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Autore: zinzuleddha    15/09/2014    3 recensioni
"Perché è vero: soffriamo più nella fantasia che nella realtà, e il confine che segna entrambe le cose è appunto la magia della vita. Sopravvivete, come io ho fatto"
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E camminavo sotto la pioggia, nella speranza che avrebbe lavato via tutti quei sentimenti che mi riducevano il cuore in pezzi quando qualcuno chiamò il mio nome, facendomi sobbalzare.
"Hey, Frank" riconobbi all'istante quella voce; era l'uomo dal viso sfigurato, quello con il quale avrei dovuto verniciare la macchina, ricordai solo allora che mi sarei dovuto recare a casa sua quel pomeriggio.
"Pensavo mi avessi dato buca" ghignò, mentre quella strana sensazione si impossessava nuovamente del mio corpo, questa volta decisamente accentuata.
"Sali in macchina" ammiccò poi.
Alzai le spalle, scacciando via quella sensazione, 'è solo uno stupida sensazione' mi ripetevo, mentre, da totale incosciente, salivo sulla macchina.
Notai stessi tremando, non capivo il perché- infondo, verniciare una macchina non sarebbe stato così difficile, non avevo alcun motivo per star tanto in ansia ma, dovetti ricredermi non appena, alla vista di innumerevoli alberi mi distolsi dai miei pensieri, notando solo allora fossimo nel bel mezzo di una campagna.
Mi si accapponò la pelle non appena mi ritrovai col volto coperto.
. . .
Innumerevoli voci risuonavano nella mia mente, la vista appannata.
"Frank, se mi senti, tira fuori la lingua" mi urlarono; non conoscevo quelle voci.
"Frank, se mi senti, tira fuori quella dannata lingua" ripeté allora; percepii un colpo al viso, poi un altro.
Nuove voci si innalzarono nell'aria, non riuscivo più a comprendere ciò che dicevano.
"I battici cardiaci stanno diminuendo" udii, prima che il mio corpo venisse attraversato da innumerevoli scosse; fu allora che la vista cominciò a schiarirsi, urlai non appena mi ritrovai difronte un uomo con una mascherina sul viso, mentre una fioca luce bianca mi accecava.
Mi avevano forse rapito gli alieni?
Ero morto, era forse l'inferno?
Cominciai a dimenarmi involontariamente. Mi sentivo stremato, volevo fermarmi, ma non c'è la facevo, e mentre innumerevoli urla mi spappolavano i timpani, percepii una puntura sul braccio, mentre lentamente mi sentivo scivolare via le forze.
Vidi mia madre, la sua espressione non prometteva nulla di buono.
Mi ritrovai in un'altra stanza, seduto, una signora al mio fianco.
"Frank" cominciò, poggiandomi una mano sul ginocchio destro. Sobbalzai, urlandogli contro un qualcosa di incomprensibile mentre venivo nuovamente assalito da quelli che realizzai fossero dottori.
"Frank" urlò, facendomi nuovamente mettere seduto.
"Frank, sei stata vittima di un brutto incidente stradale" sospirò, mentre un espressione di totale shock si faceva largo sul mio volto.
"NO" gli urlai, balzando nuovamente in piedi.
"E' stata tutta una messa in scena" continuai, mentre sentivo nuovamente le forze scivolarmi via al ricordo di quelle tre notti.
"NO, NO" continuai, scuotendo la testa; per un attimo credetti mi stesse per volare il cervello dalle orecchie.
"Lui mi ha tenuto la dentro 3 giorni, mi ha torturato poi-poi" scoppiai in lacrime prima di sussurrare quella parola.
"Stuprato" conclusi, la voce spezzata dai singhiozzi alla vista delle loro espressioni scioccate.
"No, Frank. Nessuno ti ha fatto niente, è solo una tua impressione. L'incidente ti ha causato un grave trauma celebrare che non ha fatto che accentuare il tuo Disturbo Istrionico Di Personalità, identificatoti quando avevi 12 anni. Ti ricordi di me, vero, Frank?"
Scossi la testa, non sapevo chi fosse, ne avevo capito ciò che aveva detto.
Tutto ciò che avevo capito era che avevano creduto alla messa in scena.
Tutto ciò che avevo capito era che la mia vita era rovinata e, ne ebbi la conferma il giorno in cui, dopo una settimana di accertamenti e deliri, mi portarono in un ospedale psichiatrico, alla mia vista un manicomio, nel quale mi lasciarono per i successivi tre giorni, prima che si facessero nuovamente vivi e, soprattutto, prima che Gerard si facesse vivo. Ebbene, in quel giorno venne a trovarmi. Erano trascorse 72 ore da quando ero stato rinchiuso la dentro, in una stanza, da solo e, sapete qual era la ciliegina su questa bella torta di merda? Al buio, nel quale riscontrai che la stanza fosse piena di demoni.
Si insidiavano tra i freddi mattoni e, non appena voltavi le spalle ti assalivano, rendendoti come LUI, l'uomo dal viso sfigurato.
Contai allora i mattoni della stanza, erano 666, ciò significava che li dentro c'erano 1332 demoni, pronti a strapparmi l'anima, riducendola in pezzi come, in quei tre giorni, lo era finito il mio corpo.
Il primo giorno venni assalito da una donna, mi chiese cosa fosse successo in quei presunti tre giorni.
Le raccontai di quando, il primo giorno, mi legò alle pareti, bendato, facendomi bere benzina spacciandola per acqua; quando finì quasi per affogare a causa del vomito quando, mentre rimettevo, si divertiva a colpirmi ripetutamente sullo stomaco con un bastone.
Di quando mi strappò via le unghie dei piedi, di quando mi fece un lungo taglio lungo il petto.
Di quando, la terza sera, mi fece inginocchiare su dei ceci, con una tavola piena di chiedi difronte al volto mentre, dopo avermi legato con quello che sembrava un collare per cani, mi si avventava addosso quando, stremato dalla sua furia, finivo per cadere col viso dritto su quella tavola piena di chiodi, finendo ricoperto di sangue.
Gli raccontai degli orrori che vidi, degli orrori che subii, di quando mi sentii imponente nel momento in cui percepii nuovamente quell'orrendo dolore. Di quanto fosse stato disgustoso sentirlo venire al mio interno e, soprattutto, di quanto mi sentii devastato nel momento in cui mi iniettava un liquido a me sconosciuto, prima di gettarmi dalla macchina, in quella buia autostrada, prima di accelerare e venirmi in contro. Di come sentii le mie ossa fracassarsi mentre mi sentivo morire, ma non mi credette.
Nessuno mi credeva.
Dicevano fossi malato.
Ma non era così. Il mondo era malato, non io.
E in quei tre giorni, distrutto, mi rifiutai di compiere alcuna azione; non mi importava se ciò avesse comportato patire la fame o essere assalito dai demoni, loro non potevano farmi del male, la mia anima l'aveva già presa LUI, loro non avrebbero potuto infliggermi alcuna disgrazia.
Sussultai non appena udii qualcuno bussare alla porta, dal momento in cui in quel fottuto manicomio erano tutti estremamente invadenti. Ti mettevano le mani ovunque, ti obbligavano ad ingoiare pasticche dagli effetti collaterali a te sconosciuti, tramite le quali ti avrebbero spappolato il cervello.
Era tutto un piano stabilito da lui, erano tutti d'accordo, compresa mia madre e mio padre. Ero stato concepito per essere una cavia da laboratorio e, ne avevo le prove, me le avevano date i demoni.
Ebbene, volevo avere il dominio del mondo e, stavano testando se quelle pasticche facevano effetto sul mio corpo, ma non mi avrebbero preso così facilmente; non mi avrebbero mai preso vivo.
Così affondai la faccia in quel cuscino, non alzandomi per nessuno motivo al mondo, voltando ogni tanto la testa da un lato per cercare di prendere aria, ovviamente stando attendo che nessuno mi infilasse qualcosa in bocca. E fu allora che realizzai che me le avrebbero potute infilare nelle orecchie e, fu allora che me le tappai con due chiodi, precedentemente attaccati al muro.
Un urlo risuonò nella stanza, mentre sentivo un liquido caldo scivolarmi lungo il collo; presto tutte quelle urla che si erano innalzate nella stanza scomparirono, lasciando spazio ai sussurri dei demoni, che mi incitavano a riaffondare la testa nel cuscino.
Non ricordo che successe successivamente, tutto ciò che ricordo fu Gerard al mio fianco, mi stava accarezzando quando, d'un tratto sobbalzò dal letto; trasalii alla sua reazione.
"F-Frank" sussurrò, "H-Hai bagnato il letto" continuò, avvicinandosi nuovamente verso me.
"I dottori hanno detto che ti rifiuti di svolgere alcuna attività e, addirittura di muoverti. Pensavo che almeno andassi in bagno.. io-"
Lo interruppi, balzando in piedi tremolante.
"C'è un demone alle tue spalle" sussurrai, mentre si voltava.
"Quella è la mia ombra, Frank" sospirò.
Scosse la testa prima di lasciare la stanza, "Vado a prenderti un pigiama pulito" disse, prima di lasciarmi solo.
Rimproverai severamente quel demone; Gerard non si toccava, la sua anima era troppo preziosa, il mondo non poteva avere il suo cuore. Gerard era mio.
Sussultai non appena lo vidi sulla porta, lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi estremamente lucidi. Per un attimo credetti i demoni avessero preso la sua anima ma, mi ricredetti non appena avanzò verso di me, cominciando a spogliarmi.
Non mi importava di essere nudo difronte 1332 demoni, ne tantomeno difronte a lui. Ormai avevo perso ogni minimo di pudore, esattamente come avevo perso ogni briciolo di positività, adesso nuovamente sopraffatta dal terrore.
Mi terrorizzava quel posto. La gente li dentro era matta, compresi gli scienziati pazzi che si spacciavano per dottori.
Mi trascinò poi verso la sala mensa, dove avvenivano gli incontri coi familiari; nemmeno quel giorno i miei genitori erano presenti, ma ciò poco importava dal momento in cui era presente lui e, sapevo mi avrebbe aiutato ma, mi dovetti ricredere non appena gli sussurrai tutto ciò che, tre giorni prima avevo raccontato alla capa degli scienziati, comunemente chiamata sotto il nome di 'psichiatra'.
"Psst, Gerard" sussurrai, richiamando la sua attenzione, prima di avvicinarmi al suo orecchio e raccontargli tutto.
Scosse la testa non appena terminai quello che sembrava un racconto di Stephen King.
"No, Frank. La psichiatra te l'ha detto, è solo un grave disturbo di personalità che, se collaborerai, scomparirà al più presto, riavendo così indietro la tua vita"
Urlai a quella risposta, lanciandomi ai suoi piedi mentre la campana suonava e lasciava il tavolo, mentre i medici mi assalivano, strattonandomi verso loro.
Mi aggrappai alla sua gamba, singhiozzando.
"Non lasciarmi qui, Gerard, non sono pazzo! E' una trappola, una messa in scena, esattamente come la storia dell'incidente" Lo scongiurai.
Scosse nuovamente la testa, persi totalmente il controllo dei miei sentimenti.
"Mi hanno fatto la stessa cosa che hanno fatto a tuo fratello" Urlai in preda al panico mentre si dimenava dalla mia presa.
Fu allora che ricevetti un calcio in pieno viso, abbandonandomi alla presa dei dottori mentre Gerard si avventava sul mio viso, ulteriormente ferito da un ceffone mentre i dottori mi reggevano in piedi.
"No, Frank" sussurrò a denti stretti mentre il silenzio calava nella stanza, sotto lo sguardo scioccato degli altri pazzoidi.
"Questo non te lo permetto. Ciò che hanno a mio fratello è reale, la tua una fottuta fantasia e, su ciò non si scherza" continuò, mentre il suo petto si alzava e si abbassava a ritmo del mio battito cardiaco.
"Sappi che se non fossi consapevole del fatto che fossi malato ti avrei ucciso con le mie stesse mani" terminò amareggiato, prima di voltarmi le spalle e avanzare verso la porta che portava al corridoio, la quale soglia non ci era permessa solcare, in quanto significava libertà.
"No, Gerard" urlai, nella speranza di richiamare un ultima volta la sua attenzione, prima che anche lui mi abbandonasse.
"Sei l'unica speranza per me" sussurrai in lacrime mentre, sotto la luce della vergogna, terribilmente amareggiato, mi lasciavo trascinare dai dottori, abbandonandomi alla depressione.





- Salve a tutti! E rieccomi quì con un nuovo capitolo, contentente il tanto atteso colpo di scena che avrebbe definitivamente sconvolto la vita di Frank ed è quì che vorrei chiarire una cosa- Nel terzo capitolo Frank tenta di baciare Gerard, nonostante tra i due, oltre a qualche sguardo e qualche sfioratina non fosse sbocciato nulla di che, risultando così avventato; ebbene, se tutto è avvenuto tanto in fretta c'è un preciso motivo, ovvero il Disturbo Istrionico Di Personalità di Frank, che lo porta ad agire compulsivamente, ( Se non avete idea di cosa io stia parlando, vi consiglio di dare uno sguardo su Wikipedia, così avrete le idee più chiare ;) ) al quale, col passare del tempo si aggiungerranno nuovi disturbi che lo porteranno a compiere azioni improbabili, i quali verranno elencati nei seguenti capitoli. Così, la storia sta prendendo una nuova piega e, vi aspetto ansiosamente tra le recensioni per sapere che ve ne pare! Chiedo perdono per gli eventuali errori.-

A presto,
Danny x <3
   
 
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