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Autore: Mel_mel98    15/09/2014    5 recensioni
Dal primo capitolo:
[“Dormi bene, mi raccomando...”- sussurro mentre sto per uscire.
“Beck!”- la sento dire.
“Sì?”- faccio affacciandomi alla porta- “Dimmi tutto”
“Raccontagli... raccontagli di noi due.”- parla senza guardarmi in faccia, ha già gli occhi chiusi.
“Tranquilla... ci penso io, sono abbastanza bravo nel raccontare le storie.”]
Ogni sera, un racconto diverso.
Per conoscere ogni segreto di questa stupenda coppia, ormai trio.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Jade West
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tell me something you like'
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Buonanotte

Ho passato ore seduto nella sala d'aspetto, a rigirarmi il telefono tra le mani.
Non che aspettassi una telefonata o qualcosa del genere, giusto per fare qualcosa. Mi sento così inutile in questi casi.
Stavo quasi per addormentarmi, anche se mi ero ripromesso di non farlo, quando è arrivato quell'infermiere.
Mi ha guardato dritto in faccia, poi è passato ad André, che per tutta le notte è stato al mio fianco.
“Beck Oliver?”
Ho fatto cenno di sì con la testa, non avevo proprio la forza di rispondere.
“Mi segua, prego.”. Ecco cosa mi ha detto.
E a quel punto, mi sono sentito come se la forza di gravità su di me fosse raddoppiata, triplicata. Non volevo alzarmi. Che cosa avrei scoperto, una volta seguito quell'uomo?
“Non aver paura, amico”- André mi ha dato un' affettuosa pacca sulla spalla- “Vai, forza. Sei hai bisogno, io sono qui.”- ha detto sorridendo.
Come farei senza di lui?
Ma soprattutto, vorrei proprio sapere come fa a sopportarmi sempre in queste situazioni.
Divento così nervoso, così ansioso... Dev'essere davvero terribile starmi vicino.
Eppure lui c'è sempre.
In qualsiasi momento, a qualsiasi ora del giorno.
E davvero, non so se ce l'avrei fatta ad alzarmi dalla sedia senza le sue parole.
Così, ho seguito silenziosamente l'infermiere, che mi ha guidato fino a questa stanzetta.
Ha aperto la porta e... eccomi qua.
Di fronte ad una delle cose più belle del mondo. Ma che dico del mondo, dell'universo.
Ho cominciato a sorridere, avrò avuto una faccia da ebete, sicuro.
Ho mosso qualche passo incerto in avanti, poi le gambe si sono fatte come di burro e mi sono dovuto sedere per non rischiare di cadere a terra.
L'infermiere a quel punto è uscito, lasciandomi solo.
Solo con te.
 
Sei così piccolo, ma così bello.
Non pensavo, non credevo davvero che vederti mi avrebbe fatto quest'effetto.
È come se, tutto d'un tratto non ci fosse più nessun io. Niente più Beck Oliver.
Non sento più nulla, non mi tremano più neanche le gambe.
Riesco a fare qualche passo e ad avvicinarmi un po' di più.
È davvero un'emozione fortissima.
Chissà se anche tu sei emozionato nel conoscermi.
Ma continui a dormire tranquillamente, imperturbabile.
Respiri piano, chiuso nell'incubatrice.
Ogni tanto muovi dolcemente le manine, come se volessi prendermi, come se mi volessi lì, vicino a te.
Sei bellissimo, piccolo mio. Veramente perfetto.
In un certo senso, vorrei tenerti là dentro per sempre.
Al riparo dal mondo, che è così spaventoso a volte.
Sembri così felice, così in pace. Ed anche io mi sento meglio adesso che sono qui.
 
La porta dietro di me si è aperta, ma non riesco a staccarti gli occhi di dosso. Mi hai ipnotizzato.
Una mano si poggia sopra la mia spalla, e sono costretto a girarmi.
Sorrido.
Mi aspettavo un medico, al massimo André, ma certo non lei.
Lei, che si stringe al mio braccio, con gli occhi lucidi.
La tua mamma, piccolino, è una donna fantastica.
Guardala, non è meravigliosa?
Non sai che paura ho avuto. Ho rischiato di perderla, di perdervi. Un'altra volta.
Sei proprio una calamita per i guai, vero?
 
“Sono già innamorato di lui”- sussurro.
Jade si stringe a me più forte.
“Sono tanto fiero di te, mamma”- le dico.
Lei mi guarda, con i suoi bellissimi occhi azzurri.
“Grazie... papà”- e il mio cuore comincia a battere più forte.
Poi lei mi lascia, arranca verso la sedia.
“Tutto bene?”- chiedo. Sono così preoccupato per lei adesso.
Sapessi che cosa ha passato stanotte!
“È tutto ok...”- dice prima dura- “Ma credo che mi farò portare di nuovo in stanza, forse ho bisogno di dormire.”- ammette poi.
Io mi accuccio e poggio la testa sulle sue ginocchia.
“Penso che questa sia un'ottima idea. Non devi strafare, Jade”
“Lo sai che non permetto a nessuno di dirmi cosa fare o meno. Neanche a te.”- risponde in malo modo come al solito, ma sorride.
“Sì certo certo. Ma lo hai detto anche tu di non essere in forma. Dai, vieni che ti accompagno in camera.”
In un certo senso mi dispiace lasciarti adesso che ci siamo appena conosciuti, ma lei è la mia Jade, la tua mamma, e voglio stare con lei se ha bisogno.
“No, tu resta qui”- e lo dice stringendomi debolmente il polso- “Resta qui con lui, se non posso farlo io.”
Mi guarda dritto negli occhi, mi colpisce, come sempre, con le sue parole.
“Oddio Jade, quanto ti amo”
Non le do il tempo di rispondere, sono già con le mie labbra contro le sue.
Lei passa una mano sulla mia guancia, ed io per un attimo vorrei che non la togliesse più.
Ci stacchiamo e mi soffermo a guardare il suo volto stanco.
“È meglio che tu vada a letto, adesso.”- sussurro.
“D'accordo”- dice alzandosi- “Tu intanto... raccontagli qualcosa.”
Mi scappa da ridere.
Dovresti sentire il tono con cui l'ha detto. Così dolce, tenero. Così strano, detto da lei.
Jade sembra sapere che cosa sto pensando e subito replica: “Deve essere la stanchezza a farmi dire certe cose.”
Io rido e rispondo: “No, dev'essere la maternità.”
La accompagno fino alla sua stanza, non molto distante. La aiuto ad entrare nel letto, le rimbocco le coperte e le stampo un bacio sulla fronte.
Sembra che stia per dirmi qualcosa, ma rimane in silenzio.
“Dormi bene, mi raccomando...”- sussurro mentre sto per uscire.
“Beck!”- la sento dire.
“Sì?”- faccio affacciandomi alla porta- “Dimmi tutto”
“Raccontagli... raccontagli di noi due.”- parla senza guardarmi in faccia, ha già gli occhi chiusi.
“Tranquilla... ci penso io, sono abbastanza bravo nel raccontare le storie.”
 
E così, ecco perché sono qui adesso.
Ho pensato a lungo a cosa raccontarti.
Jade vorrebbe ti parlassi di me e lei. E questa è una cosa che mi fa sorridere, non parla quasi mai del nostro rapporto con gli altri, se non per marcare il territorio.
Ma questo ti fa capire quanto sei speciale, piccolo scricciolo. Quanto ti voglia bene.
È per questo che invece vorrei raccontarti di noi. Sì, noi tre.
Non l'ho saputo subito. Ho scoperto della tua esistenza quando la mamma era al quarto mese di gravidanza.
E, devo essere sincero, è stato un dramma.
Avevo così paura. Avevo paura che tu non fossi mio figlio.
In quel periodo di incertezza ho fatto un sacco di sbagli, mi sono chiuso nella mia roulotte e ho lasciato il mondo fuori.
Ma per fortuna alla fine tutto si è risolto per il meglio.
Non sai come sono grato alla mamma per aver scelto di tenerti.
Era da sola, di fronte a qualcosa più grande di lei, e ha scelto di affrontarla.
Te l'ho detto che è una grande donna.
Anche senza la sua solita maschera di cinismo e freddezza, lei è forte comunque.
E allo stesso tempo è anche fragile. Ed è forse per questo che la amo.
Devi volere tanto bene alla tua mamma, promettimi che sarai sempre buono con lei.
E cerca di capirci, quando sbagliamo, quando non ti capiamo.
Abbiamo solo diciotto anni, un figlio e quasi tutto il mondo contro.
Già, questa ancora non te l'avevo detta.
Non credere di avere tanti nonni e nonne intorno a te.
Come dire... tra tutti non è che l'abbiano presa molto bene.
Te lo racconterò una di queste sere, com'è andata.
Poi vorrei parlarti dei momenti passati nella mia roulotte tutti e tre insieme.
Jade con il pancione, tu che scalciavi come un forsennato, io che andavo avanti a litri di caffè.
E poi, poi vorrei raccontarti ciò che è accaduto ieri sera.
Forse non tanto per te, quanto per me. Per imprime nella mente quelle scene, quei secondi, quegli attimi.
Anche se forse, a pensarci bene, non credo sia possibile dimenticare, in questi casi.
E intanto che io sto qui a parlare praticamente da solo tu ti sei già addormentato.
Questo è un momento magico, fidati di me.
Buonanotte, piccolino. Dormi bene. Ci vediamo domani.
 
 


Angolo dell'autrice
Innanzitutto, buon primo giorno di scuola a tutti! (Oddio, potrebbe esserci anche qualcuno che comincia più tardi o ha già cominciato, ma spero possiate perdonarmi...)
Premetto subito che stamattina avrei preferito strapparmi i capelli, piuttosto che tornare a scuola; è stato uno dei rientri più duri, fino ad adesso.
Perciò, per tirarmi un po' su di morale...
Eccomi qui, di nuovo all'attacco con questa long.
Long si fa per dire, alla fine dovrebbero venire fuori solo quattro capitoli in totale.
Ma, come si dice, pochi ma buoni!
Lo scopo di questa fic è dare una degna conclusione a tutta quella serie di eventi e, in parte, disgrazie, a cui ho dato origine nei precedenti capitoli della serie.
Tre lunghi flashback, che mostrano momenti importanti per i protagonisti.
Spero che la mia idea per concludere la serie vi piaccia, sono stata tanto tempo ferma a pensare a cosa inventarmi. Sinceramente lasciare le cose così come sono nell'ultimo aggiornamento di “Say you love me, please” un po' mi dispiaceva. Volevo arrivare fino in fondo.
Mi rendo conto da sola come l’impostazione della fic sia completamente diversa dalle altre due che compongono la serie. Che cosa ne pensate? (Anche se forse è un po’ presto per dirlo, con un solo capitolo…)
Non vedo l'ora di trovarvi in qualche recensione, spero davvero di non deludere le vostre aspettative con questa ff.
A presto!
   
 
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