Allora…innanzi tutto ciao a
tutti…questa è la prima fic che scrivo in questa sezione, spero di essere ben
accetta ^^
Dunque…la storia riguarderà tutti i
prescelti della prima serie ( poiché è l’unica che ho seguito strettamente con
attenzione…la seconda la so proprio pochissimo! ) ma
con una particolare attenzione per la coppia Mimi/ Matt…non so se sono ben
visti, ma a me sono sempre piaciuti!
Non userò i nomi originali, perché
ho paura di combinare dei casini da sola ^^’
Prima che la leggiate
devo avvertirvi che ho un pochino cambiato la storia originale, riguardo
Mimi…non si è trasferita in America, ma in Italia ( perché mi piace di più, e
perché ho pensato sarebbe stato più semplice crearci sopra una storia ) inoltre
si è trasferita poiché è lei stessa italiana per metà ( suo padre è giapponese,
mentre la madre è italiana )
Non so se questa cosa possa già
aver compromesso la fic, spero proprio di no…
La storia inizia con il loro
saluto in aeroporto ( di tutti i prescelti ) prima che lei si trasferisse in Italia, esattamente poco dopo la salvezza di
DigiWorld, cioè a 11 anni…
Escluso questo prologo e credo
anche il prossimo, gli altri capitoli saranno alternati ai diversi punti di
vista dei due protagonisti!
Buona lettura!!!
On the way to love
Prologo
Erano le 8 del mattino, dell’8
agosto.
Faceva caldo, l’aria era
pesante nonostante la notte fosse appena trascorsa, non c’era un filo di vento
che agitasse i loro capelli di bambini.
Ma nonostante tutto, erano
andati fino a li per salutare la loro amica, compagna,
sorella.
Chi le
diceva un ciao, chi un arrivederci, chi era convinto che non l’avrebbe più
vista. Però
erano accorsi tutti, non mancava nessuno.
Stavano seduti già da qualche
minuto in completo silenzio. Ognuno perso nei propri pensieri.
Appena lei li aveva visti
correrle incontro, non era riuscita a trattenersi. Com’era
nel suo carattere si lanciò d’impulso verso di loro, correndo ad
abbracciarli, sapendo essere l’ultima volta.
Pianse di gioia nel vederli
tutti li. Tutti per lei.
Era convinta che la odiassero
per il suo carattere capriccioso, ed invece era bello rendersi conto del
contrario.
Erano solo dei bambini, ma
avevano imparato molte più cose degli altri ragazzi della loro età. Era
successo da poco, un’avventura pericolosa, che però li aveva uniti per la vita.
Mai e poi mai si sarebbero scordati gli uni degli altri. Ed
era per questo che quella mattina, si erano riuniti tralasciando partite di
calcio, giornate al mare, i compiti, i computer e tante altre cose, solo per
salutarla. Per dirle arrivederci.
Ma si dicevano tutto con lo sguardo, con la loro sola
presenza. Perché da quando erano arrivati, nessuno
aveva parlato. Sapevano che il silenzio valeva molto di più. Che
un abbraccio scaldava più di mille parole di circostanza.
Quando, dopo un tempo che sembrò eterno e brevissimo al
tempo stesso, una voce metallica annunciò l’aereo che la ragazzina doveva
prendere.
Finalmente, quando furono
tutti in piedi, a poco alla volta ripresero la parola.
- Ora, te ne vai per davvero? - diceva Sora,
la sua migliore amica.
- Così starai in
Italia…bello lontano eh?- continuava Tai, arruffandosi ancora di più i
già scompigliati capelli castani.
Il serio Izzy si limitò ad un
sospiro, e le strinse la mano in un saluto che non era un addio.
- Sei sola con tuo padre? - le chiese Joe,
mentre si piegava per abbracciarla. Lei annuì, rispondendogli che la madre li
aspettava già laggiù.
Kari la baciò sulla guancia,
augurandole un buon viaggio, mentre il piccolo T.K. aveva le lacrime agli occhi
- Ci rivedremo vero? - le chiese guardandola. Mimi gli
rispose che certamente sarebbe tornata, prima o poi.
Ed infine Matt, che aveva
evitato di guardarla per tutto il tempo, le si parò di
fronte e la salutò con un cenno accigliato - Addio, Mimi…- uno sguardo durato
un istante e dopodiché si era voltato, allontanandosi.
Ecco, addio. L’unica parola che lei non avrebbe voluto sentirsi dire. E a
pronunciarla era stato proprio lui, consapevole che l’aveva fatto per
quell’odio in quel momento celato dietro a occhi freddi.
Era accaduto da pochi giorni,
ma Mimi sapeva che l’odio che si era creato fra loro non si sarebbe mai
cancellato. Il rancore sarebbe cresciuto assieme a loro, impotenti nel
cancellarlo. Quel che era capitato non poteva essere eliminato, ed era stato
troppo per entrambi. Quella lontananza non poteva far altro che bene,
soprattutto per loro due.
Era meglio
troncare subito i rapporti, sarebbe
stato tutto più semplice.
Sora la strinse un’ultima
volta, piangendo, giurandole che si sarebbero chiamate spesso.
Alla fine, richiamata dal
padre e dalla voce metallica, la ragazzina prese la sua borsa a tracolla, e si
fermò ancora un istante a guardarli tutti, anche Matt, salutandoli con gli
occhi. Convincendosi che l’Italia non era poi così lontana, e che esistevano sempre
i telefoni.
Dagli occhi, le scesero calde
lacrime a rigargli le guance, reduci dei giorni passati con loro. Attimi
felici, ed istanti tristi. - Mi raccomando ragazzi…non
scordatevi di me! - lo disse con un sorriso, ma la sua voce strozzata
tradiva il magone che aveva alla gola.
Si voltò, e seguì il padre
lungo l’aeroscalo.
Non si girò a guardarli,
perché sapeva che altrimenti non sarebbe riuscita a partire.
Così l’aereo prese il volo,
lasciandole alle spalle gli unici amici che avesse mai avuto,
e un grande dolore nel cuore…
Passarono così 8 anni…
Ecco, so che è molto breve, ma è
solo il prologo…
Spero vi sia
piaciuto, in caso contrario ci metterò poco a cancellarlo…
Nel caso voleste
vederne il continuo vi basterà lasciarmi una recensione con la vostra
richiesta, giudizi, consigli e critiche…insomma quello che volete…
Un bacio a tutti,
Selhin