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Autore: Selhin    01/10/2008    4 recensioni
( INCOMPIUTA non verrà mai continuata )...tra amici ci si può amare, ma anche odiare. Si litiga e può capitare che non ci si veda né ci si parli per anni, ma cosa accade nel frattempo? Cosa si prova quando finalmente ci si rivede? Questo è quello che succede a Matt e Mimi, e quello che accadrà si scoprirà solo in seguito...[MimixMatt]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai, TK/Kari
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Nemici, Amici…e poi

Ciao a tutti!!! Ecco qui il 1 capitolo di questa mia fic dedicata alla coppia Mimi/Matt!!!

So che il prologo non era molto intrigante per cui ringrazio di aver letto, e in particolare un grazie a vampirosolitario91, mijen e kari 89 per aver anche recensito!

Grazie davvero!!!

Spero continuerete a seguire la storia…

Dunque anche questo capitolo può sembrare confusionario perché non appaiono direttamente i digiprescelti…attenzione ho detto direttamente!!! =D

Bè fatemi sapere d’accordo!!!

Ringrazio in anticipo…Selhin

 

 

 

 

On the way to love

 

Capitolo1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   Il cielo era sereno, l’aria seppur pesante era attraversata da un brezza piacevolmente tiepida.

Sembrava un comunissimo giorno estivo, proprio in pieno agosto. Ma non per tutti era così.

Una ragazza se ne stava tranquillamente seduta sulla riva di una spiaggia ancora semideserta. Aveva i capelli lunghi fino ai gomiti, di un colore castano cangiante al rosso ramato. Erano lisci e voluminosi, lucidi come seta, ma sulle punte talmente vivaci da arricciarsi in boccoli perfetti. Svolazzavano nella brezza salina, come una danza allegra.

Aveva la carnagione chiara, leggermente abbronzata a un colore dorato. Era una figura snella. Non portava il costume da bagno come tutti su quella spiaggia.

Aveva un abitino color pesca che le arrivava sopra le ginocchia, stampato di una stoffa floreale. Volteggiava cercando di seguire lo stesso ritmo dei boccoli ramati, come un principiante tenta di ballare con il più esperto ballerino.

Se ne stava lì, rannicchiata su se stessa, abbracciandosi le gambe lunghe e ben proporzionate e il tempo passava.

Sembrava non accorgersene neppure. Il sole si faceva sempre più alto e caldo, si sarebbe scottata ma a lei sembrava non importare.

La cosa che colpiva maggiormente di lei erano i suoi occhi. Grandi, leggermente a mandorla, di un nocciola dorato, limpidi e persi in chissà quali pensieri. Dava l’idea di essere così triste, così persa, come se avesse perso qualcosa di importante e il pensiero di non riuscire più a trovarla l’avesse sconvolta.

Era così bella…

  - Ehi Masaki! Ti sei incantato?-

Il ragazzo si voltò verso l’amico che lo guardava sospettoso - Muoviti, abbiamo la pausa pranzo…-

  - Arrivo.- ma prima di andarsene si voltò un’ultima volta ad osservare la bella ragazza sulla spiaggia.

 

 

 

  - Cosa stavi guardando con tanta intensità poco fa, eh?-

Il ragazzo voltò lo sguardo al suo fianco, dove l’amico che lo aveva interrotto dai suoi pensieri pochi minuti prima, stava fumando una sigaretta lentamente.

Preferì non rispondere, tornando a guardare il suo panino imbottito. Perché era questo che stava facendo invece di mangiarlo. Stava di nuovo pensando a quella ragazza, evitando persino di mangiare. Ma cosa gli stava succedendo? Non era da lui comportarsi così per una ragazza.

Non che le donne non gli interessassero, solo che non poteva. Insomma, lui aveva una ragazza sua!

Vedendo che l’amico si ostinava a restare nel suo tacito silenzio continuò da solo - O meglio…chi guardavi?-

Masaki lo guardò di nuovo in viso e notò lo sguardo malizioso sui suoi occhi scuri.

  - Oh, piantala Alex! Non stavo facendo proprio niente di male…-

  - Bè, lo so…che tu non lo facessi non vuol dire che non lo pensassi…allora chi hai puntato?-

Il sospiro emesso dal ragazzo stava ad indicare un “fatti gli affari tuoi” ma Alex non lo capì, o meglio, non volle capirlo.

  - E dai, dimmelo! Che ti costa…almeno mi movimenti un po’ la giornata.-

  - Vorresti dire che sei annoiato?- chiese incredulo.

Ma l’amico fece spallucce - Bè, le ragazze in costume non mancano…però oggi è giorno feriale e quindi si muore dalla noia. Il bar è mezzo vuoto al mercoledì, dovresti saperlo ormai…-

Masaki e Alex lavoravano nel bar che dava direttamente sulla spiaggia, ma a volte svolgevano anche il lavoro di aiuto-bagnino o semplicemente si rilassavano.

  - Allora? - insisté per l’ennesima volta Alex, tanto che l’altro fu costretto a rispondergli per non doverlo più sentire.

  - Una ragazza ok? Ma non dovrei…-

L’amico sembrava sbalordito - E perché scusa?-

  - Ho una ragazza io, ricordi? Te ne ho parlato…-

Alex sembrò riflettere per qualche istante - Ah già…bè solo per questo? Sbaglio o vi siete presi una pausa? E poi lei è in Giappone e non verrà mai a sapere se hai flirtato con un’altra qui in Italia no…non preoccuparti.-

  - Certo…ecco perché poi le donne dicono che siamo degli stronzi. Colpa di tipi come te…-

 Alex gesticolò con la mano come a ripetere di non preoccuparsi e lasciar perdere - Non ho mica detto che devi farci chissà cosa…vai a parlarle…ma di che ragazza stai parlando?-

Masaki guardò l’amico con sospetto, poi si alzò dal tavolo, passò il panino all’amico - tanto non l’avrebbe più mangiato - e uscì sulla terrazza del bar.

Ed eccola ancora li, ferma immobile come prima. Gliela indicò con un cenno del capo, come se temesse di farsi vedere.

  - Carina…- mormorò Alex sorridendo complice.

Ma Masaki non gli rispose - Stava lì così anche ieri…e oggi non l’ho vista muoversi…-

  - Eh? Spiegati meglio…-

  - Ieri mattina…- iniziò Masaki appoggiandosi alla ringhiera -…sono arrivato per primo ad aprire il locale, e lei era lì. E non si è mossa per tutta la giornata…non ha nemmeno mangiato. Quando abbiamo chiuso, per l’ora di cena, era ancora là…nella stessa posizione. E stamattina indovina?-

  - Vuoi dire che sono 2 giorni che se ne sta seduta là?-

Masaki annuì con la testa - Credo di si…e credo che ci sia rimasta anche stanotte…non lo trovi strano?-

  - Ah-ha…certo che lo trovo strano, eccome!-

Gli occhi di Masaki si posarono di nuovo su di lei - Sembra che sia così triste, non trovi?-

Si sentì il braccio dell’amico attorno alle spalle.

  - Allora vai la e parlale…-

  - E che gli dico? “Scusa ma perché sono 2 giorni che te ne stai qua da sola?”-

Alex alzò le spalle - Potrebbe essere un’idea ma non te lo consiglio come primo approccio…-

  - Ah ah, spiritoso…-

  - Prova a sedurla con i tuoi begli occhioni azzurri, e i tuoi capelli d’oro…-

Masaki sembrava sconcertato - Cosa vorresti insinuare?-

  - Che mi sembra orientale anche lei, a vederla…magari scopri che è anche giapponese. E tu sei biondo con gli occhi azzurri, un po’ insolito per un giapponesino non trovi? Potresti avere il fascino del giapponese occidentale…-

  - Che?-

Alex lo prese per le spalle e lo spinse fuori dal locale - Insomma…vai e colpisci!-

 

 

 

  Si avvicinava lentamente, e l’imbarazzo aumentava ad ogni passo.

Non era bravo con le ragazze, non lo era mai stato. Anche con la sua ragazza attuale era stata lei a dichiararsi, lui si era limitato a dirle di si. Ma lui era sempre stato un tipo freddo, cui le ragazze non davano importanza. Ma adesso era diverso, almeno così credeva.

Le si avvicinò piano, constatando che da vicino era ancora più carina. Aveva lo sguardo assorto, perso in mille pensieri che lui non avrebbe mai saputo.

  - Scusa…- mormorò titubante.

La ragazza si voltò a guardarlo e gli sguardi s’incrociarono per la prima volta. Sguardo dorato riflesso in una polla celeste. Lo osservava stranamente, quasi infastidita. Forse aveva passato un brutto momento e non aveva affatto voglia di essere accerchiata dai ragazzi. Che stupido era stato.

  - Ehm…non volevo disturbarti, me ne vado subito…- Masaki si voltò per andarsene ma lei lo fermò inaspettatamente.

  - No, aspetta…scusami tu, è che ero soprapensiero…-

La sua voce era dolce, armonica ma aveva anche un tono molto malinconico. Il ragazzo la guardò un istante - Posso sedermi?-

Lei annuì col capo, ma tornò a guardare l’orizzonte davanti a se. Masaki si sedette al suo fianco poi si ricordò del consiglio di Alex “prova con questa” e gli aveva lanciato un flacone di crema protettiva. Le guardò le braccia e il viso, e notò che erano molto arrossati.

  - Ma non ti brucia la pelle? Sei tutta rossa, come scottata…-

La ragazza si guardò e solo dopo molti istanti si rese conto della scottatura - Adesso che lo noto si, mi fa parecchio male…-

  - Ma come, non te ne sei accorta? Tieni metti questa…-

Le mise fra le mani il flacone e lei, ringraziandolo, iniziò a spargersi la crema lattea che contrastava molto con la pelle rossa. Dopodiché calò un altro istante di silenzio fra i due.

  - Io…io lavoro qui al bar, tu è da molto che sei qui?- azzardò il ragazzo.

Lei scosse la testa e nel farlo i lunghi capelli danzarono - No, sono arrivata ieri…-

  - Infatti, ti ho vista anche ieri. Sei arrivata presto e non ti sei più mossa da qui vero? Anche stanotte…- Oh no, troppo diretto! pensò lui, ma la ragazza si ostinava nel silenzio -…perché?-

  - Preferisco non parlarne scusa…sono venuta solo per guardare il mare…-

  - Certo, hai ragione…sei di dove?- domandò ancora lui, voleva riuscire a comunicare con decenza ma a quanto pare era impossibile con lei.

Alzò le spalle - Da Roma…-

  - E sei venuta da Roma, fino in Sardegna, solo per vedere il mare?-

Lei si voltò a guardarlo - Già, so che sembra strano, ma il mare qui è diverso…e dovevo assolutamente vederlo…-

Masaki annuì abbastanza scettico.

  - E fino a quando ti tratterrai?-

  - Finché ne avrò voglia…-

Il ragazzo si schiarì la gola, e si alzò - Bene, credo di averti infastidita abbastanza…devo tornare al lavoro altrimenti mi licenziano…-

  - Capisco…allora buon lavoro.- glielo disse con un sorriso forzato.

Lui fece per andarsene, poi dopo pochi passi si voltò nuovamente verso di lei - Perché stasera non ci vediamo? Facciamo un giro, ti va?-

La ragazza sembrava sorpresa, non aveva molta voglia di uscire, ma visto che in fondo era già fuori da 2 giorni non le costava nulla. Annuì, questa volta con un sorriso più vero - Certo, va bene…-

Il volto di Masaki s’illuminò - D’accordo, allora passa al bar per le 21…il mio turno finisce a quell’ora. A stasera!-

Si voltò e corse verso il locale, quando arrivato s’accorse di una cosa.

Che stupido. Non le aveva nemmeno chiesto come si chiamava!

 

 

 

  La sera arrivò in fretta ma Masaki non si aspettava affatto che la ragazza si presentasse davvero. Perché avrebbe dovuto farlo, non lo conosceva nemmeno!

E contro ogni sua immaginazione eccola li, alle 21 precise. Lui era stato talmente preso dal lavoro quel pomeriggio - nonostante fosse giorno feriale ea arrivata molta gente - da non aver nemmeno fatto caso che lei se ne fosse andata. Evidentemente era tornata in albergo, o dove stava, e aveva riposato, perché aveva un aspetto molto più rilassato. Portava un abito diverso da quello che indossava sulla spiaggia. Questo era di un lilla chiaro, semplice, ma le stava d’incanto. I capelli li aveva lasciati sciolti sulle spalle, fin giù dalla schiena, lucidi e soffici.

Lo cercò con lo sguardo e quando lo vide gli sorrise, facendogli cenno che lo aspettava fuori.

  - Aaaah, e bravo Masaki! Così ci sei riuscito eh?- Alex gli circondò le spalle con un braccio, com’era solito fare.

  - Non ho fatto proprio nulla…- ribatté il biondo -…facciamo solo un giro. A domani!-

Salutò alla svelta e uscì prima che l’amico potesse fargli altre domande a secondo fine.

La trovò seduta su di un muretto, lo sguardo perso nel cielo.

  - Ciao!-

Lei rispose al saluto con un sorriso - Ciao…-

Le si avvicinò e ridendo cercò di rimediare all’errore - Sai che mi sono accorto di non essermi nemmeno presentato? Che stupido, perdonami…-

La ragazza sembrò sorpresa - E’ vero! Nemmeno io, che maleducata scusa!-

  - No, tranquilla…Comunque io sono Ma…Masaki.-

  - Mizuki, piacere!-

 

 

 

  La serata passò veloce. I due si divertivano, e avevano scoperto di avere molte cose in comune. In primo il paese natale.

  - E così sei davvero giapponese…avevo avuto questa impressione ma non ho detto nulla per paura di offenderti se fossi stata italiana.-

La ragazza non faceva altro che ridere e sorridere di rimando. Era evidente che si divertiva parecchio - Ah si? Io l’ho capito subito che eri giapponese per via dell’accento. Parli bene l’italiano, ma la cadenza giapponese è troppo evidente!-

  - Ehi, non prendermi in giro!-

E passarono insieme anche il resto della settimana, fra risate e battibecchi. Andavano d’accordo fino a quando la lingua tagliente del ragazzo non provocava l’evoluta permalosità di lei. Allora lei si offendeva e gli teneva il broncio, ma solo per pochi minuti perché Masaki sapeva sempre come farsi perdonare.

Avevano passato insieme molte ore sulla spiaggia, pranzato e cenato insieme, chiacchierato fra passeggiate. E poi, mentre una sera stavano tranquillamente chiacchierando la ragazza disse una frase all’improvviso.

  - Domani parto…ho il treno per la città presto, e poi il traghetto…- stava con gli occhi bassi, come se si sentisse colpevole.

A Masaki gli ci volle qualche istante per apprendere bene la notizia.

  - Cosa?-

Lei si voltò a guardarlo negli occhi - Torno a Roma Masaki…è ora che torni a casa adesso…-

  - Ma…- il ragazzo era molto confuso -…così all’improvviso?-

Mizuki annuì lievemente - Si, perché ho sentito che ero pronta…grazie a te mi sono ripresa del tutto. Non posso dirti cosa mi è successo perché per me è una ferita ancora troppo aperta, però sei riuscito nel darmi la voglia di tornare a casa mia. Ed è tantissimo, credimi…-

Lo guardava negli occhi e lui per un istante si perse in quello sguardo ambrato, e desiderò non dover mai smettere di guardarla.

Però sapeva che non poteva certo costringerla a stare li. Oltretutto presto anche lui se ne sarebbe tornato a casa sua, e fra i due, sarebbe stato quello più lontano.

  - Capisco…- si schiarì la voce tremante -…bene, spero sia stata bene davvero. Perchè io lo sono stato, e non mi succedeva da molto tempo…-

Mizuki sembrava confusa - Si che sono stata bene! Tantissimo, tu mi ricordi tanto un amico che avevo quando ero piccola…con lui, c’era stato un periodo dov’eravamo veramente uniti. Poi me ne sono andata ed è finito tutto…- prese una pausa -…ma è da allora che non sto bene con nessuno, tranne che con te in questi giorni! Quindi grazie, grazie davvero…-

Non riuscì a trattenersi e Masaki le vide delle lacrime caderle dagli occhi. D’istinto l’abbracciò, tenendola stretta.

  - Anche io sono stato bene come non lo ero da anni.-

  - Non vorrei andare, ma cerca di capirmi…devo farlo.-

La strinse di più - Certo ho capito, non preoccuparti…-

  - E poi, un uccellino mi ha detto che sei occupato…- disse lei sorridendo, mentre si staccava un po’ dal suo abbraccio.

  - E scommetto che quell’uccellino si chiama Alex…-

La ragazza annuì ridendo - Eh già…-

Masaki la guardò intensamente e lei si sentì paralizzata da quello sguardo.

  - Adesso devo andare…-  disse controvoglia.

Ma lui la tenne per un braccio - Non ti rivedrò più vero?-

Mizuki scosse la testa - Non so, forse si…devi crederci.-

  - Non so quanto possa crederci…- disse abbassando lo sguardo.

Lei lo obbligò a guardarla - Non lo sai che il mondo è piccolo?-

Ma il ragazzo non riuscì a risponderle, almeno a parole. Le circondò il viso con le mani, accarezzandole le labbra umide con il pollice - Forse hai ragione…- le disse infine, e appoggiò delicatamente le labbra sulle sue.

Lei sembrava titubante inizialmente, poi si lasciò andare al più bel bacio che avesse mai ricevuto. Non conosceva bene quel ragazzo, anzi quasi per niente, eppure si fidava ciecamente di lui. Non sapeva se si trattava del classico “colpo di fulmine”. No, sicuramente era qualcosa di più di una cotta. Ma cosa?

Le mani di lui la stringevano, le accarezzavano la schiena ben modellata. Ma si limitarono a questo. A delle dolci carezze, e lei non avrebbe chiesto di più.

Si separarono piano, con riluttanza.

Presero respiro, poi si salutarono definitivamente. Ma non con un addio, con un “a presto”.

E seppero che non avevano altro da dirsi.

Lei si alzò e lentamente si incamminò nella strada deserta, mentre il ragazzo la guardava silenzioso, perso ad osservare quella ragazza.

Sicuro che non l’avrebbe mai più incontrata.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

 

Vi è piaciuto???

fatemi sapere allora e ricordate che una recensione è sempre gradita ed è il cibo per noi scrittori U___U

Un saluto ancora, al prossimo capitolo…

 

Selhin

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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