Crossover
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Autore: Claudia Ponto    17/09/2014    1 recensioni
Un lungo viaggio, una fantastica avventura che rispecchia ciò di più bello e personale che si possa avere, la fantasia.
Attraverso mondi inesplorati, grandi città, strani personaggi, Claudia, una ragazzina di 12 anni ritroverà di fronte ad un misterioso segreto e a tante magie che troveranno una risposta solo proseguendo il lungo cammino irto di ostacoli che solo lei, con l’aiuto di una simpatica gang, potrà annientare.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La disperazione mi rese capace di strapparmi i vestiti, come Hulk Hogan quando si mette in mostra con i propri fan.
Il fuoco non si spegneva, niente lo placava, nemmeno il vento gelido che si era fatto intenso.
I personaggi animati cercarono di aiutarmi, traumatizzati da quanto potei urlare e piangere, traballava ormai la torre di ghiaccio di cui era rimasto davvero poco e niente e i giganti che fino a quel momento l’avevano scalata precipitarono giù con essa.
Non ci fu altro da fare, fummo costretti ad andarcene, Ilyan che gongolava mentre spariva nella “valanga”.
 
Mi sforzai di restare sveglia, ad ogni costo, ma quando mi resi conto che ero sdraiata all’interno di una camera da letto abbellita con manifesti di ricercati e souvenir di tutto il mondo capì di essermi sforzata inutilmente.
 
Ero sepolta da uno spesso strato di lenzuola colorate che quasi mi soffocava, spostai l’ammasso di lana e kashmir e allora mi accorsi che addosso avevo solamente un maglione rosso troppo largo per la mia piccola taglia.
Che è successo?
Sotto mi prudeva tutto, cercai i miei vestiti per cambiarmi ma a parte alcuni indumenti da uomo nulla era adeguato per me.
Aprì la porta e trovai il salotto della Banda Cooper occupato solamente da Murray profondamente addormentato su una poltrona, russando sonoramente con una rivista di sport piazzata sulla faccia. Su uno sgabello accanto a lui trovai i miei vestiti, rattoppati e ricuciti in modo poco curato, spille da balia e spilloni sparpagliati sopra tra mille fili e metri da sarta.
Delle voci richiamarono la mia attenzione, provenivano dal tetto e per arrivarci presi scala posta fuori casa: fuori non c’era più neve, il tempo era sereno con qualche filo di nuvola, rovinato solo dalla discussione che tuonava rabbiosa.
Erano Sly e Yugi a parlare… anzi, ad urlare.
<< Hai lavorato alle nostre spalle per tutto questo tempo! Sei un bugiardo! >> diceva il duellante, puntando il dito contro il ladro.
Quest’ultimo aveva un aspetto orribile, sotto gli occhi aveva occhiaie scure e si sosteneva a fatica con il suo bastone a causa di una ben evidente zoppicatura al piede sinistro.
<< Non sono un bugiardo! Io… ho fatto delle cose necessarie! >>
<< “Necessarie?” è così che giustifichi il fatto che hai letteralmente copiato i poteri di Claudia!? Qual’era il tuo piano? Avere un mezzo in più per rapinare la gente!? >>
Copiare i miei poteri?
Mi premetti la bocca per trattenere qualsiasi verso di stupore.
Come era possibile che avesse fatto una cosa del genere?
E perché?
<< Non ti permettere di accusarmi di cose di cui non sai ragazzino! Ho solo agito così perché era necessario avere un’arma in più contro quel dannato Ilyan! >>
<< Oh, davvero? Caspita, come sei previdente. Sei stato così furbo… da ignorare gli effetti collaterali della tua stupida idea! >>
<< Bentley ha detto che non sarebbe successo niente! Era solo un’ipotesi! >>
<< Bugiardo! Queste cose vanno sempre considerate! Se davvero fosse stato così, ora la ragazzina non avrebbe rischiato la vita! Dimmi la verità! Voglio saperla! >>
Sly distolse lo sguardo.
Respirava sempre più veloce e si mordeva le labbra, ad un certo punto gettò il berretto a terra passandosi una mano fra la folta capigliatura pelosa, sedendosi sul bordo del tetto non essendo più capace di reggersi in piedi.
<< Avreste fatto meglio a non venire, io l’avevo detto di restarvene qui ma non avete voluto ascoltarmi. >>
<< Sarebbe colpa nostra adesso? Non cambiare discorso, ti ho fatto una domanda ed esigo che tu mi risponda. >>
<< Non sto dando la colpa a nessuno! >>
<< No? A me sembra che tu voglia dire proprio questo! >>
<< Ascoltami dannazione! Qui le cose si stanno mettendo male! Io devo fare qualcosa ma devo farla da solo! Nemmeno i miei compari possono aiutarmi! Voi ragazzini dovete…. restare fuori dai piedi… Questo affare non vi riguarda. >>
<< E Claudia? >>
<< Soprattutto lei. Non voglio che mi intralci. >>
Furono parole dure, mi venne da piangere sentendole, soprattutto perché non capivo cosa avevo fatto di male per essere considerata un intralcio.
Ritornai nella camera in cui mi ero svegliata, chiudendo delicatamente la porta così da non svegliare l’ippopotamo e poi mi infilai sotto le coperte, intristita da quello che avevo sentito.
Sly è stato cattivo… pensai.
Qualche ora dopo la porta si aprì di nuovo, Yui e Sakura entrarono in punta di piedi sussurrando il mio nome.
Non appena gli risposi mi tempestarono di domande sul mio stato di salute, faticando parecchio per rispondere ad ognuno di loro.
<< Avevamo paura che non ti saresti più svegliata. >> disse Sakura emozionata.
<< è un po’ esagerato da dire…. >> gli risposi inquieta.
<< Oh, credici quanto ti diciamo che quello che abbiamo visto è stato tremendo. >> aggiunse Yui.
Non chiesi nemmeno una conferma di quello che avevo passato, me lo ricordavo fin troppo bene, purtroppo.
Le due ragazze parlarono tanto per tutto il tempo che rimasero in mia compagnia, sfoderando tutto il repertorio di frasi d’incoraggiamento per aiutarmi a calmarmi, all’improvviso subentrò Yugi (non il suo doppione) e disse di prepararci, Murray alle sue spalle che ci guardava sconsolato.
<< Dove andiamo? >>
<< Via da qui. Non siamo più graditi qui. >>
 
§
 
Non eravamo gli unici ad avere problemi: Ilyan se la stava passando brutta, sicuramente peggio di noi.
Il suo lavoro era stato un fallimento secondo l’opinione del suo capo, qualunque cosa avesse dovuto fare di preciso non era andata secondo i piani stabiliti; così oltre alle botte prese da Sly dovette prendersi anche quelle del suo principale.
<< Per poco non hai mandato a monte l’intero progetto! Questo è l’unica base in cui sono riuscito a concentrare i mie poteri al di fuori della mia prigione! >>
<< Mi dispiace padrone! Le assicurò che stavolta il suo piano non verrà rovinato! >>
Per la prima volta il mercenario aveva paura della collera del suo oscuro signore: quello che aveva realizzato in quell’assurdo mondi con gli animali era decisamente una delle sue opere più importanti. Dopo quanto accaduto nel mondo di Yugi non poteva non biasimarlo se ci tenesse a non perdere anche quel lavoro, stavolta era disposto a tutto per non farsi scombinare i piani.
<< Ringrazia il cielo che è quasi tutto pronto, altrimenti adesso sprecherei il mio prezioso tempo a tagliarti la testa. Dimmi piuttosto cosa diavolo è quell’affare che il procione ha usato per metterti in difficoltà. >>
<< Da quanto ho capito, è una copia dei poteri della ragazzina. >>
<< Stai dicendo sul serio? >>
<< Hai visto lei stesso quale forza ha scatenato. >>
<< Questo è davvero interessante, è riuscito a realizzare una cosa impossibile. Nemmeno io o il mio amico Gabriel siamo riusciti in un tentativo del genere; devo assolutamente saperne di più, potrebbe tornarci molto utile in futuro. >>
<< Significa che devo fare la spia? >>
<< Significa che devi carpire ogni segreto di quel ladro, e al tempo stesso devi completare il progetto “Buco Nero”. Perciò sbrigati >>
Messe in chiaro le cose il guerriero si mise subito all’opera.
L’oscuro signore si mise comodo, rimuginando sulle ultime notizie ricevute.
Ci sperava nella riuscita del suo ultimo progetto, l’ultima chance di poter dominare l’universo.
Le sue idee erano state rovinate e adesso, se anche questa volta sarebbe andata male, si sarebbe infuriato come una bestia.
Non avrebbe sopportato un altro fallimento, quel poco di pazienza ormai stava andando via.
 
§
 
A pomeriggio inoltrato, non era cambiato nulla, la situazione era rimasta molto tesa.
Essere andati via da Sly aveva messo il malumore a tutti quanti, per non parlare del Faraone.
Ci eravamo rintanati in un vagone abbandonato su un binario morto, nei pressi di un deposito per treni.
Aspettavamo la notte per potercene andare, il piano era trovare la strada per uscire da quel mondo e proseguire per il nostro viaggio, lasciandoci dietro tutti i problemi. Con la puzza di muffa, il caldo e il nervosismo, il tempo pareva essere rallentato apposta per farci annoiare e irritare più di quanto non lo fossimo già.
 
<< Smettila di pensare a quello che è successo Claudia. Ormai il danno e fatto. >> mi rimproverò Yui.
<< Non mi riesce. >> replicai intristita.
Noi ragazze parlavamo a bassa voce, come se quello che era successo fosse talmente grave da non dover essere detto a voce alta.
<< A me continua a sembrare anomalo il comportamento del ladro. Non lo conosco a fondo… ma sono convinta che non avrebbe mai fatto una cosa simile solo perché voleva affrontare Ilyan. >> Sakura era l’unica a dubitare della situazione, aveva persino proposto più volte di tornare dal ladro e farci dire la verità…. nessuno però aveva voluto attuare l’idea.
<< Mi sono stancata di questo mistero. Ho deciso, vado a parlargli. >>.
<< Perderai solo tempo Sakura, scommetto che appena aprirai bocca ti caccerà via. >>
<< Sempre meglio che restare qui a non combinare nul--- >>
Improvvisamente un grido scosse la monotonia del tempo immobile.
Sbirciammo fuori dai finestrini e fu davvero grossa la sorpresa quando ci rendemmo conto che Bentley e Murray erano lì fuori, incastrati in un mucchio di ferri vecchi e fili dell’alta tensione in disuso.
<< E voi cosa accidenti ci fate qui?! >> disse stupito Yugi.
I due ladri, colti in flagrante, alzarono le braccia in segno di resa.
Raccontarono panzane di ogni sorta prima di rendersi conto che non credevamo ad una sola parola di quel che dicevano.
Finito il repertorio, confessarono di essere venuti in cerca di aiuto: volevano che li aiutassimo a capire che cosa fosse preso a Sly.
Non riuscivano ad accettare il suo cambiamento, si era trasformato e ai loro occhi non vedevano altro che un estraneo che giocava a fare il “cavaliere oscuro”. La cosa li abbatteva, sebbene ci avessero sentito di voler andar via speravamo che potessimo cambiar idea e far qualcosa per far tornare il procione quello di una volta.
Ero ancora arrabbiata con lui, ma non potevo fare a meno di preoccuparmi.
<< Il procione è stato chiaro: non ci vuole tra i piedi. Qualunque problema abbia, adesso è da solo. Spero che si diverta con Ilyan, sono una bella coppia di idioti. >>
<< Noi siamo convinti che il suo cambiamento d’umore sia dovuto a qualcos’altro, non a quel tizio. >>
 << Perché questa ipotesi? >>
 << Sly non è mai stato così aggressivo. L’unica volta che si è comportato così è stato per vendicare la sua famiglia… quindi pensiamo che ci sia in mezzo una ragione assai seria che, probabilmente, riguarda qualcuno di molto importante per lui. >>
<< Questo non cambia che ci abbia mentito. >>
<< Si, capiamo che siete arrabbiati… ma ve lo stiamo implorando! Aiutateci! Aiutate Sly! >>
Con la coda dell’occhio notai che il fantasma del Faraone stava brontolando, a differenza di noi altri si dimostrò contrariato alla richiesta di aiuto e sicuramente non voleva avere niente a che fare; Yugi gli lanciò un’occhiataccia e decise di non assecondarlo.
<< Va bene, vi daremo una mano. Ma basta con i segreti, d’accordo? >>
<< Lo giuriamo solennemente! Grazie mille ragazzini! >>
L’ippopotamo e la tartaruga per poco non ci stritolarono con i loro abbracci, erano davvero contenti di poter contare su di noi.
Erano davvero disperati nei confronti del nostro comune amico.
Quando tornammo al nascondiglio Sly non c’era.
Alle chiamate non rispondeva e non aveva lasciato messaggi.
La sua assenza ci costrinse ad andare a cercarlo per mari e per monti, esplorando ogni possibile angolo conosciuto e non di Parigi, evitando di incrociare le vetture della polizia oppure qualche gruppo di manifestanti.
Il furgone percorse numerose strade secondarie caratterizzate da abitazioni medievali, decorate da statue oppure negozietti d’antiquariato che esponevano nelle loro vetrinette mobili e opere.
Si aveva l’impressione di respirare appieno l’atmosfera antica di un mondo ormai lontano i cui resti continuavano a sopravvivere nel tempo.
Finalmente il segnale aumentò: ci aveva guidato fino alla monumentale cattedrale di Notre Dame. La chiesa si ergeva nella sua gotica bellezza, l’architettura era qualcosa di unico, la facciata che si presentava con le due torri gemelle e il rosone al centro, unite da colonne e archi intrecciati, trasmetteva raffinatezza; e i gargoyles di pietra posti di guardia in cima alla costruzione incutevano timore con il loro grottesco aspetto.
La piazza del sagrato era gremita da tantissima gente, nessuno poteva resistere al fascino della cattedrale, tanto che sarebbe stato impossibile passare inosservati anche solo camuffati.
<< Cosa sarà venuto a fare qui? >>
<< Magari sta di nuovo tramando alle nostre spalle. >>
<< O magari ha solo bisogno di un momento di raccoglimento. È in una chiesa dopotutto, il luogo più tranquillo del mondo. >>
Quelle parole vennero smentite all’arrivo di volanti della polizia, sirene spiegate che spaventarono i civili.
I poliziotti scesero dalle auto armati, alcuni fecero irruzione nella cattedrale e di lì a poco si sentirono delle esplosioni. Dopo intensi e confusi minuti di tensione, dal portone principale uscirono due gorilla travestiti da guardie che scortarono ammanettato Sly.
<< Ok… questo non era previsto. >>
 
Non ci stavamo capendo nulla.
Prima lo strano comportamento di Sly, poi la comparsa di Ilyan…. Quando è troppo è troppo
 
La polizia se ne andò in gran fretta non appena la stampa si fece vedere nei dintorni.
Murray diede gas al motore ed inseguì le volanti, sterzando a destra e a manca senza preoccuparsi di poter investire oppure provocare un incidente. Si fermò solo quando la Centrale della Polizia fu visibile, frenando così bruscamente che dal vano del motore uscì del fumo, lui e Bentley saltarono giù e insieme corsero come dei disperati in direzione del palazzo, gadget per l’evasione in mano. Gli saltammo addosso per fermarli, si stavano letteralmente catapultando lì dentro.
<< Siete pazzi?! Che volete fare?! >>
<< Vogliamo liberare il nostro compare! >>
<< Finirete in galera come lui invece! Quando mai si va allo sbaraglio in questo modo per far evadere qualcuno!?  Datevi una calmata! >>
<< Come potete pretendere che ci calmiamo sapendo che il nostro migliore amico è rinchiuso lì dentro?! Potrebbe finire in brutti guai! Potrebbe essere picchiato da qualche piedipiatti pazzo! >>
I poveretti erano davvero sconcertati, probabilmente chiunque avrebbe cercato di aiutare un amico se si fosse presentata un’occasione simile, il loro agire impulsivo, però, non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.
<< Mollate questa roba, ci pensiamo noi a far uscire fuori Sly. Voi diteci solo cosa dover fare. >>
Recuperarono subito il buon umore i due ladri, Bentley gettò alcune idee su un foglio intitolandolo “Evasione precipitosa” ed elencò tutti i passaggi da compiere con una parlantina così rapida che dovette prendere fiato più volte.
Era un complesso lavoro di gruppo, perciò la precisione doveva essere perfetta.
Sakura bloccò il tempo in modo tale da farci muovere nella Centrale e tra i poliziotti immobili che provvisti di bastoni, giubbotti antiproiettile e grosse mitragliatrici incutevano solo paura a guardarli. Anche se le cose erano immobili ci muovemmo comunque con cautela, Bentley che faceva strada all’interno dei corridoi ignorando adeguatamente gli uffici inutili. Le celle erano situate in un piano basso, la maggior parte erano vuote e solo l’ultima in fondo conteneva quello che cercavamo.
<< Ok Sakura, riattiva il tempo. >>
Il blocco temporale era rappresentato da un alone verde lime: lentamente si dissolse come ghiaccio al sole ridando all’ambiente il propri reali colori…. ma poco prima che il tempo tornasse a scorrere normalmente,  cominciai a sentirmi pesantemente male.
I sintomi erano gli stessi provati sulla torre di ghiaccio; la sensazione non scemava e perciò rimasi immobile per non commettere l’errore di aumentare il disturbo, gli occhi chiusi quasi ad esserne costretta.
<< Sakura! Ferma! Non fare niente! >>
L’incantatrice interruppe l’operato, l’incantesimo riprese a dominare e, di conseguenza, quella sensazione di dolore sparì.
<< Che accidenti è successo? >>
<< Non lo so! è la prima volta che i miei poteri scatenano una cosa del genere! >>
<< Io non credo che quanto è successo sia opera della magia, bensì dell’Alimentatore energetico. >>
<< “Alimentatore”? è quell’affare che si è infilato nel braccio? >>
<< Proprio così. Visto che è stato progettato per assomigliare ad un oggetto di natura sconosciuta, lo tengo costantemente d’occhio nell’eventualità di possibili malfunzionamenti. Nel momento in cui il tempo stava riprendendo il suo corso, il mio computer ha registrato una cosa interessante: l’energia del macchinario ha reagito con la pietra da cui abbiamo preso spunto. Forse è questo il motivo per cui la signorina si sente male, deve essere sensibile a questa forza. >>
<< Sensibile? Diamine! Guarda come è ridotta! è sull’orlo di uno svenimento! >>
<< Quindi l’altra volta è stato per causa del vostro marchingegno se Claudia è stata male! >>
<< No! No! Calma! è solo che non avevamo idea delle conseguenze che avrebbe comportato! è una tecnologia con cui non ho mai avuto a che fare e… >>
<< Smettetela di urlare! Non mi aiutate a sentimi meglio! >>
La situazione si era fatta intricata, a quel punto dovevo andarmene il più lontano possibile per non venire a contatto con l’interferenza fra la mia pietra e il macchinario di Sly, messo chissà dove.
Prima di fiondarmi sull’uscita, da uno degli uffici vidi qualcosa che attirò la mia attenzione, costringendomi a curiosare.
 
§
<< Ehi Sly, va tutto bene? >>
<< Bentley? Murray? Cosa ci fate voi qui? >>
<< Ma è ovvio, siamo venuti a darti una mano. Ti abbiamo visto mentre ti arrestavano e  ci siamo organizzati il più velocemente possibile per farti uscire. >>
Yugi e Sakura erano rimasto al fianco dei ladri; tenevano d’occhio l’uscita mentre Sly cercava di capire come i suoi comparo fossero apparsi all’improvviso davanti a lui.
Erano tutti pronti ad andarsene ma il procione aveva altri piani: si infilò nel condotto di aerazione e scivolò tra i condotti senza dare spiegazione.
Yugi e Bentley lo inseguirono, quel suo comportamento non era normale.
Sbucò nientemeno che all’ultimo piano, lo trovarono impegnato nel tentativo di scassinare una porta rossa posta in fondo ad uno stretto corridoio, uno stemma dipinto sul vetro.
<< Ma che diavolo stai facendo?! >> gli disse Yugi.
<< Hanno messo la mia roba qua dentro! La devo riprendere! >> rispose lui.
<< La recupereremo dopo! Adesso dobbiamo uscire da qui, altrimenti le nostre probabilità di cattura aumentano! >> replicò Bentley.
<< No! Se non la recupero non potrò mai fargliela pagare a quel bastardo! Non lo lascerò vincere ancora! >>
Ignorando gli avvertimenti, con un calcio Sly riuscì ad aprire l’ufficio, cominciando a frugare all’interno. Aprì cassetti e mobili per gettare all’aria il contenuto composto da schedari, materiale da ufficio e alcune cianfrusaglie, di quello che gli apparteneva c’era solo lo zaino.
<< Non trovo l’Alimentatore… >> bofonchiò.
<< L’hanno portato da un’altra parte. >> gli rispose la tartaruga.
<< No, tu non vai a prendere niente. Quell’affare deve restare fuori dai piedi. >> esordì il Faraone, bloccandogli la strada.
Di nuovo aveva preso il posto di Yugi e questo al ladro non piacque.
<< Quell’aggeggio è l’unica possibilità che abbiamo per liberarci di Ilyan! è stato lui a mandarmi qui dentro! Mi ha teso una trappola! >>
<< Davvero? Allora ricordarmi di ringraziarlo! Un po’ di tempo “al fresco” è quel che fa per te, razza di testa calda! >>
Tra i due litiganti Bentley fu l’unico a fare attenzione: sentendo dei rumori sospetti lì spinse dentro l’ufficio e richiuse la porta in modo da non farla sembrare forzata, la serratura che scattò con un click. Tirò un sospiro di sollievo, per fortuna c’era una scala antincendio fuori dalla finestra, peccato solo che dava sul parcheggio delle auto della polizia, affollato sia da macchine che da agenti che si riposavano bevendo caffè.
Senza i poteri di Sakura non si poteva andare da nessuna parte.
<< Da quanto tempo tu e Ilyan siete in guerra? >>
<< Non sono affari tuoi moccioso. >>
<< I tuoi “colleghi” dicono che sei diventato così per colpa di qualcuno, e sono sicuri che non si tratti di quel tizio. >>
Sly si irrigidì di colpo, tutta l’irritazione sparì completamente.
Stavolta il muro che aveva sollevato in sua difesa crollò appena un poco, probabilmente perché colto alla sprovvista nel sapere che quella ipotesi era stata mossa da una persona a lui molto vicino. Bentley si fece avanti e spronò il procione a confidarsi, lasciò da parte la sua roba tecnologica e lo confrontò restando semplicemente sé stesso, un atteggiamento che lo mise in difficoltà. 
<< Sly, di che si tratta? Fin da piccoli ci siamo confidati ogni problema che ci tormentava, perché adesso non hai più fiducia in noi?  >>
<< Certo che ho fiducia in voi! Io… ho dovuto solo fare un lavoretto… ve l’ho detto… >>
<< No, stavolta non c’entra quel lavoro, non provare ad imbrogliarmi. Perciò ora sputa il rospo, qual è la verità? >>
Stavolta non c’era via di scampo, seppur controvoglia Sly fu costretto a confessare la verità, l’unico atto per poter preservare l’amicizia con il suo amico e la fiducia con Yugi.
<< L’ho fatto per Carmelita. >>
 
§
 
<< Cos’è successo qui? è tutto a soqquadro. >>
L’ufficio dei reperti, dove le prove di qualsiasi crimine venivano catalogate e custodite, era in uno stato di confusione totale: scatole di cartone giacevano a terra scoperchiate, buste di plastica contenenti oggetti di ogni sorta erano leggermente sciolte, documenti con note ridotti a coriandoli. Ma non fu la cosa più stupefacente.
Il disastro aveva una sorta di disposizione regolare, solo cambiando il proprio punto di vista si potè notare che nell’insieme formavano nientemeno che delle scritte rivolte a me. “Questa volta devi essere coraggiosa”, “ Stasera l’incubo potrebbe vincere e non puoi permetterlo”, “Hai possibilità di cambiare il fato, perciò lotta e vinci”… le frasi dicevano questo genere di cose.
<< Sarebbe il caso di andarcene da qui… e chiamare gli altri… >> disse terrorizzata Yui.
Stavo per seguirla a ruota ma, di nuovo, mi fermai, trovando un’altra cosa che dovevo vedere.
<< Cos’è che luccica? >> da sotto uno degli scaffali di acciaio, un luccichio azzurro mi attirava.
Incastrato nelle rete metallica c’era un frammento di cristallo.
Quella minuscola scheggia appuntita non pareva provenire da nessuno dei reperti; avrebbe potuto non avere niente di importante eppure la sua anomala presenza non poteva non incuriosirmi.
Di qualunque materiale sia fatta, non proviene da mano umana.
 
Improvvisamente una voce tuonò alle nostre spalle, un poliziotto era appena entrato dentro, il blocco del tempo non c’era più. Prima ancora che potesse mettere mani sulle manette d’acciaio, Yui si trasformò e lo tramortì con il suo bastone dandoglielo sulla testa. Prima che altri agenti accorressero c’è ne uscimmo correndo e ci fermammo solo quando il furgone di Murray fu a portata di mano.
Prendemmo il walkie – talkie per metterci in contatto con il resto della banda, il ricevitore rimase silenzioso fino a quando dei crepitii non cominciarono ad uscire.
<< Per me è sempre stata importante… >> i suoni sgraziati si trasformarono in una voce.
<<… è una poliziotta e mi vuole arrestare, ma non me ne mai importato molto, stare con lei è sempre stato divertente… >> riconoscemmo dal tono che si trattava di Sly.
Provammo a parlare ma era chiaro che non ci sentiva, potevamo solo ascoltare cosa si diceva… e devo ammettere che fu una conversazione illuminante.
<< Quando è stata catturata da quel dannato mostro ho fatto di tutto per salvarla ma non ci sono riuscito… non ero abbastanza forte…. allora ho cominciato a cercare una soluzione per riportarla indietro. >>
<< è Claudia cosa c’entra in tutto questo? >>
<< Dopo che quel tizio, Gabriel, mi ha parlato del motivo per cui la signorina era importante, ho pensato che avrei potuto sfruttare la situazione. Quella pietra era proprio ciò di cui avevo bisogno! La soluzione per salvare Carmelita! >>
<< E visto che non potevi usare quella pietra hai pensato di copiarla. Non mi pare un’idea geniale. >>
<< Non mi giustificherò con te del mio cosiddetto “errore”. Il progetto ha funzionato, ormai mi manca poco per fargliela pagare e non mi tirerò indietro! >>
<< E dopo che avrai ottenuto quello per cui stai lottando cosa farai? >>
<< L’unico lavoro che Gabriel mi ha commissionato: portargli la bambina. >>
Improvvisamente la comunicazione si interruppe, degli spari fortissimi rimbombarono dal walkie-talkie, concludendosi in un silenzio tombale che mi lasciò con il fiato sospeso.
 
  
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