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Autore: darkronin    17/09/2014    1 recensioni
Terza e ultima parte (spero) della saga 'L'ira degli Eroi'
Scopriremo, finalmente, come sono connessi tra loro Loki, Thanos e i potenti della Terra e cosa ciascuno di essi nasconda o desideri. Vedremo come i nostri eroi, finalmente riunitisi, finiranno nei guai e cercheranno di uscirne.
- - - - - - Crossover Avengers-X-men col Marvelverse più in generale (come dovrebbe essere in realtà)
- - Altri personaggi secondari aggiuntivi rispetto alla fic precedente: I nuovi personaggi introdotti in quest'ultima parte, per ora, sono solo l'agente 13 Sharon Carter, i gemelli Fenris, Ercole, Sersi, Ares, Danny Rand e Luke Cage, Polaris, Havoc, Ciclope, Sole Ardente, Cable (in minima parte).
+ Riferimenti a World War Hulk, Age of Apocalypse, Secret Invasion, House of M
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ira degli eroi'
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21. Vita in morte






Dai portoni dorati, una torma di guerrieri variegati si stava riversando sul campo da guerra. Tra essi, Thanos riconobbe eroi terrestri e divinità dei nove regni, stretti gli uni agli altri, fianco a fianco, a respingere la sua avanzata.
“Traditrice!” sibilò con sguardo furente, pronto a colpire la sua interlocutrice. L'incantesimo appena formulato, però, si era serrato attorno ai suoi arti, impedendogli qualunque movimento. Hela era cosciente che lui l'avrebbe uccisa se solo ne avesse avuto la possibilità.
La dea sollevò il mento, altera, e ghignò “Cosa avrei tradito? Non c'era alcuna alleanza tra noi. Mi hai perseguitata con la tua presenza e mi hai sfidato a prenderti in sposo se mi avessi consegnato il Tesseract o la Terra. Non hai fatto né l'uno né l'altro. Mentre io difendo un regno che è mio di diritto...”
“Non è tuo, sgualdrina!” rantolò furente il titano
“No, è vero. Hai ragione. Ma, se io sterminassi la discendenza di Odino... allora sì, lo sarebbe...” replicò lei con un ghigno “...e mi sarebbe così semplice, se solo lo volessi... Io ho ereditato momentaneamente il governo del regno mentre mio padre è impegnato altrove. Sono disposta ad ogni patto per non lasciarlo nelle tue mani”
“Anche ad allearti coi tuoi nemici?” Thanos schiumava di rabbia.
“Oh, Thanos...” lo canzonò lei, girandogli intorno “La mente del dio degli inganni è troppo complicata perché un cervello fino come il tuo possa afferrarlo. Per te il suo pensiero è inintelligibile” replicò stirando un sorriso nero come la pece ma così dolce che non le aveva mai visto su quel viso pallido e crudele.
Ben presto la rivolta fu sedata e Plutone, divinità infernale dell'olimpo Vanir, accorse al loro cospetto a comunicarle il cessare delle ostilità.
“Siete una famiglia di matti...” sibilò il dio dell'oltretomba affiancandola “...tu e tuo padre andreste rinchiusi, per il bene di tutti!”
“Oh, caro Ade... forse ora capite che non è il caso di averci come nemici e di non farci mai arrabbiare...” replicò lei mentre, senza sforzo, si trascinava appresso il titano inerme, reso leggero e fluttuante dalla sua magia.
“Hela...” si inchinò Makkari il messaggero andandole in contro.
E così fecero tanti altri dei dei più disparati olimpi. Tutti accorsi a proteggere l'equilibrio dei nove regni.
Thanos vide Ercole, il campione dell'Olimpo, bello e selvaggio anche se un po' stupido, che non si piegava al loro passaggio, diffidente. Al suo fianco il compagno Ares, lordato di sangue dei nemici da testa a piedi e orgoglioso della sua bravura, al contrario, strizzava l'occhio alla loro conduttrice norrena mentre si scarmigliava il lugubre moicano che gli tagliava in due il cranio. A quel gesto, anche Hela, distante e protetta, avvertì Thanos fremere di rabbia. Passarono oltre e incrociarono Thena che li studiava con voluta sufficienza. La bionda dea della guerra e della strategia era orgogliosa di quel piano perfettamente congegnato anche se ne discuteva la violenza. E poi, ancora, altre divinità dagli olimpi egizi, nipponici, sudamericani, gli elfi lucenti del regno Shi'ar capeggiati dal loro campione Gladiator e i nani meccanici di Muspell, tutti stretti assieme. I Chitauri, e gli Skrull da cui originavano, non erano affatto nemici facili da abbattere e quella vittoria dava a tutti una ventata di ottimismo in caso di nuovo scontro con quegli esseri. Tutti erano più che consapevoli che, nell'ottica degli eoni delle loro vite, quella appena vinta non era stata che una delle molte battaglie. Si erano mobilitati in molti nel dubbio che le truppe disponibili non bastassero a reggere l'assalto. Ora avrebbero ricalibrato la loro forza offensiva, al momento, sicuramente esagerata.
Giunta che fu sulla soglia, Hela si volse un'ultima volta verso il suo prigioniero e davanti a tutti rilasciò la sua sentenza “Thanos di Titano, araldo della Morte, che, come primo tributo al tuo amore hai versato la vita della tua stessa madre alla tua nascita, io ti condanno a un'esistenza solitaria, lontano da tutti e da tutto. Anche se ora dovessi evadere da questa prigionia, non ci saranno poteri o doni che acquisirai che renderanno reversibile questa sentenza. Né il Cubo Cosmico né Urano né la Terra, con la sconfitta dei suoi eroi, né la compensazione del grande squilibrio tra il regno dei vivi e quello dei morti, a cui hai fornito un significativo contributo, sono doni sufficienti ad attirare l'attenzione di colei che brami. Finora l'hai solo infastidita e per questo ella ti punisce. La Morte non ti rivolgerà mai più la parola e se l'ha fatto fino ad ora, in particolar modo in questo frangente odierno, è stato solo per la pura cortesia con cui si può ripagare un vecchio servitore. Non sarà sufficiente spegnere tutte le stelle dell'Universo. Nonostante porti nel tuo nome il suo vessillo, sei a lei inferiore e per questo ne sei indegno. E, qualora tu diventassi talmente potente da spegnere la luce del Creato saresti troppo potente perché lei, a sua volta, possa parlarti. Ella ti ama per il contributo che apporti alla sua causa ma dovresti ubbidirle ciecamente, evitando ogni iniziativa personale tesa a surclassarla o a compromettere i suoi piani. Finché l'arroganza albergherà nel tuo cuore, finché cercherai di oscurare il ruolo di Galactus, quale uccisore di stelle, contribuendo alla spaccatura tra il regno dei vivi e quello dei morti anziché sanarla, tu sei bandito dai nove regni e dall'Universo intero e non ti resta che la prigionia della realtà arida e sterile della zona negativa. A questo destino, noi, rappresentanti di tutti gli olimpi terrestri, ti condanniamo con il beneplacito dei Guardiani della Galassia: morte in vita e vita in morte”
Nell'udire quel nome Thanos sbiancò, la condanna era definitiva: aveva torturato la figlia di uno di loro, Dragoluna figlia di Drax. Poteva aspettarselo che avrebbero dato il via libera alla sentenza di Hela. E tutto perché aveva cercato di farsi notare da quella stessa donna che amava e che mai, prima di allora, gli aveva prestato la benché minima attenzione. Aveva sovvertito l'ordine naturale delle cose per lei e questo, al posto di impressionarla, l'aveva così irritata da condannarlo a un'esistenza da eremita per la quale non c'era possibilità alcuna di riscattarsi.
Due lancieri lo affiancarono, pronti a scortarlo al suo castigo. Ma Odino si fece largo tra la folla e, dopo un violento brusio iniziale dovuto alla sorpresa, tutto tacque.
“Propongo...” disse con fare solenne, lanciando un'occhiata benevola alla nipote adottiva che lo osservava con un'espressione neutrale che non tradiva sorpresa né irritazione né curiosità “... di concedere al prigioniero la possibilità di fare ammenda per le sue colpe.” Hela lo guardava, ora, allarmata e con aperto stupore, così come molti altri dei: Odino era forse impazzito? Loki le aveva detto quanto le decisioni del Padre degli dei potessero essere folli. Eppure, dalle sue parole, traspariva anche un senso di orgoglio e appartenenza, forse riconoscendogli la lungimiranza e correttezza delle stesse. Eppure, ora più che mai, sembrava una richiesta assurda. Da sempre Thanos mirava ad Asgard o a Midgard per far crollare l'equilibrio dell'Universo e ora il padre degli dei lo difendeva? Perché? “C'è qualcosa che vuoi forse dire, Thanos di Titano, fratello Eterno Vanir che, per il tuo aspetto più simile agli Eterni Devianti, hai scelto l'auto reclusione tra gli Skrull e, tra le cui fila. ti sei distinto al punto da riuscire a prendere il comando del gruppo denominato Chitauri e a conquistare il trono di re degli elfi oscuri e degli orchi Dvergar di Svartalfaheimr?”
“Io...” disse raddrizzando il più possibile la schiena già impeccabilmente dritta in un rigore marziale “...sì.” disse solo cercando di scegliere con cura le parole “Io...desidero solo la Morte. Nulla di più. Tutto ciò che a ogni Eterno è negato, se non in modo violento, io lo desidero. Mi sono eretto sopra i miei nemici non per desiderio di sfida, né per testare la nostra resistenza. In principio, sì, volevo mi fosse riconosciuta la sua ammirazione. Ora, se non posso averla, chiedo solo di morire come uno dei comuni mortali a cui ho dato la caccia fino a oggi. Non v'è pena più grande di sapere di essere disprezzati dall'oggetto del proprio amore. L'indifferenza, la ritrosia, il silenzio. Tutto è sopportabile. Ma il disprezzo no. Sapere che mai ti amerà e che, al posto di allietarla, la tua sola presenza la infastidisce... se siete così misericordiosi come vogliono gli umani di Midgard, di cui forse non ho compreso appieno l'importanza e il potenziale, se mettete tutti da parte le reciproche rivalità per far fronte comune contro di me per proteggere loro, allora chiedo l'esaudimento di un ultimo desiderio, quello definitivo, che accontenterebbe ambo le parti: poter commutare la mia natura e poter morire come un terrestre.”
Odino lo fissò con il suo tipico sguardo impenetrabile e a tratti inespressivo. Fece poi scivolare il proprio sguardo su Hela, quindi su tutti gli dei lì riunitisi. Thanos lo avvertì appena pronunciare una specie di rimbrotto, una maledizione per avere a che fare sempre con gente stupida e ottusa che non vedeva al di là del proprio naso. Quindi, con voce stentorea, il padre degli dei parlò alla folla “Avete sentito tutti la richiesta del nostro consanguineo?” un muto borbottio si propagò come un'onda marina che si abbatte sulla battigia mugghiando. “Accettiamo di ottemperare alla sua unica richiesta?”
“Non vi sono alternative?” domandò Hela, improvvisamente ansiosa.
Odino le scoccò un'occhiata, forse risentita forse divertita. Non avrebbe saputo dirlo. “Solo quelle da te pronunciate nella tua condanna... morte in vita e vita in morte”
Quella che chiedeva Thanos, però era solo Morte. Morte pura e semplice, l'annichilimento totale. Di Thanos sarebbe rimasto solo uno spirito etereo senza corpo. Un processo irreversibile.
Normalmente irreversibile. Perché, ovviamente, le eccezioni esistono sempre, anche in casi limite come quello. Certi umani, umani mutati o mutanti, infatti, erano particolarmente sagaci e scaltri nel trovare cavilli per tornare in possesso del proprio corpo. Al momento, però, Hela non era in grado di confezionare nessun stratagemma per un uomo che, in fondo, l'aveva servita bene e che non disprezzava più di tanto. Non al punto di condurlo alla Morte dolce di cui reclamava il diritto. La Morte di un Eterno non era poca cosa.
Ed egli era, di certo, il miglior servitore che avesse trovato nell'Universo. A pari suo c'era solo quello sfortunato terrestre un po' folle e dotato di estrema -anche se altalenante- longevità. Ma Wade, d'altronde, desiderava solo l'idea di lei, non la conosceva affatto, mentre Thanos addirittura la stimava.
Tutto dipendeva da lei, ora. A testa alta, l'uomo fiero come un condottiero e crudele come pochi, attendeva senza paura alcuna il verdetto. Il suo verdetto.
“Scusate...” si intromise anche Plutone “Ma tutto questo casino è venuto fuori perché Hela non ha saputo gestire degnamente il suo corteggiatore. Non sarebbe giusto che pagasse anche lei uno scotto?”
Un coro unanime d'assenso ruggì potente, questa volta, tra le fila degli dei, frustrati e umiliati, stanchi e manipolati per una disputa così futile. Fu subito chiaro a chi avrebbero prestato ascolto. Odino tuonò con lo scettro per terra e la platea inferocita tacque all'istante. Solo lo scorrere uniforme e ininterrotto dei fiumi cosmici al di là del Bifröst distrutto accompagnava i loro respiri.
“Il verdetto è dunque unanime...” disse il Padre degli dei come se si stesse consultando telepaticamente con i capogruppi dei diversi olimpi. Ora Zuras, ora Amaterasu, tutti chinarono il capo a conferma. Anche se, per un attimo, ad Hela sembrò una decisione già concordata in precedenza. Possibile che, sul loro castello dalle pareti contorte, gli dei fossero riusciti a costruire un nuovo e assurdo livello di macchinazioni? “Thanos, il Consiglio degli Dei ti condanna alla schiavitù nelle nebbie di Niflhrimr e sarà responsabilità della sovrana di Helheimr assicurarsi che tu non costituisca più un pericolo per l'equilibrio dei nove regni e dell'Universo stesso e impiegarti come meglio riterrà. Vita in morte.”

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“Meno male, non ne potevo più!” sbuffò Jessica osservando i robot ridotti a vuote armature raccapriccianti.
“Io cominciavo a scaldarmi...” ridacchiò Logan mentre dava il cinque a Rogue, che la pensava esattamente come lui
“Incorreggibile...” lo zittì Mystica
“Non per fare il guastafeste...” esordì l'Uomo Ragno avendo notato un sinistro lampeggiare tra le macchine.
“Lo sei sempre! Ma è per questo che mi piaci tanto, amore mio!” lo rimbeccò Deadpool
- Si stanno riattivando!- commentò lo spettrale Visione studiando i suoi simili con occhio clinico.
“Cosa? Sono ancora vivi?” domandò isterica Jessica
“Ecco! Grazie per avermi tolto la curiosità...” replicava Peter nel frattempo con tono disperato
“Esseri robotici, tecnicamente, non possono essere vivi... anche se nella comunità scientifica c'è un gran dibattito su ciò che discrimina una vita o una non vita...” si accavallò anche Tony, per rimbeccare l'agente S.H.I.E.L.D.
“Oh, per favore, piantala!” sbottò Peter “Come diavolo li fermiamo? Questo era solo quel colpo d'assestamento di cui stavo parlando! Pensa a una soluzione, genio!”
“Non usare quel tono strafottente con me, ragazzino!” ribatté Iron Man.
- Mi correggo: non si stanno riattivando...- si sbilanciò il sintezoide, inserendosi nel battibecco -Si è innescato il sistema ultimo difensivo: Alkema!-
“Ah, certo! Ora sono molto più sollevato...” commentò Kurt.
“Contatta tuo marito!” rinsavì Stark, rivolgendosi alla signora Pym
“Non posso, è una zona coperta!” replicò Janet che, senza perdere tempo, si avviò all'uscita per cercare di comunicare con Hank.
“Tagliamo la corda!” suggerì saggiamente Natasha
“Non puoi fare nulla, elfo?” domandò Logan andando a strattonarlo per la collottola
“Nein mein freund, non so assolutamente nulla di come è concepita questa lattina di Halloween. Avessi almeno uno schema tecnico... Stark ne può sapere più di me..”
Sotto il tiro di sguardi incrociati, Tony alzò le mani rassegnato “E' roba di Pym, io non ne so nulla... anch'io avrei bisogno dello schema tecnico...”
“Potevate farvelo dare, geni!” li rintuzzò il canadese
“Scusate l'ignoranza..” domandò Rogue mentre il gruppo cominciava a defluire e i designati cercavano di trasportare i prigionieri con garbo “...in cosa consiste questo Alkema?”
-Una bomba a neutrini...- rispose Visione, asciutto.
“Una cosina da niente, insomma...” ringhiò Natasha che odiava le sorprese. Soprattutto quelle mortali.
“Hai idea di quanto tempo abbiamo?” domandò Clint mentre aiutava Bucky, impegnato a scavalcare il muro di mattoni crollato trattenendo tra le braccia quell'eccentrico di Hood.
- Non molto, credo. Sarà stato tarato in modo che non possiamo raggiungere la superficie in tempi brevi... siamo molto sotto il livello stradale e non c'è modo di scappare a un'onda di neutrini...-
“Geniale... qualunque cosa siano i neutrini!” ringhiò Steve “Kurt, non puoi teleportarci fuori? Ora conosci la strada...” domandò quando il gruppo era ormai compatto e tutto in marcia accelerata lungo i corridoi
“Nein. Posso trasportare solo due persone alla volta e devo fare dei salti intermedi: non ce la faccio ad arrivare con un balzo unico in superficie”
“Siamo nella merda!” ringhiò Stark “Dio, pensavo di aver scampato una morte orribile! E non sarebbe nemmeno la prima volta...”
“Ho un'idea!” sbottò Deadpool
“Non ora, Wade!” lo zittì Rogue
“Ma se Petey li legasse un attimo, i robot, tanto per essere sicuri che non si mettano a inseguirci tipo zombie?”
“Ci ho già pensato, testa vuota!” replicò l'interessato.
“Che intelligente che sei...
commentò ammirato E allora perché non usiamo Stark come carretto, ci saliamo sopra tutti quanti e Quickie ci spinge tutti fuori a velocità luce?”
“Piantala o ti affetto!” ringhiò anche Logan
“Era un'idea carina!” si lagnò quello
“Come fa ad aver voglia di scherzare, e di parlare, in questo frangente?” domandò Sharon a Steve che fece spallucce

“Per te, bella, potrei avere voglia di fare tante altre cose, anche in questo momento...anzi... forse sarebbe pure più eccitante. Pensaci, io e te, la fine del mondo, un tramonto di sangue...”
“Boccaccia mia!” imprecò l'Agente 13
“Oh, accidenti!” urlò Peter
“E ora che c'è!” sbottò Tony, i nervi a fior di pelle. Mancavano ancora tre piani. Non ce l'avrebbero mai fatta.
“Il mio senso di ragno pizzica tremendamente. Ho come idea che non ci rimanga molto tempo.” Non ebbe il tempo di finire la frase che una potente deflagrazione scosse i muri dell'edificio.
“FUORI!” urlò Sharon a squarcia gola mentre il rombo di pareti che collassavano si faceva sempre più violento.
Correvano a perdifiato ma, più delle pareti che crollavano, consumate da loro stesse, temevano l'ondata di neutrini. Piccoli e invisibili, avrebbero distrutto tutto senza che loro potessero avere tempo di rendersene conto. Era una corsa disperata e inutile. Tutti ne erano coscienti. Ma non c'era altro da fare se non tentare.
Infine, un lampo bianco investì il campo visivo, le pareti divorate, i rumori attutiti. La fine era giunta silenziosa ma non inaspettata. Almeno, non negli ultimi minuti. Nessuno, però, si sarebbe aspettato di fare quella fine quando si era svegliato quella mattina.
E morire in casa del nemico era forse la cosa più fastidiosa che potesse capitare.









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Scusate il ritardo ma qua sto avendo un sacco di problemi e mille altri impegni che mi distolgono dai miei doveri (tra cui, tipo, anche continuare a scrivere...non ho davvero più molti capitoli di scorta). Chiedo miseramente il vostro perdono.
Dunque. Finito il capitolo di Hela e Asgard e spiegati tutti i retroscena, ho sistemato anche le vicende in base all'Universo 616.
Per quel che riguarda Ultron, avete notato che ho citato, così a caso, Alkema come programmazione nascosta? In realtà, dopo Jocasta ispirata a Wasp -non potevo inserire anche lei-, Alkema era ispirata a Barbara Morse -che io ho fatto morire preventivamente- ex moglie di Clint Barton.
E dunque...liberati gli ostaggi...come si salverà il nostro nutrito gruppo da una bomba ai neutrini (che manco so bene come funziona)?
Dovrete aspettare una settimana ;)
A presto!
   
 
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