaramente al luogo in cui si voleva andare.
Quel giorno, davanti al labirinto li aspettava una discreta folla, tra cui Leo, Chirone, Tyson e Clarisse. -Hei Percy! Auguri!- Gridò Leo, seguito da tutti gli altri. Percy ringraziò e si avvicinò al figlio di Efesto. -Leo, esattamente perché siamo siamo qui?-
-Amico, siamo qui per festeggiare il tuo compleanno ovviamente!- Leo sorrise radioso -Ora però andiamo tutti al Campo Giove.-
-Al Campo Giove?!-
-Si certo. Anche loro vogliono festeggiare!- Detto questo prese una specie di megafono e disse -Semidei, a me le orecchie! Chiunque voglia festeggiare Percy Jackson, qui accanto a me in tutto il suo splendore, si metta in fila dietro quell'affascinante figlio di Ade laggiù- Nico alzò la mano -e lo segua. Mi raccomando prendetevi tutti per le spalle e non lasciatevi andare, se no be'...se no non riusciremo più a trovarvi- La folla si mise in fila dietro Nico che entrò nel labirinto a passo svelto.
Rimasero solo Percy, Leo e Piper. -Allora....perché lo state facendo?- esordì Percy, infastidito. -Come perché? Percy siamo tuoi amici e vogliamo aiutarti a superare il trauma.- Piper era preoccupata -E si può sapere chi ve lo ha chiesto?! Io no di certo!-
-Percy calmati!- Piper usò la lingua ammaliatrice. -Con me non funziona. Si può sapere perché pensiate di farmi un favore? E poi vedo che voi lo avete superato veramente bene il mio "trauma"- Percy era furioso. Come avevano potuto pensare che avrebbe avuto voglia di festeggiare senza Annabeth? Come avevano potuto pensare che avrebbe avuto voglia di divertirsi?
-Percy...noi non lo abbiamo superato...ma proviamo ad andare avanti...come vorrebbe lei...- Piper aveva la voce spezzata e Leo la prese per una spalla -Percy, tu hai perso la ragazza lo sappiamo ma anche noi abbiamo perso un'amica. Non sei l'unico ad aver sofferto, questo lo devi capire. Non puoi incolparci di continuare a vivere.- Leo era infastidito. Prese Percy per il braccio e lo portò nel labirinto.
Il corridoio era lungo, poi ad un certo punto svoltava a destra e subito dopo a sinistra. Alla fine c'era una porta socchiusa. Piper la aprì e si ritrovarono vicino alla statua di Terminus. Dopo averlo salutato si avviarono verso la città ai loro piedi. Jason gli accolse con fervore -Jackson! Auguri!- Salutò Leo e baciò Piper. -Allora la festa si terrà nella mensa. Seguitemi.- Durante il tragitto Jason cercò di fare un po' di conversazione con Percy, ma con scarsi risultati. Appena arrivati esplose un coro di "Tanti auguri a te" e poi si iniziò a ballare sulla musica dei satiri e dei fauni. L'atmosfera era molto allegra, ad un certo punto Leo si improvvisò DJ e Piper e Hazel si scatenarono sul palco, lasciando a bocca aperta Frank e Jason. Nico applaudiva soddisfatto e Grover non la smetteva di mangiare lattine. Percy, da un angolo, guardava la scena. Proprio non aveva voglia di divertirsi. Decise quindi di sgusciare fuori e andare a fare un giro per il Campo Giove.
Non era più riuscito a tornare li dopo la morte di Annabeth perché si era immaginato di passare la sua vita da adulto qui con la figlia di Atena. Aveva sognato di avere una famiglia propria. Ed ora, invece, era più solo che mai. Si sedette in un vicolo vicino alle terme. -Annabeth, mi manchi.- Sussurrò al cielo.
Un'ombra si avvicinò. -E tu manchi ai tuoi amici, Percy.- Era Nico, che si sedette accanto a lui. -Bel posticino, tra parentesi, molto intimo- Gli strizzò l'occhio -Allora che ci fai qui? La festa è da un'altra parte se non l'avessi notato.-
-Nico, ti prego lasciami solo.-
-Certo. Per me sarebbe semplice abbandonarti qui ad autocommiserarti tutto solo ma ti dico una cosa. Tu non mi hai lasciato da solo quando Bianca è morta. Io non lo farò con te. Perciò- zittì Percy con lo sguardo -ti autocommisererai con me vicino e non mi manderai via. Ti è chiaro?- Percy non rispose. -Bene se non parli tu parlo io-
Nico iniziò a fare monologhi su tutto, sulle terme, sull'acqua calda, sul tè, sulle piante, sul sole. Non smise mai di parlare, e più parlava più Percy si svegliava.
-Nico, basta.-
-Oh il bell'addormentato non è più muto come un pesce vedo.-
-Di Angelo, questa era pessima...- iniziò a ridere e contagiò anche Nico.
   
 
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