CAPITOLO 13
Andrea entrò nel
Paradiso del Pacchiano con un sospiro annoiato, avvicinandosi al tavolo dove
intravedeva Marco, seduto di spalle. Senza troppi preamboli, si avvicinò
a lui con passo deciso, sbottonandosi il cappotto e lasciandosi invadere dal
calore del riscaldamento del locale.
“Ciao.” disse
solo, sedendosi di fronte all’uomo.
Marco sollevò di
scatto gli occhi dalla tazzina di caffè ormai vuota, sorridendo
nervosamente al rosso.
“Ehi…” si
sforzò di dire, abbozzando un altro, falsissimo sorriso. “Come
stai?”
“Cosa vuoi?”
- Mh. Secca come risposta,
Andy. Niente male.-
Marco inspirò, serio
e teso come non mai, appoggiando i gomiti sul tavolo per sporgersi maggiormente
verso Andrea.
Com’era diverso…
in quel cappotto nero, i capelli scompigliati e lo sguardo sicuro, forte.
Niente a che vedere col ragazzino che scappava dal suo, di sguardo, che si
nascondeva abbassando gli occhi.
Cosa gli era successo?...
“Marco, per favore,
non ho tutto il giorno.” la voce di Andrea lo risvegliò dai suoi
pensieri.
Si diede una scrollata,
sbattendo più volte le palpebre, prima di annuire e schiarirsi la voce.
“Sì…”
cominciò, incerto “…ecco… io volevo parlarti di una
cosa molto importante.”
Andy sollevò un
sopraciglio. –Grazie, fin qui c’ero anch’io.-
Come se gli avesse letto nel
pensiero, Marco si lasciò sfuggire una risatina
nervosa, giocando con il cucchiaino davanti a sé.
“Ok. Ora arrivo al punto.” disse infine, recuperando la sua
sicurezza, il suo coraggio spavaldo. “Io… credo che tra di
noi non sia finita come doveva finire. Insomma, siamo onesti! Ci siamo
divertiti, Andy, siamo stati bene insieme, no? Voglio dire… perché
buttare tutto alle ortiche?”
“Mmmh…
perché buttare tutto? Dunque… fammi pensare… ah, già!
Ti sposi!” fu la sarcastica risposta di Andrea, accompagnata
da un sorriso rilassato e quasi annoiato da quella conversazione.
Tuttavia Marco, pur essendo
sempre più stupito del comportamento dell’altro, proseguì
il suo discorso, intenzionato a non lasciarsi più interrompere fino alla
sua fine.
-O tutto d’un fiato o
mai più.-
“Andrea,
ascoltami” disse, secco e serio “quello che voglio dirti è
che io..non voglio che la nostra storia finisca solo
per un matrimonio! Insomma… quanti si sposano al mondo? E di tutti questi
quanti lo fanno per amore, o ci credono veramente? Chi mi assicura che Monica
mi ami davvero? Così come io non amo lei,
cioè… sì, le voglio bene, ma non la amo!”
Andy corrugò la
fronte, sconvolto dai vaneggiamenti di quel pazzo che fino a circa un mese
prima era stato il suo fidanzato.
-Dio me ne scampi!!-
“Ok Marco, tu sei
pazzo, non”
“No fammi
finire!” lo interruppe Marco, continuando il suo delirio. “Io mi sposo perché… bè perché
è così che funziona! Insomma, chi vogliamo prendere in
giro? A questo mondo ti devi sposare e avere figli! È
così che vanno le cose!”
-Ma era già pazzo quando ci siamo conosciuti o lo è diventato
dopo?-
Andy cercò di
trattenere una risatina davanti a quello spettacolo assurdo, annuendo con aria
sorniona. Quando si dice ‘Dire di sì ai matti’…
“Insomma il punto del
discorso è che… Andy io voglio tornare con te. Voglio continuare a
stare con te, anche se sarò sposato con Monica, perché sei tu
ciò che voglio!”
Cadde il gelo. Marco
aspettava ansioso una risposta, mentre Andrea non aveva parole.
Allora la sua era
un’abitudine, una predisposizione genetica a raccontare palle! Prima il
coinquilino e l’appartamento misteriosi, ora l’amante gay da
alternare alla moglie! Questa era pura follia!
“Marco…”
cominciò il rosso, sporgendosi lentamente verso l’altro
“…tu ti rendi conto che hai bisogno di un aiuto, vero?”
Marco sbattè le
palpebre, scuotendo la testa senza capire. Tra tutte le risposte che poteva
aspettarsi quella era decisamente la più remota.
“Come scusa?”
Andrea rise, senza più
riuscire a trattenersi. E rise per tutto, per Marco e la sua patetica
insicurezza, per Monica che stava per sposare uno psicopatico represso, per
sé stesso che aveva perso tempo e lacrime dietro a lui.
Quando si fu finalmente
ripreso, tornò serio a guardare l’uomo davanti a sé,
rivolgendogli un sorriso di compianto.
“Marco… non me
lo sogno neanche, di tornare con te.” rispose, secco e deciso, ma con un
tono totalmente privo di astio o rabbia. Non c’era più posto per i
sentimenti rodi-fegato, ora non avevano più senso.
“E anzi”
aggiunse, alzandosi dalla sedia e riallacciandosi il cappotto “compatisco
Monica, che dovrà fare i conti con la tua follia per tutta la vita. Ma
ora non mi riguarda più, sono felice, adesso.”
Sorrise, sereno, e
uscì dal locale. Ma non fece in tempo a fare quattro passi che subito sentì
una mano forte artigliarsi al suo braccio, facendolo indietreggiare subito.
“Che cazzo significa
che sei felice, eh??” urlò Marco,
strattonandolo verso di lui. Andrea si dimenò, liberandosi dalla sua
stretta, per poi rivolgergli uno sguardo glaciale.
“Come ti permetti di
venirmi a rompere le palle?? Proprio tu fai le
prediche? Cosa volevi che facessi? Che restassi qui a piangerti?? Me ne frego se al mondo ci si sposa e se è
così che funziona, forse funzionerà così per altra gente e
per i codardi repressi come te!!”
Sentiva la rabbia montargli
come un fiume in piena. Aveva sopportato di tutto nell’ultimo mese, ma
questo proprio non poteva accettarlo.
Eh no, la predica da
FacciaDiStronzo non l’avrebbe mai accettata, mai!
Marco rimase immobile, senza
sapere cosa rispondere, né se farlo. Andrea aveva ragione.
Lui l’aveva lasciato
andare, lui gli aveva mentito, lui l’aveva ferito.
E ora l’aveva perso,
per sempre.
Abbassò lo sguardo,
con un’aria da vittima che fece imbestialire Andrea ancora di più,
se possibile.
“Pensaci, ok?”
disse solo, senza guardarlo.
“A cosa?”
“Alla mia
proposta.”
Andrea sbuffò,
alzando gli occhi al cielo. “Sì, contaci.”
Detto questo, si
incamminò verso la fermata, lasciando Marco immobile in mezzo alla
strada.
Monica passeggiava sorridente
per le vie del centro, carica di pacchi e pacchettini dopo una
shopping furioso. Il giorno delle nozze si avvicinava prepotentemente e
c’erano ancora un mucchio di cose da fare. Era così eccitata
all’idea di sposarsi che le capitava spesso di svegliarsi nel cuore della
notte, in preda a un violento batticuore.
Tutta presa da questi
pensieri stava per attraversare la strada quando, da lontano, riconobbe una
figura alta e slanciata, che terminava con una spettinata capigliatura rossa.
Monica sorrise istintivamente,
alzando la mano e cominciando ad urlare: “Andy!!”
Il ragazzo, che camminava
speditamente con le mani nelle tasche del cappotto, si bloccò di colpo
sentendo quella vocetta irritante e, disgraziatamente, conosciuta.
-Ci mancava lei, stamattina!
FacciaDiStronzo e
Cercando con tutte le forze
di scacciare l’espressione di disgusto che gli si era disegnata in volto,
si girò, incontrando gli occhi della ragazza che nel frattempo le era
corsa vicino.
“Ciao!” lo salutò, giuliva “Cosa ci fai qui?”
-Torno dal Paradiso del
Pacchiano, il tuo fidanzato mi ha appena proposto di fargli da amante!-
No, non era il caso.
O forse sì…
“Ecco…”
rispose Andrea, riscuotendosi dai suoi pensieri “…vengo.. da qui vicino, cioè…”
Lo sguardo di Monica si fece
indagatore, e mentre Andrea cercava di formulare un discorso convincente la
ragazza si avvicinò a lui, accostando il viso al suo collo.
“A-aah!”
esclamò beffarda, sorridendogli maliziosa “E qui vicino cosa c’è? Fammi indovinare… una
fabbrica di ventose?”
Andrea corrugò la
fronte, non comprendendo cosa l’amica stesse insinuando. Vedendo poi che
nel mantenere quell’espressone maliziosa Monica non smetteva di fissargli
il collo, Andy vi portò istintivamente una mano, provocando una risatina
nella ragazza.
“Sì, parlo di
quello!”
Nel momento stesso in cui
‘quello’ uscì dalla bocca di Monica, Andrea realizzò,
di botto, ciò a cui la ragazza si riferiva.
-Merda! Il succhiotto!-
Imbarazzato più che
mai (e oltremodo infastidito, quella pettegola farsi gli affari suoi no??), cercò di sorridere, avvolgendosi attorno al
collo la sciarpa che fino a quel momento aveva tenuta sciolta.
“Ecco…”
disse, arrossendo visibilmente “…sì,
‘quello’ non viene da una fabbrica di ventose, è
quello che pensi.”
La ragazza cominciò a
saltellare, come in preda ad un’euforia bacchica, abbracciando Andrea e
facendo così cadere la metà delle buste che aveva in mano.
“Io lo sapevo!”
esclamò, ridendo “Sei troppo bello per
restare solo!! Allora? Chi è? Nono aspetta non me lo dire, fammi indovinare:
ti sei rimesso col tuo ex!”
“Ah, fosse per
lui…!”
“Cosa….?”
“Niente, lasca
perdere…” si corresse subito il giovane, mordendosi la lingua per
il suo tempestivo sarcasmo. “No, comunque, non è il mio ex. È… un’altra persona.”
Monica, che nel frattempo aveva
raccolto tutto e si era messa a passeggiare accanto all’amico,
inarcò un sopraciglio maliziosamente.
“Ok, e… chi
è?” chiese, dandogli una gomitata complice. “Eddai,
non puoi mica sempre tenermi all’oscuro di tutto! Dai dai dimmelo!! Come si chiama? Cosa fa?”
piagnucolò l’oca, saltellandogli intorno come una gallina in
attesa del mangime.
Andrea sorrise, a
quell’immagine comica. Poi gli venne in mente Ale, la loro prima notte
insieme, il suo sorriso, i suoi occhi e il suo odore, e non poté fare a
meno di assumere un’espressione sognante e dolcissima.
“Si chiama Alessandro,
fa l’infermiere nell’ospedale dove lavoro io.” rispose, in
una sorta di trance trasognante.
Monica sospirò, come
una bambina che ascolta una favola dalla nonna.
“Che bello… e.. prima di ieri, insomma non….”
“No, eri è
cominciato tutto…”
La ragazza sorrise,
prendendo l’amico sottobraccio e posandogli un bacio sulla guancia.
“Sono davvero felice
per te, te lo meriti!” esclamò “Mi piacerebbe tanto
conoscerlo, sai… O mio Dio, un momento…” la sua espressione
si fece seria, mentre osservava un punto indefinito del marciapiede con
l’aria di una che sta macchinando qualcosa.
Andrea captò
quell’espressione, e capì subito che non prometteva nulla di
buono.
Quando Monica
risollevò gli occhi su Andy, questi brillavano, quasi spiritati.
“Portalo!!” esclamò, aggrappandosi al suo braccio con
tutte le sue forze.
Andrea corrugò la
fronte. “Cosa?”
“Non cosa, chi!
Alessandro! Portalo con te al matrimonio!!”
-Oh porca merda!-
Andy si fermò in
mezzo alla strada, staccandosi delicatamente le unghie dell’amica dal
braccio.
“Oh, no, ti ringrazio,
ma non credo che lui possa”
“Nonono, non voglio
sentire scuse!” lo zittì Monica, posandogli l’indice sulle
labbra “Io mi rifiuto di farti sedere al tavolo dei single, capito? E poi
io lo voglio conoscere, e inoltre… non ti ho detto la novità!”
Andy, ormai rassegnato
all’idea di dover infliggere le nozze maledette al suo amore, scosse
lievemente la testa in una tacita richiesta di andare avanti.
Monica batté le mani
euforica, e si sedette su una panchina, imitata dall’amico, prendendo a
gesticolare come una pazza.
“Ok
ascolta questa: come ben sai, io avrò le mie damigelle accanto a me
all’altare” disse guardandolo “ma dato che mi sembra una cosa
molto bella, perché io le chiamo damigelle ma sono le mie ospiti
d’onore, volevo che anche Marco avesse i suoi ‘damigelli’, se
così li vogliamo chiamare.
Per ora ne abbiamo trovati solo tre, ma ne mancano due… e tu e il tuo
ragazzo siete perfetti!!” esclamò,
urlando quasi, abbracciando l’amico come se avesse già detto di
sì.
Andrea, dal canto suo,
avrebbe soltanto voluto essere in un parco pieno di alberi per potersi
impiccare. Come poteva dire di no, arrivati fino a quel punto? E con che scusa?
-Povero Ale, perdonami!!-
Monica si sciolse
dall’abbraccio, guardando Andrea con gli occhi lucidi
dall’emozione, congiungendo le mani in segno di preghiera.
“…Che ne
dici?” domandò, più in un sussurro supplichevole che in una
richiesta vera e propria.
Andrea sollevò gli
occhi al cielo, invocando mentalmente perdono ancora una volta ad Alessandro,
prima di sospirare e guardare l’amica negli occhi: “E va
bene.”
Ed eccomi tornata!!
Scusate se ultimamente faccio passare più tempo del solito tra un
aggiornamento e l’altro, ma purtroppo l’estate è finita
(sigh!! >__<) e gli impegni della vita
quotidiana si accavallano che è un piacere! Scusatemi!!
Ma passiamo ai ringraziamenti!!^^
Animablu: FacciaDiStronzo deve
sempre rovinare tutto… ma avrà quel che si merita..^^
Lallina: grazie mille per i complimenti,
mi fa molto piacere che la storia continui a piacerti!^^ I due piccioncini non
potevano starsene tranquilli per più di dieci ore, a quanto pare…
ma non temere, la vendetta truce che aspetti non tarderà molto…^^
Haru: ihih i calci sappiamo noi
dove se li meriterebbe!! Ma i nostri innamoratissimi
eroi sapranno comportarsi a dovere…;-)
Bimba: scusa il ritardo, tiranna!! =P scherzo!! Comunque, purtroppo
avevi ragione, e Marco sembra intenzionato a rompere le balle ancora ai nostri
tesori! Ma non temere…;-)
Vero: Ale è sempre
più dolce, concordo..^^ Vedo che le invettive
contro Marco non le risparmia nessuno (a ragion veduta!!)!^^ Niente paura,
avrà quel che si merita!
Athenachan: sì davvero,
tempismo perfetto! -.- ma arriverà la giusta punizione..^^
Grazie mille a tutti coloro che
leggono!!
A presto!
AleJ