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Autore: miriana_JB    17/09/2014    0 recensioni
Questa è la storia particolare di un ragazzo particolare.
Attenzione, sono presenti parolacce.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Violenza
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Ciao, sono Vincent. 
Posso descrivermi come un ragazzo di bell’aspetto, simpatico e.. basta. Credo siano soltanto questi i miei pregi mentre per i difetti ne sono pieno ma sinceramente non m’importa. Pensando a ciò che ho appena detto si capisce che sono narcisista e menefreghista, sfortunatamente per voi questi non sono i miei unici difetti.
Ho 16 anni e mi dispiace per voi care ragazze ma sono gay. Ora però mi descriverò per voi, cari ragazzi.
Sono alto 1.70 (lo so, sono basso per essere un ragazzo ma Madre natura qualche difettuccio doveva pur darmelo) capelli color castano chiaro, pelle diafana e occhi neri come la pece. Dopo che ve l’ho fatto venire duro o vi ho fatto bagnare la passerina, vi parlerò della mia vita. 
Vado a scuola come ogni normale ragazzo, però per mantenermi lavoro in un bar gay ma non faccio il barman o il cameriere.. bensì faccio lo spogliarellista e qualche volta guadagno soldi extra facendo altri “lavoretti” (lo so, per la mia età è illegale ma guadagno bene e al proprietario interessano solamente i soldi). Ora starete pensando “Non poteva cercare un lavoro più onesto?”. Beh, l’ho pensato anch’io ma l’unica cosa buona che so fare è scopare quindi perché non farlo per soldi? Inoltre è anche divertente se si è un po’ ubriachi e il tizio che ti paga non è del tutto vecchio e sfatto. 
Abito con il mio fratellastro, la sua fidanzata e una mia amica. Magari ve li descrivo velocemente.
Il mio fratellastro si chiama Ian, è alto, capelli rossi e muscoloso. Un bel ragazzo insomma. La sua fidanzata si chiama Denise, anche lei ha i capelli rossi però non sono naturali, occhi verdi ed è alta un metro e una banana. La mia amica invece si chiama Jessica. A mio parere è l’unica persona al mondo che si avvicina leggermente al livello della mia perfezione. Comunque è bassa (si, Ian è Biancaneve e noi siamo i suoi nani. Denise è Picchialo, io sono Scopalo e Jessica è Sniffalo.), ha i capelli biondi a dread lunghi fino al sedere, occhi celesti e qualche lentiggine qua e là. 
Viviamo insieme perché frequentiamo tutti la stessa scuola (Ian e Denise hanno 18 anni) che non vi sto a spiegare che tipo di scuola è, perché non lo so neanche io. 
Comunque la mia giornata comincia come al solito: Jessica mi tira giù dal letto, letteralmente. 
“Che palle! Non ci voglio andare a scuola.” Sbuffo mentre lei mi tira per un piede.
“Alzati deficiente o ti ci faccio andare io a modo mio.” 
Che palle davvero. Il problema è che lei non scherza e con “a modo mio” intende a calci in culo. Ah, non pensate minimamente che lei sia una secchiona! È pur sempre la mia migliore amica. Però siamo costretti ad andare a scuola e se non ci sono io s’annoia. 
Spaventato dalle minacce del nano da giardino, mi alzo dal letto per poi scendere di sotto ancora in mutande.
“Buongiorno!”
Ian mi saluta con un bel sorriso stampato in faccia, per poi continuare a mangiare i suoi cereali.
È sempre così fottutamente mattiniero quel ragazzo.
Sbiascico un ” ‘giorno.” per poi andare a sedermi con lui al tavolo da pranzo.
Ian:”Ti ho sentito rientrare tardi ‘stanotte. Non dovresti se poi hai scuola
Non sei mia madre” Gli rispondo acidamente.
Ma sono tuo fratello” 
Addento un toast bruciacchiato per poi guardarlo con cattiveria “Ah, quindi ogni tanto te lo ricordi. Solo però quando vuoi rimproverarmi, non quand-” Smetto di parlare sentendo Denise che ci da il buongiorno e va’ a baciare il suo fidanzato. Che spettacolo melenso e pietoso. 
Finisco il toast e comincio a fumarmi una sigaretta.
Stai partorendo in bagno o cosa?!” Urlo a Jessica che è in bagno sin da quando m’ha tirato giù dal letto.
Arrivo!
Nel frattempo mi vesto con i vestiti che avevo messo ieri, sono ancora abbastanza puliti.
Jessica entra in camera e mi mostra una felpa verde.
Ieri ho macchiato di maionese la felpa che avevo preso ‘in prestito’ da Ian e ho cercato di smacchiarla..
Con ‘in prestito’ intende che l’ha presa senza permesso.
Fammi vedere.” 
Dico per poi prendere la felpa.
La macchia era grande quanto il pugno di una mano e il tentativo di smacchiarla aveva fatto scolorire il tessuto.
Sai che ti ammazzerà vero?
Allora la ragazza mi guarda con espressione furba.
Non se non la vedrà.
Usciamo di casa e Jessica mette la felpa di Ian nello zaino. Passando vicino al bidone della spazzatura che c’è di fronte la scuola, esce la felpa e con nonchalance la getta via.
Ecco fatto.
Sei proprio una delinquente.” Gli dico con una faccia teatralmente stupita.
Ho imparato dal migliore” Afferma per poi farmi un occhiolino.
Non sono un delinquente, cioè qualche volta rubo oppure do fuoco ad una casa abbandonata ma è solo per divertimento.
Comunque entriamo in classe e ci sediamo ai banchi dell’ultima fila. Dopo qualche ora Jessica è intenta a rollare una sigaretta mentre io intaglio il mio nome sul banco con un coltellino. 
Yato allora?
Mi risveglio dal mondo dei sogni e guardo il professore che mi fissa.
Eh?
Come si risolve un’equazione di secondo grado?
E io che cazzo ne so? È lei il professore, se non lo sa lei come faccio a saperlo io.
Dopo una bella sgridata da parte del  professore mi ritrovo a girovagare per i corridoi della scuola. Quel deficiente mi ha anche detto che devo andare dalla psicologa della scuola. Come se non la conoscessi già.
Sono un ragazzo “problematico” o almeno così dicono. Sospettano che io soffra di sociopatia, dicono anche che sono un manipolatore e cagate varie. Ma secondo me sono tutte stronzate, sono soltanto particolare.
Arrivato all’ufficio della psicologa entro nello studio della signorina Sullivan e mi accomodo sgarbatamente sulla sediolina posta di fronte alla sua cattedra.
Ciao Vincent.” 
Mi saluta molto cortesemente. È una donnina graziosa, avrà una trentina d’anni non di più. Mi guarda con apprensione, manco fosse mia madre o mia sorella.
La saluto con un cenno della testa per poi cominciare a fissarla.
Come mai qui?
Niente di che. Ormai basta un ‘cazzo’ e ti spediscono dalla strizzacervelli.
Lei sospira.
Innanzitutto sono una psicologa scolastica, secondo Vincent tu sei uno studente particolare e non è il primo atto antisociale che compi.”
Anti-che?! Ho solo detto cazzo!
Vic, due giorni fa hai dato fuoco al cestino della spazzatura e una settimana fa hai pestato un ragazzo.
Quello del cestino è stato un incidente e ho pestato quel ragazzo perché.. aspetta, era quello basso o quello con i capelli da scemo?
La faccia di lei resta pietrificata come se avessi bestemmiato di fronte ad una suora. Ma che diamine ha questa gente?
Vic, sai che sono tua amica, ma se continui così verrai espulso.
Buon per me. Tanto non mi piace la scuola.
Se vieni espulso dovrai cambiare città e andare comunque a scuola da un’altra parte.
Sentendo quelle parole mi è salito un nodo in gola. Non perché io non voglia lasciare questo buco di città ma perché qui ho degli amici e un lavoro che mi piace.
Mi prometti che farai il bravo? Almeno fino a venerdì.
Eravamo a martedì.. potevo farcela, credo.
Okay.
Finita la chiacchierata esco e vado a fumare nel bagno delle ragazze, quello dei ragazzi puzza di piscio.
Mentre penso beatamente ai cazzi miei sento la porta aprirsi e getto velocemente il mozzicone della sigaretta nel water.
Chi sta fumando qui?!”
La voce non è quella di un insegnante o di una bidella ma resto comunque immobile e col respiro mozzato. La signorina Sullivan mi avrebbe ucciso se mi avessero mandato ancora da lei. Ad un certo punto la porta viene spalancata e noto con (dis)piacere chi mi ha scoperto.
Oh, ciao Vincent.”
Ciao Deborah.”
Deborah. La nostra grandissima (rompicoglioni) rappresentante d’istituto. Non faceva altro che starmi alle costole. 
Non ti hanno detto che non si fuma nell’istituto? E non ti hanno neanche detto che sei un ragazzo e che non puoi stare nel bagno delle ragazze?
Sbuffo. Un calcio nelle palle mi sta più simpatico di lei.
Ahah, che simpatica.”
Mi dispiace ma dovrò riportare l’accaduto al preside” Dice voltandosi. 
Oh no no no, merda no.
La blocco per un polso e l’avvicino pericolosamente a me. (pericolosamente per le sue ovaie)
C-che vuoi? Non.. non m’incanti.
Oh, andiamo Deborah..” È ora di utilizzare una delle mie più grandi doti: l’ammaliare. “Se vai dal preside non potremo divertirci
Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro “Non lo saprà nessuno oltre a noi due..
La faccia di lei diventa completamente rossa.
Mi allontana con uno spintone.
Merda, sono nella merda.
Quando ad un tratto mi ritrovo la lingua di lei nella gola. La lascio fare, preferisco scoparmela che essere espulso. Inoltre lei ha una cotta per me sin dalle medie, approfittarne qualche volta è utile.
Sono gay ma una scopata è una scopata. Mi basta pensare ad un belloccio della tv ed è fatta.
Dopo averci dato dentro nel bagno della scuola usciamo.
Lei per prima così da non far sorgere sospetti. Aver fatto sesso nel bagno delle ragazze non gioverebbe alla sua reputazione da rappresentante.
Torno in classe visto che ormai l’ora è volata via. Mi siedo al mio posto e Jessica s’avvicina per parlarmi.
Hey, che ti sei perso! Stynkins s’era piegato per prendere il gesso ed ha scorreggiato!”
Bleah! Per fortuna non c’ero. Immagino che aria c’era in classe.
Le scappa una risata fragorosa.
Te che hai fatto?”
Mah, niente di che.”
  
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