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Autore: canihaveyou    16/09/2014    0 recensioni
Dal terzo capitolo:
‘’Non partire’’ ridisse più sicuro di prima ‘’Resta’’ il suo viso si avvicino pericolosamente alle labbra dell’altro, e si sfiorarono, un contatto che fece fremere Castiel.
‘’Non posso, Dean’’ disse, riferendosi perlopiù al baciarlo, che al partire.
Non vi anticipo nulla, sappiate solo che Dean vince sempre le scommesse.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balthazar, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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'’Ecco a lei signore, una birra media corretta con rum, ed una coca cola’’ il ragazzino dalla fronte sudaticcia, e il completo da lavoro stropicciato, osservò Castiel che era intento a fissare da tutt’altra parte ‘’Signore?’’ richiamò la sua attenzione, ma non del tutto.‘’Si, perdonami, ti ringrazio’’ il ragazzo dagli occhi mare afferrò i due bicchieri con fare distratto osservando la faccia supplichevole del ragazzo che lo stava servendo, notando una nota storta nel suo sguardo che lo pregava di prendere le due bibite e pagare, poiché la folla che si era formata reclamava la sua attenzione, che per sua sfortuna, quella sera non aveva nessuno a dargli una mano. Quando Castiel si allontanò dal bancone, andò incontro ad un Ash già abbastanza ubriaco che prese il drink bevendolo in due uniche e lunghe sorsate.
‘’Una coca cola? Davvero?’’ e il suo alito puzzava, una puzza tremenda di alcool.
‘’Si, uno dei due deve rimanere necessariamente sobrio, vorrei tornare in albergo in modo più tranquillo possibile’’
‘’Ooh Cassie premuroso!’’ e le risate che seguirono – a quella frase molto fastidiosa nei confronti del diretto interessato – furono urtanti, e Castiel non resisteva più dal picchiarlo fino a fargli perdere conoscenza. Ma si frenò. Voleva un periodo di pausa, una vacanza, una di quelle rilassanti insieme al suo ragazzo, dove ordinare due pizze e poi dormire accoccolati poteva risultare molto più entusiasmante della serata che stava passando, che – al contrario – era piena di gente nuda, sudata e completamente ubriaca. Ash era una persona di quelle. E Castiel non poté non notare tutti gli strusciamenti che l’altro stava avendo con persone diverse ogni minuto che passava. E in quel momento pensò, a come Dean non si sarebbe mai comportato così, a come Dean lo avrebbe fatto sentire se mai si fossero concessi più tempo per parlare. Era passato così poco tempo, eppure credeva di conoscerlo da una vita. E si sentiva sbagliato nel pensare a Dean in quel momento, ma andiamo, Ash stava facendo di tutto, e a differenza sua, lui stava soltanto pensando. Abbandonò la sua coca cola su uno de tavolini i metallo ricoperti di cenere e di colorante fluorescente – che ogni singola persona aveva usato sulla propria pelle quella sera – e tornò in albergo. Ash se la sarebbe cavata, pensò. Camminò a lungo, e pensò di essersi addirittura perso per un attimo, ma poi lesse a chiare lettere la scritta luminosa del misero albergo in cui alloggiava e sospirò entrando. Non solo non si stava per nulla divertendo, o rilassando, per giunta stava perdendo moltissimi giorni di scuola, e si maledì. Doveva assolutamente tornarci, per recupera l’irreparabile. Castiel non aveva mai avuto un’insufficienza, un richiamo o qualsiasi cosa si potesse avvicinare ad una espulsione, e non aveva mai saltato così tanti giorni di scuola. E se prima aveva la scusa della ferita che gli impediva di sopportare più di due ore in uno spazio ristretto e scomodo coma la sua classe – adesso non aveva proprio una scusa plausibile, e non aveva idea di come fare. Non poteva di certo scappare e tornarsene a casa sua, dove non l’avrebbero sicuramente accolto a braccia aperte. Ma non poteva nemmeno rimanere lì, sapeva di dover rimanere e si era anche fatto dei progetti, come continuare gli studi lì, trovare un posto fisso dove lavorare per sistemarsi meglio – e invece era costretto in una piccola stanza dalla muffa in ogni angolo, senza speranze di un possibile futuro all’orizzonte; solo feste.  Ed erano passate due settimane dall’ultima chiamata fatta da Dean, e dopo l’ennesimo ‘rifiuta’, il ragazzo non ci aveva nemmeno più provato. Ma quando Castiel rilesse i vecchi messaggi, tutto diventò maledettamente reale, ed era alquanto doloroso. Non aveva nessuna distrazione, così decise di prendere delle birre – da Ash gelosamente nascoste – per riempirsi di alcool. Arrivò a berne sei, accompagnate da panini e patatine di ogni genere. Non era da lui, e sentiva già la nausea prendere il sopravvento nel suo stomaco. Probabilmente distrarsi in quel modo, era la scelta meno indicata. E passarono due ore, prima che Castiel decise che era ora di chiamare casa.
‘Si?’ la voce che rispose era quella di Dean, con sottofondo varie risate e urla varie. Erano le due di notte, ed evidentemente a casa Novak era in corso una festa.
‘’Dean..? Dean!’’ urlò l’altro.
‘Ca..Castiel sei tu? Ho provato a chiamarti per un’intera settimana, dannazione!’ la risata che arrivò all’orecchio del Winchester fu calda e colma di rancore.
‘’Beh, Ash non fa altro che portarmi in diversi pub e beve, beve e beve Dean, e io non mi sto divertendo, no, proprio non mi piace questa vacanza’’
‘Castiel..sei mica urbiaco?’
‘’Io!? Certo che noo! Forse un tantino ma.. Dean, ascoltami..’’ si gettò a capofitto sul letto, accorgendosi di quando facesse ancora male la ferita non del tutto scomparsa. Ogni tanto tirava ‘’..mi manchi, tantissimo. Mi mancate tutti, ma credo di non aver fatto altro che sbagliare per tutta la mia vita, e probabilmente continuerò su questa strada, perché non merito la presunta felicità che desidererei. E mi dispiace, davvero tanto..ma io..’’
‘Castiel, va a dormire’
‘’Non credi che ciò che sto dicendo sia vero?’’
‘Possiamo parlarne quando avrai un po’ di sanità mentale a portata di mano?’
‘’Vorrei tanto baciarti, Dean’’
‘Buona notte, Castiel’
La chiamata fu terminata, così, senza preavviso. E il telefono in mille pezzi – dopo esser stato gentilmente scagliato sulla parete dal ragazzo – si sparse per tutta la stanza. E Castiel era semplicemente stanco.





Il mattino dopo, a distanza di km, Dean stava tornando a casa e non appena fu davanti la porta d’ingresso, quest’ultima si aprì, mostrando un piccolo – ma grande – Sam in lacrime.
‘’Ehi, Sammy, ehi..’’ lo osservò, e l’altro si sottrasse dallo sguardo del fratello, come scottato. Corse verso le auto, ma questa volta no, pensò Dean. E lo inseguì, corse fino a perdere il fiato ‘’..dannazione Sam!’’
‘’Dean..’’
‘’Vuoi dirmi cosa diavolo succede?’’
‘’Non riesco più a sopportarli Dean, loro sono sempre lì e..’’
‘’Di cosa parli, Sam?’’ lo sguardo spaventato del minore per un attimo distrusse il fratello, che cercò di ascoltarlo senza sentirsi uno schifo pure lui.
‘’Questi ragazzi..a scuola. Mi insultano continuamente, mi picchiano e..prendono la mamma di mira..loro..loro..dicono cose che..’’ cercò di continuare, ma contrasse la mandibola e punto lo sguardo sui suoi piedi, mentre lacrime silenziose scendevano sul suo volto ‘’..ho risposto, ci siamo anche litigati ma..continuano, e il dolore è costante. Dean, mamma mi manca maledettamente, lei..i suoi occhi che al mattino mi guardano irrequieti mentre dice di alzarmi. I suoi capelli miele che mi pizzicavano il naso quando mi abbracciava, i suoi sorrisi sempre rassicuranti, nonostante in quel momento non andasse davvero tutto bene. Il suo profumo..oh il suo dolce profumo, lo sento ancora avvolte sai? Mi piace pensare che ci sia ancora, che vegli ancora su di me, che pensi ancora che sono il suo piccolo dannato bambino’’ e il gesto che seguì, fu più che spontaneo. Dean strinse il fratello, che si lasciò andare sulla sua spalla. Non una parola, solo sguardi complici e silenzi riempiti dal pianto del minore. Dean non sapeva davvero cosa dire, perché sapeva che dolore potesse provare il fratello in quel momento, e nessuna frase smielata l’avrebbe fatto sentire meglio.
Alla fine, dopo aver passato un paio di ore insieme, Dean e Sam stabilirono che Bobby sarebbe andato a parlare con il preside, in modo da far cessare le prese in giro. E il dolore rimarrà però. Il dolore ci sarà sempre. Dean non poteva farci nulla. Loro se ne erano andati per sempre, e questa volta Dean non avrebbe potuto far niente di niente. E corse fuori, corse fino a che la casa trasandata del vecchio Bobby scomparve all’orizzonte. E si lasciò andare per terra. Pianse. Semplicemente. Non poteva e non voleva far nulla. Si lasciò a lacrime silenziose, che nessuno avrebbe mai visto, che nessuno avrebbe mai potuto compatire, che nessuno avrebbe mai potuto capire. E si addormentò. Solo,  immerso nel vuoto.
 



‘’No, senti Balth, non hai proprio capito. Non voglio quelle caramelle, non mi piacciono, sono senza zucchero, sono disgustose! No..no..no! Non m’importa se sono in offerta, al diavolo! Se ti presenti con quelle schifezze scordati di poter entrare in casa!’’ Dean l’osservò stupito, Gabe era sempre il solito. E nonostante la distanza del fratello, lui andava avanti. Sempre e comunque, ammirava quel ragazzo.
‘’Ehi, Gabriel, sai che sei in ritardo e che non arriverai ad entrare a seconda ora?’’ rise sornione.
‘’Oh, maledizione!’’ fu l’unica sua risposta ‘’Dannato Balthazar!’’ e se ne andò, sotto lo sguardo divertito dell’amico.
Dean non aveva dormito nemmeno un po’, se non qualche oretta in quel luogo abbandonato da dio, poche ore prima. E si alzò, salendo le scale e dirigendosi verso l’unico luogo dove non sarebbe mai dovuto andare: la stanza di Cass. Si accomodò sul letto a due piazze dalle coperte classiche, grigie. La stanza era molto ordinata, un po’ come il proprietario. Una scrivania, un armadio, un letto ed una grande libreria. Era uno stile classico, da Castiel. E si guardò attorno, gli mancava. Davvero tanto. Ma non voleva chiamarlo, non voleva semplicemente perché tutto quello che aveva detto la notte prima non lo pensava davvero. Era semplicemente l’effetto dell’alcool. Non lo pensava davvero, o forse si? Afferrò il telefono e digitò, un semplice ‘’chiamami, abbiamo bisogno di parlare’’, ma lo cancellò subito dopo. Sentiva che in qualche modo era sbagliato incasinarlo più di quanto già non fosse. Lanciò il telefono sulla scrivania, e si distese sul letto dell’altro. E girò il capo – come qualsiasi attore farebbe in film in cui è il protagonista – e notò un piccolo baule, che non esitò dal prendere. Lo aprì, ed era pieno di cd e cartacce varie. Uno in particolare attirò la sua attenzione. Era contrassegnato con ‘’NON GUARDARE’’, e beh, Dean non era mai stato amante delle regole. Lo inserì nel lettore, e incominciò a guardarlo.
Non riusciva semplicemente a crederci. Probabilmente non voleva. Cosa stava guardando? Un Ash mastino e aggressivo nei confronti di un piccolo e sanguinante Castiel. Il video prendeva piccoli attimi tra Castiel e Ash, e poi c’era quella parte. Dove a Castiel cadde la telecamera, e Ash lo incominciò a malmenare. Mancava l’audio, non si capiva il motivo del litigio, ma si poteva benissimo vedere le labbra del ragazzo dagli occhi color oceano muoversi in un piccolo ‘’basta, te ne prego’’. Una rabbia insormontabile nacque in Dean, incominciò a sbattere dei pugni sul palmo, e si sentì gonfiare.
‘’Non dovresti guardare quei video, Dean’’ la voce di Balthazar lo fece saltare in aria. E si sentì terribilmente mortificato.
‘’Scusami ma..’’
‘’Quello non è uno dei periodi più belli per Cass. Tiene quei video solo per ricordarsi che razza di persona è Ash’’
‘’Perché avete permesso che se ne andasse con lui se tutti in famiglia sapete come è fatto?’’
‘’Castiel è sempre stato indipendente’’
‘’Potrebbe essere in pericolo?’’
‘’Potrebbe Dean, ma noi non possiamo intervenire. Ricorda: sono sue le scelte, se ne renderà conto da solo che sta sbagliando’’
‘’E se non dovesse accorgersene?’’
‘’In quel caso si interviene’’
‘’Non voglio che soffra’’
‘’Ash è sempre stato un ragazzo violento, inaffidabile e Castiel, anche solo per una volta nella sua vita voleva provare quel brivido di sentirsi libero, dannatamente libero e senza pensieri. Eppure questa, è una cosa molto più grande di lui. E semplicemente si era arreso all’idea che sarebbe rimasto con la sua routine, monotona, non troppo pesante da sopportare, abbandonando Ash’’
‘’E poi?’’
‘’E poi sei arrivato tu’’
‘’Io?’’
‘’Sente sempre di deludere le persone, e sa che se mai dovesse decidere di mettersi con te, ti farebbe soffrire. Proprio per questo motivo è andato via con quel ragazzo, per starti lontano, per non farti star male. Lui si definisce ‘la pecora nera della famiglia’, si definisce un casino immenso e non capisce che – invece -  è l’ancora di salvezza per tutti noi’’
‘’Non potrei mai star male con lui al mio fianco’’
‘’Castiel non la pensa allo stesso modo’’ i due si guardarono, per minuti, rimasero in silenzio. Nessuno sapeva cosa dire, fino a quando la suoneria del telefono di Dean non risuonò in tutta la stanza. Era un messaggio da Sam; lo ringraziava, di tutto, aggiungendo anche un ‘adesso sto bene Dean, non devi più preoccuparti, pensa invece a recuperarti il tuo ragazzone :*’. Il maggiore si affrettò a rispondere con un semplice ‘Sei il mio fratellino, ci sono sempre per te. E vedi di starne fuori, bitch’ e la risposta riuscì a strappare un sorriso al ragazzo, in quella giornata davvero troppo piena.
‘jerk’ 





 

E dopo il mio tremendo ritardo, mi nascondo per l'oscenità immensa di questo capitolo. Lo so, lo so. E' vuoto in un certo senso, e non segue la trama, per dire. Ma dovete perdonarmi, ho solamente ripreso dei piccoli particolare che avevo dimenticato di raccontare. Spero vi sia piaciuto, perché personalmente a me ha fatto cagare..eh beh. 
E scusate per gli eventuali errori, perché sono certa che ce ne saranno.
Ci vediamo al prossimo capitolo, lasciate una recensione, critica o positiva che sia!  
Un bacio, M.

E perdonatemi ancora!
  
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