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Autore: causeweareWeasleytwins    16/09/2014    9 recensioni
11 Settembre 2001
Hermione Granger lavora al piano numero 32 della Torre nord, quando la torre crolla lei è lì.
Fred Weasley è un vigile del fuoco, e quella mattina compie la più grande missione di tutta la sua carriera che potrebbe costargli la vita, ma lui deve cercare di salvare la vita di quelle persone intrappolate.
"...Erano le otto e trentanove. All'improvviso, il caffè nella tazza sulla scrivania prese a tremare, e un attimo dopo anche la scrivania prese a tremare, Hermione cercò di non agitarsi pensando che magari era soltanto una scossa di terremoto e si sarebbe placata presto, ma nello stesso istante in cui si alzò dalla sedia un botto e una scossa fortissima la fecero capitolare a terra, poi più nulla. Si alzò pulendosi le maniche della camicia, e correndo fuori dall'ufficio, anche gli altri come lei erano disorientati fin quando il capo li raggiunse nel corridoio gridando
"Un aereo! Un aereo ha colpito la torre! Hanno chiamato dagli altri piani, ha colpito la parte alta della torre"
FredxHermione
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Lee Jordan | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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11 Settembre 2001, New York
La televisione della stanza da letto era accesa e trasmetteva il notiziario, il letto era sfatto, l'acqua scorreva dal lavandino del bagno, tutto procedeva in modo tranquillo quella mattina. Ma Fred era di fretta, la sveglia non era suonata quella mattina e lui era in ritardo per iniziare il suo turno alla caserma. Saltellava per tutta casa con un piede solo, cercando l'altra scarpa e tentando disperatamente di allacciarsi quella già al piede, un risveglio decisamente movimentato! Se solo lui ed Hermione non avessero fatto tardi la sera prima probabilmente si sarebbe svegliato anche senza l'aiuto della sveglia, e invece ora si ritrovava a pensare con quale assurda punizione lo avrebbe atteso il capo.
"Fred, sono ancora le sette e mezza! Calmati, stai facendo agitare anche Milk" disse la voce femminile proveniente dal bagno, riferendosi al loro cane
"Tu non conosci Wilson, non tollera neanche due minuti di ritardo! E di questo passo io non sarò in ritardo solo di due minuti, Hermione" l'acqua smise di scorrere, e il ticchettio dei tacchi sul parquet rimbombarono per tutto il piccolo appartamento, Hermione fece la sua comparsa in cucina con il viso lindo e fresco, una gonna a tubino grigia e una camicia bianca infilata al suo interno, nella mano aveva la scarpa che ormai Fred dava per dispersa.
"Cercavi questa?" lui la raggiunse, ringraziandola con un bacio e prendendo la scarpa
"E' oggi che cominci a lavorare?" chiese, alludendo al modo formale in cui la sua ragazza era vestita
"Sì, e sono molto nervosa, insomma un posto da segretaria come quello non ti viene proposto tutti i giorni!" Fred la circondò con le braccia sorridendole
"Sono sicuro che andrai benissimo, sei Hermione Granger, i tuoi voti a scuola arrivavano alle stelle! E poi ammettilo, basta dire chi è il tuo fidanzato e le porte di ogni ufficio si spalancheranno solo per te! A questo proposito, ho dimenticato di far rifornimento alla macchina, mi dai uno strappo?"
"Sarà un vero onore, scortare un vigile del fuoco nella mia umile macchina" risero, Hermione agguantò la borsa e si chiuse la porta di casa alle spalle.
New York quella mattina si stava ancora risvegliando, i primi ad andare a lavoro erano ancora assonnati, gli automobilisti bevevano caffè per restare svegli, anche se di li a poche ore la città si sarebbe affollata. Hermione amava quel particolare momento del giorno, quando ancora potevi goderti la tranquillità senza avere clacson insistenti alle spalle.
"Ci vediamo stasera, mi farò dare un passaggio da Lee stasera per tornare a casa"
"Potrei venirti a prendere anche io quando stacco, no?"
"Finisco il turno prima, oggi, in bocca al lupo per il tuo primo giorno!" si baciarono e poi Fred sparì dietro le porte della caserma, Hermione rimase qualche secondo ferma a toccarsi le labbra, dopo tutto quel tempo le faceva sempre lo stesso effetto! Era come essere risucchiati in qualche strana dimensione, tutti i sensi storditi e la mente offuscata, ed era una sensazione magica. Scrollandosi diete un'occhiata all'orologio, erano già le otto meno dieci, mise in moto la macchina e guidò alla volta del World Trade Center.Le torri erano di una stazza immensa, anche guardando verso su il suo sguardo si perdeva fra tutti quei piani, entrò nella Torre nord, gli ascensori avevano così tanti pulsanti che dovette prendere il bigliettino con le indicazioni per ricordare quale piano fosse. Alla fine pigiò il tasto 32 e si diresse verso il suo nuovo lavoro. Erano le otto e venticinque minuti.


"Hey Lee, stasera ho bisogno della tua macchina, finisco il turno prima e voglio fare una sorpresa ad Hermione" e nel dirlo uscì una scatolina vellutata blu da mostrare al suo amico che sorrise
"Dì addio alla libertà, caro Weasley" ma lui non lo ascoltava, voleva chiedere ad Hermione di sposarlo perchè sapeva, che lei era la sua metà, che non avrebbe mai trovato qualcuno da amare di più. Hermione riusciva a vedere il lato migliore di Fred, e lui non aveva intenzione di lasciarsela scappare.
"Weasley, stamattina sei in ritardo, ti aspettavo nel mio ufficio alle sette e mezza" il suo capo, Wilson, interruppe i suoi pensieri romantici facendogli ricordare del suo ritardo. Wilson non era cattivo, ma teneva alla disciplina e alla puntualità, e Fred non era quasi mai puntuale, però era un bravo vigile del fuoco ed amava il suo mestiere, per questo Wilson gli faceva solo delle frequenti lavate di capo e poi lo lasciava andare con un sorrisetto nascosto.


Hermione aveva cominciato a lavorare di buona lena, il capo l'aveva presa in simpatia e le aveva spiegato tutte le sue mansioni, le aveva detto che aveva il fine settimana libero e che se avesse dimostrato la sua bravura, sarebbe salita un gradino più alto. Lei non sarebbe potuta essere più felice di così, ed ora nel suo ufficio scriveva velocemente al computer accompagnata dal tic tac dell'orologio. Erano le otto e trentanove. All'improvviso, il caffè nella tazza sulla scrivania prese a tremare, e un attimo dopo anche la scrivania prese a tremare, Hermione cercò di non agitarsi pensando che magari era soltanto una scossa di terremoto e si sarebbe placata presto, ma nello stesso istante in cui si alzò dalla sedia un botto e una scossa fortissima la fecero capitolare a terra, poi più nulla. Si alzò pulendosi le maniche della camicia, e correndo fuori dall'ufficio, anche gli altri come lei erano disorientati fin quando il capo li raggiunse nel corridoio gridando
"Un aereo! Un aereo ha colpito la torre! Hanno chiamato dagli altri piani, ha colpito la parte alta della torre" Hermione non capiva, come aveva fatto un aereo a finire lì? L'aereoporto non era lì vicino. Ma in quel momento, un cattivo presentimento prese possesso di lei.


La sirena dell'allarme cominciò a suonare, e tutti scattarono verso i camion. "Un aereo ha colpito la Torre nord del World Trade Center, tra i piani 94 e 98, si richiede soccorso per evacuare il resto dell'edificio" Fred restò impalato dov'era senza riuscire a muovere un muscolo.
"Amico, che succede?!"
"Hermione lavora nella Torre nord, Lee" sussurrò a fil di voce, mentre il cuore gli batteva senza sosta e si precipitava alla guida del camion, dirigendosi verso World Trade Center. Magari le condizioni non erano ancora così gravi. Ma quando arrivò sul posto la situazione era devastante, le torri troneggiavano nel panorama newyorkese, ma ora la Torre nord prendeva fuoco, gli occhi correvano da un angolo all'altro, vedendo che le altre forze dell'ordine stavano già aiutando ad evacuare i piani della Torre. Fu un secondo, ed un urlo agghiacciante gli fece alzare gli occhi al cielo: una donna si era appena buttata dalla zona incendiata della Torre, la vedeva cadere, che si dimenava muovendo braccia e gambe, una nuvola di capelli biondi impiastricciati di sangue. Non riuscì a vedere lo schianto, ma questo bastò per farlo terrorizzare. Quello, non sarebbe stato un semplice soccorso, sarebbe stato una lotta contro il tempo per salvare le vite di quelle persone. E tra quelle persone c'era Hermione. Tutti i vigili si radunarono per fare il punto della situazione
"Allora, ho parlato con il capo della polizia, la Torre ha danni nei piani alti, stanno cercando di far evacuare tutti i piani al di sotto, per i piani sopra l'incendio si stanno contattando tutte le forze dell'ordine per mandare squadre di soccorso, ogni contatto via elicottero è impossibile! Weasley, Jordan, McMillan e Wood, preparatevi per entrare dentro, gli altri prendano tutte le bende, garze e medicazioni possibili e prestino soccorso ai feriti" Fred mise la divisa, il casco, la bombola d'ossigeno e tutte le attrezzature che avrebbero potuto aiutarlo in caso. Stavano appena cominciando a dirigersi verso la Torre nord quando un altro boeing sorvolò le loro teste colpendo la torre sud. Quella scena, fu forse la più tragica che avesse mai visto, nella sua testa il cervello cercava di fare una stima di quante persone sarebbero potute essere all'interno di quegli edifici, se avrebbero resistito o sarebbero crollate, e i brividi lo attraversavano pensando quante persone avrebbe visto morire quel giorno.
"I piani sono cambiati, ragazzi. Entrate nella Torre sud e cercate di portare fuori tutte le persone che potete, l'incendio è più basso rispetto all'altra torre"  I quattro eseguirono, e fu con il cuore colmo di speranza che Fred varcò l'ingresso della Torre sud, sperando che Hermione si mettesse in salvo.


Un secondo boato. Una seconda scossa. Sicuramente anche la Torre sud era stata colpita, la luce mancò ed Hermione si ritrovò a cercare delle torce nei cassetti e armadietti. Stavano facendo evacuare i piani, ma quando lei aveva sentito che i piani superiori erano bloccati aveva sentito il forte impulso di andare ad aiutare le altre persone rimaste intrappolate lì per chissà quanto tempo. A lei si era aggiunto un suo collega, Harry, ed un'altra collega, Ginny, sapevano che non avrebbero potuto fare molto ma almeno ci avrebbero provato. Camminando carponi per tutto il corridoio, e non potendo usare l'ascensore salirono le scale che collegavano agli altri piani, più salivano più sentivano uno strano calore intorno a loro; Ginny aveva cominciato a tossire. Cercavano di arrivare fino ai novantesimi piani, lì dove le persone erano bloccate dal fuoco. Ad ogni piano, persone che fuggivano coperte di polvere, fuliggine e tremanti facevano il percorso inverso al loro, cercavano di scendere velocemente ed uscire di lì, Hermione lo sapeva, quella era una missione suicida, stavano aiutando altre persone quando avrebbero potuto semplicemente salvare loro stessi. Ma sapeva anche, che Fred avrebbe fatto quello, Fred sarebbe corso in aiuto di chi aveva bisogno, come faceva ogni giorno da quando era diventato un vigile del fuoco, perciò Hermione glielo doveva, e lo doveva anche a se stessa. Erano le nove e cinquanta quando Hermione, Ginny ed Harry raggiunsero l'ottantanovesimo piano, lo vide dal suo orologio da polso, il calore ormai era sempre più opprimente, la camicia a maniche lunghe cominciava ad appiccicarsi sul suo corpo, e sentiva persone urlare dai piani di sopra. Stava per entrare nella bocca dell'inferno, non sapeva se ne sarebbe uscita viva, ma almeno ci avrebbe provato.


"Signora! Ascolti la mia voce, sono da questa parte, andrà tutto bene riusciremo a metterla in salvo..però lei mi deve dare una mano, deve spostare quella scrivania e poi io verrò a prenderla, ha capito?" Nella Torre sud il caos era letale, le persone nei piani più bassi avevano per la maggior parte già evacuato l'edificio quando l'aereo aveva colpito la Torre nord, ma più Fred, Lee, Ernie e Joshua si avvicinavano al punto di impatto dell'aereo con la Torre, più persone c'erano ferite e in pericolo, persino loro erano in pericolo. Ora, a separare il braccio di Fred da una signora circondata da pezzi di tetto dell'ufficio che cadevano, era una scrivania incastrata che ostruiva il passaggio
"Non ce la faccio" piagnucolava lei "la prego mi aiuti, ho un bambino e io..devo tornare a casa" a quel punto Fred si avvicinò, non curandosi del tetto pericolante, e cercò di creare anche un minuscolo passaggio; gli ci volle l'aiuto di Ernie, ma alla fine la signora riuscì a passare
"Ora mi ascolti, deve scendere, non prenda l'ascensore perchè l'elettricità non è attendibile in questo momento. Faccia le scale, esca, e deve trovare il capo dei vigili del fuoco: deve riferire che qui servono altri uomini, in quattro non ce la facciamo. Ora vada, si sbrighi!" la signora zoppicava ma riusciva comunque a muoversi, tolse i tacchi buttandoli in un angolo e con gli occhi ancora bagnati dalle lacrime cominciò a scendere
"L'incendio deve essere divagato tra gli ottantesimi piani, dobbiamo cercare di raggiungerli" propose Joshua
"No, dobbiamo aspettare altri rinforzi, non sappiamo se e per quanto la Torre continuerà a reggere, non possiamo esporci a pericoli così alti, McMillan, vedi se la tua ricetrasmittente funziona, le nostre non più" disse Fred guardando le pareti che erano visibilmente scosse. La ricetrasmittente di Ernie, funzionò solo per consentirgli di cominciare la frase, dopodichè si spense con un suono lasciandoli nelle mani del buon senso di Wilson. Decisero, di scendere per andare incontro alle nuove squadre di soccorso, e risalire i piani più numerosi e pronti per aiutare le persone bloccate nella parte alta dell'incendio, ma riuscirono a fare solo qualche rampa di scale prima che un rumore strano, quasi come quello di una nuova esplosione, giunse alle loro orecchie, e non ebbero neanche il tempo di chiedersi cosa fosse stato che la Torre precipitò su se stessa, lasciando solo un cumulo di macerie e polvere.


La scossa degli avvenimenti nella Torre sud investì anche la Torre nord, ma Hermione ignara di tutto continuava ad aiutare i veramente pochi superstiti di quell'incendio catastrofico, aveva aiutato un uomo forse poco più grande di lei, a liberarsi degli armadi per i documenti che gli era finito addosso, e quando si era rialzato aveva tutta la parte sinistra del corpo bruciata e irrimediabilmente curabile, lo affidò ad una squadra di poliziotti venuti in soccorso e riprese le ricerche, nonostante ormai i soccorsi dicevano che era più prudente abbandonare l'edificio, e che avrebbero pensato loro al resto dei sopravvissuti. Ma Hermione non voleva mollare, li voleva salvare tutti, e se non fosse stato possibile voleva salvarne quanti più le era concesso. Abbassò lo sguardo sotto una montagna di detriti, e con orrore scoprì il volto senza vita di una donna di mezza età, era ustionata in tutto il corpo. Avvertì un moto di tristezza, non era sicuramente quella l'esperienza che non capitava tutti i giorni di cui parlava da settimane, non era quello il modo di cominciare il suo primo giorno di lavoro, e ora senza che nessuno le avesse imposto nulla stava offrendo la sua vita per gli altri. Si disse che se fosse uscita viva da quel posto sarebbe andata a fare una vacanza con Fred. Si chiese dove fosse in quel momento lui.


Quello doveva sicuramente essere il Paradiso, o l'Inferno, ma sicuramente non poteva essere ancora vivo. Aprì gli occhi ritrovandosi nel più assoluto buio, la polvere era densa e ricopriva ogni centimetro del suo corpo, tossì violentemente; cercò di muovere le braccia, e sentì che riusciva a muovere solo il braccio sinistro, mentre il destro era schiacciato da troppi massi che impedivano anche il più piccolo movimento, in più fitte lancinanti provenivano da lì tanto che avrebbe desiderato tagliarlo. Le gambe erano anch'esse sommerse dai resti di quella che una volta era la Torre sud, ma le sentiva, il che era già positivo.
"Lee! Joshua! Ernie! C'è qualcuno?" tentò di gridare ma uscì solo la sua voce strozzata, qualcuno mugugnò a qualche metro da lui
"Weasley.." disse la voce inconfondibile di Lee, per un attimo tirò un sospiro di sollievo, contento che fosse salvo
"Dove sono gli altri?" ci fu una pausa di silenzio in cui sentì alcune pietre scivolare, poi Lee parlò di nuovo
"Wood è qui Fred ma io non so..io non riesco a capire se respira ancora, perde sangue dalla testa ma io non posso..non posso muovermi e aiutarlo" Fred richiuse per un attimo gli occhi, quello doveva essere un incubo, solo un orrendo incubo, e quando si sarebbe risvegliato, Hermione sarebbe stata accanto a lui e poi avrebbero fatto l'amore per ore ed ore..
"Hai qualcosa di rotto Jordan?"
"Credo..credo di essere ferito alla coscia, e forse ho anche un piede rotto, ma in confronto alla morte questo è niente" tentò di ridere ma risultò solo un colpo violento di tosse
"Io non mi sento un braccio, non riesco neanche a muoverlo. Credo che ci saranno altre scosse Lee, la Torre nord non reggerà così a lungo"
"Ma Hermione..lei è.."
"Lo so. E' lì dentro, e spero solo che sia riuscita ad uscire prima che sia troppo tardi. Giuro che se esco da qui corro dritto a salvarla" il viso di Hermione comparve limpido nella sua mente
"Vuoi fare l'eroe eh?" scherzò Lee
"Io posso essere il suo eroe, se solo riuscissi ad uscire da qui. Prima o poi qualcuno verrà a cercarci. Il capo sa che siamo qui dentro, è solo questione di tempo. Ma Lee, non devi addormentarti chiaro? Se ti addormenti rischi di non svegliarti più"
"Onestamente capo, in questo momento vorrei davvero dormire e non svegliarmi più solo per non pensare a tutto ciò a cui abbiamo assitito oggi. Era davvero l'ultima cosa che avrei mai pensato potesse accadere" ed anche Fred voleva dargli ragione, perchè in quel momento era vero, la cosa più semplice da fare era lasciarsi andare, lasciare che il dolore prendesse possesso di lui e lo consumasse velocemente spegnendolo per sempre.
"Devi solo pensare a qualcosa per cui vorresti uscire fuori di qui, qualcosa per cui non perdere la speranza"
"Va bene Fred. Tu a cosa pensi?" ma la risposta era già scontata
"Ad Hermione. Devo ancora avere la scatola con l'anello nell'armadietto in caserma, noi ci sposeremo" e ci credeva davvero cosi tanto a quelle parole, che per un micro secondo nella sua testa scordò che quella era la tragedia del World Trade Center e lui era appena stato sepolto vivo dalle macerie della Torre sud.


"Signorina, questo non è più posto per lei! Deve andare, e lo stesso vale per i suoi amici! Dovete evacuare subito l'edificio, non potete salvarni più di quanti non ne siano già morti, salvatevi almeno voi" l'uomo che la guardava, con la divisa sgualcita, aveva gli occhi lucidi perchè sapeva che lui da lì non sarebbe mai uscito. Sarebbe morto come un eroe, perchè il suo mestiere chiedeva quello, il sacrificio totale. Si domandò se avesse una moglie, magari anche dei figli da cui tornare la sera, ma non sarebbe tornato quella sera. Fu con le lacrime agli occhi, che gli abbozzò un sorriso dispiaciuto, e cominciò a scendere le scale bruciacchiate con Harry e Ginny al seguito. Il poliziotto aveva ragione, dovevano cercare di mettersi in salvo, almeno loro tre, lei aveva ancora tanti di quei progetti con Fred..voleva un matrimonio, dei figli, una vita serena, magari un giorno avrebbero ripensato all'accaduto guardando le proprie cicatrici nel braccio e sorridendo. Ma ora doveva concentrarsi per uscire di lì, molti tetti di uffici erano crollati, l'incendio stava divagando sempre di più, le scale erano semi distrutte e rischiavano di crollare da un momento all'altro
"Che piano pensate sia questo?" chiese Ginny, ma Hermione che era nuova di lì non ne aveva la minima idea, Harry invece lavorava lì da anni e sapeva riconoscere i vari uffici, ma magari non in quelle condizioni
"Credo sia qualche piano sopra al nostro. Sembra essere passata un'eternità"
"In realtà sono solo le dieci e un quarto, siamo ad un buon punto, non fermiamoci ora" l'orologio di Hermione era graffiato ma le lancette continuavano a muoversi, aveva le orecchie tese per sentire anche il minimo richiamo d'aiuto da parte di qualcuno ma ormai tutte le persone di quei piani erano evacuate, o probabilmente erano morte. Nella sua testa in quel momento vorticavano milioni di ipotesi sul perchè fosse successo, se anche la Torre sud fosse stata colpita, e se la Torre nord sarebbe crollata. A giudicare dai tetti che cadevano in pezzi, Hermione pensò che avevano davvero poco tempo. Avevano passato il loro piano da un pò, gli uffici erano in ottime condizioni, apparte scrivanie e sedie rovesciate a terra per le scosse, ora erano all'incirca al ventesimo piano
"Aspettate! Ho preso una storta al piede!" Ginny si teneva al muro pericolante con una mano e con l'altra si massaggiava il piede
"Ti reggo io, non abbiamo molto tempo prima che questo posto cada al suolo" Harry aveva appena finito la frase quando un rumore dai piani alti gli fece alzare lo sguardo, e in pochi secondi vennero travolti anche loro dalla Torre che precipitava al suolo. Le Torri Gemelle avevano appena cessato di esistere.


"Jordan, hai sentito?" Fred sussultò alla scossa che fece tremare i detriti dove erano sepolti
"La Torre nord deve essere crollata, Dio mio è una tragedia!" da sopra quei residui di cemento e pietra giungevano rumori, voci, urla
"Dobbiamo trovare un modo per fare rumore, Lee, sono sicuro che hanno già cominciato le ricerche" il buio attorno a loro era pesto, aveva una torcia con lui ma dubitava che funzionasse ancora e soprattutto dubitava di riuscire a muoversi con disinvoltura
"C'è un tubo di ferro qui, è solo un pezzo, sicuramente era il tubo dell'acqua..se solo riuscissi a muovere il braccio potrei sbatterlo contro il cemento, magari rimbomberà fino a lì sopra e speriamo che qualcuno ci senta" dal lato di Lee cominciavano ad esserci rumori, stava cercando di togliersi quei massi almeno dal braccio per riuscire ad afferrare il tubo. Fred non era mai stato credente, eppure ora stava pregando un Dio in cui neanche credeva, pregava che almeno Hermione si salvasse e se proprio voleva essere buono, aiutare anche lui a salvarsi, sentiva le lacrime pungergli gli occhi ma non gli permetteva di scendere. Doveva lottare fino alla fine.
"L'ho preso! Ci sono riuscito Fred!" il tono di Lee era pieno di gioia, e riuscì a contagiare anche lui
"Sbattilo più forte che puoi Lee, devono sentirci" l'altro prese a sbattere con tutta la forza che aveva il ferro contro le pietre, ripetutamente sperando che qualche squadra di soccorso sentisse il rumore e si mettesse a scavare, avrebbero resistito fino a quel momento, avrebbero rivisto la luce del sole e i grattacieli di New York, anche se due di essi erano crollati, Fred sapeva che la città sarebbe riuscita a rimettersi in piedi nonostante le vittime. C’erano istanti, in quell’inferno, in cui avrebbe voluto lasciarsi andare e morire ma poi si ricordava cosa aveva fuori da quelle macerie: Hermione, e non voleva neanche per un attimo farsi sfiorare dall’idea che le fosse successo qualcosa


Era viva per miracolo, si ripeteva questo mentre il buio e la polvere intorno a lei le facevano realizzare che era sotto le macerie. Quante possibilità c’erano di rimanere vivi al crollo di una torre di 110 piani? Forse poche, e lei aveva avuto una di queste; avrebbe voluto chiamare il nome di Harry o di Ginny ma non aveva la forza per muoversi minimamente, o per emettere un suono. Era bloccata sotto quella catasta, con un fastidioso masso sopra il petto che la faceva respirare a mala pena, come se già non fosse difficile con tutta quella polvere. Non si sentiva il corpo, ma sapeva di essere lì in quel momento e che quello non era solo un incubo nonostante lo volesse: si sarebbe risvegliata con Fred che la calmava e poi avrebbero fatto l’amore e lei si sarebbe completamente dimenticata di ciò che aveva sognato. Ma ora Fred non c’era, e lei non aveva la minima idea di dove potesse essere, ma era sicura che i vigili del fuoco erano stati richiamati dopo quegli attacchi, probabilmente il suo ragazzo era fra loro. Non sarebbe riuscita a resistere a lungo, non sarebbe arrivata neanche a vedere la luce del sole perché sapeva che quel masso che le bloccava la trachea le stava rubando la vita. E lei ne era terrorizzata, non voleva morire, non se lo meritava e neanche Fred si meritava di perderla. Lo conosceva, sapeva che lui tendeva a tenersi i suoi sentimenti dentro, ma ce l’avrebbe fatta a superare la morte della ragazza con cui stava ormai da sei anni? Hermione si disse che se fosse successo al contrario, lei non avrebbe mai superato la morte dell’unico ragazzo che aveva mai amato. Pallini rossi immaginari davanti a sé, cominciarono a prendere forma nel buio fino a diventare Fred: era un’allucinazione così reale che Hermione quasi pianse. Era accovacciato accanto a lei e sorrideva, quel sorriso malandrino e malizioso che amava
“Herm, che succede? Non vorrai dirmi che ti stai arrendendo così! Ricordi quando all’ultimo anno la Lancaster ti ha messo tre C di fila nelle interrogazioni di biologia? Eppure non hai mollato e sei riuscita a prendere quattro A nelle interrogazioni finali” era come se fosse lì, Hermione lo conosceva così bene che la sua testa in quel momento era capace di crearne una copia uguale, lei avrebbe voluto dirgli che le interrogazioni di biologia erano differenti dalla possibilità di morire, ma parlare le avrebbe solo fatto sprecare fiato
“Non hai bisogno di parlare, io sono nella tua testa, so tutto ciò che pensi. Hermione non devi lasciarti andare, se non vuoi farlo per te stessa fallo almeno per me” calde lacrime scendevano ora dalle guance della ragazza, lui aveva ragione ma era quasi impossibile resistere fino all’arrivo dei soccorsi, se mai fossero arrivati
“Ti ricordi il nostro primo bacio Herm? Prova a pensare a quello, pensa a quello e vedrai che andrà meglio” Hermione voltò impercettibilmente il capo, e con il pensiero andò a rituffarsi in quel momento, nel loro primo bacio

“Weasley! Dovresti essere in classe, che diamine ci fai li fuori? La preside non sarà contenta di saperlo, verrai sospeso o forse meglio, espulso” il bidello gridava agitando le braccia davanti ad un ragazzo fuori dall’aula, Filch aveva sempre esagerato con tutto e aveva sempre odiato Fred, sicuramente avrebbe cambiato la versione per far sì che la preside espellesse Fred. Hermione stava assistendo alla scena dall’entrata della scuola, aveva un polso rotto e non poteva giocare a pallavolo insieme agli altri, perciò aspettava che quella noiosa ora passasse in fretta, ma quel giorno tanto noiosa non fu: Fred Weasley, irrimediabile fuorilegge dell’ultimo anno, fu beccato nel cortile antistante la scuola con il suo skateboard e una tuta sgualcita sopra la camicia della divisa scolastica, e Filch che non chiudeva mai un occhio aveva preso subito a sbraitare e non ci sarebbe stato alcun modo di salvare Fred dalla sicura sospensione didattica a meno che Hermione non avesse avuto una brillante idea.
“Signor Filch ma come fa ad essere così cieco! Non vede che quello è il gemello di Fred? E’ George! Non si ricorda di lui? Va in un’altra scuola però passa sempre a prendere Fred all’uscita, probabilmente è qui per questo” ma il bidello non sembrava convinto per nulla dall’affermazione della studentessa, Hermione si avvicinò al ragazzo mostrando al bidello le piccole ma consistenti differenze che aveva con il gemello
“Hai esattamente cinque minuti prima che Filch non venga a controllare nella tua classe, quindi levati quella tuta e corri in palestra dal retro. Lì c’è la mia classe, il professore non si accorgerà neanche di te, fai finta di giocare” gli sussurrò Hermione e il ragazzo sorrise, un sorriso a dir poco malandrino
“Signor Filch, mi aiuterebbe a sistemare la benda del polso? Poi se vuole possiamo andare a controllare che Fred sia in classe” il bidello ora era interdetto, Hermione Granger non gli aveva mai mentito e tra l’altro lui vedeva spesso uno dei gemelli che veniva a prendere l’altro, quindi si convinse di aver sbagliato e seguì la ragazza di nuovo dentro la scuola. Inutile dire che quando Hermione portò Filch in palestra mostrandogli Fred che giocava a pallavolo lui rimase tristemente sorpreso dal non aver avuto la possibilità di far cacciare quella peste.
“Granger” la chiamò una voce finita la scuola, lei si girò ed associò la voce al ragazzo appoggiato al tronco di una quercia
“Fred, ciao”
“Grazie per oggi, non eri tenuta a farlo ma mi hai salvato comunque da un’espulsione certa.”
“Figurati, sarebbe stato un peccato perdere l’ultimo anno” e fece per allontanarsi ma Fred la bloccò dal polso
“Come fai a sapere che ho un gemello?” ad Hermione sembrò davvero buffa quella domanda, ormai tutti conoscevano George
“Sono in classe con tuo fratello Ron, lui mi ha detto che hai un gemello” Fred sorrise furbo
“Ma sono sicuro che il mio caro fratellino non ti ha sicuramente elencato tutte quelle piccole differenze che tu oggi hai riferito a Filch, devi averci osservati molto bene” le guance di Hermione diventarono porpora, cercò di farfugliare qualcosa ma Fred la bloccò
“Ad ogni modo, credo di aver trovato il giusto modo per ringraziarti”
“E in cosa consister..” Hermione fu bloccata dalle morbide labbra di Fred posate sulle sue, e le sue guance diventarono ancora più rosse
“Non so se tu mi osservi, ma io lo faccio da un bel po’” le fece l’occhiolino e si allontanò, poi si rigirò di scatto “ti passo a prendere stasera alle 8, hai appena ottenuto un appuntamento con Fred Weasley” e se ne andò lasciando Hermione basita a toccarsi le labbra e chiedersi se fosse davvero successo

Ora, sotto quelle macerie, ad Hermione quel momento sembrava dannatamente lontano, l’appuntamento di quella sera le sembrava troppo lontano, come se fosse passata una vita intera. Eppure erano passati solo pochi anni, e  all’inizio pensava che Fred non fosse un tipo da storie serie, che l’avrebbe lasciata presto, ma invece non lo fece mai e anzi si dimostrava quasi sempre il più affettuoso tra i due.
“Hey, io sono un tipo da storie serie, o probabilmente lo sono diventato quando ti ho baciato quel giorno sotto la quercia” l’allucinazione del ragazzo era ancora lì, accanto a lei, e riuscì quasi a sorridere ma poi il fiato le mancò terribilmente provocandole una fitta, e poi tornò lentamente e stentatamente.


“Fred ascolta!” la voce di Lee rimbombò tra quei resti, Fred tese l’orecchiò e sentì delle voci proprio sopra le loro teste, erano divisi solo dai numerosi strati di pietre
“Credo che dobbiamo gridare, Lee, solo uno sforzo e saremo fuori” cominciarono ad urlare, fin quanto potevano, fino a che ne avessero avuto la forza, Fred sentiva la gola raschiata ma non smetteva neanche un attimo di chiamare le persone che ora cominciavano a spostare i cumuli uno dopo l’altro. Fu quasi una visione quando Fred riuscì a vedere uno strato di luce, e cominciò a ridere, ridere di gusto perché mentre vedeva le mani di quei soccorritori spostare i massi, e poi sollevarlo insieme a Lee si sentiva salvo. Era salvo. Quando raggiunse i lettini nelle ambulanze cominciarono a visitarlo, e Fred per la prima volta da quella mattina vide in che stato erano ridotte le Torri Gemelle: niente. Erano un grosso ammasso di nulla, solo polvere e detriti, mischiati a corpi umani. Dappertutto i soccorritori cercavano anche un minimo segno di vita, cercavano di estrarre più persone possibili vive ma da quanto potè vedere lui solo poche erano estratte vive. Il suo capo si avvicinò all’ambulanza, sorridendo stanco e abbracciandolo
“Mi hai fatto prendere un colpo, Weasley, oggi ne abbiamo persi davvero troppi”
“Mi dispiace, capo, avrei voluto poterne salvare di più” e con uno sguardo guardò la barella dove il corpo senza vita di Joshua Wood era steso. Era ancora così giovane, eppure ora era morto e Fred non aveva potuto fare niente per lui. Mentre anche il capo guardava Wood, dalla sua ricetrasmittente uscì una voce “Capo siamo tra i resti della Torre nord, abbiamo trovato tre persone, due morte ma una viva. Non riesco a prenderla, riesco a vederle solo la camicia bianca” per l’ennesima volta in quella giornata, Fred sentì il gelo attorno a lui e il vuoto sotto i piedi. Non poteva trattarsi di Hermione, ci saranno state tantissime donne con la camicia bianca dentro quella torre, non poteva essere lei. Se lo ripeteva in testa, ma si convinceva poco.
“Io credo..io credo sia la mia ragazza, capo, devo andare lì, devo salvarla”
“Ma sei appena stato estratto vivo da quella Torre! Sei vivo per miracolo! Non puoi salvarli tutti, Fred” ma lui già zoppicava verso il gruppo di soccorritori, poi si voltò
“Non voglio salvarli tutti. Voglio salvare lei” e con il braccio ancora dolente si avviò, ci mise davvero tanto a trovare il gruppo di soccorritori, in mezzo a quella nube densa di polvere. Ma alla fine li trovò, e con suo sollievo avevano già estratto il corpo con la camicia bianca che ora giaceva ai loro piedi. Il suo istinto non si sbagliò, e tra il sangue e la polvere riconobbe il viso di Hermione, della sua amata Hermione.
“Hermione!” si precipitò a terra accanto a lei, dolorante per la recente avventura e le sentì il battito, era debole così come il respiro, la ragazza lo guardò sorridente
“Sei..un’allucinazione?” per dire semplici parole impiegava diversi secondi, era appesantita
“No amore, sono davvero qui. Guardami Hermione, non devi chiudere gli occhi, non devi addormentarti okay? Te la caverai” ma lei scuoteva la testa
“No..è troppo..troppo tardi. Ma Fred..tu devi andare..oltre, devi trovare qualcun’altra..” sembrava serena, nonostante fosse un grande sforzo per lei parlare, Fred si accorse troppo tardi che stava piangendo ormai come un bambino bagnando quella camicia bianca ormai scalfita
“Smettila! Tu ti salverai, stanno portando un paramedico qui, spostarti peggiorerebbe tutto ma tu resta sveglia va bene? Senti, in caserma io ho una cosa per te, un anello. Hermione, vuoi sposarmi?” aveva progettato tutto in maniera diversa, aveva progettato una cena romantica con fiori e tutto il resto ma non c’era tempo. Fred non si voleva arrendere alla consapevolezza che Hermione non avrebbe potuto vivere in quello stato, che non era stata fortunata come lui.
“Certo che voglio..sposarti, Fred..ma non posso, e quell’anello conservalo per una..donna molto più speciale di..me” e quelle parole ferirono Hermione peggio di quel masso che fino a pochi minuti fa le schiacciava il petto, lo diceva per il bene del suo ragazzo, ma in realtà provava solo una rabbia immensa per non poter sposare Fred, per non poter indossare quel vestito bianco che sua madre le conservava da tempo, per non poter dire si davanti all’altare. Si era immaginata la sua vita con Fred perché per lei era naturale, che sarebbero rimasti insieme per sempre, lui era il suo unico vero amore.
“Non farmi questo, Herm. Non ti arrendere ora perché se tu te ne vai, io ti seguirò. Ti seguirò sempre. Ti ho promesso che ti avrei salvata, che sarei stato il tuo eroe come te il giorno del nostro primo bacio. Io ti amo Hermione, e non amerò mai nessun altra” la ragazza fece per alzarsi, ma forse era uno sforzo troppo grande, così fu lui a chinarsi su di lei e baciarla, con le labbra che sapevano di polvere e dolore, mentre le lacrime scorrevano sui volti di entrambi e segnavano una scia in quella fuliggine che li ricopriva
“Ti amo anche io, Fred, da morta o da..viva. Finchè morte..non ci separi” recitò teatralmente, e Fred conoscendola sapeva che si era arresa, sapeva di non potercela fare. Hermione si spense pochi minuti dopo fra le sue braccia, e Fred piangeva così tanto chiedendosi quante lacrime potesse avere in corpo, come faceva a non finirle mai. Hermione era morta. E lui era morto con lei.


Al World Trade Center, o quello che ne rimaneva ormai, il caos regnava sovrano: troppi morti da poterli contare, troppe persone da piangere. Tutti erano impegnati, tutti volevano riuscire a riportare più madri, padri, e figli sani e salvi. Un uomo, con la divisa da pompiere mezza strappata, piena di polvere e calcinacci, zoppicante e tremante trasportava fra le braccia il corpo senza vita di una donna, i capelli le ricadevano sporchi dalla testa penzolante, gli occhi chiusi, senza una scarpa. Avanzavano lentamente, e per un attimo New York parve fermarsi a quella scena, gli occhi puntati su quell’uomo dal viso ormai duro che piangeva disperato, non voleva lasciare la donna neanche per depositarla in una delle brande, continuava ad urlare il suo nome e a tenerla stretta al suo petto. Ci vollero quattro vigili del fuoco per separarlo da quel corpo senza vita. E altri due per portarlo su un’ambulanza diretta in ospedale dove lo attendeva la sua numerosa famiglia.


11 Settembre 2014, New York
Quella mattina regnava un innaturale silenzio in tutta New York, le persone si affollavano verso i cimiteri piangendo. Tra di loro Fred Weasley, avanzava con una scatolina blu tra le mani. Era davvero difficile resistere alla vista di tutte quelle tombe, tutta quella terra scavata per persone scomparse troppo prematuramente. Raggiunse la lapide che cercava e si inginocchiò davanti a lei, pulì la fotografia dove Hermione lo guardava sorridendo in modo smagliante, era il giorno del suo diploma e quella foto l’aveva scattata lui. Pulì anche la scritta “Hermione Jean Granger, adorata figlia ed amica. Tutto ancora profuma di te” i genitori di Hermione avevano scelto la prima parte della scritta, sotto la data di nascita e di morte, all’inizio volevano aggiungere anche adorata fidanzata ma Fred gli disse di no. Hermione non era un’adorata fidanzata. Hermione era l’amore della sua vita, l’unica che c’era stata e che ci sarebbe sempre stata. La seconda parte della scritta l’aveva scelta lui, perché per lui quella scritta significava che non sarebbe mai andato avanti, non avrebbe mai ripreso ad amare come lei avrebbe voluto, ma avrebbe conservato per sempre le sue maglie nell’armadio, il suo spazzolino nel bagno e la sua spazzola sul comodino. Avrebbe lasciato tutto intatto per dimostrare che lei c’era ancora, nonostante fosse morta da ormai 13 anni. A volte immaginava di vederla ancora uscire dal bagno con quella maledetta camicia bianca e la sua scarpa nelle mani. Le lacrime ripresero a scorrere e lui non si vergognò, tutti piangevano in quel luogo. Depose la scatolina blu ai piedi della lapide, insieme ad una viola, il fiore preferito di Hermione.
“Vuoi sposarmi, Hermione?” disse, prima di accarezzare di nuovo la foto e uscire dal cimitero. In quel crollo era morto anche lui.


Angolo autrice 
Bene, salve a tutti gente! Comincio con il ringraziare di cuore tutti quelli che sono scesi fino alla fine a leggere, è una storia davvero particolare. Andiamo per ordine, come tutti sapete l'11 Settembre è stato il tredicesimo anniversario dal crollo delle torri, spero che voi abbiate dedicato anche cinque minuti della vostra giornata a ricordare quelle 2.700 vittime perchè è una cosa importante. E' stata una storia difficile da scrivere, un argomento delicato da descrivere e di cui parlare ma spero di avercela fatta e di non aver sminuito l'accaduto, ma allo stesso tempo di non aver fatto annoiare nessuno. Io ovviamente non so e neanche immagino quello che quelle persone hanno provato dentro quelle torri, non so quanto dolore si può provare, ma spero di aver reso un'idea comunque. Con questo mio scritto ovviamente non voglio offendere nessuno, accetto volentieri le critiche e nel caso ricevessi parecchie recensioni negative cancellerò la storia perchè, ripeto, è un argomento delicato. Tengo davvero alla vostra opinione, e tengo davvero anche alla storia. Probabilmente molti di voi mi odiano per aver fatto morire Hermione ma non potevo farli sopravvivere entrambi, sarebbe stato davvero poco verosimile, e poi ammettiamolo, non può essere sempre Fred a morire! Diciamo che si sono invertite le posizioni, anche se mi dispiace di averle dato una morte così tragica. Spero di leggere delle vostre opinioni, sono aperta a qualsiasi critica che sia costruttiva! Grazie per aver letto, posterò fra non molto una FF sempre Fremione (e te pareva)
Un bacio a tutti!
-Federica


 
   
 
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