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Autore: Nereisi    16/09/2014    1 recensioni
Nel bel mezzo di una caotica metropoli, persone dotate di poteri conducono la loro vita nascoste. Celata dietro una barriera vi è il GEA, un istituto che accoglie maghi adolescenti per proteggerli e istruirli, dandogli una protettrice, la Madre, e una sola regola: mai uccidere.
La pace e le spensierate risse verranno brutalmente interrotte da una tremenda guerra per il possesso di un ragazzo senza memoria che si ritroverà, suo malgrado, ad avere a che fare con gatti parlanti, piromani e un improbabile gruppo di attaccabrighe.
"Avete presente quando, senza alcun motivo apparente, vi sentite improvvisamente tendere verso qualcosa o qualcuno, come se ci fosse un qualche tipo di legame che vi unisce? Quando abbiamo degli scatti improvvisi che non ci sappiamo spiegare? Di solito li si lascia perdere e non gli si da importanza, continuando a fare quello che stavamo facendo prima, ritornando alla vita di tutti i giorni.
A volte invece ci si lascia guidare da quell'istinto. Può succedere che si scoprano mondi interi e nuove realtà; e spesso possono far sembrare falsa e strana la quotidianità che prima ci sembrava vera e normale."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quarto: Sotto attacco
 

 
 



Alissa sollevò verso di lui i grandi occhi blu in quel momento velati da amarezza mentre uno strano vento le entrava nei vestiti e le scompigliava i capelli. Il cielo si fece improvvisamente cupo.
 
- Non siamo soli. –

 
 
 





 
Erech percepì l’impotenza di quelle parole come uno schiaffo in pieno viso.
Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, a corto di parole.
 

- In che senso… non siamo soli? –
 

Mizu distolse lo sguardo stringendosi nel camice e mordendosi un labbro. Erech notò con dispiacere uno strano luccichio nei suoi occhi  mentre fissava con rabbia il terreno davanti a sé. Sembrava… odio.
Improvvisamente gli si affacciò alla mente una nuova sfaccettatura del carattere della ragazza che tanto lo affascinava. Sebbene l’avesse incontrata da poco, gli sembrava di avere un legame speciale con lei; di conoscerla, in qualche maniera. E fino a quel momento l’immagine che aveva di lei era quella che, molto probabilmente, aveva la maggior parte degli studenti del GEA: una Madre protettiva, su cui fare affidamento, solare e positiva. Quell’ombra nei suoi occhi stonava sul suo viso.
Osservò il suo sguardo tormentato. Le parole di Fenice gli tornarono in mente e si chiese quanto esattamente non sapesse a riguardo di quella ragazza verso cui si sentiva irrimediabilmente attratto.
Un’incredibile sete di sapere prese possesso dei suoi desideri ma prima che potesse fare alcuna domanda Mizu alzò la testa con uno sguardo risoluto.
 

- Ora non c’è tempo per le domande. Ti spiegherò tutto dopo, ora siamo sotto attacco. –
- S-sotto attacco? – balbettò intimorito.
- Hai capito bene! Veloce, fa come ha detto Fenice e vai ad avvertire Shingo! – gli urlò dietro mentre si dirigeva verso l’infermeria.
 

Erech saltellò sul posto per un paio di secondi, intontito da quel brusco cambio di situazione; per poi ridestarsi e girare i tacchi, correndo nella direzione dalla quale era venuto.
Spalancò senza tante cerimonie la porta dell’aula da dove poco  prima era uscito, interrompendo Shingo nel bel mezzo di una spiegazione.
L’intera classe si girò verso di lui ed Erech arrossì un pochino, ancora non abituato ad essere al centro dell’attenzione di così tante persone.
 - Si può sapere quale ragione divina o terrena ti ha infuso abbastanza coraggio in quelle braccine ossute che ti ritrovi da disturbare la mia lezione? – soffiò Shingo, incenerendolo con lo sguardo.
Erech decise che ne aveva abbastanza. Tirò il fiato per un secondo per poi ergersi in tutta la sua altezza a braccia incrociate, indirizzando al felino la migliore faccia irritata che avesse nel suo repertorio. – Oh, non saprei. Forse il fatto che ci stanno attaccando? – rispose tagliente.
La folla si animò a quelle parole. Dorlas, Ambra e Losille scattarono in piedi, subito imitati da alcuni altri ragazzi.
 
L’espressione di Shingo mutò in un ghigno a metà tra il divertito e l’incazzato. – Allora ce le hai le palle! –
Si alzò sulle quattro zampe e fu come se ogni cosa in lui gridasse “sull’attenti!”: le orecchie, la coda, persino i baffi. Puntò gli occhi, subito tornati seri, sulla folla. – Ai dormitori, muoversi! – disse, sovrastando il chiasso che tutte quelle persone stavano facendo.
Mentre la folla si avviava disordinatamente su per le due rampe di scale di fianco alla lavagna Erech si fece largo verso Shingo, imitato da Dorlas e dalle due ragazze.
 

Le vibrisse del gatto fremettero impazienti quando arrivò a portata di voce. - Dov’è Mizu? –
- In infermeria! Fenice, lui… -
- Vado da lei.  – lo interruppe Shingo, preparandosi a saltare. 
- Aspetta! E Fenice?! È corso da solo verso chi ci sta attaccando! – lo fermò Erech.
Il felino si arrestò, scrutandolo. – Sai, forse non sei così male come credevo. – sentenziò. – Ma sei arrivato qui solo oggi, novellino. Non sai niente del GEA e dei suoi abitanti, né sai cosa sono in grado di fare! Ti consiglio di non sottovalutare il fiammifero. –
- Shingo ha ragione, novellino! – esclamò Ambra da sotto il braccio di Dorlas.
- Certo che ho ragione, testa vuota! – rimbeccò altezzoso il felino. – E ora porta quel culo pesante che ti ritrovi fuori dalla barriera. –
Erech si voltò verso i tre ragazzi, sorpreso. Dorlas gli sorrise.

- Non ti preoccupare, andiamo noi ad aiutarlo. –
- Come sempre, d’altronde. Ma tu non potevi certo saperlo, tesorino. – aggiunse Losille agitando con grazia il ventaglio.
Erech represse un brivido sentendo quel nomignolo.
- Vedi? Te l’ho detto che sei un pivellino. – miagolò soddisfatto Shingo.
- Smettila di fare il saccente, micetto. – grugnì  Erech. A quella rimbeccata il felino spalancò le palpebre. Dorlas schiuse leggermente la bocca, sorpreso. Losille ridacchiava sotto al ventaglio, Ambra stranamente restò in silenzio.
Shingo squadrò il moro dritto negli occhi. - Oooh… a quanto pare c’è qualcuno con un po’ di fegato in questa scuola… - mormorò, interessato. Fletté le zampe e spiccò un balzo verso la massa di persone. – Assicurati che tutti raggiungano il proprio dormitorio! – gli gridò mentre scompariva verso l’uscita.
 
Una mano gli venne schiaffata in mezzo alle scapole con violenza, facendogli quasi sputare una tonsilla.
- Però, novellino! Niente male, davvero niente male!  - gli urlò entusiasta Ambra nell’orecchio. – Non è da tutti riuscire a tenere testa a Shingo! E per di più di ha dato un incarico senza nessun insulto di contorno! –
- Gli hai fatto una buona impressione. Ti ha appena dato una chance per guadagnarti il suo rispetto. – gli spiegò con tono calmo Dorlas, con il suo solito sorriso tranquillo sulle labbra. Losille lo fissava con occhi magnetici ed Erech avrebbe potuto giurare di vedere un sorrisino fare capolino da dietro il ventaglio.
Un’altra esplosione tuonò nell’aria, anche se stavolta il rumore sembrava diverso.
- Ah, Fenice si sta tenendo il divertimento tutto per sé! – si lamentò Ambra – Sbrighiamoci ad andare! –
- Ambra guarda che non è un gioco… - tentò di spiegarle Dorlas ma la bionda non lo sentì nemmeno per sbaglio, troppo presa a tirargli la manica verso l’uscita.
Erech incrociò gli occhi del ragazzo che in risposta sospirò con rassegnazione e alzò le spalle con un nuovo sorriso sulle labbra, lasciandosi tirare all’interno del pigia pigia. Erech ebbe il sospetto che con lei si fosse arreso da molto tempo.
Si voltò per cercare Losille, ma era sparita.
Non sapendo bene cosa fare per adempiere al compito che gli era stato affidato e sentendosi addosso una grande responsabilità, restò di fianco alla cattedra, sperando che tutto andasse per il verso giusto.
 
 
 
                                                                                                                                                                                                + + + + +
 
 
Fenice guardò sia a destra che a sinistra ansimando leggermente. Venti nemici lo circondavano.
Se fossero stati dei principianti li avrebbe già stesi da un pezzo, ma purtroppo per lui erano abbastanza in gamba. Erano troppi.
Masticò un insulto tra i denti quando, mentre due di loro richiamarono i loro Zwire, altri tre lo attaccarono da direzioni differenti. Si lasciò cadere velocemente su di una spalla e aiutandosi con le braccia ruotò le gambe, lasciando che dalle estremità dei suoi piedi si sprigionassero lacci di fuoco che andarono a frustare i nemici, respingendoli. Con un ultimo slancio di bicipiti e un sinuoso inarcarsi di schiena ritornò con i piedi saldi per terra, puntuale al nanosecondo per respingere con un pugno infuocato uno dei due Zwire.

Non fece in tempo però ad evitare il secondo, molto più grosso e pesante del primo, che letteralmente si gettò a peso morto su di lui, atterrandolo e ringhiandogli ad un centimetro dalla faccia prima di aprire la bocca e mostrare la collezione di denti che stava per piantargli nel collo.
Il rosso ghignò di rimando. – Pessima scelta, Yoghi. – Si aggrappò al ventre dell’animale evitando le sue fauci per poi darsi fuoco, lasciando che le fiamme prendessero il sopravvento sulla materia del suo corpo. Come una torcia umana, fece crescere esponenzialmente la temperatura delle sue fiamme che diventò insopportabile persino per gli altri maghi che lo avevano circondato e che furono costretti ad indietreggiare.
Incapace di reggere oltre il devastante fuoco distruttivo, lo Zwire si scompose e, di riflesso, il suo contraente svenne.
Diciannove.

Scartò di lato, evitando un pugno da uno dei nemici e mettendosi davanti alla barriera.
Poteva ritenersi quasi fortunato, i suoi avversari erano quasi tutti Next e per questo potevano combattere solo scontri fisici e ravvicinati. Il suo potere invece era abbastanza versatile e poteva usarlo anche in combattimenti e lungo raggio. A quanto aveva visto, i due utilizzatori di Zwire non possedevano abbastanza potere magico da usare le loro abilità contemporaneamente al loro famiglio, per questo stavano nelle retrovie.
Probabilmente erano saliti di grado da poco, ecco perché non riuscivano a sopportare nemmeno il Termine di uno Zwire e svenivano. Poteva anche darsi che quella fosse la loro prima vera missione. Beh, meglio per lui.
Con questa constatazione in mente, creò un disco di fuoco nella sua mano, pronto a scagliarlo contro l’altro Zwire e mettendo così fuori gioco un altro nemico; ma proprio mentre il colpo partiva sentì una presenza alle sue spalle che lo costrinse a girarsi.

Il tempo si gelò per un momento. Dietro di lui si stagliava una bestia nera come il carbone e più grande di un orso, dai lineamenti terribilmente simili ad una specie di tasso, i cui artigli erano senza ombra di dubbio diretti alla sua schiena.

“Quando…?! “ fece in tempo a pensare “Ho visto chiaramente che solamente due di loro avevano evocato uno Zwire! Come cazzo fa questa bestia ad essere qui?!”
Il cervello di Fenice lavorò alacremente in quei brevissimi istanti che precedevano allo scontro.
“Un mutaforma!”

Il colpo di Fenice esplose preciso in mezzo alla fronte del secondo Zwire, causando il suo sgretolamento e lo svenimento del mago che lo comandava. Fenice cercò di avvitarsi su se stesso per cercare di evitare l’attacco dell’animale ma non era abbastanza veloce.

- Dannazione! -

Proprio quando si era rassegnato ad una cicatrice e ad una lavata di capo da parte della dolcissima dottoressa, la terra sotto ai suoi piedi schizzò verso l’alto, spingendolo in aria fuori dalla portata degli artigli del tasso che si abbatterono a vuoto e con ferocia sul pilastro di terra.
Dopo un momento di smarrimento, Fenice riuscì a ritrovare l’assetto e a cadere in piedi sulla colonna che lo aveva tratto in salvo con il cuore che gli pompava a mille.
 
- Com’è questa cosa che ti chiami Fenice ma non voli? –  una voce famigliare raggiunse le orecchie del rosso, causando uno spontaneo sorriso sulle sue labbra.
- È ironia quella che sento, Dorlas? – ghignò, guardando dall’alto della sua postazione il compagno, che stava in quel momento raggiungendolo. – Insolito da parte tua! –
- Sto cercando di diventare un cattivo ragazzo. – gli sorrise Dorlas atterrando di fianco a lui.
- Per carità, che a Shingo lo acchiappa l’infarto! – risero
- Ci si diverte quassù? – un fulmine piombò allegramente nell’esiguo spazio rimasto sul pilastro di terra, per poi riunirsi nelle fattezze di Ambra. Ambra che venne accolta con un deciso pugno in testa da parte di Fenice.
- Scimunita! -  le urlò mentre la diretta interessata si massaggiava la parte offesa e si precipitava dal ragazzo moro. – E tu, non difenderla sempre! –
Il sorriso di scuse di Dorlas si tramutò in una smorfia spaventata quando un rampicante gigante si avviluppò intorno alla colonna, portando su una delle sue immense foglie Losille, comodamente seduta con le gambe accavallate.
La ragazza dagli occhi verdi chiuse di scatto il ventaglio, lanciando un’occhiata derisoria agli opponenti in basso che avevano cominciato a scalare il pilastro. – Che dite, andiamo a fare pulizia? –
Dorlas si strinse addosso Ambra, che dal canto suo non vedeva l’ora di buttarsi nella mischia, Fenice ghignò.
 
- Ci puoi scommettere! –
 

                                                                                                                                                                                              + + + + +


 
 
Erano passati un paio di minuti da quando tutti erano saliti ai dormitori ed Erech decise che era il momento ideale per darsi da fare.
Guardò attentamente le due rampe di scale. Aveva notato che in quella di sinistra salivano solo le ragazze, mentre in quella di destra i ragazzi. Molto probabilmente i dormitori erano divisi in base al sesso.
Decise di togliersi subito il dente più fastidioso imboccando la rampa di sinistra.
Sbucò in un atrio dal quale si dipartivano vari corridoi e stanze.

Ragazze adolescenti e non si aggiravano agitate per tutto il piano, affacciandosi alle finestre e strepitando a più non posso. Correvano da una parte all’altra del piano gridandosi l’un l’altra parole incomprensibili a causa del chiasso, alcune si cambiavano i vestiti mentre si spostavano costringendo Erech a distogliere lo sguardo un paio di volte a causa dell’imbarazzo. Vide persino una di loro che mentre correva si mutava in un lupo proprio davanti a lui.
Molte non lo calcolarono nemmeno, alcune lo squadrarono con la coda dell’occhio prima di sorpassarlo e imboccare uno dei tanti corridoi; fatto sta che non fu in grado di chiedere a nessuna com’era la situazione.
Sembrava un gigantesco alveare le cui api si stessero preparando ad unirsi contro il nemico.
Innervosito, cominciò a rincorrere ogni ragazza che gli capitasse a tiro, rivolgendo a ciascuna domande che puntualmente non ricevevano risposta. 
 
- Dannazione! Qualcuna mi potrebbe degnare di un’attenzione per un secondo?! – sbottò esasperato, tirando una manata al muro.
- Tu sei il ragazzo nuovo? – una vocina sottile gli arrivò con fatica all’orecchio sopra tutto quel fracasso. Erech si guardò intorno per scoprire, sopra ad un termosifone dietro di lui, un piccolo scoiattolo dal manto rossiccio che lo fissava. Si abbassò fino al suo livello mettendosi le mani sulle ginocchia. L’animaletto continuò a guardarlo senza il minimo segno di paura.
- Tu… sei una Mutaforma? – le chiese.
- Sì. Sei il ragazzo nuovo? –  ripeté lei.
- Ehm… sì. –
- Dov’è Shingo? Devo fargli rapporto. – disse lei, raddrizzando la coda.
- E’ andato da Mizu in infermeria. Mi ha detto di accertarmi che tutti raggiungessero i dormitori, ma a quanto pare nessuno ha intenzione di prendermi in considerazione! – esclamò indispettito.
- Non ti adirare.  Sei appena arrivato, avranno creduto che ti sia perso. Non abbiamo tempo da perdere in questi frangenti. – gli rispose telegrafica. – Io sono Ginger. A quanto pare dovrò riferire a te: tutte le studentesse hanno raggiunto il dormitorio; nessuna manca all’appello. –
- Grazie! Ora  vado a controllare i ragazzi! – le urlò mentre si dirigeva ad ampie falcate verso le scale.
- Già che ci sei restaci, in quel dormitorio! – gli intimò l’animaletto, prima di sparire nella folla di ragazze.
 
Senza nemmeno rispondere Erech corse giù, saltando più scalini che poteva. Sentiva un’improvvisa sensazione di disagio che gli artigliava lo stomaco, spronandolo ad accelerare.
Sbucò di nuovo  fuori nell’aula e a causa della velocità che aveva acquistato quasi non riuscì a girarsi, raggiungendo la scalinata per il dormitorio dei ragazzi praticamente scivolando sul parquet di legno lucido.
Il dormitorio maschile era più o meno uguale a quello delle ragazze tranne per il fatto che c’era molto più disordine e che i ragazzi correvano da una parte all’altra direttamente in mutande. Il chiasso di sicuro era lo stesso, anche se le voci che lo componevano erano molto meno acute del dormitorio opposto.
Memore della precedente esperienza, si guardò attorno fermando un ragazzo a caso. Il suddetto lo squadrò frettolosamente. – Ah, sei quello nuovo. Che vuoi? Adesso non è il momento di chiedere qual è la tua stanza! – lo avvisò
- Sto cercando qualcuno che mi faccia rapporto! Shingo mi ha incaricato al posto suo! – urlò Erech al di sopra di quel fracasso. L’altro lo guardò sorpreso. – Ho già parlato con Ginger nel dormitorio femminile! – aggiunse ancora, tentando di convincerlo. La morsa alla bocca dello stomaco si era fatta più forte e questo lo metteva estremamente a disagio. Sentiva di doversi sbrigare.
- Se è così, devi parlare con Nush. Anche se è più probabile che ti troverà lui per primo. –
- Nush? – ripeté Erech
- Chi mi cerca? – l’improvvisa voce proveniente dal muro dietro di lui gli fece quasi venire un colpo. Come in un déjà-vu , Erech si girò e vide, svettante sopra un ripiano in legno, un altro scoiattolo, questa volta grigio cenere e con dei lunghi ciuffi di pelo sulla punta delle orecchie. Erech lo scrutò basito mentre il ragazzo che aveva precedentemente fermato si dileguava in gran fretta.
- Ma… tu… eh? – balbettò confuso, indicandolo e spostando lo sguardo da lui alle scale. Il suo peloso interlocutore assottigliò gli occhi. – Problemi? –
Erech lo fissò un momento, prima di chiedergli: - Conosci Ginger per caso? –
La morbida coda dell’animale ebbe un guizzo. – E’ mia sorella. Perché mi cercavi? –
Erech si schiarì la voce. - Ehm… Dovrei ricevere un rapporto… Sono stato incaricato da Shingo di assicurarmi che tutti raggiugessero i propri dormitori. –
- Sfortunatamente manca all’appello un ragazzo. –
Alzò di scatto la testa. – Come manca un ragazzo?! – A quella notizia la morsa gli aveva stretto ancora di più lo stomaco e cominciò a sentire una punta d’ansia.
- Si chiama Jun. A quanto pare non è tornato ai dormitori. Attualmente la sua posizione è sconosciuta. – Gli riferì telegrafico.  “A quanto pare è un’abitudine di famiglia…”
 

- Assicurati che tutti raggiungano il proprio dormitorio! -

 
Digrignò i denti. - Maledizione! – girò le spalle e corse via verso le scale.

- Dove credi di andare? – Erech girò la testa e vide Nush che lo inseguiva saltando su ogni superficie disponibile.
- A prendere quell’imbecille! – gli gridò lui in risposta. – Per favore tu resta qui e assicurati che nessun altro esca! –
Uno squittio indispettito gli arrivò distintamente alle orecchie. – Non darmi ordini! E poi sei un novellino, non sai nemmeno che poteri hai! Cosa pensi di fare?! –

Erech rifletté meno di un secondo sulla risposta da dare.  – NON LO SO! – gridò esasperato tuffandosi nella rampa in discesa.

Lo scoiattolo grigio restò a guardarlo saltare gli scalini appollaiato sul corrimano delle scale con un’espressione di disappunto sul muso.
 
- Questo a Shingo non piacerà per niente. -
 
 
 
 
 
Angolino dei Funghi
Ciao a tutti! Scusatemi per il terribile ritardo, ma che ci crediate o no questo capitolo era pronto già da un pezzo! Ho esitato a caricarlo perché mi sembrava un pochino corto e stavo cercando di capire come aggiungere roba senza togliere nulla al prossimo capitolo e... alla fine è passato un mese! Sconcertante, nevvero?
Parlando d'altro, quella in questo capitolo è ufficialmente la mia prima scena d'azione mai scritta! Come vi è sembrata? Aspetto vostri pareri. Per inciso, la mossa che esegue Fenice sprigionando fuoco dai piedi è ispirata alla break dance mista alla capoeira.
Questo si può considerare un capitolo di transizione, ma già in questo sono stati apportati dei cambiamenti rispetto alla struttura degli altri: come avrete notato, ora le scene non sono raccontate più solo dal punto di vista di Erech ma anche degli altri personaggi. Inizialmente avrei preferito farlo solo dal suo, ma per evidenti problemi di trama e narrazione non posso fare a meno di passare il testimone agli altri ragazzi. Sinceramente, credo che abbia alleggerito la lettura, non so voi! Fatemelo sapere!
Dal prossimo cominciano le mazzate e la parte più succulenta: tutti voi fremete dalla voglia di scoprire chi sia Erech e che poteri abbia presumo!
 
 
Termine: credo sia abbastanza intuitivo ma il “Termine” a cui si fa riferimento durante la battaglia di Fenice non è altro che la sconfitta di uno Zwire e il suo dissolversi. Agli evocatori di Zwire, quanto avviene il Termine del loro famiglio, si proietta di riflesso una data quantità di danni. Quelli alle prime armi o i novizi spesso non sono in grado di incassare il colpo e perciò rimangono fuori gioco per un po’. Gli esperti invece gestiscono la grande quantità di energia e concentrazione richiesta per evocare e controllare uno Zwire riuscendo allo stesso tempo a combattere con i loro poteri.

Zwire: mi sembra doveroso puntualizzare che gli Zwire possono essere evocati da qualunque mago di qualsiasi categoria e che la loro forma non è assolutamente uniforme, così come la loro materia.

Ginger e Nush: può accadere che se una coppia ha più di un figlio e entrambi i figli posseggono dei poteri (caso già di per sé raro), i sopraccitati figli appartengano alla stessa categoria. Ecco spiegata la loro incredibile somiglianza nella loro forma mutata. Vi pregherei di tenere sempre a mente questi simpaticissimi ed estroversi personaggi, riappariranno più avanti (piccolo spoiler ma suvvia).

Dormitori: come si è visto sono differenziati per il sesso ma l’accesso non è vietato a nessuno. Esiste però un coprifuoco entro il quale chiunque deve trovarsi fuori dal dormitorio che non gli appartiene. Ginger e Nush, agenti sottoposti di Shingo e guardiani dei dormitori, controllano che il coprifuoco sia rispettato. Qualsiasi atto di “insubordinazione” o di disturbo alla quiete pubblica viene immediatamente riportato a Shingo. I dormitori possono essere raggiunti solo tramite le scale poste ai fianchi della lavagna nell’aula principale (o dalle finestre se proprio volete fare delle entrate in scena fighe) e occupano le ali del GEA rispettivamente destra per le femmine e sinistra per i maschi.

 
Non preoccupatevi, se tutte queste indicazioni vi confondono questa notizia vi tirerà su: appena avrò finito di combattere con Paint (o se il cielo mi invia qualcuno che sappia disegnare) posterò delle piantine del GEA, così che capiate dove si svolgono i vari eventi e vi possiate ambientare di più.
Oggi invece voglio mostrarvi Ambra, creata con lo stesso character maker di Alissa. Eccola qui!

 
 
Bene, questo è tutto quello che avevo da dirvi. Spero che vi piaccia l’aggiunta delle note a piè pagina, non ero sicura se metterle o no ma alla fine credo che una spiegazione o una curiosità in più rendano più interessante la storia.
 
Come al solito ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti, le seguite o le ricordate, ringrazio chi legge solamente e chi ha lasciato commenti e chi li lascerà: lo sapete che sono il mio pane!
Detto questo… arrivederci al prossimo capitolo!
Baci
animelover
  
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