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Autore: Diemmeci    16/09/2014    3 recensioni
Il mondo va avanti anche quando sembra essersi fermato, smette di ruotare per centinaia di migliaia di motivi diversi, variando da persona a persona, e all'improvviso, quando meno te lo aspetti, riprende a girare grazie ad una persona che ti travolge completamente.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Uno


«Come hai detto che si chiama il ristorante in cui ceneremo?» chiesi a Jennifer prima di volgere lo sguardo fuori dal finestrino. Trattenni un conato di vomito per lo schifoso odore che il taxi emanava: una combinazione di fumo, mentine e profumatori per ambienti andati a male.
«The Narrow» Jennifer abbozzò un sorriso e poi tornò seria. «Rose, capisco che per te stasera sarà un po’ difficile ma, ti prego, prova a vedere questa cena come un’occasione per conoscere altre persone e divertirti. Non chiuderti nel tuo guscio fatto di paure e insicurezze».
«Non ho paura e tantomeno sono insicura» dissi, sentendomi un po’ offesa dalle sue accuse. «Sono semplicemente stanca per il continuo studio e avrei preferito rimanere a casa e guardare un bel film invece di uscire».
«Lo so, lo so» Jennifer fece un gesto teatrale con la mano, sventolandomela quasi in faccia. Apprezzai il suo tentativo di mettere in risalto i lati positivi della serata e alla fine le sorrisi. «Solo, provaci. Okay?»
«Okay» annuii. In lontananza scorsi il Tamigi, il che significava che mancava poco e sarei potuta scendere finalmente dal taxi.
«Michael mi ha appena inviato un messaggio in cui dice che sono arrivati» il tono di voce di Jennifer si alzò improvvisamente, facendomi ridacchiare. «Cosa c’è di tanto divertente?»
«Niente» scossi il capo, ancora divertita.
E così, dieci minuti più tardi arrivammo a destinazione. Ero più che felice di scendere dal veicolo, quindi mi fiondai fuori il più velocemente possibile e quasi inciampai perché non avevo visto il marciapiede. Risi di me stessa come una stupida e poi tornai composta quando notai due ragazzi venirci incontro, entrambi vestiti eleganti e con un sorriso stampato sulle labbra.
«Tutto bene?» mi domandò quello che riconobbi come Michael, rivolgendomi un sorriso amichevole. «Pensavo che avresti fatto una brutta fine».
«Sì, sì, sto bene» borbottai per niente divertita dalla sua battuta. «Be’, Michael, non sei cambiato per niente».
«Perché mi sembra che tu lo abbia detto con un tono negativo?» finse di essersi offeso e rise, stringendomi poi in un abbraccio veloce. «A quanto pare anche tu sei sempre la stessa, Rose» proseguì senza smettere di sorridere.
Mi strinsi nelle spalle senza aggiungere altro. Non ci conoscevamo bene, ma ricordavo perfettamente che Michael era il simpaticone del gruppo, quello che strappava un sorriso a tutti.
Jennifer fece un passo avanti, gli occhi illuminati e un sorriso che andava da un orecchio all’altro, e si buttò letteralmente tra le braccia di Michael. «Da quanto tempo, èh?» fece notare.
Lui annuì. «Troppo tempo, Evans» le fece l’occhiolino e capii che tra quei due sarebbe successo qualcosa. Forse non stasera, ma presto.
Il fratello di Michael, che fino a quel momento era rimasto in disparte, avanzò verso di noi. Era affascinante, inutile ammettere il contrario, e decisamente più riservato rispetto al fratello. L’ombra di un sorriso gli sfiorò le labbra quando si rese conto che lo stavo fissando. Mi diedi della stupida mentalmente. «Sono James» si presentò, la voce profonda, porgendo la mano prima a Jennifer e poi a me.
«Piacere, Jennifer» canticchiò la mia amica, sorridendo apertamente.
Tentai di alzare gli angoli delle labbra, ma inutilmente. Mi sentivo in imbarazzo e avrei scommesso di essere tutta rossa. «Rosalie».
Scambiammo altri commenti e poi ci incamminammo all’interno del ristorante. Era un ambiente alquanto accogliente, ben illuminato e già colmo di persone sedute ai propri tavoli. Un cameriere ci scortò sul terrazzo esterno, che si affacciava direttamente sul Tamigi, e ci indicò velocemente il nostro tavolo.
«Buonasera» disse sempre lo stesso cameriere, circa dieci minuti più tardi. «Sono Edwin e questa sera sarò io a servirvi. Volete iniziare a ordinare qualcosa da bere?»
«Che cosa ci consiglia?» James si sporse in avanti, poggiando il mento sulle mani intrecciate. Aveva gli occhi leggermente socchiusi e mi sembrò impaziente di ricevere una risposta. Avrei osato dire che fosse scocciato di essere lì, proprio come me. Trattenni una risata.
Edwin parve essere a disagio a causa dello sguardo insistente di James. «Qui abbiamo un’ottima varietà di vini, scelti personalmente dallo chef Gordon Ramsay».
«Ci porti un buon vino bianco, allora» ordinò James dopo qualche istante.
Il cameriere si congedò dopo aver borbottato qualcosa.
«Stasera si mangerà il pesce, a quanto pare» Michael ruppe l’imbarazzante silenzio.
Aggrottai le sopracciglia. «E se io volessi una bistecca?»
«Il vino bianco accompagna sempre un buon piatto di pesce, Rosalie» si intromise James, alzando l’angolo della bocca. «Non è consigliato berlo e mangiare della carne rossa. Poi ovviamente la scelta è tua».
Il tono fermo con cui parlò mi sorprese: non assomigliava per niente al fratello, neanche di una virgola. «Non lo sapevo» mi giustificai.
«Ora lo sai» ribatté lui.
Jennifer si lasciò scappare una risata divertita e capii al volo cosa stava per dire. «Rose si è tenuta alla larga dal vino dopo essersi ubriacata qualche tempo fa».
Una risata generale si sollevò e io mi strinsi nelle spalle. «Colpevole».
Qualche istante più tardi tornò Edwin con una bottiglia di vino bianco, dichiarando che fosse uno dei più buoni che avevano.  Mi fidai e lo assaggiai, constatando che non era per niente male.
«Allora, che cosa ci fate a Londra?» chiese la mia amica ai due, curiosa.
James e Michael si scambiarono un’occhiata d’intesa, che non mi parve per niente una cosa positiva, ma cercai di non farci tanto caso. Magari ero solo io ad essere prevenuta. Entrambi però sembravano avere qualcosa da nascondere ma, non avendo nessun diritto di dubitare di loro, tentai di scacciare quel pensiero dalla mia mente.
«Abbiamo deciso di passare una quindicina di giorni nella nostra vecchia casa, giusto per staccare un po’ dalla vita reale» spiegò infine Michael, un po’ evasivo. «Fortunatamente ho pensato a te» si rivolse a Jennifer «almeno staremo assieme per recuperare il tempo perso».
Io e James ci scambiammo un’occhiata divertita e alla fine smettemmo di ascoltare la conversazione tra Michael e Jennifer, che stava iniziando a girare intorno ai vecchi tempi. Ora, dopo essere venuta a conoscenza del motivo per cui erano qui, altri interrogativi invasero la mia mente. Li scacciai di nuovo.  
«James» dissi, attirando la sua attenzione. Alzò di scatto lo sguardo e mi sorpresi nell’accorgermi che aveva gli occhi di un ghiaccio intenso. Erano decisamente i più belli che io avessi mai visto prima d’ora. «Studi ancora o lavori?» chiesi, risvegliandomi dai miei pensieri.
«Gestisco l’azienda di famiglia insieme a Michael e nostro padre» si limitò a dire, apparentemente scocciato.
«E di cosa vi occupate?» tentai di mantenere un tono controllato. Il fatto che dovessi tirargli le parole di bocca iniziava ad irritarmi.
«In poche parole forniamo ai nostri clienti i ricambi per le auto d’epoca» mi spiegò brevemente.
«Adoro le macchine d’epoca» dissi, abbozzando un sorriso.
James parve sorpreso, infatti inarcò un sopracciglio ma alla fine sorrise. Sembrava che stesse iniziando a lasciarsi andare. «E tu, invece?» si sporse di nuovo avanti.
«Io studio giornalismo assieme a Jennifer, alla City University».
Lui annuì. «Interessante».
Prima di poter dire qualcosa, Edwin ci raggiunse di nuovo e, sorridendo, disse: «Pronti per ordinare?»

«Grazie per averci offerto la cena» Jennifer parlò a nome di entrambe, rivolta a Michael con il solito sorriso. «Era tutto delizioso».
James incrociò le braccia al petto. «Soprattutto il pesce».
«Soprattutto quello» dissi, dandogli ragione.
Era stata una cena buona e soddisfacente, pensai mentre mi infilavo la giacca per il freddo pungente di gennaio. Non avevo dialogato granché, al contrario della mia amica e Michael, ma di tanto in tanto avevo scambiato dei commenti riguardo al cibo con James. Gran parte mentre mangiavamo il pesce, riflettei trattenendomi dal ridere. Per il resto, era stata una serata piacevole ed ero pronta per tornare a casa.
«Ci si vede in giro, allora» mi strinsi nelle spalle, abbozzando un sorriso.
«Fermi tutti!» Michael alzò una mano, serio. «Sono ancora le undici, volete davvero finire la serata adesso?»
Io annuii. Ero abbastanza stanca e non avevo molta voglia di andare in giro. Avevo passato le ultime settimane sui libri, a studiare per l’ultimo esame dell’anno, e avrei preferito di gran lunga trovarmi nel mio letto in questo momento.
«Ovviamente la risposta è no» proseguì lui «quindi propongo di andare a fare una passeggiata».
«O meglio» si intromise James «io direi di andare sulla ruota panoramica a goderci la vista di Londra».
Scossi il capo, contraria.
Jennifer invece annuì, visibilmente entusiasta all’idea di James. «Dai, sarà divertente. Ci sto».
E quindi venti minuti più tardi eravamo sul London Eye, ad osservare Londra. Nonostante ci fossi stata parecchie volte, era sempre una delle più belle viste che avessi mai visto. Ero follemente innamorata di questa città.
«Non è così male, no?» James si sedette al mio fianco, sorridendo. «Non posso evitare di venire qui ogni qualvolta che mi trovo a Londra, è come una specie di tradizione».
«Lo è quasi per tutti» constatai.
«Probabilmente hai ragione» lui annuì.
«Già». Sbadigliai, sentendomi stanca. «Una volta ho pagato il conducente per fare tre giri consecutivi» diedi parola ai miei pensieri, ridacchiando. Parlando avrei evitato di addormentarmi proprio lì, sul punto più altro della ruota panoramica. «Avevo sedici anni».
«Hai speso quasi cinquanta sterline» si lasciò scappare una risata, scuotendo il capo. «E perché lo avresti fatto?»
«Mia madre me lo proibiva sempre da bambina, quindi mi sono voluta vendicare» ammisi, stringendomi nelle spalle.
James rise.
Spostai lo sguardo sul panorama di Londra, sospirando pesantemente. Avvertivo la stanchezza avvolgermi lentamente ed ero più che sicura che nel giro di un’ora mi avrebbe rapita completamente. Mi riscossi, notando uno strano movimento con la coda dell’occhio, così mi voltai e mi resi conto che era Michael che fotografava la vista con grande entusiasmo. Risi piano.
«Ogni volta riempie la memoria del cellulare per fare delle foto, che sono sempre uguali». James lo indicò, esasperato e divertito allo stesso tempo.
Michael gli lanciò un’occhiataccia. «Fatti gli affari tuoi, J».
«Dov’è casa vostra?» Jennifer quasi inciampò per fare due passi verso di noi. Mi resi conto che era un po’ brilla, aveva esagerato con il vino e non me ne ero nemmeno accorta. La osservai per bene, notando due chiazze rosse che le coloravano gli zigomi e gli occhi lucidi. Sì, aveva decisamente bevuto un bicchiere di troppo.
«Notting Hill». Fu James a rispondere.
Il volto della mia amica si illuminò improvvisamente e compresi il perché ancora prima che aprisse bocca. «Hugh Grant e Julia Roberts hanno girato un film a Notting Hill» disse senza smettere un attimo di sorridere. «Io adoro Hugh Grant, ho visto ogni suo film e molto spesso costringo Rosalie a fare una maratona con i suoi film».
Risi piano, ricevendo un’occhiata perplessa da parte dei fratelli. «Hugh Grant è un bravo attore, dai».
«Comunque» Michael prese parola «un giorno siete invitate da noi».
«Passo» mi limitai a dire, ottenendo di nuovo un’occhiata strana ma stavolta anche da Jennifer. «Non fraintendetemi, questa è stata una bella serata ma sono qui solo perché Jennifer ha accettato anche per me. La prossima volta, magari, tu» indicai Michael «e la mia amica fareste meglio a stare soli e non avere me e James in mezzo ai piedi».
«Ne riparliamo un’altra volta» decretò allora Michael, sorridendo come se non avesse ascoltato le mie parole. E forse era proprio così. «Oh, il giro è quasi finito. Che ne dite di farne un altro?» chiese, guardandomi e facendomi l’occhiolino.



 
* * *
Buonasera a tutti.
Sono felice di essere riuscita ad aggiornare e sono anche soddisfatta del capitolo.
Spero che anche a voi piaccia. Non ho niente da dire, solo grazie per le recensioni al prologo e chi legge da dietro le quinte.
A presto :)


Diemmeci
  
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