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Autore: Calis_C    17/09/2014    1 recensioni
Elide è una ragazza curiosa e apparentemente ordinaria che si ritrova a vivere in una città dove non è cresciuta ma nella quale, per qualche ragione, si sente a casa.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento dell'isola le stava scompigliando i capelli e l'aria salmastra la stava cullando. I suoi capelli scuri e disordinati si muovevano ritmicamente ad ogni sussurro del vento e sembravano seguire la melodia delle onde. I suoi occhi nocciola si stavano sfumando di un blu oceanico mentre la ragazza fissava il mare agitato. Questo posto non le sembrava affatto nuovo, Elide era confusa e spaventata. Non si era mai mossa da casa sua, dall'America, eppure adesso era in Europa e conosceva perfettamente ogni angolo dell'isola. 

"Elide, tesoro, ma perché proprio qui? - la distrasse il padre- Voglio dire, è un posto favoloso, ma perché proprio qui?"
La ragazza mosse leggermente la testa, restando con gli occhi piantati sul mare. Poi, lentamente, si voltò verso di lui.
"Non c'è un motivo preciso papà. Ho scelto questo posto casualmente ed eccoci qua!".
Cominciò a camminare verso la loro casa e il padre la seguiva, incredulo. Elide sapeva esattamente dove fosse quella via e che aspetto avesse la casa che avevano affittato. Aprirono il cancellino verde e scricchiolante, seguirono il percorso di ghiaino e giunsero al primo piano, dove abitava la padrona. Presero le chiavi, scesero di sotto ed entrarono in casa loro. 
"Non so perché papà, ma qui ho la sensazione di conoscere già tutto.. Ho la sensazione di essere a casa!"
Suo padre rabbrividì e non rispose. Prepararono il pranzo e si misero a tavola.
"Elide… C'è una cosa, a proposito di origini, che devi assolutamente sapere. Io e tua madre abbiamo sempre preferito non dirtelo, ma adesso sei abbastanza grande per capire. - fece un gran sospiro di auto incoraggiamento e proseguì - Tu, tu non sei nostra figlia. Ti abbiamo trovata tredici anni fa impaurita e infreddolita, davanti casa nostra. Pensavamo che tu ti ricordassi, e invece non ci hai mai chiesto niente che riguardasse il tuo passato. Quel giorno ci guardasti con sollievo e ci chiamasti subito 'mamma' e 'papà', come se fosse scritto che noi ti avremmo accudita e amata. Era arrivato il momento, tesoro. Era un gran fardello tenersi dentro tutto ciò per me e per tua madre."
Elide, spiazzata, tratteneva a fatica le lacrime. Un senso di vuoto la stava divorando e l'unica cosa che riuscì a dire fu "Grazie per essere stato sincero".
Quello stesso pomeriggio uscì e andò in un luogo pieno di scogli enormi e piatti sui quali era possibile sedersi per starsene un po' soli. 
< Come posso non ricordare niente? Avevo cinque anni, dovrei ricordare qualcosa prima di allora >, si ripeteva.
   
 
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