Metodo Scientifico
- 10 -
Fase dieci: io, tu e … lui o lei?
“Il passato non si cambia,
ma se si cambia il presente,
si finisce per
cambiare anche il futuro.”
Jean-Paul Malfatti.
Il sole filtra dalle
fessure della persiana. Inspiro profondamente. Un’intera
notte trascorsa nella calma più totale. Sembra quasi un miracolo. Grazie
malviventi di Starling City, non avrei mai creduto di
pensarlo.
Mi volto nel letto e
mi avvicino a Felicity che dorme beata accanto a me.
Ti amo, la sua dichiarazione mi lascia sempre senza fiato ogni volta che mi
viene in mente. Quante cose sono cambiate nella mia vita. Se penso al passato,
agli anni trascorsi su quella maledetta isola e a tutto il resto che mi è
accaduto e che celo ancora dentro me, non posso
credere a questo presente e al futuro che mi aspetta. Non avrei mai immaginato
di poter amare così intensamente una donna. Felicity, sorrido.
Osservo la sua
schiena. Con l’indice traccio una linea, passando dalla pelle alla stoffa della
canottiera. Felicity, la chiamo silenziosamente. Mi hai donato una nuova vita.
Una vita che non avrei mai pensato di poter vivere. L’hai cambiata totalmente,
con passi silenziosi sei entrata nel mio mondo, mi hai teso la mano e hai
aspettato pazientemente che io fossi pronto per afferrarla, senza dubitare mai
un istante di me ma donandomi completamente la tua fiducia.
Inspiro profondamente.
Il cuore mi potrebbe scoppiare da un momento all’altro ricolmo com’è di queste
sensazioni. Ripercorro con l’indice la linea che ho
tracciato prima, soffermandomi sulle spalle. Nessuna reazione, strano. Provo ancora. Parto delicatamente dalla clavicola e
proseguo lungo tutto il braccio scoperto. Sonno pesante stamattina. Sorrido
intenerito. In questi giorni è più stanca del solito, con la faccenda di McKenna,
Starling City e il lavoro alla Queen Consolidated sto
pretendendo troppo.
Mi abbasso su di lei e
le labbra sfiorano la sua mano. Un bacio delicato e poi attendo qualche
reazione. Niente. Proseguo nel mio intento e lascio una scia di baci lungo tutto
il braccio fino ad arrivare al suo collo. Solo quando raggiungo il suo
orecchio, mi accorgo del sorriso che ha stampato sulle labbra.
- Sei insistente… - Sospira, Felicity.
- Dovresti saperlo che
non mi arrendo tanto facilmente.
Si volta verso di me.
Ci guardiamo. I suoi occhi sono così seri e determinati. È un attimo. Felicity
mi spinge per le spalle e monta sopra di me. I capelli mi accarezzano il viso, il
profumo di pesca del suo shampoo mi lascia stordito.
Si abbassa lentamente
su di me. – Buongiorno, - sussurra vicino alle labbra.
Le sfiora, proprio
come fa il suo bacino sul mio corpo.
Un
altro bacio sull’angolo della bocca, poi uno sotto il mento e ancora sulla
clavicola.
Il sesso di prima
mattina è il modo migliore per iniziare al meglio la giornata.
Felicity sta per
spingersi oltre ma si blocca all’improvviso. Si solleva di scatto e mi osserva.
- Che c’è? – Il
suo viso è pallido e la sua fronte è imperlata di sudore.
Scende velocemente dal
letto e scappa in bagno.
Ma? Resto fermo
disorientato dal suo comportamento, ma non appeno sento i conati di vomito la
raggiungo in bagno.
- Ehi, - Raccolgo i
suoi capelli e le sorreggo il capo con la mano. Qualcuno non ha gradito
l’aragosta ieri sera.
Felicity si appoggia
con la schiena al muro, stremata. Le tampono il viso con un asciugamano
bagnato.
- Meglio?
- Mi dispiace, avevo
immaginato un risveglio molto diverso da questo.
- Anche
io.
Ci guardiamo e ci
sorridiamo a vicenda. L’aiuto ad alzarsi. – Fatti una doccia, io intanto preparo la colazione.
- Che buono odore, che cos’è?
Diggle ed io ci
voltiamo nello stesso momento a guardare Felicity sorpresi.
- Hot-dog con cipolla
e senape.
- Buono! – Mi
afferra il panino dalle mani, dà un morso e dopo qualche istante si lecca il
residuo di salsa dalle labbra. – Facciamo cambio?
- Da quando ti piace
l’Hot-dog con cipolla e senape! L’hai sempre schifato!
- Non è vero! –
Si schermisce ma questo non le impedisce di fregarmi il resto del panino dalle
mani. – Oggi ne ho voglia.
Il sopracciglio scatta
verso l’alto, incredulo. Le porgo poi il bicchiere di caffè. Felicity lo annusa
e dopo una smorfia strana me lo restituisce.
- Non c’è del tè?
– Si blocca e ci guarda sorpresi. – Che c’è?
- Hai rifiutato il
caffè? – Sottolineo incredulo.
- Sto solo cercando di
berne meno, mi rende troppo iperattiva, e poi mi è venuta voglia di tè, non ci vedo nulla di strano, si può sapere che ti
prende oggi? Solo perché mi vanno cose diverse dal solito deve
essere strano? Oppure mi consideri una persona abitudinaria che non va mai
fuori dai suoi schemi? Mi trovi così tanto noiosa? – Mi guarda nervosa.
– Sono così prevedibile? – Sposta lo sguardo da me a Diggle.
Ma? Che-ho-detto?
- Ora vado, ho del
lavoro da fare, mica me la posso spassare come fate
voi due.
Si volta senza neanche
darci il tempo di replicare.
Maledetta camicetta!
Tento di attaccare il bottone sul seno ma non ne vuole sapere, con l’ultimo
lavaggio si deve essere ristretta. Odio cambiare abbigliamento quando ho già
deciso come vestirmi. Pazienza, in fondo non è poi così tanto scollato.
Sbuffo all’immagine nello
specchio. Afferro il ciondolo e vado in cucina.
Oliver mi accoglie
porgendomi la tazza di tè.
- Non hai fatto il
caffè? – Che c’è? Domando silenziosa alla sua espressione contrariata.
Afferro comunque la tazza e bevo giusto un sorso. Che nausea!
Allontano subito con
nonchalance la tazza da me. Oh, i muffin! Buoni. Ne addento uno.
- Hai intenzione di
sedurre qualcuno stamattina?
Lascio
perdere il dolcetto e osservo Oliver cercando di capire dove voglia andare a
parare.
- A parte il mio capo,
non ho altri in mente al momento.
- Bene. – Si
avvicina a me e cerca di chiudere la camicetta. – Noto con piacere che
l’allenamento con Diggle sta dando i suoi frutti.
Gli schiaffeggio la
mano a quell’insolenza. – Si è solo ristretta!
Oliver osserva
compiaciuto il mio seno. Gli alzo il viso in modo che mi guardi dritto negli
occhi.
- Mi sa che il
tentativo di sedurre il tuo capo sta funzionando. – Mi sbottona
completamente la camicetta. Le sue mani scivolano sul mio corpo, mi accarezzano
i fianchi fino ad arrivare ai seni. Chiudo gli occhi. In questi giorni sono
così sensibile al suo tocco che il mio corpo reagisce subito chiedendo di più.
- Felicity, - Come amo
quando pronuncia il mio nome con questo tono eccitato, fa andare su di giri anche
me.
La giacca del tailleur
scivola a terra insieme alla camicetta e il divano ci accoglie.
Baci e carezze si
susseguono e l’onda della passione ci travolge così intensamente che alla fine
Oliver cade su di me stremato. Entrambi siamo senza
fiato.
- Oliver, secondo te,
ora posso chiedere un aumento al mio capo?
- Lascio l’intera
società nelle tue mani.
Ridiamo insieme.
Inspiro. Oliver mi bacia profondamente.
Cerco di respirare e
calmare il mio cuore. Dovrei averci fatto l’abitudine invece no, ogni volta è
come se fosse la prima.
Sorrido e chiudo gli
occhi. - Sono così stanca che vorrei dormire per sempre.
Oliver si solleva quel
poco da permettergli di guardarmi e mi accarezza il viso con le nocche della
mano. – Sei sicura di stare bene?
- Forse sarà solo un
po’ d’influenza. Mi sento spossata. Sarà questo periodo stressante. Il capo mi
fa fare un sacco di straordinari. – Strizzo
l’occhio.
- Messaggio ricevuto.
Ti concedo la giornata libera e un desiderio.
Lo fisso per un lungo
istante. – Resta con me.
Oggi è il sette…
blocco i miei pensieri. Non è possibile. Visualizzo il calendario sul video,
avvio l’applicazione “mondo femminile” e i miei sospetti trovano
fondamenta.
Il ciclo non mi è
ancora arrivato. Non è possibile, io sono sempre stata un orologio svizzero.
Ogni mese, ogni ventotto giorni lui arriva.
Cinque giorni di
ritardo. Oh. Mio. Dio.
Nausea, spossatezza,
cambi d’umore, voglie improvvise, i dolori muscolari, la mia voglia sessuale
che aumenta... no, quella è inalterata ed è solo colpa di Oliver e del suo
fisico perfetto, delle sue carezze delicate, del suo tocco intenso, delle sue spinte energiche, delle sue prese… OH. MIO. DIO. Scatto in
piedi. Ora basta, rischio che mi venga un orgasmo se non blocco queste
sensazioni.
Non può essere. Inspiro
profondamente. Siamo stati attenti. Non sempre, Felicity.
Vero, il blackout dei
sedici giorni ci ha talmente surriscaldato che ci siamo fatti trasportare dalla
voglia di possedere l’altro.
Crollo sulla sedia.
Non può essere. Sono incinta. Sto aspettando un bambino da Oliver. Un nostro
bambino.
Le mani sulla bocca.
Incredula o commossa, non so più come mi sento.
Inspiro profondamente.
Sapevo che non dovevo mangiare quel biscotto alla papaia. Chiudo gli occhi e
cerco di far passare la nausea.
Un bambino. Mio e di
Oliver. Un piccolo frugoletto è dentro di me. Appoggio le mani sul ventre. Mio
Dio. Mi manca il respiro a questa consapevolezza.
- Felicity!
Scatto sulla sedia al
richiamo di Oliver e chiudo in automatico l’applicazione.
- Che c’è?
Oliver si avvicina e
mi appoggia una mano sulla spalla. – In quale mondo stavi questa volta?
Sulla nostra isola
felice. Mi alzo in piedi, lo abbraccio forte e poi lo bacio a lungo.
- Ti amo. –
Sussurro vicino alla sua bocca, e in quelle due parole ho messo tutto il mio
amore che provo per lui.
Oliver sorride e mi
bacia. – Ti amo anch’io. – Mi abbraccia. – Mi vuoi dire a cosa
debbo tutto questo?
- Ancora non posso.
Questa sera, a casa. Ora vado perché mi sono ricordata che devo fare una cosa
urgente.
Non gli fornisco altre
spiegazioni e scappo via.
Sono arrivata a casa.
Non immaginavo mica che esistessero tutti questi tipi di test di gravidanza.
Che ne abbia presi un po’ troppi? Fisso le tre scatole.
E se fossero dei
gemelli? Ho sempre sognato di avere dei gemelli: un maschio e una femmina, Elisabeth e Vincent Queen.
Scuoto la testa. Non
correre con la fantasia, procedi con metodo scientifico, quello che ti ha
sempre caratterizzato per ogni cosa.
Apro la prima scatola
e leggo attentamente le istruzioni.
Sto per effettuare il test ma squilla il cellulare.
- Andrew. Che tono di
voce, sei sicuro di stare bene? No, va bene, ti raggiungo subito. Sì, ok è
urgente. Ho capito. Ora arrivo.
Mollo tutto ed esco da
casa.
- Felicity? –
L’appartamento è al buio.
Non dovevamo
incontrarci a casa? Dov’è?
Appoggio la giacca sul
letto e noto le tracce del suo passaggio. La busta della farmacia. Accendo la
luce in bagno e mi blocco.
Tre scatole di cui una
è aperta fanno bella mostra sul lavandino. Prendo una scatola e leggo il suo
contenuto. Test di gravidanza, rimbomba nella mia
mente.
Non ho parole. La gola
è arsa. Il cuore ha smesso di battere, mi manca il respiro.
Stai avendo un attacco
di panico, Oliver?
Un bambino. Aspettiamo
un bambino.
La scatola cade a
terra e il tonfo mi fa sussultare.
Felicity è incinta.
Sta aspettando un figlio mio.
Mi siedo a terra, le
forze mi hanno abbandonato a questa consapevolezza.
Sarò padre. Sorrido.
Devo trovarla. Avvio
la chiamata e attendo. Il cellulare non è raggiungibile.
È meglio che torni
all’Arrow Cave, così rintraccerò i suoi ultimi spostamenti con il programma
d’intercettazione che ha creato per le urgenze.
Un bambino. Sorrido
più apertamente.
Sfreccio per la città
in sella alla mia moto, non posso passare un minuto di più senza di lei.
Il passato non si
cambia, ma il presente sì e si è appena trasformato in un bellissimo futuro da
vivere insieme come una famiglia.
- Andrew! –
Richiamo la sua attenzione, forse con un tono fin troppo gioviale. Gli vado
incontro e lo abbraccio forte.
- Ho capito che cosa
c’è che non va in me.
- Felicity, io… - Ma
non lo lascio finire.
- Sono incinta!
- Come?
- Sì, incinta, o
meglio, non ne sono sicura al cento per cento, ma penso proprio di esserlo.
Stavo per fare il test ma la tua telefonata mi ha interrotto. Ho tutti i
sintomi, sono incinta! – Ripeto eccitata.
Andrew fa scivolare le
mani sulle mie braccia fino ad afferrare le mie. Il suo volto è serio, quasi
pallido. Evita il mio sguardo.
- Ho finito le
analisi.
- Che suc-ce-de?
– Tutta la mia felicità scompare in un secondo affossata dall’amarezza
delle sue parole.
- Felicity, tu non sei
incinta... – Mi stringe forte a lui. – Felicity, - La sua stretta
si fa ancora più forte intorno al mio corpo. – Mi dispiace tanto.
Continua…
Angoletto di Lights
In lieve ritardo ma ci
sono. Il lavoro mi ha assorbito totalmente questa settimana.
Vi prego non odiatemi,
io sto soffrendo come voi, forse anche di più.
* afferro Oliver e lo
stritolo tra le braccia *
Mi ero illusa pure io.
La storia ha un suo filone da seguire e, credetemi, ho cercato in tutti i modi
di deviare, ma non è stato possibile.
Perdonatemi ma questo
capitolo è solo da amare nella sua interezza, anche se in questo momento siamo
in una valle di lacrime.
Siamo quasi alla fine
della storia, mi manca da scrivere l’ultimo capitolo. La storia è composta da 12 capitoli o forse 13, dipende tutto dallo sviluppo del
dodicesimo che è in fase di stesura. Prometto che andrà tutto bene, sì, andrà tutto bene il Polly Power è con noi!
Ricordate: io vi
voglio bene.
No, dai, mettete giù
le mazze da baseball, prometto che farò la brava ;D
Alla prossima
settimana, lavoro permettendo ;)