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Autore: MaxB    16/09/2014    5 recensioni
1_Quando la mattina il sole filtrò timido dalla coltre di neve, un certo Dragon Slayer si svegliò intorpidito e dolorante per la scomodità del divano. Ma, trovandosi davanti il visetto dolce e sorridente di una certa maga, pensò che mai il suo risveglio era stato più dolce.
4_Si appoggiò al muro con la mano sinistra e con la destra strinse forte la vita della compagna, che sembrava essersi incollata a lui. Ogni parte del suo corpo aveva trovato il suo posto in quello di lei, come se fossero stati due pezzi di puzzle.
8_Era bastato uno sguardo complice per far capire a Gajiru e Rebi che quello sarebbe stato il loro posto. Isolati da tutto e da tutti, in pace con il mondo e la natura.
12_Quando vide la matassa di capelli turchini premuta contro il suo petto e vari vestiti sparsi per la stanza, si ricordò cos'era successo la notte prima.

L'evoluzione della storia della mia otp preferita, mantenendo i nomi originali giapponesi. Un piccolo estraniamento dal manga originale per dare una prospettiva shoujo e non shounen.
"Perché l'amore rende tutto più bello e sopportabile♥"
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil, Redfox, Levy, McGarden, Pantherlily
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita privata di una splendida coppia'
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Non disponibileParte tecnica: dialogo
 
Una mattina il team Shadow Gear insieme a Gajiru e Pansaa Ririi partirono per una missione. Erano in tanti, ma il lavoro da sbrigare era particolarmente arduo. Così, con un timido sole a illuminare i tetti bianchi di neve quasi sciolta, i cinque nakama si diressero alla stazione.
Il viaggio d'andata trascorse liscio e senza intoppi, ma Gajiru percepiva qualcosa di strano. E non era il suo solito attacco di chinetosi. Purtroppo, però, proprio a causa del male da trasporto, rimase sdraiato per tutto il viaggio con un panno bagnato sulla fronte e gli occhi chiusi. Jetto e Doroi ciarlavano senza sosta di cose futili, e ogni tanto anche Ririi partecipava alla conversazione. I suoi commenti brevi erano soprattutto dettati dall'educazione, giusto per non rimanere sempre zitto. I due membri maschi del team Shadow Gear, comunque, non ci facevano nemmeno caso. Non perché Ririi fosse indegno di attenzioni, ma perché per una volta potevano parlare di quello che volevano liberamente. Se Gajiru fosse stato cosciente, avrebbe preso qualsiasi frase come pretesto per fare a botte, mentre Rebi avrebbe detto qualcosa di intelligente attirando l'attenzione dei due ragazzi, che avrebbero litigato su chi aveva apprezzato di più il commento.
Però la ragazza quel giorno era assente e, seduta vicino al finestrino, accanto alla testa di Gajiru, guardava distrattamente il paesaggio verdeggiante scorrere a folle velocità. Pansaa Ririi fu l'unico a notare il suo strano atteggiamento, e si appuntò mentalmente di farne parola con il suo nakama.
 
La missione sarebbe dovuta durare una settimana, ma alla fine il gruppo se la cavò in meno di quattro giorni grazie all'astuzia di Rebi e alla forza combattiva di Gajiru. Purtroppo non furono giorni particolarmente divertenti. Di solito, in missione congiunta, Rebi riusciva a mantenere calmi gli animi pieni di testosterone dei suoi compagni, facendo risultare il lavoro piacevole e anche divertente. Però la ragazza non aveva che un quarto del brio della solita Rebi, quella che tutti conoscevano e amavano. Sembrava sofferente, malinconica e... afflitta. Quando Ririi e Gajiru si infilavano di nascosto in camera sua per stare un po' insieme, era la maga solare e brillante di sempre, sorridente e premurosa. Ma quando era con Jetto e Doroi, o in mezzo a tutto il gruppo, era spenta.
Il suo ragazzo se n'era accorto, non era mica cieco, ma non voleva affrontare l'argomento. Pensava che fosse una semplice antipatia; magari la sua compagna aveva finalmente aperto gli occhi sugli altri due individui. O forse stava attraversando una crisi femminile di sbalzi d'umore. E in quelle cose lui non voleva immischiarsi!
Pansaa Ririi, invece, non era d'accordo. Quella non era la solita Rebi, e sul suo volto traspariva la sofferenza abilmente celata. La loro nakama aveva qualcosa che non andava, ed era giusto che fosse il suo compagno a parlargliene. Del resto, lui doveva insegnare a quel cocciuto di un Dragon Slayer a gestire una relazione.
- No. Non ha nulla. Non vedi che è sempre la solita quando sta con noi? Sì, non ha niente – asserì fermamente Gajiru.
- Lo dici per convincere me o te stesso? – domandò il gatto fissandolo dal letto, le braccia incrociate sul petto.
- Lo dico perché è un dato di fatto. Le ho chiesto come sta, e mi ha risposto che sta bene. È  la mia relazione e me ne occupo io. Fine del discorso – sbottò acidamente il ragazzo sistemando i vestiti sporchi del lavoro. Era un maniaco dell’ordine e della pulizia. Tutti i Dragon Slayer sono esagerati: troppo o troppo poco, tutto o niente, perfezionisti dell’ordine o disordinati irrecuperabili…
- Va bene! – si arrese Ririi. – Posso almeno chiederti, in virtù di amico di Rebi, se ti è sembrata quantomeno sincera quando ti ha risposto?
A quella domanda Gajiru non seppe cosa ribattere. No, non le era sembrata sincera. Semmai il contrario.
Sbuffando, borbottò una risposta e si grattò la testa, fingendo di essere impegnato con i panni.
- Come, scusa? – ribadì il gatto, sorridendo trionfante.
Il ragazzo, confuso, si buttò sul letto facendo sobbalzare il suo compagno. – No, non era sincera.
- Perché non hai indagato oltre?
- Perché sono affaracci suoi!
- Posso farti notare che, oltre ad essere una tua nakama, è anche la tua ragazza? Sei doppiamente obbligato a scavare più a fondo in questa storia. Sempre che te ne freghi qualcosa, certo… Del resto, sei abbastanza incapace in tutto quello che concerne le relazioni umane, quindi non so come possa sentirsi la povera Rebi a dover stare con te e…
- Piantala, gatto! Non ti ho detto la verità per essere sgridato e insultato, ma perché mi aiuti! – esclamò Gajiru seppellendo la faccia nel letto per la vergogna.
Ririi strabuzzò gli occhi. Gli aveva davvero chiesto aiuto? Il testardo e inflessibile Kurogane aveva appena compiuto un gesto d’umiltà! Guardò fuori dalla finestra aspettandosi di vedere i suoi defunti genitori a cavallo di un unicorno che gli portavano un cesto di kiwi. Ma fuori era tutto calmo, come sempre, segno che forse non stava sognando.
Dopo alcuni istanti il ragazzo girò la testa per fissarlo e, notando un sorrisetto compiaciuto sul musetto del suo compagno, desiderò ardentemente ritirare quello che aveva detto. O prendere a pugni il letto, distruggendolo. Magari avrebbe fatto entrambe le cose.
- Ti decidi a toglierti quell’accidenti di un sorriso dalla faccia e cavarmi da questo casino?! – sbottò. La vita di coppia lo stava esaurendo. Troppe cose di cui occuparsi. Certo, interiormente faceva le fusa come un micetto quando Rebi gli faceva qualche coccola, e gongolava guardando la ragazza illuminarsi quando lo vedeva, come se lui avesse dato un senso alla sua giornata. Ma quella parte tecnica dei dialoghi era estenuante e incomprensibile.
- Io non ti cavo da un bel nulla, la relazione è tua e sono affaracci tuoi, o sbaglio? – ribatté Ririi ghignando. Amava avere ragione. E ce l’aveva sempre lui quando parlava con il Dragon Slayer.
Gajiru grugnì indispettito rendendosi conto che le sue stesse parole gli si erano ritorte contro. – Ma non so come fare! – si lamentò, piagnucolando.
- Ma che razza di uomo sei? Che ne hai fatto dell’Iron Dragon Slayer, il temibile e terrificante combattente d’acciaio? Sei proprio tu quello soprannominato Kurogane? Non mi sembra che tu stia facendo onore al tuo nome. Ora in piedi, smettila di fare la femminuccia e datti un tono! Risolvi la questione da vero uomo! – tuonò il gatto, spazientito.
- Servirebbe Elfman – borbottò a mezza voce Gajiru.
- Per prima cosa, perché non vuoi sapere che cosa succede a Rebi?
- Non lo so – rispose lui di getto, troppo velocemente per essere credibile.
- Sì che lo sai.
- No! – esclamò a denti stretti e pugni chiusi, pronti per attaccare.
- Non andiamo da nessuna parte se menti a te stesso! Stai parlando con me, ok? Dimmi perché non vuoi sapere che cos’ha.
- Perché ho paura! – gridò il ragazzo.
Due stanze più in là, immersa nella bollente vasca da bagno, a Rebi parve di sentire Gajiru urlare che aveva paura. Perplessa, rifletté qualche secondo. Aveva sentito bene? No, probabilmente era un qualche uomo isterico dalla voce profonda e tonante come quella del suo compagno. Scrollò le spalle mentre un sorrisetto le increspava le labbra: nemmeno Ririi poteva far ammettere al Dragon Slayer di aveva paura.
Intanto, nella camera dei ragazzi, il gatto in questione spalancò la bocca con tanto d’occhi, fissando il nakama. Aveva detto di avere paura? Con uno sforzo cercò di concentrarsi sulla situazione… leggermente complicata.
- Paura di cosa, scusa?
- Di… non capirla! Di non riuscire a confortarla! Sai che bello? Lei mi parla di quello che le passa per la testa e io la fisso senza capire. E mentre lei si aspetta una risposta, un commento, un parere, io faccio la figura dello scemo, venendo deriso.
- Ehm… - esordì Ririi grattandosi un orecchio peloso. La risposta ricevuta lo aveva spiazzato, non pensava che Gajiru si sentisse così inadatto. Dalle sue parole riusciva a cogliere un profondo rispetto per Rebi, che andava quasi oltre a quello provato per Ririi stesso. A lui poteva dire ciò che voleva, mentre con la sua ragazza aveva paura. Paura di non essere accettato, di non essere adeguato e… di non essere alla sua altezza, pronto per confortarla. In quel momento gli fece una grande tenerezza. Il suo bisbetico e burbero Dragon Slayer stava lasciando venire a galla emozioni umane. Era orgoglioso di lui.
Invitandolo a sedersi sul letto, proseguì: - Sai, non credo che Rebi ti deriderebbe. Semmai ti apprezzerebbe per il tuo interesse.
- Sì, ma lei ha anche bisogno di appoggio. Se io non posso aiutarla, lei smetterà di confidarsi con me e chiederà a qualcun altro. Potrebbe trovare un ragazzo più intelligente di me, che la capisca e le sappia dare dei consigli.
- Devi darle più fiducia, Gajiru. Rebi non ti lascerebbe mai per simili sciocchezze. E non cercherebbe aiuti da altri uomini. I suoi problemi non possono essere tanto difficili da non capirli! Hai solo paura di ciò che ti aspetta, perché è la prima volta che ti cimenti in una relazione. Non è tutto facile, bisogna imparare. E tu temi di non essere al suo livello, degno di lei. Lascia che ti sveli un segreto: le ragazze più intelligenti si scelgono gli uomini migliori. Rebi è brillante, al di sopra della media. Vuol dire che ti considera speciale se è arrivata al punto di mettersi con te. Vai a parlarle. E, se proprio non capisci i suoi “problemi da donne”, spiegale quello che provi. Accrescerà la sua stima nei tuoi confronti.
Riflettendo, Gajiru domandò: - Dici?
- Sì, fidati. Quando mai mi sono sbagliato? La vuoi far decollare questa storia d’amore o preferisci lasciarla al primo punto, “imbarazzo da novellino”?
- Va bene, ho capito – farfugliò il ragazzo, risentito.
Prese un respiro profondo e indugiò davanti alla porta. Per tre minuti. Mano sulla maniglia e sopracciglia aggrottate.
Spazientito, Pansaa Ririi si trasformò nella sua forma originale, quella gigante di Edolas, e spinse brutalmente fuori il ragazzo, che incespicò nel corridoio.
Con uno sguardo determinato ma duro, andò a bussare alla porta della sua ragazza.
- Arrivo! – gridò lei, la voce attutita dal muro. Poi aprì. – Ehi, Gajiru! Che faccia, va tutto bene?
Appena lo vide la ragazza si aprì un sorrisone, che però lasciò spazio alla preoccupazione non appena si sentì travolgere dall’aura negativa emanata dal compagno.
Ecco, l’aveva spaventata. Ma la tensione e il nervosismo che provava gli impedivano anche di ghignare. E il fatto che lei fosse avvolta in un asciugamano, seminuda e con i capelli bagnati che stillavano goccioline che percorrevano tutto il suo corpo… be’, non lo aiutava di certo!
- Ma sei impazzita, aprire così la porta senza nemmeno chiedere chi è? E se fosse stato un malintenzionato? Non farlo mai più! – la aggredì, entrando. Gli dava fastidio immaginare qualcun altro che la vedeva in quelle condizioni.
Mentre lui si dirigeva verso il letto cercando di non guardarla, Rebi gonfiò le guance e divenne rossa dall’irritazione. – Sei venuto qui per cosa esattamente? Per sgridarmi? Non sono una bambina Gajiru, so bene che cosa non è il caso di fare.
Il ragazzo grugnì, guardando a terra.
Rebi incrociò le braccia e gli domandò ancora: - Che cosa sei venuto a fare?
- A… ehm… volevo sapere come stai – balbettò il ragazzo, sempre evitando i suoi occhi.
- Ti ho detto che sto bene. Me lo chiedi sempre! – rispose la ragazza, questa volta con un velo di malinconia negli occhi e un po’ di irritazione in meno.
Finalmente Gajiru alzò la testa e la fissò: - Non mi pare, Rebi. E vorrei sinceramente sapere cosa ti succede, per aiutarti. Siamo una coppia, no?
L’ultima frase, un po’ farfugliata, raggiunse il cuore della ragazza, scaldandola. Con gli occhi lucenti di gioia, rispose: - Vado a cambiarmi, aspettami.
Sparì nel bagno, lasciando il ragazzo a chiedersi perché si stava vestendo. Non era meglio andare in giro così? Tanto c’erano solo loro due in camera… No, meglio se si vestiva, indubbiamente. Gajiru arrossì al pensiero, così si concentrò sulla stanza. Sulla stanza-armadio, a dire il vero. La ragazza era una grande disordinata, l’opposto di Gajiru. Aveva abiti sparsi ovunque, e i libri non erano da meno. Se n’era portati via sette o otto, ed erano accatastati dove capitava. Uno era addirittura in mezzo ad una gonna! Scosse la testa, basito da quel disastro.
- Eccomi -  annunciò allora Rebi uscendo dal bagno, vestita di tutto punto. Si inginocchiò sul letto e fissò il suo ospite. – Dicevamo?
- Perché sembri la versione depressa della mia ragazza?
- Ehi! – esclamò lei, ferita.
- Ehm… troppo brusco, vero? Be’, hai capito cosa intendevo – borbottò lui, dispiaciuto per la sua mancanza di tatto.
- Be’… mi sento in colpa. Per Jetto e Doroi – rivelò finalmente abbassando lo sguardo.
Ora l’attenzione del Dragon Slayer era tutta su di lei. Che cosa c’entravano quei due? Non erano andati in missione con loro proprio per non abbandonarli? Girandosi verso di lei, Gajiru la invitò con lo sguardo a proseguire.
- Non ho mai mentito loro. E, alla fine, questa missione è una gigantesca menzogna.
Il ragazzo si grattò la testa, confuso. – Perché stai mentendo?
- Riguardo a noi due… - sussurrò Rebi, senza guardarlo.
- Hai detto che non stiamo insieme?
- No. Non ho detto nulla, il che è anche peggio.
- Non capisco come farsi gli affari propri e proteggere la propria privacy sia peggio di mentire a degli amici.
La ragazza sospirò. – Siamo sempre stati molto uniti, loro non mi hanno mai nascosto nulla. Mi hanno rivelato sempre i loro segreti, i loro pensieri. Mi sento un po’ in colpa a non poterlo fare pure io – confessò abbattuta.
Gajiru, un po’ a disagio e, diciamocelo, inesperto, voleva confortala attraverso il contatto fisico, visto che non era bravo con le parole. Ma aveva paura che lei fraintendesse. Rassegnato, cercò di aiutarla come meglio poteva. – Secondo me non ti devi sentire in colpa. Tu hai la tua vita e le tue relazioni, loro hanno le loro. Mettiamola in questo modo: sei all’inizio della tua storia con me, e vuoi vedere come si evolve. Non sei pronta per rivelare nulla perché è una cosa molto importante. Hai paura di affrettare le cose raccontandoglielo. Nemmeno io parlo con Ririi di tutto quello che mi passa per la testa, eppure lui è… l’individuo che mi è più vicino.
Rebi rimase in silenzio a riflettere sulle sue parole. Il ragazzo era davvero un chiacchierone quando voleva, e diceva anche cose sensate.
Gajiru interpretò male il silenzio. – Certo, se vuoi dirglielo è tua la scelta, ma io preferirei aspettare. Si lascerebbero di sicuro scappare qualcosa alla gilda, e lì ci sono mille orecchie sempre in ascolto. Però lascio a te la decisione. La rispetterò e l’appoggerò.
La ragazza sapeva quanto gli costava tutto quello. Se lei avesse veramente detto a Jetto e Doroi come stavano le cose, il suo ragazzo avrebbe accettato la cosa, ma non sarebbe stato felice. E lei desiderava che lo fosse. Stava facendo molto per lei, si meritava quel piccolo sacrificio. E, in fondo, aveva anche ragione. Tacere la loro relazione non equivaleva a mentire. Significava semplicemente che stava iniziando una nuova vita; sarebbe stata più vicina ad una persona e un po’ più lontana dalle altre. Era così che le cose dovevano andare. Non c’era nulla di sbagliato.
Rasserenata, Rebi gli sorrise, grata, e in quel sorriso  Gajiru ritrovò la sua ragazza. La Rebi di sempre.
- Grazie, Gajiru – disse dolcemente, sporgendosi per lasciargli un morbido bacio sulla guancia. – Sei un fidanzato perfetto. E molto maturo, stranamente! Dovrei imparare da te.
Gajiru rispose con un mormorio, prima di aprirsi in un ghigno. Magari avrebbe ringraziato il gatto. Poi si alzò e si diresse verso la porta, chiamando Rebi con un cenno del capo. Era ora di cena.
La ragazza scese dal letto e, dopo essersi messa le scarpe, gli passò davanti per andare alla porta. Improvvisamente sentì sulla nuca una presa gentile e ferma allo stesso tempo, e si ritrovò premuta contro il petto del suo compagno. Arrossì senza che lui lo notasse. Era passato relativamente poco tempo da quando si erano messi insieme, e il compagno faceva ancora fatica a toccarla per paura di farle male in qualche modo. O temendo di essere rifiutato. Perciò, lo stupore di Rebi, nel ritrovarsi stretta a lui, era giustificatissimo.
- La prossima volta parlamene. Le cose si risolvono meglio in due. E, se non è possibile sistemarle, almeno hai un altro punto di vista, o qualcuno con cui dividere il carico – disse con voce dura e profonda, guardando dritto davanti a sé.
Dopo un attimo di smarrimento, Rebi lo strinse a sé respirando per la prima volta il suo profumo mascolino.
- Hai la mia parola – promise allora, rendendosi conto che, stranamente, era Gajiru quello che si stava impegnando di più nella loro relazione.
Perché l’amore cambia il cuore delle persone.
L’amore rende migliori.
L’amore permette a due persone di diventare una sola cosa. Di diventare esattamente ciò di cui l’altro ha bisogno.
Una protezione per Rebi. Una certezza per Gajiru.



MaxBarbie's:
Rieccomi! Non so se ve l'aveva detto, mi pare di sì, ma le NdA alla fine non volevo metterle. Però oggi le metto^^
Di solito sono indecisa perché mettere questi commenti mi sembra arrogante. Insomma, a chi interessa sapere cosa ho da dire? Però mi sembra da arrogante anche non metterle. Come se considerassi perfetta la mia ff e non ci fosse il bisogno di commentarla...
Va be', ciancio alle bande, la ff non è perfetta e può piacere come no. Se piace sono felice, se non piace, eh... sbagliando s'impara^^
In particolare sto scrivendo non per commentare il capitolo, quello lo lascio fare a voi se ne avete voglia, ma per ringraziare tutte le numerosissime che hanno messo La nostra vita insieme fra le preferite *-* Pensavo che non l'avrebbe fatto nessuno. Quindi, grazie mille a:
_Bloody Summer
_Bluesan
_C63
_Celty23
_Daiyaneko_chan... ;-* Grazie imouto
_debby san princ
_Tenny_93
_Vonlyonelove
Ringrazio chi l'ha messa fra le seguite , cioè:
_felpy
_Girl Pumpkin
_LadyAstral
_Bluesan già citata^^
_Celty23 già citata^^
_Vonlyonelove già citata^^
_debby san princ già citata^^
Grazie mille a tutti in ogni caso, mi permettete di continuare a scrivere anche quando la voglia è poca^^ Scusate gli errori di grammatica e/o battitura qualora mi fossero sfuggiti
Ultima cosa ma non ultima, un grazie a chi non l'ha messa fra le preferite perché non sa come fare (ogni riferimento è puramente casuale piccola EbiBeatoriche).
Viva le pannocchie acide!
A presto,
MaxBarbie


 
  
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