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Autore: Izumi_Sena    16/09/2014    2 recensioni
Alec e Jude sono migliori amici da sempre, anche se sono molto diversi.
Il primo è un asso degli sport, è popolare, mentre il secondo è appassionato di libri, manga, e ama disegnare.
Sono andati in campeggio insieme, hanno imparato a guidare insieme, vanno a scuola insieme.
Sono inseparabili.
Ma Jude ha un segreto, che ha dovuto imparare a nascondere: è innamorato di Alec.
Riuscirà l'altro a capirlo? O Jude dovrà farsi strada a forza verso il suo cuore?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 5 – Oh, Darling!
 
~Jude~
Quando mi sveglio, sono le otto di mattina. È tardi, per me, che mi sveglio solitamente in piena notte preda di incubi. Accanto a me, Alec dorme ancora, tenendomi abbracciato. Non so se svegliarlo, andare a preparare la colazione o stare qui senza far niente.
Ma dopo pochi minuti si sveglia anche lui e mi fissa con quegli occhi color mare.
-Ciao.- dice, mi libera dall’abbraccio e si stiracchia.
-Ciao.- rispondo, arrossendo come mio solito.
-Hai dormito stanotte?- mi chiede.
-Per quanto me ne hai concesso.- rispondo sbuffando.
Lui sorride.
-Tutta questa audacia?
-Sta’ un po’ zitto, Alec.- lui alza le mani in segno di resa.
Alla fin fine non è cambiato molto. Parliamo come sempre, tutto sommato ci comportiamo come sempre. Ma in effetti non mi aspettavo nessun cambiamento drastico.
“Che pensi, Jude?” sussurra la vocina, che a quanto pare ha il passatempo di farmi sentire insicuro “Lo sai che non è vero. Non gli piaci, non in quel senso. Lo fa solo perché sei il suo migliore amico”
Mi giro dall’altro lato del letto tentando di non ascoltarla, ma non ci riesco. È come un tarlo che mi mangia il cervello, piano, piano.
Sento una mano fredda sfiorarmi il collo. Scatto in piedi e scendo al piano di sotto per preparare il caffè.
-Jude.- mi chiama, e io mi volto.
-Che c’è?- chiedo, e lui mi lancia qualcosa. Senza occhiali, non riesco a identificare bene.
-Le mutande.- mi sento partire a fuoco, come se avessi mangiato un peperoncino.
Mi precipito fuori dalla stanza e mi infilo le mutande in tutta fretta.
Mentre scendo le scale, suona il campanello.
Con uno scatto da centometrista, torno indietro e mi rifugio sotto le coperte.
-Merda.- dice Alec, che si infila un paio di pantaloni e la mia maglietta. Io inforco gli occhiali, afferro una maglietta completamente a caso e mi tuffo in bagno.
Mi accascio a terra, terrorizzato e imbarazzato. Dal piano di sotto si sentono i discorsi sommessi dei genitori di Alec.
-Non avete combinato niente, vero?
-No, mamma.
-Dove hai preso quella maglietta? Non te l’ho mai vista.
-La uso per dormire.
-Dov’è Jude?
-In bagno.
-Che avete mangiato?
-Panini.
-È andato tutto bene?
-Sì, mamma.
Poi sento dei passi che si avvicinano. Mi infilo la maglietta, che mi sentire come un sacco di patate.
-Perché hai la mia maglietta?- mi chiede Alec, guardandomi stranito.
-Qualcuno ha la mia.- lui se la sfila in fretta e me la porge. Mi imbarazza un po’ vederlo così, dopo quello che è successo stanotte, e distolgo lo sguardo.
Faccio per ridargli la maglietta, ma lui mi ferma.
-Ti sta bene.- sorride, poi sospira –Visioni erotiche…
Mi prendono a fuoco le orecchie.
-Io non…- mormoro, ma lui mi ha già abbracciato.
-Te l’ho già detto.- dice guardandomi negli occhi –Sei eccitante.
-Ci sono i tuoi…- mormoro, imbarazzato.
-Già.- dice come se niente fosse, ma mi lascia andare.
Mi rimetto i miei vestiti e lui mi accompagna a casa.
-A domani, Jude.- lo saluto alzando il braccio e sorridendo.
Entro a casa, e trovo i miei genitori intenti a guardare la televisione. Stanno facendo zapping fra vari telegiornali. Mi salutano senza prestarmi troppa attenzione.
Ad un certo punto la presentatrice del telegiornale comincia a parlare di un gay pride.
-Che schifo.- dice mio padre.
-I ragazzi di oggi non hanno più valori morali.- continua mia madre.
-Uomini con uomini, donne con donne, è il degrado.
Sono così da sempre, quei due. Insensibili fino all’impossibile e soprattutto omofobi fino al midollo.
“Grazie per il sostegno” penso con un sorriso ironico che mi nasce sul volto. Bevo del caffè in cucina, e mi sento rinato. Il cervello comincia a camminare, anche se a rilento.
-Jude.- mi chiama mia madre. Io vado nella stanza della televisione ancora assonnato.
-Sì?- chiedo.
-Sei caduto?- domanda –Cammini in modo strano.
-Io…- tento di inventarmi qualcosa –Sono caduto giù dal letto e ho dormito per terra senza accorgermene.
Loro sorridono. Sono convinti che io cada in continuazione e sia un imbranato pazzesco.
-Fai attenzione, la prossima volta.
Annuisco e mi rifugio in camera mia,gli occhi già pieni di lacrime.
Ancora una volta mi ha fregato, mi sono lasciato andare.
“Non deve succedere più!” mi dico rabbiosamente “Finirà male! E già lo sai…”
Accendo lo stereo al massimo in modo che la musica possa coprire il suono dei miei singhiozzi.
 
~Alec~
Jude sbuffa, e si stende sul muretto.
-Che c’è?- dice Ryan alzando un sopracciglio –Problemi con le ragazze?
In risposta lui borbotta qualcosa, accigliato.
-Jude ha finalmente quella giusta fra mani.- dico io con un sorriso.
-Muori.- dice, e mi tira un sassolino.
-Le cose sono un po’ instabili fra loro.- continuo, incurante della sua espressione seccata.
-Già.- sospira lui.
“Già?” sono tentato di urlargli. Non penso proprio che le cose vadano male, anzi.
Quando mi alzo e vado in bagno, non mi segue.
-Si è stancato?- chiedo sottovoce al riflesso nello specchio, ma lui si limita a guardarmi senza far nulla –Ho sbagliato qualcosa?
Esco dal bagno, e lì davanti, c’è Sarah.
-Alec…- chiede –Hai un momento?
-Oh, beh, certo.- rispondo sorridendo. Lei mi guarda con gli occhi che sorridono, e mi bacia.
Ma la parte peggiore è che proprio in quel momento, dalla fine del corridoio, si va vivo Jude.
 
~Jude~
Sento le lacrime scendermi lungo le guancie nonostante non voglia piangere.
-No…- Alec spinge via Sarah, che cade a terra senza capire nulla –Io non…
Ma mi sono già voltato e ho cominciato a correre. Mi rifugio sul tetto, e mi addosso alla porta.
Mi accascio per terra, e comincio a piangere sul serio, mentre l’immagine di prima mi martella il cervello.
“Te l’avevo detto.”
“No, no, no, no!”
-No…- mormoro.
Dei pugni battono sulla porta, e tengo ferma la maniglia nel tentativo di non farlo entrare.
-Jude!- urla Alec –Jude!
-Vattene!- ma è più forte di me, e riesce ad aprire la porta. Mi afferra le mani, tenendomele lungo i fianchi.
-Jude…- sussurra prima di baciarmi la fronte.
-Non toccarmi.- dico con un tono così calmo che mi stupisco. Lui mi lascia andare.
-Jude, ti posso spiegare.- come se ci fosse qualcosa da spiegare. Si è solo avverato quello che mi dicevo dall’inizio.
-No.- lo fermo –Lo sapevo che non avrei dovuto dirti quello che era successo! Dopo un po’ mi sarebbe passato, e sarebbe tornato tutto come prima. Tu avresti dovuto far finta di niente, e invece io ci sono cascato come uno stupido!
-Jude…
-Cosa c’è? Pensavi che provare a farlo con un uomo sarebbe stato divertente? Perché con me? Lo sapevo che sarebbe finita così!- a questo punto sto urlando.
-Smettila!- esclama arrabbiato –Jude, è stata lei, io non ho fatto nulla.
-Sì, certo, non sono così stupido.
-Jude!- mi stringe i polsi di nuovo –Voglio stare con te! Lo so che magari non sono bravo come ragazzo, ma voglio farlo. Se tu fossi quello giusto?
Mi asciuga le lacrime con un dito, mi bacia le palpebre chiuse.
-Ma…- mormoro –Eri etero, io non voglio che tu…
-Non importa più!- esclama –Tutto questo è solo per te, capito? Solo per te.
Ci accasciamo a terra, l’uno nelle braccia dell’altro. Mi stringe, e le sua labbra non mi abbandonano nemmeno un attimo. Fronte, guancie, bocca, naso, collo. Sono sempre attaccate lì. Ma poi chiede: -Com’era quella canzone? Quella che dice “Se mi lasci, non ce la farò mai da solo”…
-Oh, Darling.- canto –Please believe me, I’ll never do you no hurt. Believe me when I tell you, I’ll never do you no hurt.
-Believe me Darling.-mi mormora all’orecchio, recitando una piccola strofa –Credimi.
-Te l’ho detto ieri.- dico, con appoggiando la fronte nell’incavo fra la spalla e il collo –Mi fido di te. Voglio fidarmi.                                             
  
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