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Autore: Lushia    16/09/2014    1 recensioni
Sono passati all'incirca due anni, dopo un misterioso sogno la famiglia trova uno strano bambino. Due sconosciute figure li stanno inseguendo, una oscura profezia pende sulle loro teste e il loro futuro è incredibilmente scomparso. La strada verso la verità è ancora lontana.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 39 – Heaven Ring

cover

L'illusionista dalla chioma verdastra si trovava all'estremità sud della stanza, le punte dei suoi piedi non toccavano il terreno e sembrava quasi galleggiare nell'aria. Attorno al suo collo fluttuava un enorme semi cerchio borchiato e sembrava quasi un grosso lombrico, eppure non era vivo né pulsava, ma emetteva un'intensa aria nefasta ed espandeva fiamme della nebbia, che stavano quasi divorando ogni angolo del luogo.
Gli occhi di Clover II erano color indaco, senza bagliori e apparentemente vacui, quasi come se il ragazzo fosse stato completamente assorbito dalla nebbia stessa, prodotta dagli anelli fusi nel Devil Circlet che indossava.
Nessuno dei ragazzi sembrava voler azzardare un attacco, dopotutto non conoscevano le caratteristiche della nuova arma del giovane e, probabilmente, stavano cercando di studiarlo, ognuno immobile nel punto in cui si trovava.

Il maestro fu il primo ad avanzare rapidamente, lo sguardo preoccupato ma il violino già impugnato per suonare la melodia stordente che in molti avevano già conosciuto.
Quando l'archetto toccò le corde, però, nessuna nota riuscì a risuonare in tempo.
La stanza aveva ricominciato nuovamente a vibrare quasi come scossa da terremoti, dal grosso anello attorno all'illusionista si levò un tentacolo che colpì Cloud allo stomaco, scaraventandolo contro il muro dietro di lui.
Il boss dei Notturno si alzò di scatto, cercando di non inciampare a causa del terreno che tremava in modo preoccupante, sfoderando la sua katana e tentando di colpire Clover. Riuscì a mozzare la coda del tentacolo di cui prima, ma un altro alle spalle lo sorprese, afferrandolo per le caviglie e ribaltandolo, per poi lanciarlo all'indietro.

- Maledetto! - urlò Kaito, i suoi pugni già brillavano di una luce giallastra, abbastanza fioca poiché circondata dalla nebbia maledetta. Tentò di colpire il nemico con un potente sinistro, ma il suo pugno centrò una colonna di roccia e terriccio, che si era eretta dal terreno davanti a lui. Altre colonne si susseguirono, facendolo cadere e rotolare all'indietro, mentre i presenti indietreggiarono cauti.
Luca aveva iniziato a dare spallate alla porta serrata dietro le spalle di Shinji, quest'ultimo lo guardava con perplessità e, probabilmente, mai si sarebbe aspettato che il fulmine sarebbe riuscito a buttare giù il portone. L'eco della pietra che ricadeva al suolo quasi non spaventò il resto dei ragazzi, che subito si lanciarono verso l'uscita.
Nando intanto cercava di lanciare carte affilate contro il nemico, la sua mira non era delle migliori a causa del terremoto e delle colonne che spuntavano dal sottosuolo, evitò per un pelo un tentacolo e la sua determinazione sembrò svanire nel nulla.
- E' impossibile, è troppo forte. -
Nemmeno i proiettili di Arashi riuscirono a centrare l'obiettivo, la rossa saltava da una colonna all'altra sperando di colpirlo, eppure Clover aveva iniziato a spostarsi rapidamente da un punto all'altro, quasi come se si stesse teletrasportando, svanendo da un luogo e apparendo poco più in là, lontano dalla visuale.
Un pilastro di roccia, sulla quale si trovava in quel momento, iniziò a sgretolarsi sotto di lei, così come il pavimento stesso, ai piedi dei presenti.
Una rossa luce illuminò la stanza tetra, del magma incandescente bolliva sotto il pavimento semi distrutto, Arashi quasi non cadde e dovette aggrapparsi alle sporgenze, cercando di risalire, fortunatamente Duchesse e Haname le afferrarono le mani e l'aiutarono.

- Dobbiamo andare via! - urlò, osservando la stanza andare a pezzi dietro di lei.

Cristal lanciò un'occhiata al nemico e ritrasformò la sua ascia nel compact, deciso a lasciar perdere il contrattacco. Anche Diamante sembrava piuttosto spaventata, pensò bene di girarsi e fuggire verso l'uscita, dove tutti si stavano rapidamente dirigendo, attenta a schivare pietre e pezzi di intonaco, che stavano iniziando a staccarsi dal soffitto.
Ex-Ten aveva aiutato Sirius a rialzarsi, mentre Haname si era diretta verso Kaito, Cloud era già in piedi e anche lui sembrava convinto che fuggire fosse la decisione migliore.
Nozomi osservò Clover per qualche istante ancora, spaventata da quella potenza inaudita, confusa e senza idee. Arashi si era avvicinata a lei e le aveva afferrato la mano, trascinandola via rapidamente dalla stanza.
Anche Lilium e Haynes si tenevano per mano, correndo assieme a PonPon e Shinji lungo il corridoio che avevano precedentemente attraversato, assieme al resto del gruppo.

- Non andremo molto lontano... - la nebbia dei Vongola continuava a osservare il suo specchio mentre correva assieme agli altri ed era un miracolo che non fosse inciampato, dato che non guardava dove metteva i piedi.
Come aveva previsto, una parte del corridoio era crollata sbarrando loro la strada, obbligando tutti a fermarsi davanti alle colonne e pietre ammassate davanti a loro.
- Tu, solito gufo, oh! - esclamò Kaito, lanciando uno sguardo arrabbiato al compagno, che scrollò le spalle senza aprir bocca.
- No, No! NO! - urlò Diamante, battendo i pugni contro le colonne frantumate – Questa non ci voleva proprio!! -
- Non c'è certo bisogno che lo dica tu! - il Notturno si era avvicinato all'amica e batté anche lui i pugni contro la pietra, giusto per notare che qualsiasi cosa avesse fatto, i detriti non si sarebbero spostati di un millimetro.
- Maledetto, ci ha sbarrato la strada! - urlò la tempesta, voltandosi verso il punto da dove erano appena arrivati. Il giovane illusionista si stava avvicinando lentamente, i suoi occhi avvolti di nebbia erano fissi sui presenti, un sorrisetto spiccava sul suo volto pallido mentre il Devil Circlet continuava ad emanare un'energia poco rassicurante.
Nessuno dei ragazzi fiatò, si appiattirono contro le macerie dietro di loro, mentre Luca e Kaito stavano cercando invano di spostare i massi per creare una via di fuga.
L'aria era diventata quasi irrespirabile, la vista incominciava ad appannarsi e l'affanno saliva sempre di più, l'unico a star bene era proprio l'illusionista verde, che sorrideva beffardo al centro del corridoio.

- E' inutile fuggire, ormai il vostro destino è segnato. - affermò, sicuro delle sue capacità. - Mio padre sarà fiero di me, non avrà nemmeno bisogno di far nascere mio fratello! - esclamò, passandosi una mano sul viso e ridendo di gusto.
- Ma Zon nascerà comunque! - azzardò Haname, senza togliergli gli occhi di dosso – Hai detto tu stesso che manca poco. -
Un grugnito quasi non li spaventò, l'espressione di Clover divenne più severa.
- Non importa, non ha più bisogno di lui. Sono abbastanza forte da realizzare tutti i suoi sogni. - spiegò – Basto io, ed io soltanto. -
- Credi che diventando più forte otterrai la stima di tuo padre? - stavolta fu Nozomi a parlare. Il suo sguardo era perplesso, i suoi occhi fissi su quelli del nemico.
- Certo. Con questo nuovo potere non può che amarmi di più! - rispose lui, sorridendo. Tuttavia, qualche istante dopo, il suo sorriso s'incrinò, fisso sullo sguardo dubbioso della brunetta. - … Pensi che non sia così? - chiese, poi.
- … Non penso che tuo padre inizi ad amarti solo perchè sei diventato più forte. - spiegò lei.
- Cosa vuoi saperne, tu? - ruggì lui, il territorio attorno a loro sembrò reagire alla sua ira e il pavimento tremò nuovamente. - Non conosci mio padre. -
La brunetta avanzò di un paio di passi, tenendosi comunque a debita distanza dall'illusionista.
- … Io sono diventata più forte, ma mio padre non mi ha nemmeno degnato di uno sguardo. - spiegò lei, le parole quasi non le si spezzarono in gola e la mente sembrò volerle a tutti i costi ricordare ciò che aveva vissuto negli ultimi tre anni - … Non importa quanto tu possa diventare bravo, non è questo ciò che serve per farti notare. -
- Tsk. - Clover sembrò tremare a quella affermazione – Cos'altro serve, allora? -
- In realtà... penso che bisogna solo essere sé stessi. - affermò lei, chinando lo sguardo – Se tuo padre ti ama... ti amerà in qualsiasi modo tu sia... - continuò, recuperando un po' di coraggio e sicurezza - … Non c'è bisogno di dimostrargli nulla, non devi cambiare per nessuno. Devi essere solo te stesso e fiero di ciò che sei. -

Sembrava quasi stesse parlando di sé stessa, che stesse raccontando la sua vita ad un estraneo, sentendosi in qualche modo affine ai suoi problemi. Entrambi in cerca delle attenzioni del proprio padre, entrambi sbagliando su ciò che in realtà dovevano fare.
Probabilmente suo padre già l'amava per ciò che era, ma era lo stesso anche con Stanford?

- E' una sciocchezza! - urlò il verde, battendo violentemente il piede per terra, quasi come se volesse fare dei capricci. Il suolo prese a muoversi con violenza e molti dei presenti caddero all'indietro, dall'anello gigante del nemico apparvero dei lunghi tentacoli trasparenti, che raggiunsero uno ad uno tutti i ragazzi, senza dare loro il tempo di capire cosa stesse accadendo. Il groviglio di serpenti neri avevano agguantato le prede al collo e allo stomaco, stritolandoli con forza e quasi impedendo loro di respirare.
La sala era invasa da urla soffocate e tentativi disperati di liberarsi dalla morsa, mentre la risata convulsa di Clover risuonava sopra tutti.

- Vi ucciderò tutti e tornerò vincitore! -
- Non serve fare così! Fermati! - urlò la Vongola, mentre affondava le unghie nel tentacolo che voleva strozzarla – Non serve a null-
La morsa divenne quasi insopportabile e la brunetta non riuscì più a parlare, a nulla valsero le grida degli amici o i loro disperati tentativi di liberarsi con le loro fiamme, ognuno di loro sarebbe deceduto sotto quella stretta.

Probabilmente sarebbero morti a breve e già dinanzi a loro era apparsa la leggendaria luce accecante che doveva condurli all'altro mondo, il tunnel verso un paradiso che li avrebbe separati dal regno dei vivi.
Eppure quella non era la luce che segnava la fine della loro vita, ma una luce calda e arancione, piena di speranza e di calore.

Nozomi aprì lentamente gli occhi, la stretta era diminuita e non era più un problema riuscire a respirare, i suoi occhi ambra si ritrovarono ad osservare la bambina dai capelli rosei, avvolta da un fascio quasi angelico. I tentacoli che l'avevano afferrata non c'erano più, altri tentavano di avvicinarsi ma venivano quasi bruciati dall'intensità che stava emanando. Un'aureola girava lentamente sopra il suo capo, fuoriuscita dall'anello che portava gelosamente al dito.
In quel momento, Lilium sembrava l'angelo sceso dal cielo per salvare le loro vite.

- … Cosa? Cos'è questa luce?? - Clover, seppur incredulo, sembrava anche lui meravigliato dalla bellezza della bambina di fronte a lui. - Cos'è quel coso? E quell'anello? - chiese ancora.
- Seraphic... Halo... ? - rispose Haynes, dietro di loro. I suoi occhi brillavano e sembravano adorare la sciamana, sua cugina, che già tanto amava - La leggenda... l'Heaven Ring, che fu creato per contrastare gli Hell Ring... -

- Ti prego... basta... - la voce della piccola sembrava quasi rotta dalle lacrime – Non sei malvagio... non cedere alla tentazione di quei mostruosi anelli! - esclamò, pregandolo – Lasciati aiutare... -
Clover sembrava quasi propenso ad ascoltare le sue parole, avvicinandosi a lei di qualche passo e allungando la mano, tentando di afferrarla.
Eppure si fermò, scuotendo il capo e tornando in sé. Dopotutto aveva una missione, doveva distruggerli tutti e tornare vittorioso, voleva essere amato da suo padre. Non poteva di certo lasciare che una bambina rovinasse il suo piano perfetto.
Indietreggiò nuovamente, la nebbia tornò ad infittirsi attorno a lui e iniziò a pressare contro la luce arancione che avvolgeva Lilium, mentre anche lei indietreggiò di qualche passo, quasi spaventata.
- Lilium, attenta! - urlò il cugino, dimenandosi senza risultato. Purtroppo la luce della bambina non bastava a liberare tutti i presenti, era piccola e relegata al centro del corridoio, circondata dalle oscure lingue color indaco, che fremevano dalla voglia di stritolarla.
La nebbia continuò a premere contro la sfera di luce che avvolgeva la sciamana rosa, la piccola era spaventata e alla mercé del nemico, eppure sembrò darsi un po' di coraggio e prese un bel respiro, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni. La sua concentrazione riuscì ad aumentare lentamente il bagliore, che si fece più vivo e intriso di fiamme del cielo.
Era diventata una sfida del cielo contro la nebbia, nulla di mai visto o di impensabile, eppure era tutto nato da desideri oscuri, o a volte troppo puri da poter sopravvivere, avvolti dalle tenebre di quel potere.
Il desiderio di essere amati, e il desiderio di salvare le persone che si amano, si stavano scontrando in quello stesso corridoio, dimenticato dal tempo e dallo spazio.
Clover la stava osservando con uno sguardo pieno d'odio, lo stesso che sgorgava dal suo cuore e che derivava dal troppo amore verso suo padre, mai ricambiato.
Lilium, invece, lo stava osservando con pietà, quasi tristezza, comprendeva i suoi sentimenti ma non voleva lasciare che facesse del male ai suoi amici. Non c'erano molte alternative, e continuò ad ingigantire la luce che la stava già avvolgendo e quasi non stava facendo sparire la bambina al suo interno.
Lentamente, il groviglio di tentacoli iniziò a sgretolarsi, bruciandosi a causa della luce e annerendosi in più punti.
L'illusionista sbraitò, la nebbia continuava a sbarrare la strada della sfera luminosa, cercando di schiacciarla, ma la piccola sembrava avere la meglio contro di lui, finchè tutti i tentacoli non si carbonizzarono all'istante.
Lo sguardo del nemico era terrorizzato, un'incrinatura apparve sul Devil Circlet e lui l'aveva subito notata. La luce di Lilium stava distruggendo il suo potere, il suo sogno.
Lo scontro tenebre contro luce sembrava ormai giunto al suo termine, ma il verde non voleva arrendersi.
Non poteva arrendersi.

Urlò, con tutto il fiato che aveva in gola, e la terra tremò di nuovo.
I presenti, che si erano finalmente liberati dalla morsa che li stava stritolando, vennero scossi ancora una volta dal terremoto e dal pavimento che stava iniziando a crollare sotto i loro piedi, costringendoli verso la parete di macerie.
Le sfere oscure ed elettriche, che aveva creato nella stanza poco prima, avevano nuovamente invaso tutto il luogo attorno ai ragazzi, tentando il tutto per tutto in cerca della vittoria e costringendoli ad evitarle con schivate fortunate.
Lilium allargò le braccia e la luce si ingrandì lentamente, inglobando molte sfere e illuminando pian piano ogni angolo del corridoio, finchè non si trovava al pari dell'oscurità della nebbia.
Il Devil Circlet s'incrinò sempre di più, sembrava stesse dando tutto il possibile per contrastare la luce del Seraphic Halo di Lilium, anche a costo di rompersi.
Eppure, Clover non voleva di certo che finisse a pezzi. Quell'oggetto era per lui e suo padre molto importante, erano i vestiti del fratello, adesso suoi. Era diventato così forte e stava gettando al vento tutto il suo duro lavoro, tutto a causa di una bambina.

Iniziò ad avanzare verso di lei, i pugni serrati e lo sguardo furioso, la concentrazione era quasi al massimo e l'oscura luce, proveniente dall'incrinato Circlet, sembrava stesse perforando la sfera di Lilium, che quasi non sussultò.
La pressione era quasi insopportabile, non stava scalfendo solo la fiamma ma anche lei, il suo cuore, i suoi sogni.
L'illusionista, che si trovava nella stessa situazione, ruggì furioso, cercando di tirare fuori tutto l'odio che poteva.
La piccola, sofferente, urlò.

Il pavimento sotto di loro si sgretolava, ma i due stavano galleggiando e, probabilmente, il terremoto era solo un'illusione creata dagli Hell Ring, tuttavia imbattibile a causa della loro potenza.
Ognuno dei presenti, increduli alla scena della battaglia tra i due, restarono immobili ad osservare lo scambio di luci, chi seduto a terra per lo scossone e chi in piedi attaccato alle macerie, dietro la loro schiena.

- Lilium!!! - urlò il cugino, cercando di rialzarsi, eppure era impossibile, le scosse continuavano a susseguirsi violente, senza appigli era impossibile anche camminare.

Entrambi gli sfidanti erano sofferenti, le loro voci si disperdevano nella sala, Clover stava tentando a tutti i costi di perforare la barriera di luce e di distruggerla, aveva il braccio verso di lei, voleva afferrare la bambina. La piccola si stringeva il petto in lacrime, il suo sguardo era serio e i suoi occhi intrisi di pietà e comprensione, l'anello al suo dito sembrava quasi stesse bruciando e l'aureola si era incrinata come l'anello dell'avversario.
Anche lei distese le braccia verso di lui, sembrava quasi che volessero toccarsi, chi per annientare l'altro, chi per salvarlo con una benedizione.

La sala era invasa da fiamme calde e quasi non si riusciva a vedere bene cosa stesse accadendo. Ogni loro parola si perdeva nell'etere, nella luce accecante, negli echi.
Quasi per un attimo non si sentì più nulla, le orecchie giocavano brutti scherzi e tutto si era silenziato, impossibilitati a vedere bene e ad ascoltare rimasero tutti fermi a bocca aperta, quasi trattenendo il respiro, chi con le mani sulle orecchie e chi voltato per non guardare.

Un'esplosione, non così forte da distruggere ogni cosa ma abbastanza da scaraventare tutti al suolo, distruggendo inoltre le colonne e le pietre che sbarravano loro la strada.

Uno strano suono giunse all'orecchio della Vongola, che si ritrovò stesa al suolo tra i detriti. Alzò lo sguardo davanti a lei, stropicciandosi gli occhi per mettere a fuoco la visuale.
La sagoma dell'illusionista era in ginocchio, non aveva più nulla attorno al collo. Il Devil Circlet si sbriciolava lentamente, in un vortice che stava risucchiando pietre e macerie attorno a loro, anche quelli che circondavano la brunetta, che vedeva volare verso il centro della sala, dove una rossa sfera sembrava in procinto di implodere.
D'istinto alzò il braccio destro, la mano verso la schiena della bambina che era chinata in avanti con le mani al petto, l'aureola che andava in pezzi esattamente come l'anello di Clover.
La piccola alzò il capo, si voltò leggermente verso di lei, i suoi occhi erano lucidi ma stava sorridendo. L'anello al suo dito brillava e allungò il braccio verso la brunetta, quasi come se le loro dita volessero incontrarsi.

- Lilium! - urlò nuovamente Haynes, ancora mezzo accecato e barcollando, mentre frammenti di rocce volavano verso la sfera centrale.

- Spostati da lì! - urlò Nozomi, cercando di afferrare la sciamana – Lilium! -
L'anello che indossava sembrò avvolgersi in una bolla di fiamme, separandosi dalle sue piccole dita e fluttuando verso il terreno, quasi come se si stesse dirigendo verso la brunetta.
Quando la Vongola, che aveva osservato l'Heaven Ring cadere al suolo, rialzò lo sguardo verso la bambina, notò che alcune lacrime avevano rigato il suo volto, il suo corpo stava perdendo consistenza e stava diventando trasparente.

Non seppe nemmeno se quell'urlo uscì dalle sue labbra, mentre la sfera si comprimeva davanti a loro con un rumore sordo, scuotendo leggermente i loro corpi e inghiottendo i rifiuti attorno a loro.
La brunetta barcollò, cercando di issarsi e di avvicinarsi, di afferrare le sue dita, ignorando l'anello brillante ai suoi piedi, che si stava lentamente spegnendo del suo bagliore.
La sciamana era invasa da flebili luci, numerose come stelle, che poco a poco stavano cancellando il suo corpo, il tutto svanendo nell'aria attorno a loro.

“Non dimenticare i tuoi sogni.”

Quelle frase era flebile, quasi come se non fosse stata nemmeno pronunciata. Aveva seguito le sue labbra, allungarsi infine in un sorriso, probabilmente l'ultimo.
Si gettò in avanti, voleva abbracciarla e stringerla a sé, voleva sfiorare ancora le sue dita, ma venne tirata indietro da qualcuno, lontana da quel sorriso, dai frammenti di quella bambina, dai ricordi, che erano ormai spariti, come se non fossero mai esistiti in quel luogo.

Le sue mani tremavano, si stava mordendo il labbro inferiore così forte che del sangue scivolò verso il mento. Davanti a loro c'era solo Clover, così spaventato e confuso che si rialzò barcollante e sparì rapidamente, probabilmente fuggito per la vergogna di essere stato sconfitto.

Non un rumore, non una parola.

Di tutto ciò che accadde in quel momento, ricordò solo un urlo.
Quello di Haynes.

   
 
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