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Autore: Diamont Duchess    17/09/2014    2 recensioni
“Lei è una guerriera , Clarice. La nemica è morta , il bambino è salvo. Lei è una guerriera”
Forse il Dr Lecter aveva ragione nell'averle scritto così. Ma ormai che senso poteva avere esser una guerriera senza armi e senza riconoscimenti? ( Capitolo II)
Clarice Starling , Agente dell'FBI, dopo lo strepitoso successo ottenuto con la cattura di Buffalo Bill , viene sollevata dal suo incarico per una disastrosa operazione costata la vita a due agenti del Bureau.
Nel segreto della sua camera , nasconde due lettere del famigerato Hannibal Lecter , il Cannibale pluriomicida evaso dal carcere di Memphis sette anni prima.
Ancora le grida degli agnelli infestano le sue notti tramutando i suoi sogni in incubi terrificanti.
Quando smetteranno di urlare?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarice Starling, Hannibal Lecter
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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IV
 

  Firenze


- Una copia del “Corriere della Sera” e del “National Tattler” – ancora dopo anni il Dr Fell si stupiva della sua voce , ancora così spigolosa e ruvida , quasi metallica , come se le sue corde vocali non si fossero ancora del tutto abituate a quella continua sollecitazione che stava avvenendo da qualche anno a questa parte.
Si calò la visiera dell’ampio capello bianco che indossava maggiormente sul volto, per via precauzionale.
Non si fidava ancora di questi italiani, potevano giocargli un brutto scherzo se solo uno di questi individui l’avesse riconosciuto non avrebbero esitato a denunciarlo alle autorità per un posto in prima pagina sui qualche giornale di tiratura nazionale.
Ormai stava iniziando a conoscere questi italiani che potevano sì vantarsi di possedere un passato glorioso alle spalle, ma potevano esser parecchio delusi dall’andamento di un presente sciatto e scialbo.
L’edicolante non si soffermò a lungo su quell’uomo che aveva l’aria di esser un pezzo grosso a Firenze, un Letterato, forse faceva parte del famoso “Studiolo” ( un élite di studiosi appassionati della Cultura fiorentina Medioevale e Rinascimentale ) e quindi , come i suoi colleghi , avesse la puzza sotto il naso.
Ma comunque all’edicolante poco importava l’estrazione di quel particolare individuo vestito con giacca bianca , camicia nera, su pantaloni anch’essi bianchi.
Ebbe per un singolo istante , quando porse i giornali a quell’uomo particolare, che fosse uscito da qualche libro ottocentesco per via , non solo del suo abbigliamento, ma per il forte profumo che indossava.
“Un uomo che indossa i profumi non è un uomo, ma una checca!” pensò l’edicolante mentre tendeva la mano per prendere il magro compenso per quei due giornali.
Inavvertitamente sfiorò le mani dell’uomo e una sensazione di gelo attraversò tutto il braccio fino ad arrivare al petto, gelando anche il suo cuore.
Si ridestò subito da quella strana sensazione quando quell’uomo, girati i tacchi, se ne stava andando.
A Firenze di gente insolita se ne incontra in ogni buco, in ogni maledettissimo buco.
Il Dr Fell, con entrambi i giornali arrotolati sotto il braccio, proseguì per la sua strada, non potendo non ricordare gli occhi di quell’edicolante, occhi dai quali traspariva rispetto e quasi un timore reverenziale per la sua persona.
Di ciò si compiaceva , sapeva bene che il suo solo aspetto, tralasciando il suo nome , incuteva queste sensazioni e non poteva non andarne fiero.
Una giornata come quella, con il Sole alto che illuminava tutta la grande città di Firenze, sarebbe stato un peccato buttarla via addentrandosi in strade secondarie e maleodoranti, ecco perché il Dr Fell optò per un giro più lungo per giungere a Palazzo Capponi, sua “modesta” residenza , un giro che toccasse le arterie principali di Firenze dove si nascondevano i suoi tesori più affascinanti.
Camminò su Ponte Vecchio gustandosi ancora una volta una leggera brezza che gli correva sul volto e tra i capelli, assaporando con gli occhi l’Arno illuminato dai raggi del Sole e gustando quel panorama che non aveva eguali in nessuna parte del Mondo e forse del Cosmo.
Sostò qualche istante per godere appieno di tutte le sensazioni che lo investivano .
Tutti i suoi sensi erano concentrati e attivi , non voleva perdere nemmeno un frammento o un’essenza di quel panorama.
La gente dietro di lui lo sorpassava , ignara della bellezza che il Dr Fell contemplava con gli occhi e con l’anima.
Tutta quelle gente era abituata a quella visione, ma il Dr Fell, dopo due anni, non si stancava di ammirare tutti quei particolari che ai suoi occhi erano sempre nuovi, diversi, con qualcosa di speciale che la volta precedente non aveva scorto.
Impresse nella sua mente quell’immagine fatta di colori e di profumi per poi abbandonarla alle sue spalle e alla sua memoria, diretto verso la sua abitazione.
Abitava nel vecchio Palazzo Capponi da qualche mese, da quando l’ex curatore della Biblioteca era scomparso misteriosamente non lasciando nessuna traccia di sé.
Molti, nel Consiglio amministrativo , parlavano di una fuga romantica con la sua segretaria volendo addolcire la questione di una fuga inaspettata , dal momento che erano a conoscenza dei suoi problemi personali con la moglie, ma l’ex curatore della Biblioteca Capponi non era sparito, tutti l’avevano sotto gli occhi, sarebbe stato necessario osservare meglio ed aguzzare la vista e la Questura di Firenze l’avrebbe trovato in fondo all’Arno con due grosse pietre legate alle caviglie e il volto sfigurato da tre singoli morsi, due sulle guance e uno sul collo.
Fendendo la folla in due , il Dr Fell si avvicinava sempre di più alla sua nuova abitazione che trasudava di storia e d’antichità da ogni singolo poro, ma prima aveva desiderio di osservare Palazzo Vecchio e non mancò di osservarlo nemmeno quel giorno, deviando per la seconda volta la strada principale che l’avrebbe portato a casa in due minuti , per poter ammirare quel pezzo di Storia .
Sorrise appena soddisfatto di quella visione , ma decise che era venuto veramente il momento di tornare a “casa”.
Affrettò il passo inconsapevolmente , desiderava adesso solo un bagno caldo, un buon bicchiere di Lambrusco e fare della buona musica con quello splendido clavicembalo del XVI dove poteva suonare Bach in una maniera divina.
Aveva anche un’altra commissione da sbrigare , ma quella sarebbe potuta avvenire in un secondo tempo, prima voleva curarsi del suo corpo e della sua anima, già piena delle visioni precedenti, ma non appagata completamente.
Arrivato di fronte al portone , infilò la chiave nella toppa, la girò per poi entrare in quell’atrio immenso e chiudere quel portone altrettanto enorme alle sue spalle.
Un forte profumo d’antichità lo investì mentre saliva le scale che lo avrebbero portato alla sua dimora.
Ecco lì la sua augusta dimora, rilucente di Storia e di Cultura.
Non appena fu dentro il suo appartamento , non esitò a posare la giacca e il capello sull’appendiabiti, portandosi i due giornali ancora sotto il braccio.
Desiderava leggerli nel momento di relax estremo : mentre si detergeva .
Bagno, bagno, bagno : era imperativo.
Si tolse la giacca e i calzoni posandoli accuratamente sul letto per poi dirigersi verso l’ampio bagno che si apriva di fronte ai suoi occhi, un bagno signorile dotato di tutte le comodità, non pacchiano, ma di gusto raffinato.
Aprì l’acqua caldo e aspettò fin quando la vasca non ne fu piena, solo allora si tolse l’ultimo indumento che guadagnò il pavimento per immergersi totalmente nell’ampia vasca fumante.
Una dolce sensazione catturò le sue membra quando il corpo agile e snello del Dr Fell lentamente si abbandonava alle cura dell’acqua bollente sul corpo.
Chiuse gli occhi reclinando il capo all’indietro fino a quando la testa non si abbandonò sull’orlo della vasca.
Una vera pace per tutti i sensi.
Adorava quel piccolo lusso che si concedeva quasi ogni giorno, adorava stare in quella vasca mentre i pensieri erano liberi di galoppare nella sua mente.
In questo piccolo angolo di terra nessuno sarebbe venuto a disturbarlo, né con la presenza fisica né con una voce assordante.
C’era solo lui assieme ai suoi pensieri.
Allungò un braccio fuori dalla vasca per afferrare una piccola fialetta di bagnoschiuma il cui contenuto fu velocemente versato nella vasca da bagno.
Solo allora il Dr Fell spalancò le narici per inspirare l’essenza che ne usciva.
Sembrò quasi che i suoi polmoni fossero avidi di quella strana e dolce essenza che adesso andava, pian piano, a creare delle piccole nuvole di schiuma che galleggiava a pelo dell’acqua.
Richiuse la piccola fialetta ormai vuota per poi abbandonarla su un cassetto vicino : aveva fatto ben il suo lavoro risvegliando totalmente l’olfatto assopito del Dr Fell.
Adesso però la sua attenzione non era più monopolizzata sulle piccole nuvole di schiuma che si andavano a creare e depositare lungo il suo corpo , ma erano i due giornali, in particolare uno, il “National Tattler” dall’America.
Non era stato facile rintracciarlo, ma ormai da tempo conosceva l’edicola dove poteva trovarlo.
Ovviamente non si curava del piccolo aumento di prezzo imposto arbitrariamente dal venditore che puzzava di pesce marcio , con quei pochi soldi in più sperava si comprasse un buon deodorante e parecchio bagnoschiuma, avrebbe potuto consigliarlo favolosamente in merito.
Allungò le mani verso un asciugamano adagiata sul fianco della vasca e se le asciugò per bene prima di raccogliere l’ampio giornale.
Sorrise non poco nel vedere l’ampio titolo , a caratteri 72 , spiccare sull’ampia pagina : “L’Agente Starling è stata temporaneamente rimossa dal servizio per il caso Evelda. Responsabile della morte di cinque persone nell’operazione, l’Agente Starling sarà portata di fronte ad un Tribunale. Continua a pagina 6 “
Il Nation Tattler era famoso per le sue ripetizioni e già la settimana scorsa aveva presentato un tiolo del genere, supponendo che l’FBI avrebbe in poco tempo sbattuto fuori l’Agente Starling, e così è stato.
Ottima premonizione , pensò il Dr Fell mentre apriva l’ampio giornale, attento a non far bagnare nessuna delle pagina e tenendo alto il giornale per poter vedere meglio le parole in esso scritte.
Pagina 6 … Trovata!
Il Dr Fell continuò a leggere notevolmente divertito l’articolo sull’Agente Speciale Starilng, su come si era svolta l’operazione , articolo già usato nell’altro numero e raffazzonato alla bene e meglio , su come erano state sprecate vite umane e in ultimo, dopo aver infangato il nome della Starling , un piccolo trafiletto a piè di pagina dove era scritta in breve la sua carriera.
Su quello il Dr Fell volle soffermarsi ed avvicinò ancora di più il giornale agli occhi avidi di leggere.
Si parlava delle ottime credenziali di Clarice Starling, dei suoi due diplomi , di come si era messa in mostra all’Accademia lavorando per la Sezione Scienze del Comportamento di Quantico sotto la guida di Crawford e alla fine qualche parola sul caso Buffalo Bill.
“ La sposa del Cannibale di Baltimora è riuscita a catturare il pazzo misogino noto ai più come Buffalo Bill grazie ai contatti con Hannibal The Cannibal Lecter , evaso da Memphis più di sette anni fa. Non è impossibile credere che la Starling abbia favorito l’evasione di Lecter grazie ai suoi contatti con il Bureau falsificando prove e dando al Cannibale informazioni necessarie per la fuga”
Il Dr Fell non poté far a meno di sorridere ancora di più leggendo quelle parole.
Ancora si ricordavano di Lui. Strano, nel sito dell’FBI, nella sezione “I 10 latitanti più pericolosi” la sua faccia non era presente da anni, strano che si ricordassero ancora di lui.
Piano, con delicatezza estrema , passò due dita su una piccola fotografia di Clarice Starling scattata il giorno della sua promozione ad Agente Speciale a pieno titolo.
Sfiorò i contorni del viso con il polpastrello del pollice per poi portare le sue dita per tutta la lunghezza della fotografia.
Non era cambiata affatto quella piccola campagnola rustica. Portava ancora i capelli raccolti in una strana coda di cavallo, gli occhi battaglieri e fieri di chi sapeva il fatto suo .
Non si sarebbe arresa di fronte a questo smacco, il Dr Fell lo sapeva bene  e glielo aveva scritto chiaro e tondo nella sua ultima lettera, firmandosi con la sua vera identità : Hannibal Lecter.
Forse era delusa di se stessa per esser stata gettata fuori da quell’organismo al quale dedicava anima e corpo e di aver così infangato in buon nome della famiglia Starling, da tempo deceduta ?
Lecter sapeva bene di esser dalla parte del giusto.
La conosceva del resto meglio di chiunque altro quella campagnola, meglio di quanto lei conoscesse mai se stessa.
Ripose il giornale ripiegandolo accuratamente , facendo attenzione a non farlo cadere in acqua.
Una volta liberatosi di quell’ingombrante giornale, piano si immerse totalmente nell’acqua volendo bearsi ancora di quell’ultimo momento.
L’acqua avvolgeva tutto il suo corpo, si sentiva un tutt’uno con questa entità alla quale siamo tutti legati, come sosteneva il filosofo Talete.
Riemerse quando i suoi polmoni richiesero aria.
Prese una sonora boccata d’aria e poi, svelto e scattante , uscì dall’acqua per avvolgere il suo corpo rigenerato in un lungo accappatoio rosso e di finissima fattura.
Mentre usciva da bagno, raccolse il Tattler , doveva riporlo in un posto molto più sicuro del bagno e più consono soprattutto.
Il suo sguardo si soffermò per un istante su delle piccole mensole accanto allo specchio che troneggiava nel bagno.
La piccola fiala di l’Air du Temps era lì e il Dottor Lecter, scorgendola, non poté far a meno di abbozzare un vago sorridere.

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Spazio Autrice : Finalmente appare il Dr Fell o meglio noto come Hannibal Lecter. Ero parecchio indecisa se farlo apparire adesso o più in là nella storia lasciando così spazio a Clarice e alle sue disavventure , ma alla fine ho optato per la prima . Sono soddisfatta per adesso di questa trama ancora in elaborazione.
Non so come andrà avanti , ma spero che vi prederà come sta prendendo la sottoscritta mentre la scrive.
Forse ho aggiornato troppo in fretta , ma dovevo. Le idee erano troppe e le avrei perse se non avessi scritto.
Per adesso vi lascio con questi primi Quattro Capitoli, sperando di avervi incuriosito almeno un minimo con questa mia storia tra Lecter e Clarice.
Buona Lettura.

 

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