Ciao a tutti!!!
Ecco qui il 1 capitolo di questa mia fic dedicata alla coppia Mimi/Matt!!!
So che il prologo non era molto
intrigante per cui ringrazio di aver letto, e in
particolare un grazie a vampirosolitario91, mijen e kari 89 per aver anche recensito!
Grazie davvero!!!
Spero continuerete a seguire la storia…
Dunque anche questo capitolo può sembrare confusionario perché non
appaiono direttamente i digiprescelti…attenzione ho detto direttamente!!! =D
Bè fatemi sapere d’accordo!!!
Ringrazio in anticipo…Selhin
On the way to love
Capitolo1
Il cielo era sereno, l’aria seppur pesante era attraversata da un brezza piacevolmente tiepida.
Sembrava un comunissimo
giorno estivo, proprio in pieno agosto. Ma non per
tutti era così.
Una ragazza se ne stava
tranquillamente seduta sulla riva di una spiaggia ancora semideserta. Aveva i
capelli lunghi fino ai gomiti, di un colore castano cangiante al rosso ramato.
Erano lisci e voluminosi, lucidi come seta, ma sulle
punte talmente vivaci da arricciarsi in boccoli perfetti. Svolazzavano nella
brezza salina, come una danza allegra.
Aveva la carnagione chiara,
leggermente abbronzata a un colore dorato. Era una
figura snella. Non portava il costume da bagno come tutti su quella spiaggia.
Aveva un abitino color pesca
che le arrivava sopra le ginocchia, stampato di una stoffa floreale. Volteggiava cercando di seguire lo stesso ritmo dei boccoli ramati,
come un principiante tenta di ballare con il più esperto ballerino.
Se ne stava lì, rannicchiata
su se stessa, abbracciandosi le gambe lunghe e ben proporzionate e il tempo passava.
Sembrava non accorgersene
neppure. Il sole si faceva sempre più alto e caldo, si sarebbe
scottata ma a lei sembrava non importare.
La cosa che colpiva
maggiormente di lei erano i suoi occhi. Grandi, leggermente a
mandorla, di un nocciola dorato, limpidi e persi in chissà quali pensieri.
Dava l’idea di essere così triste, così persa, come se avesse perso qualcosa di importante e il pensiero di non riuscire più a trovarla
l’avesse sconvolta.
Era così bella…
- Ehi Masaki! Ti sei incantato?-
Il ragazzo si voltò verso
l’amico che lo guardava sospettoso - Muoviti, abbiamo la pausa pranzo…-
- Arrivo.- ma prima di andarsene si voltò un’ultima
volta ad osservare la bella ragazza sulla spiaggia.
- Cosa stavi
guardando con tanta intensità poco fa, eh?-
Il ragazzo voltò lo sguardo
al suo fianco, dove l’amico che lo aveva interrotto dai suoi
pensieri pochi minuti prima, stava fumando una sigaretta lentamente.
Preferì non rispondere,
tornando a guardare il suo panino imbottito. Perché era
questo che stava facendo invece di mangiarlo. Stava di nuovo pensando a
quella ragazza, evitando persino di mangiare. Ma cosa
gli stava succedendo? Non era da lui comportarsi così per una ragazza.
Non che le
donne non gli interessassero, solo che non poteva. Insomma, lui aveva una ragazza sua!
Vedendo che l’amico si
ostinava a restare nel suo tacito silenzio continuò da
solo - O meglio…chi guardavi?-
Masaki lo guardò di nuovo in
viso e notò lo sguardo malizioso sui suoi occhi scuri.
- Oh, piantala Alex!
Non stavo facendo proprio niente di male…-
- Bè, lo so…che tu non lo facessi
non vuol dire che non lo pensassi…allora chi hai puntato?-
Il sospiro emesso dal ragazzo
stava ad indicare un “fatti gli affari tuoi” ma Alex non lo capì, o meglio, non
volle capirlo.
- E dai, dimmelo!
Che ti costa…almeno mi movimenti un po’ la giornata.-
- Vorresti dire che sei annoiato?- chiese incredulo.
Ma l’amico fece spallucce - Bè, le ragazze in costume
non mancano…però oggi è giorno feriale e quindi si muore dalla noia. Il bar è
mezzo vuoto al mercoledì, dovresti saperlo ormai…-
Masaki e Alex lavoravano nel
bar che dava direttamente sulla spiaggia, ma a volte svolgevano anche il lavoro
di aiuto-bagnino o semplicemente si rilassavano.
- Allora? - insisté per l’ennesima volta
Alex, tanto che l’altro fu costretto a rispondergli per non doverlo più
sentire.
- Una ragazza ok? Ma
non dovrei…-
L’amico sembrava sbalordito -
E perché scusa?-
- Ho una ragazza io, ricordi? Te ne ho
parlato…-
Alex sembrò riflettere per
qualche istante - Ah già…bè solo per questo? Sbaglio o vi siete
presi una pausa? E poi lei è in Giappone e non verrà mai a sapere se hai flirtato con un’altra qui in Italia no…non preoccuparti.-
- Certo…ecco perché poi le
donne dicono che siamo degli stronzi. Colpa di tipi come te…-
Alex gesticolò con la mano come a ripetere di
non preoccuparsi e lasciar perdere - Non ho mica detto
che devi farci chissà cosa…vai a parlarle…ma di che ragazza stai parlando?-
Masaki guardò l’amico con
sospetto, poi si alzò dal tavolo, passò il panino all’amico - tanto non
l’avrebbe più mangiato - e uscì sulla terrazza del bar.
Ed eccola ancora li, ferma immobile come prima. Gliela
indicò con un cenno del capo, come se temesse di farsi vedere.
- Carina…- mormorò Alex sorridendo complice.
Ma Masaki non gli rispose -
Stava lì così anche ieri…e oggi non l’ho vista muoversi…-
- Eh? Spiegati meglio…-
- Ieri mattina…- iniziò Masaki appoggiandosi
alla ringhiera -…sono arrivato per primo ad aprire il locale, e lei era lì. E non si è mossa per tutta
la giornata…non ha nemmeno mangiato. Quando abbiamo
chiuso, per l’ora di cena, era ancora là…nella stessa posizione. E stamattina indovina?-
- Vuoi dire che sono 2 giorni che se ne sta
seduta là?-
Masaki annuì con la testa -
Credo di si…e credo che ci sia rimasta anche
stanotte…non lo trovi strano?-
- Ah-ha…certo che lo trovo strano, eccome!-
Gli occhi di Masaki si
posarono di nuovo su di lei - Sembra che sia così triste, non trovi?-
Si sentì il braccio
dell’amico attorno alle spalle.
- Allora vai la e parlale…-
- E che gli dico? “Scusa
ma perché sono 2 giorni che te ne stai qua da sola?”-
Alex alzò le spalle -
Potrebbe essere un’idea ma non te lo consiglio come primo approccio…-
- Ah ah, spiritoso…-
- Prova a sedurla con i tuoi begli occhioni
azzurri, e i tuoi capelli d’oro…-
Masaki sembrava sconcertato -
Cosa vorresti insinuare?-
- Che mi sembra orientale
anche lei, a vederla…magari scopri che è anche giapponese. E tu sei biondo con gli occhi azzurri, un po’ insolito per
un giapponesino non trovi? Potresti avere il fascino del giapponese
occidentale…-
- Che?-
Alex lo
prese per le spalle e lo spinse fuori dal locale - Insomma…vai e colpisci!-
Si avvicinava lentamente, e l’imbarazzo
aumentava ad ogni passo.
Non era
bravo con le ragazze, non lo era mai stato. Anche con la sua ragazza
attuale era stata lei a dichiararsi, lui si era limitato a dirle di si. Ma lui era sempre stato un tipo
freddo, cui le ragazze non davano importanza. Ma
adesso era diverso, almeno così credeva.
Le si
avvicinò piano, constatando che da
vicino era ancora più carina. Aveva lo sguardo assorto, perso in mille pensieri
che lui non avrebbe mai saputo.
- Scusa…- mormorò titubante.
La ragazza si voltò a
guardarlo e gli sguardi s’incrociarono per la prima volta. Sguardo dorato
riflesso in una polla celeste. Lo osservava stranamente, quasi infastidita.
Forse aveva passato un brutto momento e non aveva affatto voglia di essere
accerchiata dai ragazzi. Che stupido era stato.
- Ehm…non volevo
disturbarti, me ne vado subito…- Masaki si voltò per andarsene ma lei lo
fermò inaspettatamente.
- No, aspetta…scusami tu, è che ero
soprapensiero…-
La sua voce era dolce,
armonica ma aveva anche un tono molto malinconico. Il ragazzo la guardò un
istante - Posso sedermi?-
Lei annuì col capo, ma tornò
a guardare l’orizzonte davanti a se. Masaki si sedette al suo fianco poi si
ricordò del consiglio di Alex “prova con questa” e gli aveva lanciato un flacone di crema
protettiva. Le guardò le braccia e il viso, e notò che erano molto arrossati.
- Ma non ti brucia
la pelle? Sei tutta rossa, come scottata…-
La ragazza si guardò e solo
dopo molti istanti si rese conto della scottatura - Adesso che lo noto si, mi fa parecchio male…-
- Ma come, non te ne
sei accorta? Tieni metti questa…-
Le mise fra le mani il
flacone e lei, ringraziandolo, iniziò a spargersi la crema lattea che
contrastava molto con la pelle rossa. Dopodiché calò un altro istante di
silenzio fra i due.
- Io…io lavoro qui al bar, tu è da molto che
sei qui?- azzardò il ragazzo.
Lei scosse la testa e nel
farlo i lunghi capelli danzarono - No, sono arrivata ieri…-
- Infatti, ti ho
vista anche ieri. Sei arrivata presto e non ti sei più mossa da qui vero? Anche stanotte…- Oh
no, troppo diretto! pensò lui, ma la ragazza si
ostinava nel silenzio -…perché?-
- Preferisco non parlarne scusa…sono venuta
solo per guardare il mare…-
- Certo, hai ragione…sei di dove?- domandò
ancora lui, voleva riuscire a comunicare con decenza ma a
quanto pare era impossibile con lei.
Alzò le spalle - Da Roma…-
- E sei venuta da Roma, fino in Sardegna,
solo per vedere il mare?-
Lei si voltò a guardarlo -
Già, so che sembra strano, ma il mare qui è diverso…e dovevo assolutamente
vederlo…-
Masaki annuì abbastanza
scettico.
- E fino a quando ti
tratterrai?-
- Finché ne avrò
voglia…-
Il ragazzo si schiarì la
gola, e si alzò - Bene, credo di averti infastidita abbastanza…devo tornare al lavoro altrimenti mi licenziano…-
- Capisco…allora buon lavoro.- glielo disse
con un sorriso forzato.
Lui fece per andarsene, poi
dopo pochi passi si voltò nuovamente verso di lei -
Perché stasera non ci vediamo? Facciamo un giro, ti va?-
La ragazza sembrava sorpresa,
non aveva molta voglia di uscire, ma visto che in fondo era già fuori da 2 giorni non le costava nulla. Annuì, questa volta
con un sorriso più vero - Certo, va bene…-
Il volto di Masaki s’illuminò - D’accordo, allora passa al bar per le 21…il mio turno
finisce a quell’ora. A stasera!-
Si voltò e corse verso il
locale, quando arrivato s’accorse di una cosa.
Che stupido. Non le aveva nemmeno
chiesto come si chiamava!
La sera arrivò in fretta ma Masaki non si
aspettava affatto che la ragazza si presentasse davvero. Perché
avrebbe dovuto farlo, non lo conosceva nemmeno!
E contro ogni sua immaginazione eccola li, alle 21
precise. Lui era stato talmente preso dal lavoro quel pomeriggio - nonostante
fosse giorno feriale ea arrivata molta gente - da non aver nemmeno fatto caso
che lei se ne fosse andata. Evidentemente era tornata
in albergo, o dove stava, e aveva riposato, perché aveva un aspetto molto più rilassato. Portava un abito diverso da quello che
indossava sulla spiaggia. Questo era di un lilla chiaro, semplice, ma le stava
d’incanto. I capelli li aveva lasciati sciolti sulle
spalle, fin giù dalla schiena, lucidi e soffici.
Lo cercò con lo sguardo e
quando lo vide gli sorrise, facendogli cenno che lo
aspettava fuori.
- Aaaah, e bravo Masaki! Così ci sei riuscito
eh?- Alex gli circondò le spalle con un braccio,
com’era solito fare.
- Non ho fatto proprio
nulla…- ribatté il biondo -…facciamo solo un giro. A domani!-
Salutò alla svelta e uscì
prima che l’amico potesse fargli altre domande a secondo
fine.
La trovò seduta su di un
muretto, lo sguardo perso nel cielo.
- Ciao!-
Lei rispose al saluto con un
sorriso - Ciao…-
Le si
avvicinò e ridendo cercò di
rimediare all’errore - Sai che mi sono accorto di non essermi nemmeno
presentato? Che stupido, perdonami…-
La ragazza sembrò
sorpresa - E’ vero! Nemmeno io, che maleducata scusa!-
- No, tranquilla…Comunque
io sono Ma…Masaki.-
- Mizuki, piacere!-
La serata passò veloce. I due si divertivano,
e avevano scoperto di avere molte cose in comune. In primo il paese natale.
- E così sei davvero giapponese…avevo avuto questa impressione ma non ho detto nulla per paura di
offenderti se fossi stata italiana.-
La ragazza non faceva altro
che ridere e sorridere di rimando. Era evidente che si divertiva
parecchio - Ah si? Io l’ho capito subito che eri giapponese per via
dell’accento. Parli bene l’italiano, ma la cadenza giapponese è troppo
evidente!-
- Ehi, non prendermi in giro!-
E passarono insieme anche il resto della settimana, fra
risate e battibecchi. Andavano d’accordo fino a quando la lingua tagliente del
ragazzo non provocava l’evoluta permalosità di lei. Allora lei si offendeva e
gli teneva il broncio, ma solo per pochi minuti perché Masaki sapeva sempre
come farsi perdonare.
Avevano passato insieme molte
ore sulla spiaggia, pranzato e cenato insieme, chiacchierato fra passeggiate. E
poi, mentre una sera stavano tranquillamente chiacchierando la ragazza disse una frase all’improvviso.
- Domani parto…ho il treno per la città
presto, e poi il traghetto…- stava con gli occhi bassi, come se si sentisse
colpevole.
A Masaki gli ci volle qualche
istante per apprendere bene la notizia.
- Cosa?-
Lei si voltò a guardarlo
negli occhi - Torno a Roma Masaki…è ora che torni a casa adesso…-
- Ma…- il ragazzo era molto confuso -…così
all’improvviso?-
Mizuki annuì lievemente - Si,
perché ho sentito che ero pronta…grazie a te mi sono
ripresa del tutto. Non posso dirti cosa mi è successo perché per me è una
ferita ancora troppo aperta, però sei riuscito nel darmi la voglia di tornare a
casa mia. Ed è tantissimo, credimi…-
Lo guardava negli occhi e lui
per un istante si perse in quello sguardo ambrato, e desiderò non dover mai
smettere di guardarla.
Però sapeva che non poteva certo costringerla a stare li.
Oltretutto presto anche lui se ne sarebbe tornato a casa sua, e fra i due,
sarebbe stato quello più lontano.
- Capisco…- si schiarì la voce tremante
-…bene, spero sia stata bene davvero. Perchè io lo
sono stato, e non mi succedeva da molto tempo…-
Mizuki sembrava confusa - Si che sono stata bene! Tantissimo, tu mi ricordi tanto un
amico che avevo quando ero piccola…con lui, c’era stato
un periodo dov’eravamo veramente uniti. Poi me ne sono andata ed è finito
tutto…- prese una pausa -…ma è da allora che non sto bene con nessuno, tranne
che con te in questi giorni! Quindi grazie, grazie
davvero…-
Non riuscì a trattenersi e
Masaki le vide delle lacrime caderle dagli occhi. D’istinto l’abbracciò,
tenendola stretta.
- Anche io sono stato bene come non lo ero da
anni.-
- Non vorrei andare, ma cerca di capirmi…devo farlo.-
La strinse di più - Certo ho
capito, non preoccuparti…-
- E poi, un
uccellino mi ha detto che sei occupato…- disse lei sorridendo, mentre si
staccava un po’ dal suo abbraccio.
- E scommetto che quell’uccellino si chiama
Alex…-
La ragazza annuì ridendo - Eh
già…-
Masaki la guardò intensamente
e lei si sentì paralizzata da quello sguardo.
- Adesso devo andare…- disse controvoglia.
Ma lui la tenne per un
braccio - Non ti rivedrò più vero?-
Mizuki scosse la testa - Non
so, forse si…devi crederci.-
- Non so quanto possa
crederci…- disse abbassando lo sguardo.
Lei lo obbligò a guardarla -
Non lo sai che il mondo è piccolo?-
Ma il ragazzo non riuscì a risponderle, almeno a parole.
Le circondò il viso con le mani, accarezzandole le labbra umide con il pollice
- Forse hai ragione…- le disse infine, e appoggiò delicatamente le labbra sulle
sue.
Lei sembrava titubante
inizialmente, poi si lasciò andare al più bel bacio che avesse
mai ricevuto. Non conosceva bene quel ragazzo, anzi quasi per niente,
eppure si fidava ciecamente di lui. Non sapeva se si trattava del classico “colpo di fulmine”. No, sicuramente era
qualcosa di più di una cotta. Ma cosa?
Le mani di
lui la stringevano, le accarezzavano la schiena ben modellata. Ma si limitarono a questo. A delle dolci carezze, e lei non avrebbe chiesto di più.
Si separarono piano, con
riluttanza.
Presero
respiro, poi si salutarono
definitivamente. Ma non con un addio, con un “a
presto”.
E seppero che non avevano altro da dirsi.
Lei si alzò e lentamente si incamminò nella strada deserta, mentre il ragazzo la
guardava silenzioso, perso ad osservare quella ragazza.
Sicuro che non l’avrebbe mai
più incontrata.
Continua…
Vi è piaciuto???
fatemi sapere allora e ricordate che una recensione è sempre gradita ed è il
cibo per noi scrittori U___U
Un saluto ancora, al prossimo
capitolo…
Selhin