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Autore: _cercasinome_    16/09/2014    1 recensioni
-Voglio sapere cosa vuoi, poi deciderò se chiamare la polizia- rispose lui sincero. Lei riprese a camminare per la stanza.
-Beh, ho bisogno di una copertura-
-Una coperta? Rubi di tutto e non puoi rubare una semplice coperta?!-
-HO DETTO COPERTURA NON COPERTA, BAKA!- urlò. Con l’indice e il pollice si massaggiò le tempie, cercando di calmarsi –Comunque, la Gatta Ladra deve sparire per un po’. Dopo aver rapinato quella banca, non si parla che di me sui giornali, in televisione, su internet. Ho bisogno che si calmino le acque- era tutto vero. Lei era una ladra molto famosa, soprattutto in quel periodo. Ma nessuno era riuscito a catturarla. Questo anche perché, nessuno sapeva chi fosse in realtà.
-E cosa c’entro io?- chiese Zoro, non avendoci capito niente di quella situazione.
-Beh tu sei molto ricco, hai una grande casa, non viene mai nessuno qui….- iniziò a girare intorno a lui toccandogli le spalle con la mano e facendolo grugnire -quindi tu mi ospiterai per un po’- concluse fermandosi davanti a lui.
Spero vi abbia incuriosito. Vi aspetto!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji, Tashiji | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Si muoveva lentamente e cautamente, appiattendosi sempre più contro le mura esterne dell’enorme casa. Nonostante avesse solo la luna come fonte di luce, si spostava agilmente e silenziosamente, proprio come un gatto.
Non appena raggiunse la porta d’ingresso s’inginocchiò. Alzò un angolo dello zerbino e tastò il pavimento con la mano. Non c’era niente! Com’era possibile? Eppure era sicura fosse là!
Mise di lato il tappetino e tastò l’intera superficie prima coperta. Niente! Stava rimettendo lo zerbino al suo posto quando fu avvolta da una forte e inaspettata luce.
Sgranò gli occhi e alzò lentamente la testa. Cazzo, era lui! Stava appoggiato allo stipite della porta d’ingresso, ghignante.
-Cercavi questa?- disse lanciando in aria una piccola chiave di ferro afferrandola poi con la mano.
Ma come aveva fatto?! Senza pensarci lo colpì allo stomaco con un forte pugno, facendolo indietreggiare. Svelta si intrufolò in casa, chiudendo la porta alle sue spalle.
-Ma sei pazza?!- lo sentì urlare e quando si voltò lo vide piegato in due mentre si teneva lo stomaco con entrambe le mani.
-Esagerato! Era solo un innocente pugno- disse, ma appena finì di parlare si ritrovò con la schiena attaccata al muro, sollevata di qualche centimetro da terra. Il suo collo era stretto nella mano di lui. Gli afferrò il braccio con entrambe le mani, cercando invano di allontanarlo.
-Un innocente pugno hai detto? Beh, tu prova a rifarlo e io…- ma non riuscì a terminare la frase. Il suo ghigno strafottente si trasformò in una smorfia di dolore. Lasciò immediatamente la presa, portando entrambe le mani al suo cavallo. Quella ragazzina gli aveva colpito le palle! Si girò immediatamente verso di lei, che intanto era corsa verso il centro della stanza, pronto a ricoprirla di insulti. Ma cadde immediatamente a terra, perdendo i sensi, dopo essere stato colpito.

Si svegliò dopo solo qualche minuto. Lui era un osso duro. Sbatté più volte le palpebre per riabituarsi alla luce. Cercò di muovere le braccia, ma non ci riuscì. Cazzo, aveva i polsi legati! Ma come era successo?! Capì che era seduto su una sedia con i polsi legati dietro lo schienale. Ma la cosa che lo stupì di più fu ritrovarsi a pochi centimetri da lei, che era seduta sulle sue gambe. Davanti ai suoi occhi notò il suo collo chiaro segnato da arrossamenti. Sicuramente glieli aveva lasciati lui quando l’aveva afferrata.
-Ti sei ripreso velocemente- alzò lo sguardo su di lei. Aveva un fazzoletto in mano, sporco di sangue, e gli stava tamponando una tempia. Abbassò lo sguardo verso il pavimento, notando dei ciottoli. Osservò il mobiletto all’ingresso, adesso vuoto.
-Mi hai rotto il vaso- disse lui, con un tono basso e calmo.
-Ma che te ne frega del vaso!- rispose lei premendo forte sulla sua tempia.
-Ahi! Mi fai male ragazzina!- protestò -Vuoi dirmi cos’è successo?-
-Ho capito che per parlare civilmente con te devo tenerti fermo in qualche modo. Ed ho trovato il modo migliore- rispose tranquilla.
-Civilmente?! Ma mi sembra che quello che hai fatto non sia molto civile- disse.
-Direi che così può andare- disse lei, ignorando le sue lamentele. Gettò il fazzoletto per terra ed infilò due dita dentro al suo top, tra i suoi seni, facendolo arrossire.
-E’ solo un cerotto, pervertito!- rispose lei sorridendo divertita, notando il suo imbarazzo. Gli sistemò il cerotto sulla tempia e si alzò in piedi.
- Mi vuoi spiegare perché prima mi colpisci e poi mi curi?- chiese corrugando le sopracciglia mentre la osservava muoversi per la stanza. Ora che era in piedi poteva notare il suo abbigliamento. Portava degli scarponcini neri e dei corti shorts di jeans. Le sue lunghe e sinuose gambe erano scoperte. E aveva un top nero che le arrivava fin sotto al prosperoso seno, lasciando anche la pancia scoperta. I capelli rossi erano legati in uno chignon, ma qualche ciuffo ribelle le cadeva lungo il volto e la fronte era coperta dalla frangetta. Non era niente male la ragazzina.
-Non volevo ferirti o ucciderti. Mi servi vivo-rispose lei osservando attentamente i vari oggetti che popolavano l’ingresso di quell’enorme casa.
-Cosa vuoi da me?-
-Dobbiamo fare un patto, Zoro Roronoa- rispose marcando il suo nome, facendolo sorridere. Smise di camminare e si fermò davanti a lui, a un metro di distanza, con le braccia incrociate sotto al seno.
-Cosa sai sul mio conto oltre al mio nome?- chiese incatenando i suoi occhi neri con quelli nocciola di lei.
-Sei il figlio del famosissimo Drakul Mihawk, morto in un incidente d’auto qualche anno fa. Come suo unico figlio tu ricevetti tutta l’eredità. E si tratta di tantissimi soldi, visto l’importante lavoro di tuo padre. Eppure qui nessuno sa che sei il figlio di Mihawk poiché ti ci sei trasferito dopo la sua morte e, anche se la fama di tuo padre arrivò fin qui, nessuno sapeva chi tu fossi. E a te sta bene così. Lavori alla palestra Sunny, come personal trainer ogni mattina, anche se con tutti i soldi che hai potresti anche evitare di lavorare, e ogni giovedì e venerdì pomeriggio dai lezioni di kendo alla Merry, la scuola di kendo della città. Ogni mattina esci di casa alle 7 e fai colazione al Baratie, locale di uno dei tuoi pochi amici, Sanji se non sbaglio. Alle 8 inizia il tuo turno e per pranzo vai sempre al Baratie. Il pomeriggio lo passi chiuso in casa e la sera o esci con i tuoi amici, Sanji, Rufy, Robin e Usop, o stai chiuso in casa a mangiare pizza. E fino a ieri tenevi la chiave di scorta sotto allo zerbino fuori dalla porta- rispose lei calma, sorridendo soddisfatta per il suo lavoro. Lui inizialmente sgranò gli occhi, poi ghignò stupito.
-Complimenti. Però dovresti migliorare i tuoi nascondigli e fare meno rumore quando spii qualcuno-
-Non è colpa mia! Quella volta credevo di aver visto un serpente!-si giustificò lei sbattendo i piedi per terra e stringendo i pugni lungo i fianchi.
-Dovresti evitare questi errori, mia cara Gatta Ladra- disse lui, marcando le ultime due parole e sfidandola con lo sguardo. Lei sgranò gli occhi e aprì e chiuse più volte la bocca prima di parlare.
-Come fai a saperlo?- gli chiese infine incrociando le braccia sotto al seno.
-Nessuna persona normale spierebbe qualcun altro per un mese. E inoltre si vede benissimo che sei lei, anche se come Gatta Ladra hai i capelli neri. Mi chiedo se questi siano i tuoi veri capelli.”rispose Zoro, non perdendo il suo ghigno. Era da tanto che sapeva che la famosa Gatta Ladra lo teneva sotto controllo, ma la lasciò fare, curioso di sapere le sue intenzioni. Ma, per sicurezza, fingeva soltanto di mettere la chiave di scorta sotto lo zerbino.
-Mi hai stupito Roronoa. Comunque si, questi sono i miei veri capelli se proprio lo vuoi sapere-disse lei sorridendo. Lo avrebbe scoperto comunque che lei era la Gatta Ladra, quindi non doveva preoccuparsi –E dimmi, non hai intenzione di chiamare la polizia? Anzi, perché non l’hai fatto già quando avevi capito tutto?-
-Voglio sapere cosa vuoi, poi deciderò se chiamare la polizia- rispose lui sincero. Lei riprese a camminare per la stanza.
-Beh, ho bisogno di una copertura-
-Una coperta? Rubi di tutto e non puoi rubare una semplice coperta?!-
-HO DETTO COPERTURA NON COPERTA, BAKA!- urlò. Con l’indice e il pollice si massaggiò le tempie, cercando di calmarsi –Comunque, la Gatta Ladra deve sparire per un po’. Dopo aver rapinato quella banca, non si parla che di me sui giornali, in televisione, su internet. Ho bisogno che si calmino le acque- era tutto vero. Lei era una ladra molto famosa, soprattutto in quel periodo. Ma nessuno era riuscito a catturarla. Questo anche perché, nessuno sapeva chi fosse in realtà.
-E cosa c’entro io?- chiese Zoro, non avendoci capito niente di quella situazione.
-Beh tu sei molto ricco, hai una grande casa, non viene mai nessuno qui….- iniziò a girare intorno a lui toccandogli le spalle con la mano e facendolo grugnire -quindi tu mi ospiterai per un po’- concluse fermandosi davanti a lui.
-COSA?! Scordatelo! Ma come ti vengono in mente certi piani? Liberami subito così chiamo la polizia- urlò Zoro, mentre cerava di liberare i polsi. Ma si bloccò non appena lei si sedette di nuovo a cavalcioni sopra di lui, appoggiando le mani sulle sue spalle.
-Quindi vorresti chiamare la polizia?- disse lei sbattendo le palpebre come un piccolo cerbiatto.
-Si e tu non mi fermerai- il suo viso si avvicinava sempre di più al suo e sentì improvvisamente caldo.
-Oh, io sicuramente non ti bloccherò- continuò lei con voce sensuale –ma tu verrai con me in prigione- aggiunse mentre con le dita giocherellava con i suoi corti capelli verdi.
-Ma che stai farneticando?- le ringhiò in faccia.
-Niente- rispose lei appoggiando la testa su una spalla e tamburellando le dita della mano sul suo muscoloso petto coperto da una t-shirt bianca –sto solo dicendo che i poliziotti saranno contenti di catturare la Gatta Ladra e l’uomo cattivo che la molesta e la costringe a fare cose che lei non vorrebbe fare-
-Stronza!- urlò facendola ridere –Ma come intenderesti provarlo? Sono io quello legato qui. Non ti crederebbe nessuno- disse dopo essersi calmato, sicuro di sé. Lei alzò la testa dalla sua spalla e lo guardò con gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta, cercando di essere il più sensuale possibile.
-Tu dici?- gli soffiò nell’orecchio con tono di sfida. Zoro deglutì, imbarazzato –Sta a vedere quello che è capace di fare la Gatta Ladra-
Rimanendo seduta a cavalcioni su di lui si portò una mano al capo, sciogliendo e liberando i suoi crini rossi e arruffandoli leggermente. Si abbassò, lentamente e sensualmente, una spallina del top e sorrise sentendolo di nuovo deglutire a vuoto. Con le dita si pizzicò le guance, imporporendole leggermente.  Zoro la osservò stupito. Sembrava davvero che avesse appena fatto sesso con qualcuno. Ma si stupì ancora di più quando la vide succhiare e mordicchiare la sua spalla, lasciando un piccolo segno rosso.
“Certo che pensa proprio a tutto”disse Zoro fra sé e sé, osservando attonito quello che doveva essere un succhiotto.  Strabuzzò gli occhi quando la vide avvicinarsi. “E adesso che cosa vorrebbe fare?” I loro nasi si sfioravano e ognuno poteva sentire il respiro dell’altro. Lei si abbassò fino al suo collo, beandosi per qualche secondo di quell’odore di sale e ferro che caratterizzava la sua preda, per poi mordere e succhiare leggermente la pelle fra il suo collo e la spalla. Sorrise vittoriosa non appena sentì crescere il suo membro contro di lei. Lentamente, iniziò ad avvicinare il suo bacino a quello di lui, sfregandolo contro il suo ormai troppo evidente rigonfiamento. Tornò a guardarlo in viso. Era completamente rosso, ed era evidente che si stava trattenendo dall’ansimare.
-Se vuoi posso continuare…- disse lei scendendo sensualmente con la mano fino al suo cavallo.
-Basta!- lo sentì urlare e lei si bloccò, osservandolo vittoriosa –E va bene, ti aiuterò. Ma tu dovrai pulire la casa e cucinare, o chiamerò una domestica che…- ma Zoro non riuscì a terminare la frase che si ritrovò il collo circondato dalle braccia di lei, che lo stringeva forte.
-Ci sto!- urlò lei felice, stringendolo così tanto a sé che sbilanciò la sedia e si ritrovarono per terra. Lei a cavalcioni sopra il suo stomaco e i loro visi distanti solo pochi millimetri –Comunque, puoi chiamarmi Nami- aggiunse lei osservandolo negli occhi e provando una strana sensazione.
-Di me sai già tutto, ma ti sarei grato se mi sciogliessi i polsi- disse ghignando.

Angolo dell'autrice
Ehi ciao a tutti! Non no sono morta, anche se è da molto che non pubblico niente. Beh eccomi qui con una nuova storia. Spero di poterla aggiornare velocemente, ho già qualche capitolo pronto, però domani mi niza la scuola. Cercherò di essere presente, tranquilli. Allora, non so come mi sia venuta in mente sta cosa. Però mi ispira parecchio. Ma faccio giudicare voi. Mi raccomando recensite, ditemi anche che è una cacca ma recensite! Ho bisogno di sapere cosa ne pensate. Per quanto riguarda la mia long in sospeso "Friendlove" ci sto lavorando traqnuilli, anche se probabilmente la eliminerò e la rielaborerò perchè non mi convince molto. Ma ancora non è sicuro. Comunque, adesso vi saluto. Spero leggiate la storia! Un bacio a tutti!
  
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