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Autore: scripturient    15/09/2014    0 recensioni
Zayn Malik non è assolutamente uno di quei ragazzi che se la prende per cose futili, almeno fino a quando esse non vanno a ferire il suo orgoglio.
E con quella frase il suo orgoglio era stato calpestato, sfilacciato, rotto in tanti pezzettini e poi dato in pasto agli squali.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione! Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle entità realmente esistenti citate, né offenderle in alcun modo. Tutti i fatti narrati sono puramente inventati o sola fonte di ispirazione.

prompt: vela, origano, classico.
 
 


 
A Martina, grazie per il tuo supporto 
che c'è stato sempre e comunque,
spero questa nuova avventura ti riservi
 tutte le sorprese della vita.
Lisa
 

The Gallery.

il classico ragazzo.




Zayn Malik non è assolutamente uno di quei ragazzi che se la prende per cose futili, almeno fino a quando esse non vanno a ferire il suo orgoglio. 

E con quella frase il suo orgoglio era stato calpestato, sfilacciato, rotto in tanti pezzettini e poi dato in pasto agli squali.
Così quella mattina camminava, testa bassa e spalle curve, borbottando qualcosa fra sè e sè, mentre tentava di raggiungere il 99 di Rue de Rivoli, Parigi.

Era da tempo che sognava di fare quel viaggio, Zayn. Insomma, Parigi era la città dell'arte - e l'amore, ma forse questo è meglio tralasciarlo - e qualsiasi studente di un'università come quella di New York doveva vederla almeno una volta nella propria vita. 

Quindi quel giorno, Zayn Malik non si rese neanche conto che avendo come amico uno come Jean - Luc Martinez sarebbe potuto entrare tutte le volte che voleva in quel museo, e che forse avrebbe addirittura potuto dormirci la notte «Come un moderno Professor Langdon de Il Codice Da Vinci» pensò. La smorfia di compiacimento che si insinuò sulle sue labbra e che doveva assomigliare a qualcosa come un sorriso, era il primo cenno di allegria da lì a un mese.




Jean - Luc Martinez era l'attuale direttore del Museo Louvre.
Zayn l'aveva conosciuto ad una conferenza, quando l'anonimo signore - capelli folti marroni, vestito bene - gli si era avvicinato e avevano iniziato a discutere di temi come Leonardo da Vinci e i suoi quadri pieni di doppi sensi massonici.
Se Zayn avesse saputo con chi stava parlando probabilmente avrebbe smesso di guardare il pavimento - che era molto interessante - e avrebbe perlomeno finto un'espressione felice, ma non poteva, perchè lei l'aveva lasciato da quasi 24 ore, ed era ancora presto per essere felici.
Nonostante questo, Jean - Luc aveva trovato il Signor Malik come un'intelligente ragazzo desideroso di sapere, anche se avrebbe potuto rimangiarsi le parole dopo aver visto la faccia del ragazzo quando lui gli aveva passato il suo numero di cellulare. In effetti Zayn pensava che l'uomo fosse dell'altra sponda appena gli diede quel biglietto, poi lesse l'intestazione
 
               Jean - Luc Martinez 
              directèur du Louvre.

 

                e per poco non gli cadde la mascella sul pavimento.






«Ancora troppo presto per essere felici» pensò mentre varcava la soglia dell'imponente costruzione del Louvre, lasciandosi alla spalle quell'orribile piramide in vetro; questo era il problema dei francesi: se osavi dire che la piramide era bella, allora non capivi niente di arte, e come ti permetti a giustificare quella cosa. Se invece dicevi che la piramide era anti-estetica e rovinava l'armoniosità architettoriale del complesso, allora cosa eri venuto a fare a Parigi se non ti piace nemmeno?

Per visitare tutto il museo accuratamente spendendo per ogni opera un tempo giusto per ammirarla, avresti dovuto passarci dentro 5 settimane. Ma Zayn era soprattutto attratto dalla pittura impressionistica, e da Van Gogh.

Mani nelle tasche del cappotto nero, la fronte corrucciata e il labbro inferiore leggermente in fuori, gli occhi strizzati e il ciuffo nero che ricadeva dal lato destro. Se ci fosse stato un dipinto che immortalava Zayn Malik mentre guardava l'opera di Van Gogh, Barche di pescatori sulla spiaggia, sarebbe stato così. Stava scrutando con occhi attenti le pennellate che seguivano un senso preciso, la barca in primo piano e l'esatta proporzione che aveva con la vela dell'ultima nello sfondo. Era tutto così perfetto.




Due ore, tre caramelle al propoli, quattro strette di mano e un macarons dopo, stava girando per le vie del settimo arrondissement di Parigi, dall'altra parte della Senna rispetto al museo del Louvre. Cercava un ristorante appartato per mangiare qualcosa e poi fare ritorno in albergo, la settimana parigina offertagli dall'università stava quasi finendo.
Mentre lanciava occhiate alle vetrine piene di fiori e ai mercatini dell'usato, l'occhio gli cadde su un bistrò in un angolo. Aveva le pareti color crema e dei graziosi tavolini in ferro verdi che davano sul fiume. Si sedette ad un tavolo e si fece portare un antipasto di verdura.

La prima cosa che notò fu quanto origano ci fosse. Non che Zayn sia mai stato un cuoco provetto, ma vivendo in una casa dove le donne erano in netta maggioranza, certe cose le imparavi prima delle tabelline. Poi la sua mente deviò in quei ricordi che erano stati catalogati come 'dangerous' nella sua mente e si trovò a pensare a quando lei faceva la pizza, e al fatto che ci mettesse sempre un pizzico di origano in cima. Strinse gli occhi per allontanare la vista annebbiata.
Sapeva che gli occhiali da vista che si stava infilando di certo non lo avrebbero aiutato contro le lacrime, ma voleva illudersi che lui era forte. Lui era un ragazzo forte.


E lei si era stancata come tutte le altre. «Sei il classico ragazzo, che pensa solo ad avere qualcuno in casa che lo serva» gli aveva detto con cattiveria un giorno. «Me ne vado». E così fece. La storia, raccontata così era uguale a tutte le sue relazioni passate. Tutte che supponevano, mai nessuna che dicesse le cose come stavano. Men che meno lei, poi, sapeva che si vedeva di nascosto con un ragazzo, un certo Liam che abitava difianco allo Starbucks sulla 5th Avenue e che di lavoro scriveva lettere private per altre persone, un lavoro che Zayn aveva sempre trovato figo.
Ha preferito uno scrittore ad un artista.
Si ripeteva Zayn tutti i giorni, con un cuore infranto in mano, gli occhi annebbiati e l'odio verso qualsiasi essere vivente. E non era riuscito a ricominciare, semplicemente. Aveva paura ora.
Perchè lui era il classico ragazzo opportunista.
Il classico ragazzo geloso.
Il clas...
«Ecco a lei la sua zuppa, monsieur.» disse la cameriera con voce gentile, sorridendogli. Aveva una coda castana con alcune ciocche volanti e due splendidi occhi verdi.

«Forse è ora di essere felici» si disse tra se e sè Zayn.





E forse, in quel giorno troppo freddo a Parigi, con la Senna a fargli da sfondo, Zayn Malik aprì un nuovo capitolo della sua vita e lo intitolò

'Quando capisci che le scrivere lettere per altri è un lavoro stupido '.
  
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