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Autore: Rowan936    16/09/2014    2 recensioni
Raccolta su Vegeta e Gohan, all'interno di un what if che li vede trascorrere un anno insieme nella Stanza dello Spirito e del Tempo. In quasi tutta la raccolta non ci sarà il pairing (Gohan ha undici anni), comparirà forse alla fine.
***
Gohan si ritrovò nuovamente a terra, il naso sanguinante e il fiato mozzo.
Strinse i denti, cercando di far leva sulle braccia doloranti per potersi rialzare, ma ricadde a terra con un tonfo.
Ansimò, serrando gli occhi come se avesse potuto guadagnare qualche minuto in più di riposo con quel gesto, eludere le ore che sembravano non passare mai, mentre sentiva i suoi passi sul terreno e avvertiva il suo odore sempre più vicino.
« Allora? Tutto qui, moccioso? Sai benissimo che non possa perdere tempo con te, vedi d’impegnarti seriamente. »
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gohan, Vegeta
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice
Eccomi di ritorno. Uff, la scuola è ricominciata. Sono già stanca, ma va be’. Visto il mio attuale stato mentale, spero perdonerete questo angolo autrice senza né capo né coda e la flash one shot abbondante che trovate qua sotto. Boh, visto che ho già torturato più volte Gohan con i miei confusionari incubi, questa volta tocca al caro Vegeta. Ecco. Niente, non esitate a segnalarmi errori oppure l’OOC dei personaggi, come sempre :) Grazie mille a virginbell e Silver Saiyan per le bellissime recensioni :D
TATATÀ PUBBLICITÁ: Ho iniziato una nuova raccolta – che dovrei aggiornare domani – su Vegeta e Gohan, anche se non c’è il pairing. Se volete dare un’occhiata, la trovate qua The boy with the broken smile.
 
 
Disclaimer » Dragon Ball © Akira Toriyama.
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24. Risveglio
 
È una strana sensazione, annegare quando non ci si trova in acqua.
Lottare per respirare, perché i polmoni bruciano come se non riuscissero più a incamerare ossigeno, mentre le mani salgono automaticamente alla gola, quasi potessero aiutare.
Gli occhi di Vegeta erano spalancati sul vuoto, le orecchie fischiavano e intorno a lui vi era solo nero.
Un colpo alla schiena.
Cadde in avanti, boccheggiando, ma finalmente i polmoni avevano ricominciato a fare il loro dovere, non stava più annegando.
Appoggiò la guancia sinistra contro il pavimento, concentrato sul proprio respiro, ma sotto le dita e il volto avvertì una disgustosa sensazione di bagnato, e le narici incamerarono il familiare odore del sangue.
Si alzò di scatto, allontanandosi dal suolo ricoperto di corpi senza volto, mentre alle sue spalle qualcuno lo osservava, le mani dietro la schiena e un ghigno storto sul volto.
Hai fatto il tuo lavoro, Vegeta?
Sentiva chiedere nella sua testa.
Freezer attendeva una risposta, ma Vegeta non poteva dire nulla, tutto ciò a cui riusciva a pensare era di stare affondando tra i cadaveri delle sue vittime, senza riuscire a fermarsi.
Hai fatto il tuo lavoro, schiavo? Risuonò nella sua testa.
Sentiva delle mani scheletriche avviluppate attorno alle caviglie, unghie che graffiavano le gambe, sangue non suo che lo ricopriva fino a sotto il collo.
Le mani smisero di tirare, lasciandolo fermo lì in quel limbo tra la vita e la morte, perché ancora non era salvo ma non era stato sconfitto.
Freezer mosse qualche passo verso di lui, si sporse in avanti fino a giungere il viso a poca distanza dal suo e Vegeta provò il forte desiderio di sputargli addosso in segno di sfregio.
La tua vita è mia. Gli sussurrò il mostro. Lo è sempre stata e sempre lo sarà. Non puoi fuggire da me né da ciò che ti ho insegnato.
La mano di Freezer lo afferrò per i capelli e lo spinse sotto quello che era diventato un lago denso di corpi senza vita.
Si dimenò, tentando di uscire da quell’Inferno, la bocca che automaticamente si apriva come per urlare, facendogli ingoiare sangue e chissà cos’altro, mentre le mani andavano a cercare di allentare la presa sui suoi capelli.
Sei mio. Era il sussurro che risuonava nella sua testa. Sarai sempre mio.
 
Tirò un pugno al nulla, dimenandosi come liberarsi da quella presa inesistente, ma tutto ciò che ottenne fu di cadere giù dal letto che aveva ospitato il suo sonno tormentato.
Rimase qualche secondo a fissare il soffitto con respiro irregolare e il sapore del sangue ancora in bocca, la gola che bruciava come se davvero ne avesse ingoiato a litri.
Era tutto a posto, Freezer era morto.
Il ragazzo del futuro lo aveva fatto a pezzi, non sarebbe più tornato.
Sei mio. Sarai sempre mio.
Scacciò quel pensiero, accorgendosi solo in quel momento di essere sdraiato su qualcosa che di certo non era il pavimento.
« Vegeta… Mi stai facendo male, potresti alzarti? »
Il principe impiegò qualche istante ancora rendersi effettivamente conto di essere caduto sopra a Gohan, che, come al solito, era andato ad accucciarsi accanto al suo letto.
Arrossendo leggermente per la magra figura fatta, Vegeta si alzò rapidamente in piedi, i polmoni ancora brucianti per la sensazione di soffocamento e le parole di Freezer ancora nella testa.
Quel bastardo non se ne sarebbe andato mai, sarebbe rimasto sempre a tormentarlo, come tutto il suo passato. Era parte di lui, non poteva farci nulla.
« Vegeta, è tutto a posto? »
Gohan, che, dolorante, era ancora seduto sul pavimento, lo stava guardando con un’aria preoccupata che non fece altro che infastidire Vegeta, poiché la scambiò per pietà.
Ringhiò qualcosa d’incomprensibile, per poi voltargli le spalle e dirigersi verso la cucina.
« Dove vai? » domandò Gohan, confuso, seguendolo.
« A fare colazione. » borbottò il principe, dando le spalle al suo interlocutore.
« Ma sono le tre e mezza del mattino! » gli fece notare il bambino.
« Io faccio quello che mi pare, tu torna a dormire. Non ho bisogno di mocciosi mezzi addormentati tra i piedi. »
Gohan gli lanciò un’occhiata preoccupata, non dimentico dello sguardo terrorizzato che gli aveva visto in volto quando si era risvegliato preda a un incubo. Non gli piaceva granché l’idea di lasciarlo solo.
« Allora?! » lo sgridò Vegeta, voltandosi di scatto nella sua direzione. « Hai intenzione di tornartene a letto nell’immediato futuro o devo portartici di peso?! »
Gohan tacque qualche istante, spostando con indecisione il peso da un piede all’altro, poi mentì: « Non ho sonno… »
« Non dire sciocchezze, sembri più morto che vivo. Sparisci. » lo liquidò il principe, in un tono che non ammetteva repliche.
Non lo voleva in mezzo ai piedi, voleva stare in pace, allenarsi fino a cancellare la sensazione orrenda che quell’incubo gli aveva lasciato addosso. Non voleva compagnia, non ne aveva mai avuto bisogno e non avrebbe cominciato certo ora.
Gohan parve capire il suo stato d’animo, perché finalmente si arrese.
« D’accordo. Vado. » disse, muovendo un passo indietro ma senza smettere di guardare il principe, quasi avesse paura che cominciasse improvvisamente a urlare e disperarsi. « Se hai bisogno di qualcosa… »
« Sparisci. » tagliò corto Vegeta, lanciandogli un’occhiata storta.
Gohan annuì, obbedendo con un’ultima occhiata preoccupata che il principe, per la prima volta, riconobbe per quello che era, per poi scrollarsi immediatamente di dosso la sensazione lasciata da quello sguardo.

 

 

 

 

  
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