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Autore: TheBoyWhoKnewTooMuch    16/09/2014    1 recensioni
“Ciao, io sono Max”.

“Figo! Sei il suo ragazzo?”.
 Arrossisco, perché non sono abituato a parlare della mia omosessualità in pubblico “Ehm … Sì”.

“Wow!” poi si gira verso Edward “Complimenti, è davvero carino!” gli fa l’occhiolino poi corre via da alcuni suoi compagni, dicendo che lo studio la chiamava. Anche io vorrei sempre essere allegra come lei, invece lo sono davvero poco.
Quando arriviamo nel centro della città, affollato come sempre, finalmente posso prendere per mano il ragazzo che amo.
“Sei stato formidabile, lo sai?”.

“Come te”.

“No.” gli dico con convinzione “Sono orgoglioso di te, Edward”.
Lui mi sorride “Anche io. Tu sei molto bravo”.

“Studio solo tanto, non sono intelligente”.

“Non è vero. You’re a golden boy”.

Max è un GOLDEN BOY, amato da quasi tutti, va bene a scuola ed ha persino un ottimo rapporto con suo fratello Daniele, praticamente perfetto ma è gay ed è una cosa di cui si vergogna per cui non vorrà mai dirlo ai suoi genitori per non rovinare l'idea di perfezione loro hanno di lui. Max affronterà anche altre vicissitudini, sempre accompagnato da Edward, il suo ragazzo.
Tematiche omosessuali, se omofobi, non leggete!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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4.



Quando torno a casa, la prima cosa che faccio è buttarmi sotto la doccia, dove il getto dell’acqua calda mi rilassa e rimango a lungo, forse più del necessario. Uscito dal box, sento tutta la stanchezza della giornata scivolarmi addosso.
Danny è in camera sua a giocare al suo videogioco preferito, a sentire tutti i rumori di spari che provengono dalla sua stanza.
“Abbassa il volume!” gli dice mia madre dal piano inferiore. Giurerei di poterlo vedere sbuffare ma obbedisce perché non sento tutto quel baccano.
Io invece sono fermo davanti al mio armadio, indeciso su cosa mettermi. Ho diverse camicie e pantaloni ma ogni volta che devo uscire, non so mai cosa mettere. Decido di provare un po di possibili completi ed alla fine opre per una camicia con sottili righe azzurre, pantaloni beige e un paio di hogan grigie e blu. Indosso anche una giacca, sempre dello stesso colore dei pantaloni. Mi passo un po' di gel tra i capelli, e mi spruzzo anche il profumo che Edward mi ha regalato recentemente. Sono abbastanza carino, la mia pelle non è più bianca ma leggermente abbronzata, gli occhi sono rilassati ed ho i pettinato i capelli con il ciuffo un po' rialzato.
Scendo al piano di sotto e trovo mia madre impegnata a scrivere concentrata ma non appena mi vede, posa la penna.
“Wow” mi dice “Dove vai?”.
“Esco”.
“Lo vedo, con chi?”.
“Dei miei amici”.
Lei annuisce distrattamente “Ho capito, non vuoi dirmelo”.
Ridacchio ma non aggiungo nulla.
Nel frattempo anche mio padre torna a casa, vestito da manager perfetto, con 24ore alla mano ed iPhone, il completo blu senza nemmeno una piega, come se l’avesse appena messo.
“Ciao, amore” dice, salutando mia madre, poi mi guarda “Stai entrando o uscendo?”.
“Sto uscendo, papà”.
Lo vedo tirare le labbra in un sorriso “Hai un appuntamento, eh?”.
“Esatto” rispondo, perché infondo è vero ma, ovviamente, non specifico con chi.
“Quando ce la presenterai?”.
Faccio spallucce “Non so, ora devo andare o faccio tardi.”.
“Va bene, ciao Massi” mi salutano i miei.
Mi chiudo la porta alle spalle e sospiro. Spero non insistano oltre col voler conoscere “la mia ragazza”.
 
Arrivo in Porta Venezia e non appena esco dalla metro, vedo Edward che mi sorride.
Lui è bellissimo, con una camicia bianca ed i jeans neri. Indossa le scarpe che gli avevo regalato per il suo compleanno.
“Ehi, here you are” mi dice, baciandomi velocemente una guancia.
“Scusa, i miei mi hanno trattenuto”. 
Sono emozionantissimo, ho il cuore in gola, come se questo fosse il nostro primo appuntamento ma in un certo modo lo è. Questo è il nostro secondo anniversario insieme, due anni perfetti con lui.
“Non preoccuparti. Andiamo?”.
Annuisco in silenzio, seguendolo.
“Stai bene?”.
“Sì, scusa” gli sorrido “Sono un po' emozionato”.
“Anche io” mi dice prendendomi per mano.
Porta Venezia è davanti a noi, illuminata ed imponente come non mai e come unico rumore di sottofondo c’è il traffico milanese e i nostri respiri accompagnati dai nostri passi.
Il ristorante in cui Edward ha prenotato, è uno dei più famosi e cari della città, il Dolce and Gabbana Gold.
Non appena entriamo, un ragazzo, un giovane cameriere, viene a chiederci il nome della prenotazione e Ed risponde educatamente, col suo perfetto accento inglese che ho amato fin dal primo istante. Tutto intorno a noi è fantastico, un enorme lampadario di cristallo si staglia sulle nostre teste, il pavimento ha un qualcosa tipico dell’800 ed infondo alla sala c’è un pianista che suona quella che sembra uno dei notturni di Chopin ma non sono così esperto.
Il nostro tavolo è riservato, isolato dagli altri.
“Do you like this place?”.
“Wow, Edward. Sei pazzo?”.
“Sì, di te”.
“andava bene un posto qualunque”.
“Non essere sciocco” mi prende la mano “E’ il nostro anniversario ed io e te meritiamo il meglio”.
Un camieriere ci porta prima la carta dei vini ed il mio ragazzo sceglie tranquillamente, coe se fosse un vero someiller e mi piace vederlo così sicuro di sé. Questa sera è ancora più bello del solito.
“Dopo ti devo portare in un locale” mi avvisa mentre stiamo mangiando il pesce.
“Quale?”.
“Vedrai”.
“Un’altra sorpresa?”
“Non sono finite, Max”.
 
Il locale in cui mi porta Edward, una volta usciti dal ristorante dove lui ha insistito per pagare il conto che faceva girare la testa, è un bar vicino al Sempione. E’ appena aperto, devono avere fatto l’inaugurazione da poco se non ricordo male. C’è gente di tutta l’età, di tutti i tipi e noto anche due ragazzi omosessuali che si tengono per mano. Qualcuno li guarda ma nessuno con occhio critico.
“Ti ho portato qui stasera oerchè voglio fare una cosa per te” mi dice mentre si fa servire un Cosmpolitan, il che è strano perché lui non beve mai.
“Davvero?”.
“Yeah, look”.
Non capisco che cosa debba guardare fino a quando non vedo delle luce accendersi, mettendo in risalto il centro del palco ed un giovane si fa avanti. Mettono la base di una canzone, Imagine di John Lennon, e il ragazzo comincia a cantare e capisco che è un karaoke bar ed io li adoro. Sono poco intonato, lo ammetto, ma mi piacciono i posti così ed Edward l’ha sempre saputo, ecco  perché siamo venuti qui,
Mentre ascoltiamo la canzone, abbraccio Ed e lui mi bacia. è il primo bacio che ci diamo di quest’oggi ed ogni volta è un’emozione. Sento il suo respiro mescolarsi al mio ed è la sensazione più fantastica del mondo. Le sue labbra sono morbide, sanno di caramello, non so perché ma starei ore a baciarlo senza mai stancarmi.
Lo sento staccarsi leggermente da me “I’ve to go”. mi dice solamente e poi lo vedo avvicinarsi al palco e prendere in mano il microfono ed è in questo momento che sento il mio cuore mancare di un batttito.
“Ehm, buonasera a tutti” dice e la sua meravigliosa voce risuona per tutto il locale e tutti hanno lo sguardo puntato su di lui. “Questa sera sono venuto qui perché voglio dedicare o meglio cantare una canzone al mio ragazzo. E’ il nostro secondo anniversario e mi sto impegnando perché tutto è perfetto” sorrido a quel piccolo verbo sbagliato, a quella sua piccola imperfezione “Max, voglio che tu sai quanto ti amo e quanto tu sei importante nella mia vita. Noi siamo anime gemelle e mi fai sentire fiero di me stesso ogni volta che mi stai semplicemente accanto e non importa quanto la gente ci può odiare perché non è importante se tu sei con me.” lo vedo puntare il suo sguardo nei miei occhi “So this song talks about being happy and proud of the person you fell in love whit, whoever it is, even if it’s a man, so in a certain way this is my freedom statement and my thank you… To the man I love”.
Quasi non mi accorgo di aver iniziato a piangere fino a quando non sento una lacrima scendere giù per il viso.
Lo sento cantare Origin of Love per me, con la consapevolezza che la sta cantando per me e credo che nulla possa essere più perfetto e che non ci sia nessuno più felice di me in questo istante. 
I want your love don't try to stop me
Can't get enough, still hanging on me
Your guilty heart don't let it break you
And if you pray well no one's gonna save you

I gave you all that you feel and everything you hold dear
Even the book in your pocket
You are the sun and the light you are the freedom I fight
God will do nothing to stop
The origin is you
You're the origin of love
You're the origin of love love love
You're the origin of love love love

Love is a drug and you are my cigarette
Love is addiction and you are my Nicorette
Love is a drug, like chocolate, like cigarette
I'm feeling sick got to medicate myself

Well if God is a priest and the devil is slut
There's a reason for love
Like every word that you preach
Like every word that you teach
And every rule that you breach
You know the origin is you

From the air I breathe to the love I need
Only thing I know is you're the origin of love
From the God above to the one I love
Only thing that's true the origin is you
Love love love love You're the origin of love
Love love love You're the origin of love 
Love love love You're the origin of love love love
Oh the origin is you

Used to be Adam and Eve they found their love in a tree
God didn't think they deserved it
He taught them hate taught them pride
Gave them a leaf made them hide
Let's put their stories aside
You know the origin is you

From the air I breathe to the love I need
Only thing I know is you're the origin of love
From the god above to the one I love
Only thing that's true the origin of love
Eoeoea
You're the origin of love love love
You're the origin of love love love love love
You're the origin of love love love love love
You're the orign of love love love love love

“Ora io so che tu sei l’origine dell’amore” finisce di cantare guardandomi mentre pronuncia questa strofa ed io mi alzo, correndogli incontro ed abbracciandolo.
Lui sorride, accogliendomi tra le sue braccia. Mi bacia i capelli e tutto questo sotto gli applausi ed i fischi di approvazione di tutti i presenti. 
Tutto è perfetto.
 
“Nessuno ha mai fatto tanto per me, Edward. Dio, sono così felice!” gli dico, continuando ad ammirarmi l’anello che ha comprato sia a me che a lui. Una specie di fede d’argento, dove dentro ha fatto incidere le nostre iniziali. Ormai è notte fonda così saliamo a casa sua. I suoi genitori non ci sono, sono tornati a Londra mentre sua sorella è da Paolo.
“Era questo che volevo fare. Vederti felice”.
Non appena varchiamo la soglia di casa sua, lo bacio premendo le mie labbra contro le sue, con troppa foga ed energia. Edward sorride contro la mia pelle e ricambia, affondando la sua mano nei miei capelli.
Lo guardo negli occhi castani verdi che ha e lo prendo per mano, portandolo nella sua stanza che conosco fin troppo bene. Grazie al cielo, Ed ha il letto matrimoniale.
Lo spingo contro il materasso e lui sorride “Mi piaci quando fai il bad boy. Ma hai la faccia troppo da good guy”. Mi afferra per un polso e mi attira a sé, baciandomi e mordicchiandomi il collo, per poi cominciare a sbottonarmi la camicia. Io ricambio il favore e nel giro di due secondi siamo entrambi spogliati di ogni indumento.
Stavolta è lui a baciarmi e farmi coricare sotto di lui.
“I love you, honey”
“Ti amo. Buon anniversario amore” gli sussurro per poi tornare a baciarlo.
Edward non mi risponde ma si limita a baciarmi la spalla, poi lo sento entrare in me e cominciare a spingere ed è così che ci riuniamo in un ritmo, in una danza che solo a noi è data conoscere.
Una volta staccatoci l’uno dall’altro rimango abbracciato a lui che mi accarezza dolcemente un braccio.
“E’ stato fantastico” sussurro per non spezzare l’atmosfera magica che si è creata tra noi.
“Yes, amazing” posa un leggero bacio sulla mia fronte poi si allunga per tirare fuori dal cassetto una busta.
“Ancora sorprese, Ed?”.
“Open it”.
Non aggiungo altro e obbedisco, così apro la misteriosa busta, rivelandone il contenuto: due biglietti per New York per il periodo natalizio.
“Davvero?” chiedo, incredulo. E’ sempre stato il mio sogno andare nella grande mela, nella città dove tutto è possibile.
“Possiamo andare e fare il Natale là ed anche Capodanno come fanno nei film” mi spiega “Ho già visto gli hotel”.
“Sarebbe bellissimo, Edward”.
“Lo sarà”.
Mi rabbuio subito. Come giustificherò l’assenza di un viaggio a New York a Natale che ho sempre festeggiato in famiglia? Che cosa dirò?
Edward intuisce subito che qualcosa non va. E’ sempre stato così. Per capirci non abbiamo mai avuto bisogno di parlare, bastava uno sguardo.
“Tutto okay?” mi chiede, prendendomi la mano.
“Come lo dirò ai miei?”.
Lui sospira “Dovrai dirglielo, Max, prima o poi. Non puoi nasconderti per tutta la vita”.
“Sarà la volta buona che glielo dirò”.
Sospiro e chiudo gli occhi “Goodnight, love” mi sussurra il mio ragazzo. “Don’t worry, everything will be okay”. Sorrido perché sono le stesse parole che direbbe una madre al proprio figlio per tranquillizzarlo e funziona perché mi sento molto più tranquillo.
Lui ma fa sentire al sicuro.



Note: come back!
altro capitolo, spero di vostro gradimento.
A presto!
   
 
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