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Autore: Sonomi    16/09/2014    1 recensioni
"Fissava le pareti della stanza senza vederle realmente, cercando di captare ogni piccolo rumore. L’unica cosa che sentiva era il suo flebile respiro. Le luci al neon del lampadario rendevano l’atmosfera circostante molto ospedaliera, e quel paragone non fece altro che accrescere l’ansia dentro le sue membra. Non sapeva come mai, ma la sola idea che quella camera potesse sembrare un ospedale lo terrorizzava abbastanza.
Guardò impotente la porta sbarrata davanti a lui, per poi lasciar scivolare gli occhi sulla scarsa mobilia che lo circondava: un comò di medie dimensioni, un traballante tavolino di mogano e una sedia inutilizzata, considerando che era seduto sul pavimento freddo. Ingoiò l’aria, aspettando che qualcosa accadesse. Ma non succedeva niente da almeno cinque giorni.
Uscirò mai da qui?"
(Taoris, Kaisoo, Hunhan, Baekyeol, Sulay, ChenMin)
(Titolo cambiato! Precedente: "Il college degli orrori")
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sonomi's home:
Hello! Ciao a tutti, sono tornata con il capitolo 24 e un gigantesco ritardo. Lo so, avete il permesso di picchiarmi (?) Ma sono qui ora, felicissima di postare questo capitolo scritto in tre giornate. Che dire, non so da dove cominciare! Vi devo annunciare prima di tutto che dalla prossima settimana avrà inizio la mia vita da universitaria e gli orari che mi sono ritrovata sono assurdi. Ciò significa che i capitoli arriveranno probabilmente di sabato/domenica. In questo capitolo, e nei futuri, avremo delle comparse da parte degli Infinite (?) ahaha giusto qui e là. 
E oltre a questo un ENORME grazie. La FF ha raggiunto le 1903 visualizzazioni (IO VI AMO.), 53 fra i preferiti, 9 fra i ricordati e ben 71 fra le seguite. Mai mi sarei aspettata dei simili numeri... GRAZIE. 
Ci tenevo anche a dirvi che ho pubblicato il primo EXTRA, ma dato che non l'ho messo insieme alla Long ho paura che non tutti l'abbiano notato: ---> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2813764&i=1  (Eccolo qui :3)
Adesso mi dileguo. Buona lettura :D 
Spero commenterete <3

 





Capitolo 24
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.



-Proprio lei mi parla di famiglia?- sussurrò ridacchiando, alzando le sopracciglia. -Proprio lei, che non ha esitato a spedire suo figlio nel college di mio padre.. Signora Huang?-

La donna osservò con espressione contrariata il volto del ragazzo che la stava fissando così da vicino, indecisa su come ribattere a quella palese provocazione. Sospirò, poggiando la schiena alla spalliera della sedia in modo da potersi allontanare da Baekhyun. Doveva pensare o la situazione avrebbe rischiato di sfuggirle di mano. 
-Non credo che tu sia nella posizione di poterti rivolgere a me con queste parole, ragazzino. Non sei forse tu quello che ha nascosto la verità sul proprio conto al fidanzato? Cerchiamo di non prenderci in giro!- sbottò la signora Huang, finendo per alzarsi in piedi. 
-Vendere il proprio figlio e dire una bugia sono due cose ben diverse..- soffiò Baekhyun.
-Taci! Non sai nulla di questa faccenda, vedi di chiudere la bocca- 
Questa volta la donna aveva urlato. Come si permetteva quel ragazzino di parlare senza conoscere i fatti? Sbattè una mano sulla scrivania, per poi sistemarsi i capelli dietro le orecchie con la punta delle dita. 
Bussarono alla porta, e chiunque vi fosse dietro decise di entrare senza aspettare nessun consenso. Il signor Byun comparve in tutta la sua persona, seguito a ruota dal dottor Kang. Il preside del college rimase per un attimo a osservare in silenzio in figlio, appoggiato alla scrivania con le braccia incrociate e lo sguardo basso, con tutta l’intenzione di dirgli qualcosa. Ma le parole sembravano morirgli in gola. 
-Byun, Kang.. Dobbiamo decidere che cosa fare. Dov‘è Wu? E Ahn?- 
La signora Huang sembrava decisa a mettere fine a quella situazione. Non importava che Baekhyun fosse nella stanza a sentire i loro discorsi, non importava nemmeno che il ragazzo dopo andasse a spifferare tutto ai suoi amichetti. Dovevano decidere cosa fare, come continuare i lavori, altrimenti la situazione avrebbe rischiato di capitolare. 
-Non pensi che prima sia il caso di occuparci dei ragazzi, Huang? E poi, Wu e Ahn non possono ancora raggiungerci- esclamò Byun facendo qualche altro passo all’interno della stanza, andando a sedersi sulla poltrona occupata pochi minuti prima dal figlio. 
-Sono giù di sotto nelle celle..-
-Non tutti, signori- affermò Byun con un sorrisetto. -Sbaglio o il branco di Seunghyun è a piede libero?-
-Cosa intendi fare?- sussurrò il dottor Kang allibito. 
-Pensavate davvero che avrei lasciato liberi quei mocciosi? Non possiamo permetterci incidenti simili a quello di Baekhyun!- il signor Byun lanciò uno sguardo a suo figlio. Quello non si degnò nemmeno di alzare lo sguardo. -E di sicuro non posso perdonarli per quello che hanno fatto al mio bambino..- 
-Vuoi rimangiarti i patti che hai fatto con Seunghyun?- 
La signora Huang sembrava sorpresa. Osservò con un sopracciglio alzato il volto del collega, cercando di saggiarne l’espressione. 
-Temo di essere costretto a farlo..-
Una risata sarcastica ruppe quella conversazione, congelando le persone presenti. Baekhyun continuò a ridere, alzando finalmente lo sguardo sul padre, guardandolo con aria disgustata. Si sentiva stanco, preso in giro, si sentiva in colpa anche per tutto quello che stava succedendo. In colpa verso Seunghyun, pronto a essere tradito e trascinato in quella situazione da lui anni prima; verso Minseok, che per colpa sua aveva perso addirittura la memoria; verso Zitao, doppiamente preso in giro sia da lui che dalla madre; verso Chanyeol.. L’amore della sua vita. Verso tutti gli altri suoi amici, ora chiusi dentro una cella ad attendere. 
-Mi stupisce sentirti parlare in questo modo, papà. Dopotutto.. Se tutta questa storia non fosse mai iniziata, non ci sarebbe bisogno di preoccuparsi di altri incidenti simili, o sbaglio?- sputò alla fine Baekhyun facendo qualche passo verso l’uomo. -Adesso mi chiedo.. Come io possa aver acconsentito a seguirti in questo folle piano- 
-Perché sei mio figlio, sangue del mio sangue..- affermò il signor Byun alzandosi dalla poltrona. Il ragazzo scosse la testa.
-Non mi riconosco più in quel ruolo, papà. Sono successe troppe cose.. Troppe sofferenze..-
-Cosa stai dicendo, figliolo?-
-Sto dicendo che ora, in questo momento, l’unica cosa che desidero è tornare dai miei amici giù di sotto e non scappare dalla situazione solo perché sono tuo figlio- disse Baekhyun serio. Due secondi di silenzio, poi parlò di nuovo. -Voglio tornare da coloro che mi sono stati vicino, dal mio ragazzo. Dalla mia famiglia- 
Dopo quelle parole nessuno osò dire altro. Tutti fissavano allibiti il ragazzo di fronte a loro, sconvolti dalle sue affermazioni. Il signor Byun, in compenso, sembrava aver perso l’entusiasmo che aveva avuto fino a pochi minuti prima, piano piano sostituito dalla rabbia. La si vedeva crescere dietro le pupille scure, negli scatti nervosi delle mani, nella bocca stretta in una linea sottile. 
-Tu non vai da nessuna parte ragazzino!- sbraitò il signor Byun. -Che ti piaccia o no sei mio figlio e non ho nessuna intenzione di lasciarti andare!- le ultime parole suonarono quasi come un ringhio. L’uomo tirò un calcio alla poltrona, spostandola di parecchio, facendo sussultare i presenti. Tutti tranne Baekhyun, che aveva abbassato lo sguardo cercando di non piangere. Non voleva.. Non voleva. Desiderava solo tornare da Chanyeol.. Tutto il resto non aveva importanza.
-Adesso mi sto veramente stancando! Gettate nelle celle anche Seunghyun e i suoi patetici amici e chiudiamo questa storia!- 
Di certo nessuno di loro poteva immaginare che Seunghyun stesse ascoltando dietro la porta. 
La prima cosa che provò fu disgusto. Verso quell’uomo, che aveva fatto promesse appese a un filo; successivamente verso se stesso, per essersi immischiato in quella situazione. Probabilmente in mezzo a tutto quel disgusto c’era anche una sorta di senso di colpa, prima tenuto a bada dalla determinazione e dalla voglia di essere libero, ora pronto a esplodere e a trasformarsi in una ferrea forza di volontà. Avevano intenzione di gettarlo in una cella con il suo branco e buttare via la chiave? Cosa pensavano di fare con loro?
Seunghyun guardò attraverso la fessura della porta lasciata leggermente aperta, ma l’unico volto che riusciva a scorgere era quello pietrificato di Baekhyun. Non sapeva cosa fare, come comportarsi, ma era sicuro di una cosa: non poteva rimanere lì ancora per molto. Proprio nel momento in cui stava per porre fine al suo ragionamento, Baekhyun lo notò con la coda dell’occhio e rimase ancor più pietrificato di prima. Da dentro le voci continuavano ininterrottamente, Seunghyun le percepiva, ma non riusciva a muoversi. 
-E cosa pensate di fare una volta che li avremo tutti sotto chiave?- chiese il dottor Kang incerto, mentre Baekhyun faceva qualche passo incerto all’interno della stanza, in direzione della porta. 
-Semplice, no?- affermò Byun, lasciando volutamente la frase in sospeso. -Li terremo sotto controllo, osservando il loro comportamento..-
-E se l’osservazione dovesse rivelarsi un fiasco?-
-Penso che conosca già la risposta, signora Huang-
E a quel punto Seunghyun scattò. 
Aveva tutte le risposte che gli servivano, tutte le buone motivazioni per scappare, prendere il suo branco e correre lontano il più in fretta possibile. Ma c’era una cosa che doveva fare prima di tutto questo. Anzi, due cose: la prima era far uscire Baekhyun da quella stanza; la seconda creare una via di fuga anche a Chanyeol e i suoi amici. Era il minimo che potesse fare per loro..per lui. Il suo migliore amico.
-Papà..- la voce terrorizzata di Baekhyun ruppe i suoi pensieri, facendolo riaccostare alla porta. 
-Mi dispiace Baekhyun. Non c’è altro modo- 
Urla. Fu questo che Seunghyun iniziò a sentire. Chiuse per un attimo gli occhi, retrocedendo lentamente di passo in passo lungo il corridoio, alla ricerca di un momento di puro silenzio. Si inginocchiò per un attimo sul pavimento, aprendo la mente e afferrandosi la testa come a volerla sorreggere. Ed eccoli lì i pensieri del suo branco, così familiari e confortanti. Si intrufolò in essi, inserendosi in quel flusso di parole.
“Ragazzi, siamo stati fregati.”
Percepì la confusione dopo quella frase.
“Ci vogliono ingabbiare. Dobbiamo scappare.”
“Seunghyun cosa stai dicendo?!”
“Dobbiamo andarcene! Se siete fuori dall’edificio scappate. Chi è dentro raggiunga le celle dell’altro branco e provi a liberarlo. Io cerco di portare via il figlio di Byun.”
“Ma capo.. Non possiamo lasciarti da solo!”
“E’ un ordine Woohyun!. Fate come vi ho detto. Dopo aver liberato il branco di Zitao cercate di uscire intesi? I grandi capi non hanno ancora dato nessun ordine, cercherò di prendere tempo. Vi do massimo dieci minuti! Correte, svelti!”

E a quel punto Seunghyun chiuse la connessione mentale con il suo branco, sentendosi subito solo. Solo e vagamente perso. Aveva detto che in qualche modo avrebbe portato Baekhyun fuori di lì e dato tempo ai suoi ragazzi, ma non poteva farlo in nessun modo se non quello di irrompere in quella stanza. E rischiare di farsi catturare. A meno che.. Seunghyun pensò a quella possibilità mentre camminava di nuovo in direzione di quella stanza, le urla di una feroce litigata che ancora rimbombavano fra le pareti. Da tanto tempo non lo faceva.. Da così tanto che temeva di non ricordarselo neppure. Deglutì. Ma come poteva sperare di portare via Baekhyun da quella stanza senza qualche mezzo extra? 
Aveva capito di potersi trasformare senza luna piena un anno prima. Era successo per un eccesso di rabbia e paura, nel momento in cui un ragazzo del suo branco si era ritrovato in pericolo. Poco tempo dopo aveva capito il meccanismo e la trasformazione era diventata un gioco da ragazzi. Ma erano mesi che non lo faceva più.. E se non avesse funzionato? Se avesse sbagliato qualcosa? Con quella domanda per la testa, spalancò la porta, facendola sbattere contro la parete. Il signor Byun, la signora Huang e il dottor Kang, ancora nel bel mezzo della feroce lite, si girarono tutti nella sua direzione con gli occhi spalancati mentre un Baekhyun accantonato in un angolo tratteneva il respiro. Seunghyun cercò lo sguardo del giovane, cercando di lanciargli un’occhiata tranquillizzante, per poi voltarsi nuovamente verso gli altri. 
-Salve- affermò secco, infilandosi le mani in tasca. -Disturbo?-
Il signor Byun aprì la bocca come a voler dire qualcosa, ma la richiuse subito. 
-Sapete, stavo giusto camminando da queste parti quando ho sentito una cosa davvero spiacevole..- continuò Seunghyun camminando verso Byun. Giunto di fronte a lui afferrò con le dita la cravatta dell’uomo, tirandola leggermente verso di sé. -Pensate davvero di poter fare il doppio gioco con me?- soffiò con rabbia, e con la coda dell’occhio il ragazzo notò quanto la signora Huang si stesse agitando. 
-Di cosa stai parlando ragazzino?-
-Non fare finta di niente!- urlò Seunghyun strattonando l’uomo. -Non farmi perdere la pazienza Byun.. Ci sono tante cose su queste tue creazioni che non sai.. Adesso tu farai una cosa molto intelligente: lascerai uscire me e Baekhyun incolumi da questa stanza e insieme ce ne andremo. Ce ne andremo tutti..- 
Seunghyun sapeva di star dicendo cose a caso, ma doveva prendere ancora tempo. I suoi ragazzi non avevano ancora finito giù alle celle. Riusciva a vedere cosa stessero facendo, e per ora si stavano ancora creando un varco fra le guardie di sicurezza. Ancora tempo. 
Come aveva previsto Byun si mise a ridere, ma si poteva sentire nella tensione dei muscoli quanto in realtà fosse agitato. Seunghyun si sentì felice di averlo turbato così tanto. 
-Dovrai fare molto di più che minacciarmi per ottenere quello che vuoi..- sputò Byun spintonando Seunghyun e per tutta risposta il ragazzo sospirò. Doveva giocare la carta della trasformazione? L’avrebbe fatto. Ma prima c’era ancora un’ultima mossa. Isolò per un attimo la mente, aprendosi un varco nella telepatia con il branco. Osservò i suoi ragazzi cercare di aprire la cella di Zitao e il suo gruppo e in un gesto secco li tagliò fuori, concentrandosi sul ragazzo presente nella sua stessa stanza. Nonostante avesse detto di averlo liberato dal vincolo con il suo branco, Baekhyun ne faceva ancora parte e sarebbe stato così fino a quando Zitao non lo avesse battuto in un corpo a corpo. 
“Baekhyun sto per fare una cosa un po’ particolare. Quindi ascoltami.”
Seunghyun vide il ragazzo spalancare gli occhi e fissarlo attonito.
“Sto per trasformarmi. Tu devi approfittarne e scappare da qui. I miei ragazzi al piano di sotto stanno per liberare i tuoi amici.. Corri fuori, loro ti raggiungeranno a breve.”
“St-stai per trasformarti? Un momento, mi stai chiedendo di lasciarti qui da solo?!”
“Si. Appena la trasformazione comincia, vai.”

“Ma..”
“Byun Baekhyun è un ordine!”

Seunghyun vide l’espressione del giovane rabbuiarsi, ma annuì. Ora doveva solo trasformarsi sul serio. Si voltò di nuovo verso il signor Byun e gli altri due, concentrandosi al massimo. Si sforzò di ricordare quanto i suoi muscoli tremassero, quanto l’aria fosse profumata, quanto il sangue scorresse nelle sue vene e quanto fosse bello percepire tutte quelle cose insieme. Si lasciò scivolare via di dosso la natura di umano e abbracciò quella di lupo. E senza quasi rendersene conto le mani vennero sostituite da zampe, le unghie da artigli, i capelli dai peli, il volto dal muso. E nulla era più appagante delle espressioni terrorizzate di quei tre bastardi. 
Baekhyun rimase pietrificato di fronte a quella trasformazione per un minuto, tremando come una foglia. Mai si sarebbe aspettato di vedere una cosa del genere, era fuori dall’umana comprensione. Fu il ringhio sommesso del lupo nella sua direzione a ricordargli cosa Seunghyun gli avesse detto prima di trasformarsi: scappa. E così fece. Si lanciò oltre la porta e iniziò a correre lungo il corridoio, il cuore a mille, diretto solo dove i suoi battiti lo stavano portando: da Chanyeol. Dai suoi amici. E cercò di non udire le urla terrorizzate provenienti da quella stanza. 

Woohyun aveva spalancato la porta della cella senza battere ciglio e vi aveva trovato dentro undici ragazzi dall’aria stravolta. Quando apparve davanti ai loro occhi quasi non lo considerarono. Era solo un’altra persona venuta a deriderli? Non avevano intenzione di prestare attenzione a simili cose. Il ragazzo stette due secondi in piedi senza dire nulla, osservandoli basito, e se solo Seunghyun non gli avesse detto di portarli in salvo li avrebbe lasciati lì. 
-Allora?- esclamò Woohyun, e tutti gli altri sobbalzarono. -Pensate di muovervi?-
-Che cosa vuoi?- sbottò uno di loro, dai capelli rossicci. Gli sembrava di ricordare che si chiamasse Joonmyun. 
-Di sopra sta succedendo un casino. Seunghyun mi ha chiesto di venirvi a liberare. Abbiamo poco tempo, dobbiamo sbrigarci!- 
-Perché dovremmo crederti?- 
A parlare quella volta fu Zitao, che si staccò dalla parete e raggiunse Woohyun con poche falcate. A quest’ultimo si rizzarono i peli sulle braccia: sentiva la presenza di un altro capobranco. 
-Il padre di Baekhyun ci ha traditi. Ha intenzione di ingabbiarci con voi. Seunghyun sta distraendo tutti in modo da permetterci di fuggire!- spiegò Woohyun con un filo di voce.
-E Baekhyun?!- domandò Chanyeol affiancando Zitao, l’espressione preoccupata.
-Seunghyun sta cercando di dargli una via di fuga. Dobbiamo uscire di qui prima che sia troppo tardi!- 
Zitao chiuse gli occhi per un attimo, per poi voltarsi verso i suoi amici. Osservò i loro volti una alla volta, i loro sguardi sconvolti, la paura in alcuni di essi. Pensò a quanto li adorasse, di doverli proteggere, ed era un pensiero che prima non aveva mai formulato o desiderato così profondamente. Guardò Yifan per qualche secondo di più, soffermandosi sulla sua espressione confusa, e decise che avrebbe dovuto fare qualcosa per loro. Per tutti loro. 
-Uscite in fretta da questa cella e seguite questo ragazzo- disse secco, con un tono autoritario che mai avrebbe pensato di usare con i suoi amici. Poi si voltò verso quel giovane. -Qual è il tuo nome?- 
-Woohyun..-
-Dimmi Woohyun, cosa sta facendo Seunghyun?- chiese Zitao serio, mentre il ragazzo si concentrava per dargli una risposta. 
-Si è appena trasformato..- esclamò basito spalancando gli occhi. -Sta dando a Baekhyun una via di fuga! Il ragazzo è scappato in corridoio, sta venendo verso di noi- 
Zitao annuì, e si voltò di nuovo verso i suoi amici.
-Chanyeol aspetta Baekhyun in fondo al corridoio. Voi altri seguite Woohyun fuori di qui!- ripetè Zitao scattando in avanti, superando Woohyun fuori dalla cella.
-Dove stai andando?!- 
Questa volta era stato Jongin a parlare, allacciato al corpo di Kyungsoo. Il giovane si fermò, tentennando per un attimo.
-Io vado ad aiutare Seunghyun. Non ho intenzione di lasciarlo da solo-
-Non puoi! Sei forse impazzito?!- sbraitò Luhan scattando in piedi e correndo ad afferrare Zitao per le spalle. Lo scosse per qualche istante, ma quello si allontanò dolcemente.
-Fate come vi ho detto. Non intendo sentire ‘no’- disse secco, cercando di non sembrare troppo duro. Poi si voltò verso Woohyun. -Portali fuori di qui sani e salvi, te ne prego- sussurrò, dandogli una pacca sulle spalle. 
E prima che potesse sentire altre lamentele, prima che potesse incrociare gli occhi di Yifan, prima che potesse essere afferrato da qualcuno, Zitao scattò in direzione delle scale correndo al piano superiore, mentre degli allarmi cominciavano a suonare per tutto l’edificio. Tutti i lavoratori dell’agenzia spuntarono da ogni stanza, spaventati dall’allarme, iniziando a correre in maniera confusa verso le uscite di sicurezza. Quel clima avrebbe permesso a tutti di scappare e a lui di passare inosservato. Non impiegò molto tempo a raggiungere il luogo in cui si trovava Seunghyun: gli bastò vedere la devastazione sulle pareti e il corpo di un enorme lupo completamente coricato in terra. Intorno a quella montagna di pelo stavano degli uomini con dei fucili da sonnifero in mano, il signor Byun con un braccio insanguinato, il dottor Kang intendo a fasciarglielo e..
Non è possibile.
Non può essere vero..

-Mamma?-
Zitao sussurrò quella parola talmente piano che mai si sarebbe immaginato che quella donna riuscisse a sentirlo. La signora Huang si voltò lentamente verso il figlio, gli occhi leggermente spalancati, mentre il ragazzo non aveva né la forza né il coraggio di proferire altro. Riusciva solo a vedere il lupo in terra e la donna che gli stava accanto. 
-Zitao..- esclamò quella facendo qualche passo avanti e istintivamente il giovane retrocedette. 
-Mamma..tu..-
La signora Huang sospirò. Non aveva mai pensato che la situazione si sarebbe evoluta in quel modo, ma ormai non si poteva tirare indietro. Era arrivato il momento.. Per quanto poco opportuno fosse. 
-Sono immischiata in questa situazione, si. Sono stata io a decidere di spedirti in quel college per poter facilitare i piani dell’agenzia- iniziò a dire la donna, secca e diretta, mentre l’allarme smetteva di suonare e un silenzio carico di tensione cadeva nel corridoio. 
-Come hai potuto.. Tu..sei mia madre!- urlò Zitao, infilandosi nervosamente le mani nei capelli, mentre la signora Huang abbassava leggermente lo sguardo. La cosa che ferì più di tutte Zitao, però, fu che in quegli occhi non lesse nessuna traccia di rimorso. 
-Mi dispiace doverti dire anche questo ma.. io non sono tua madre, Zitao-
  
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