Nickname: Kyra Nott (Forum)/Fiamma Erin Gaunt
(EFP)
Fandom: Twilight
Titolo: Le chasseur et la sirène
Personaggi: Demetri x OC; comparsata Felix e
lievissimissimo accenno
Heidi x OC
Pacchetti: Bellezza; Metropoli
Rating: Verde
Note: Qualche piccola info di carattere generale:
* Incubo: Secondo la Meyer gli Incubi sono vampiri
che seducono le donne
prima di ucciderle (una variante maschile del potere di Heidi, insomma)
però io
l’ho inteso anche come un vampiro nel senso tradizionale del
termine: potere di
soggiogare le menti (mentre Keller ha un potere più di tipo
persuasivo limitato
solo agli occhi) e alterare ricordi nonché di ammantarsi
nell’ombra.
** Belle: è la vampira che ha creato
Keller e Rico.
Il titolo è in francese e significa
“Il cacciatore e la sirena”.
L’ambientazione
è nella prima parte a Parigi e nella seconda a Volterra;
come lasso temporale
ci troviamo un po’ prima dei fatti di Twilight.
Avvertimenti: /
Le chasseur et la sirène
Demetri amava la caccia. Lo faceva quando era
umano e dalla
trasformazione in poi questa sua passione si era accentuata tanto da
diventare
la sua vera natura. Era il predatore per eccellenza: veloce e
assolutamente
letale. Il Segugio migliore esistente sull’intero pianeta, un
membro dell’elitè
della guardia dei Volturi.
E si era lasciato sfuggire la preda.
Sì, perché era bastato che quella
ragazzina gli sussurrasse di lasciarla andare, sbattendo vezzosamente
le
ciglia, e lui si era ritrovato a obbedire come un perfetto idiota. Il
cellulare
vibrò nella tasca interna del giubbotto in pelle.
Schiacciò il tasto di
risposta e lo portò all’orecchio.
“L’hai trovata?”
“Più o meno.”
La voce di Felix si era fatta improvvisamente
divertita, irritandolo più
di quanto già non lo fosse.
“Non dirmi che te la sei lasciata
sfuggire, Segugio.”
“Non mi sono lasciato sfuggire nessuno.
Ho ancora la sua scia, ci vorrà
solo un po’ più del previsto.”
All’attacco di risate
dell’amico, mise giù.
Adesso ci si metteva anche lui a fargli perdere le
staffe. Oh, ma quando
l’avesse trovata gliene avrebbe cantate quattro. Tanto per
cominciare avrebbe
preteso di guardarla in faccia, perché quel cappuccio che le
nascondeva il
volto lo aveva irritato in un modo che trovava quasi impossibile da
spiegare
persino a se stesso. E poi una spiegazione. In millequattordici anni di
vita, o
non morte a seconda di come si volevano vedere le cose, non aveva mai lasciato scappare una preda.
Stava giusto rimuginando su questa particolare
affermazione quando un
odore speziato gli invase le narici. Ogni essere vivente aveva una sua
particolare scia, una sorta di profumo che le permetteva di essere
distinta da
qualunque altra. Quello della ragazza in questione era un mix di
cannella e
qualche strano frutto esotico. Se avesse dovuto usare un aggettivo per
descriverlo
probabilmente sarebbe stato: stuzzicante.
Un ghigno compiaciuto gli stirò le
labbra sottili. L’aveva trovata.
Sfrecciò all’inseguimento,
consapevole che il vento aveva portato il suo
odore fino alle sue narici e l’aveva messa in allarme. La
vide saltare da un
tetto all’altro, agile e aggraziata come un gatto, per poi
atterrare sulla
sommità della cattedrale di Notre Dame. In un
balzò era lì, accanto a lei, e l’aveva
stretta nella sua presa ferrea.
- Hai appena finito di scappare –
l’informò, tradendo un accenno di
compiacimento nella sua voce.
- Lasciami andare. –
La voce melodiosa lo raggiunse, spingendolo a
concentrarsi su qualcos’altro.
Tuttavia non sentiva nessun bisogno di assecondarla. Questo
finchè non incrociò
i suoi occhi. Erano di un cupo rosso rubino e sembravano attrarlo con
la forza
irresistibile di due buchi neri. Non sarebbe poi stato così
grave se l’avesse
lasciata andare, no?
Ecco qual era il suo potere. Dannazione ad Aro che
non l’aveva informato
prima. Non era la sua voce a esercitare il controllo sulla
volontà altrui, ma gli
occhi; erano loro il punto focale in cui il potere si incanalava.
Distolse lo sguardo, percependo la sorpresa nella
ragazza.
- Quindi alla fine ci sei arrivato …
molto bravo – commentò, un pizzico
di sarcasmo che si percepiva nella voce melodiosa.
- Sei quella che chiamano “la
sirena”. –
Non era una domanda, ma lei annuì lo
stesso, sorridendo graziosamente.
Allungò una mano verso il cappuccio che
ne celava il volto, guardandola
inarcare un sopracciglio con perplessità.
- Che stai facendo, Segugio? –
- Voglio solo guardarti in faccia –
replicò, facendolo cadere all’indietro
e liberando una cascata di onde corvine che incorniciavano un volto
alabastrino. Gli zigomi erano alti, i tratti del viso eleganti e
decisi, le
ciglia lunghe sembravano formare due mezzelune scure, le labbra erano
ben
disegnate e il collo esile e da cigno. Era bella. Non di una bellezza
capace di
stordire come quella di Heidi, certo, ma non per questo le era
inferiore.
Era difficile da spiegare, ma sentiva una strana
attrazione irresistibile
nei suoi confronti che poco aveva a che vedere con quella che un
Segugio prova
per la sua preda.
- Ti sei incantato, Segugio? –
domandò, ironica.
- Demetri. –
Inarcò un sopracciglio perfettamente
curato, perplessa. – Scusa? –
- Il mio nome è Demetri. –
Le labbra della ragazza si aprirono in un lieve
sorriso.
Era ancora più bella quando sorrideva,
si ritrovò a pensare. Ma che
accidenti gli prendeva? Non cedeva davanti a Heidi e adesso si
ritrovava a fare
pensieri del genere su una perfetta sconosciuta?
- Io sono Keller. –
- Pronta ad andare a Volterra, Keller? –
Tornò a inarcare il sopracciglio,
questa volta in modo ironico.
- Non c’era il libero arbitrio una
volta? Pensavo che nessuno fosse
obbligato a entrare nella Guardia se non lo desiderava –
osservò.
Corrugò la fronte. Non era la risposta
che si era aspettato. Forse una
piccola parte di sé aveva pensato che visto che lui
avvertiva questa strana
irresistibile attrazione lo stesso valesse per lei.
- Certo che c’è ancora la
possibilità di scegliere. Perché dovresti
rifiutare un onore del genere? –
Keller si mordicchiò il labbro
inferiore, indecisa.
- Verrò solo alla condizione di poter
portare un’altra persona con me. –
- Volterra non è un albergo per vampiri
nomadi – replicò, piccato.
- Chiariamo una cosa: se non viene lui non vengo
neanche io. –
Lui. Un attaccamento del
genere di solito si veniva a formare solo nei confronti del proprio
partner.
Una scintilla di fastidio avvampò in lui. Possibile che
fosse davvero geloso di
una ragazza conosciuta appena una manciata di minuti prima?
- E lui ha
almeno qualche
talento che possa valere la sua presenza lì? –
chiese, più aspramente di quanto
fosse opportuno.
Sì, era geloso, ora ne aveva la
conferma.
- Mio fratello è un Incubo*
… giudica tu – replicò, sorridendo
compiaciuta.
Fratello. Il suo cervello registrò
quella parola come se fosse la più
bella che avesse mai sentito in tutta la sua lunga esistenza.
- E adesso dov’è? –
Keller si battè un dito sul labbro
inferiore, pensierosa. –
Probabilmente ancora alla corte di Belle**. –
Digitò velocemente un messaggio,
ricevendo una risposta altrettanto
celere.
- Ci raggiunge a Volterra – lo
informò.
Quindi si sarebbero uniti a loro. Sorrise,
porgendole il braccio come
avrebbe fatto un perfetto gentiluomo d’altri tempi.
- E Volterra sia. –
*
Quando Keller entrò nella loro stanza
lo trovò seduto sulla poltrona in
pelle con lo sguardo perso nel vuoto.
- A che stai pensando? –
domandò, lasciandosi scivolare in braccio a lui
e cingendogli il collo con le braccia.
- Al nostro primo incontro. Mi avevi fatto dannare
per cercare di capire
perché ti avessi lasciata scappare. –
- Sai come si dice, no? Hai bisogno di perdere per
sapere come vincere –
sussurrò a fior di labbra, coinvolgendolo in un bacio lungo
e passionale.
Sì, e lui aveva decisamente vinto,
pensò, cingendogli i fianchi e
approfondendo il contatto. Il bracciolo della poltrona cedette con un
colpo
secco, suscitando la risata roca di qualcuno dietro alla porta.
- Felix – esclamò
indispettito mentre l’amico faceva capolino dalla
porta in pesante legno di quercia.
- Scusate se vi interrompo, piccioncini, ma sono
abbastanza certo che
Aro non sarà contento di rifare l’arredamento
della stanza per la ventesima
volta. Non quando nell’altra ala Heidi e Rico distruggono
un’altra stanza –
aggiunse, scoppiando nuovamente a ridere.
Keller puntò gli occhi in quelli del
gigante davanti a lei, catturandolo
nella rete ammaliante del suo sguardo e mormorando: - Felix,
perché non te ne
torni in camera e non ci disturbi fino a domani mattina? –
Felix annuì, con aria vagamente
intontita, e si richiuse la porta alle
spalle.
Demetri le rivolse un’occhiata
divertita. – Aro non sarà contento di
sapere che hai usato i tuoi poteri su un altro membro della Guardia.
–
- L’ho fatto per una buona ragione
– replicò, sorridendo sorniona.
Artigliò la t shirt del ragazzo,
strappandola in due e gettandola a
terra.
- Un’ottima ragione – la
corresse, prendendola in braccio e gettandola
sul grande letto a baldacchino.
[1.291 parole]
Spazio autrice:
Amo i Volturi, amo Demetri, amo gli OC. Cosa
nasce da tutto ciò? Un’ OS su Demetri x OC, mi
pare ovvio u.u La Shot partecipa
al contest “OC Contest [Multifandom]” indetto da
smartys ayane sul forum.
Qualche piccola info di carattere generale:
* Incubo: Secondo la Meyer gli Incubi sono
vampiri che seducono le donne prima di ucciderle (una variante maschile
del
potere di Heidi, insomma) però io l’ho inteso
anche come un vampiro nel senso
tradizionale del termine: potere di soggiogare le menti (mentre Keller
ha un
potere più di tipo persuasivo limitato solo agli occhi) e
alterare ricordi nonché
di ammantarsi nell’ombra.
** Belle: è la vampira che ha creato
Keller e
Rico.
Direi che è tutto. Hope you enjoy it!
Alla prossima.
Baci baci,
Fiamma Erin Gaunt