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Autore: Starishadow    17/09/2014    4 recensioni
Che Ai e Syo siano come cane e gatto è una cosa risaputa, ma cosa può cambiare quando uno dei due esagera, e le sue parole vanno a colpire dritte dritte il fondo del cuore dell'altro? Quali saranno le conseguenze del loro ennesimo scontro? E mentre le ombre del passato iniziano ad allungarsi verso il presente, riusciranno quei due a proseguire per la loro strada, o verranno raggiunti da quel buio?
Se pensate che la storia possa piacervi, entrate pure e leggete! ^^
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ai Mikaze, Syo Kurusu, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 35. You want me to be the uke?!
 
Micronota dell’autrice: so che dopo un lungo periodo di coma occorre fare riabilitazione eccetera, solo che nella mia somma ignoranza in questo campo, non ho idea di quanto duri tale periodo, così ho messo all’incirca 7 mesi – per tenermi larga eheh. Se qualcuno ne sapesse di più al riguardo, e volesse essere così gentile da illuminarmi, gliene sarei infinitamente grata!!! ;D – buona lettura!!!
P.S. Perdonate l’ignobile ritardo!!! >.<
 
**************************************
SETTE MESI DOPO
 
Ai sospirò sentendo l’ennesimo grido di battaglia e il rumore di vittime innocenti del calibro di vasi, microfoni, cuscini e chitarre vari, che venivano lanciati giungere dalla sala prove.
Seduto sul divano accanto a lui, Reiji guardava preoccupato verso la scena del crimine, rivolgendo di tanto in tanto occhiate interrogative al più piccolo, imperturbabile come al solito.
«Ai-ai, sei sicuro che non dovremmo intervenire?»
Ai schioccò la lingua, sfogliando con calma la rivista che aveva in mano (su cui era riportato l’ultimo film girato da Syo, e conteneva foto… interessanti).
Il miagolio di un gatto indignato arrivò dalla stanza incriminata.
«… Ai-ai?» Reiji era sempre più allarmato.
«Lasciali fare» commentò lui svogliatamente e completamente rilassato, mentre Tokiya e Masato li raggiungevano, scettici.
«Ma… è normale?» chiese Tokiya, lanciando occhiate nervose alla porta.
«Sì» replicò seraficamente Ai, mentre Reiji faceva spallucce, preoccupato quanto il suo kohai (anche se forse la più grande preoccupazione di quest’ultimo era “oddio no, lì c’era la chitarra di Otoya!! NYAAAN!!”)
«Non è la quarta volta che litigano questa settimana?» si informò Masato, accigliandosi. Quei due stavano battendo anche il record suo e di Ren!
«Sì Masa… e oggi siamo solo a mercoledì» rispose Tokiya, sospirando.
Ren fece a quel punto la sua comparsa degna di un nosebleed – che Masato si affrettò a coprire con la scusa di controllare il cellulare – indossando solo i pantaloni della tuta e asciugandosi i capelli con un asciugamano blu; rivolse un sorrisino ironico ad Ai:
«Almeno quando litigavate tu e il chibi facevate meno danni» commentò, Ai nascose un sorriso divertito:
«Non chiamarlo chibi» lo riprese, anche se non con così tanta convinzione come ci si sarebbe aspettati dal ragazzo della vittima di simili offese.
«Va bene, va bene… tanto c’è già Aine-san che lo chiama microbo» sogghignò il ragazzo, divertito, mentre si avvicinava a Masato che, stranamente colorito in viso, sembrava lottare con i suoi occhi per tenerli lontani dal torso nudo del ragazzo.
«Tu e mio fratello iniziate ad andare troppo d’accordo» mormorò Ai, guardandolo con sospetto.
Reiji si voltò preoccupato verso la sala prove, ora stranamente silenziosa:
«Hanno… smesso?» chiese, guardando gli altri preoccupato.
«No» Tokiya alzò una mano, fece un cenno, ed un boato finale seguì il suo gesto «adesso sì» sospirò, proprio mentre la porta si apriva e ne emergeva un Aine leggermente arruffato, con qualche livido qua e là, ma palesemente soddisfatto.
Ai non si disturbò a togliere gli occhi dalla rivista mentre diceva:
«Onii-san, se hai ucciso il mio ragazzo non ti rivolgo più la parola»
Aine fece una smorfia prima di sorridere amabilmente:
«Oh no, otouto-chan, è ancora vivo…» si guardò alle spalle, dentro la sala prove «… più o meno» aggiunse, prima di cercare di sgattaiolare su per le scale.
Ai mise giù la rivista e corse verso di lui, afferrandolo dal bordo della maglia, e lo guardò in cagnesco.
«Ehm… o-otouto-chan s-sai che ti voglio ta-tanto bene, vero??» balbettò Aine, tentando di usare un tono innocente e intanto di sfilarsi dalla presa del fratello.
«Tsè, Aine-nii, e io ho i capelli rosa»
«Ti starebbero bene, sai??» la vocina che aveva tirato fuori Aine, degna di una Nanami spaventata e in pieno panico, mise fine alla minaccia di Ai, che cominciò a ridere e lo lasciò andare, tirandogli un calcio giocoso sul didietro prima di girare i tacchi e correre nella sala prove, dove uno Syo fumante di rabbia era in piedi vicino a…
… una chitarra rotta.
«Otoya vi uccide» dichiarò Ai, abbracciando il ragazzo e cercando le sue labbra, anche se quelle del maggiore ci misero un po’ a sciogliersi e modellarsi intorno alle sue.
«Tuo fratello mi odia» disse dopo un po’, Ai ridacchiò:
«Naah, è solo che non sopporta che il suo fratellino sia cresciuto» replicò tranquillamente, Syo inarcò un sopracciglio «che c’è? Insomma, l’ultima volta che mi ha visto avevo dieci anni, si è svegliato e non solo mi ha ritrovato quindicenne, ma pure fidanzato con te… cerca di capirlo» Ai nascose con grande maestria un’espressione dispettosa.
«Scusi lei, che è quel “con te” detto con quel tono??» chiese Syo incrociando le braccia sul petto e fissandolo scuro in viso.
Ai non disse nulla, lasciò che il suo silenzio parlasse per lui, prima di iniziare a ridere e correre via.
«Piccolo bastardo… TORNA QUI!!» esclamò Syo lanciandosi all’inseguimento.
 
Quando i due sfrecciarono davanti al gruppo in sala, Ren ridacchiò:
«E pensare che una volta era Syo quello che scappava da Natsuki»
Otoya e Cecil, comparsi poco prima, si unirono alla sua risata, e il rosso commentò:
«Oh, ma lo fa tuttora… solo che all’occorrenza adesso può rifugiarsi dietro Ai-senpai» più o meno come lui tendeva a nascondersi dietro Tokiya quando l’idol dalla sindrome della doppia personalità sembrava stabilire che anche lui in fondo era piccolo e carino e poteva momentaneamente sostituire il suo Syo-chan, anche se poi Tokiya non era dolce e comprensivo come Ai – che lasciava che Syo si nascondesse dietro di lui – al contrario, lo consegnava tranquillamente al nemico e osservava divertito la scena.
Aveva smesso quando Otoya, ormai sul punto di svenire per asfissia, aveva rantolato:
«T-ti prego Natsuki, il bondage mi piace solo con Toki»
Da allora il maggiore sembrava aver stabilito che era meglio tenere Otoya sotto un raggio visivo di sicurezza ed essere pronto a tappargli la bocca.
Masato osservò Ai che fuggiva da Syo ed entrambi che sparivano sulle scale, prima di rivolgersi con calma a Tokiya:
«Voglio i miei soldi»
L’altro idol lo fissò scandalizzato:
«Hey hey, un momento! Prima devono consumare, poi puoi dire di aver vinto la scommessa!» esclamò, tenendosi ben stretto il portafoglio.
Ren alzò un sopracciglio:
«Voi due vi siete dati alle scommesse?» chiese, fissando incredulo il suo ragazzo. Tokiya rise:
«Solo su certe situazioni… e io ho scommesso che avrebbero… mmm… raggiunto i vostri livelli intorno ai nove mesi – conoscendo quell’idiota di Syo avrebbe fatto infuriare Ai e quindi avrebbe ritardato la cosa – Masa invece ha scommesso dai cinque ai sette»
Ren probabilmente aveva ascoltato molto poco del suo discorso, perché la sua mente si era fermata ad un dettaglio:
«Che accidenti significa “vostri livelli”, Ichi???» chiese, incenerendolo con uno sguardo.
Tokiya gli rivolse un sorriso di sufficienza:
«Beh, mi pare ovvio che io e Otoya siamo a livelli completamente più alti dei vostri… andiamo, siete mai arrivati a…»
«ADESSO BASTA ICHINOSE-SAN!!!!» sbottò Masato, diventando viola in faccia e scattando in piedi, mentre Ren si piegava in due dalle risate. Prima che Tokiya potesse infierire ancora sulla povera coppietta, una voce a lui anche troppo conosciuta urlò disperata, dalla sala prove:
«LA MIA CHITARRA!!!!!»
 
Fra un Otoya che piangeva disperato, un Tokiya che gli prometteva di accompagnarlo a procurarsi una nuova chitarra il giorno dopo e un Ren che rendeva altamente equivoca una simile frase, la sera arrivò, e Natsuki dichiarò che avrebbe passato la nottata fuori, rifiutando di rispondere a qualsiasi domanda gli venisse posta al riguardo.
E fu così che Ai e Syo si ritrovarono soli nella loro camera, con la porta chiusa a chiave, sdraiati sul letto del senpai a baciarsi e toccarsi avidamente.
Ai fu il primo a sfilare la maglia a Syo, che resse il suo sguardo nonostante le sue guance si stessero tingendo di rosso, ed ebbe qualche problema con la felpa del minore.
«Non è difficile» sussurrò Ai stuzzicandogli il lobo dell’orecchio e strappandogli un gemito che era un misto fra desiderio e frustrazione, prima di slacciarsi la felpa «c’è la lampo» aggiunse, rifiutandosi di perdere un’occasione d’oro per sfottere il biondino «per tua fortuna non porto il reggiseno» ridacchiò.
«Smettila di parlare» lo zittì Syo impegnandogli le labbra con le sue, ed iniziò a sbottonargli i pantaloni, imprecando dentro di sé contro le sue dita che tremavano e rendevano la situazione ancora più imbarazzante per lui.
Ai dal canto suo sembrava divertirsi un mondo mentre sbottonava i suoi jeans con deliberata lentezza, lanciandogli di tanto in tanto occhiate illeggibili, che contenevano desiderio, amore e… preoccupazione?
Syo lo notò e si bloccò, allontanandosi di scatto dal ragazzo, mettendosi in ginocchio e fissandolo ferito:
«No, Ai ti prego dimmi che non ci stai pensando» implorò, affannato, mentre dentro di sé si accumulava un enorme senso di rabbia.
Ai gli rivolse un’espressione di strana dolcezza mentre gli sfiorava una guancia, ignorando Syo quando si scostò bruscamente dal suo tocco.
«Syo, è normale che mi preoccupi per te» mormorò «non voglio che tu stia male» la sua voce era a malapena udibile, ma bastò ad irritare ancora di più l’altro:
«Non rischio di morire per aver fatto sesso, Ai!» sbottò.
Il più piccolo sembrava dispiaciuto, ma non per questo smetteva di far scorrere lo sguardo su ogni centimetro di pelle esposta del ragazzo.
Syo si pentì delle sue azioni: dopotutto, se i ruoli fossero stati invertiti, anche lui ci avrebbe pensato.
Si avvicinò di nuovo e gli sfilò la maglietta che aveva sotto la felpa, prima di baciagli la fronte, il naso, ed infine le labbra:
«Scusa» sussurrò, prima di sorridere e giocherellare con il bordo dei suoi pantaloni «ma te l’ho detto… non andarci piano con me, senpai» gli rivolse il sorrisino più provocante che riuscì a fare, il che risultò in Ai che lo spingeva giù sul letto e gli toglieva definitivamente i pantaloni, prima di ricominciare a baciarlo.
«Se qualcosa non andasse…» mormorò Ai contro le sue labbra, e lui annuì, spostandogli i capelli dalla faccia, sorridendo rassicurante:
«Te lo dico» promise.
Solo quando rimasero entrambi in mutande Syo, che aveva tenuto gli occhi chiusi fino ad allora, li riaprì e lanciò un’occhiataccia ad Ai, sopra di lui.
«Un momento» a quelle parole, il minore si allontanò, sconcertato «che ci faccio io sotto di te??»
Ai sembrava non voler credere alle proprie orecchie:
«Beh, dato che io sono il tuo senpai…» iniziò a dire, prima che Syo si puntellasse sui gomiti e si tirasse un po’ su, costringendolo ad indietreggiare, mentre una parte del suo corpo in particolare protestava veementemente contro quel ritardo.
«Io sono più grande di te!» protestò il biondo, Ai alzò gli occhi al cielo:
«E io sono più alto» replicò candidamente.
Touchè.
«NON VUOL DIRE NULLA!» sbottò Syo, paonazzo dall’irritazione, mentre Ai non sapeva se mettersi a ridere, sbuffare o iniziare a piangere implorando di non farlo più aspettare.
Probabilmente avrebbe fatto tutte e tre le cose.
«Syo ti prego, non possiamo metterci a discutere di…»
«Oh si che possiamo! Non ti aspetterai mica che io sia l’uke!!!» strillò Syo.
“Ok, vada per lo scoppiare a piangere… e possibilmente prendere a testate il muro” pensò Ai, disperato:
«Ti prego!!» sbottò «Non ci credo»
«Sei tu che stai facendo il difficile!»
«Io?!!?!» a quel punto sarebbe stato molto tentato di alzarsi ed andarsene, se non ci fosse stato qualcosa in lui che glielo impediva (e no, non era solo una sensazione fastidiosa al basso ventre, a quella avrebbe comunque trovato un rimedio).
Emise una specie di ringhio esasperato, poi afferrò i polsi di Syo e si mosse in maniera che lui si trovasse sotto il biondo.
«Contento adesso?» sbuffò, stringendosi all’altro, che fece sparire il sorriso soddisfatto che gli si era dipinto sulle labbra quando le usò per baciargli il petto, e da lì scendere sempre di più.
«Non farci l’abitudine» ansimò Ai, anche se non gli sarebbe dispiaciuto avere un tono leggermente più credibile e convincente.
Syo gli rivolse brevemente un sorriso malizioso e divertito, poi entrambi smisero di parlare.
 
La mattina dopo, quando si presentarono entrambi a colazione con l’aria di chi non ha speso la notte per dormire, e Ai – suo malgrado – non riuscì a fingere di camminare in maniera del tutto normale e disinvolta, Tokiya dovette allungare un paio di banconote ad un soddisfattissimo Masato, mentre Cecil ne passava altre ad un Otoya altrettanto compiaciuto (in seguito si scoprì che loro avevano scommesso su questioni più... logistiche ), e Syo dovette darsi alla fuga, inseguito da una bestia feroce che, in altre occasioni, aveva risposto al nome di Aine.
Natsuki, che era rientrato quella mattina, si rilassò al suo posto e osservò la scena sorridendo:
«Beh, sembra che Syo-chan abbia altre persone da cui scappare, se non ci sono io» commentò seraficamente, per l’ilarità generale.
Da lontano giunsero un urlo furioso e un “ma lui era d’accordo!!” urlato barra piagnucolato da Syo.
Ai rise soddisfatto.
Dopotutto, sapeva che suo fratello l’avrebbe vendicato, se qualcuno l’avesse costretto ad essere l’uke della situazione.
Per questo fece scivolare sotto il piatto di Syo un bigliettino.
Che dici, la prossima volta io seme? ;P
E fu così che la giornata ebbe inizio.
 
***********************************
Nota dell'autrice: *si schiarisce la voce* ehmmm... che ne pensate? ^w^
Non sono abituata a descrivere certe scene, quindi spero mi perdonerete se è venuta un po' male o... sì insomma ahaha
Ah giusto, visto che ora sono arrivata qui... all'inizio della storia non ero sicura del rating o degli avvertimenti ecc., per voi devo cambiare qualcosa? ^^ Spero che vi sia piaciuto, personalmente mi sono divertita abbastanza con i dialoghi ahaha e con Aine *sogghigna sognante*.
Imploro perdono per il ritardo con l'aggiornamento, mi sono imbattuta in un antipaticissimo blocco dello scrittore subito dopo il 34, avevo solo una scena pronta, ma oggi, grazie al mio prof pazzamente assurdo di scienze, ho riavuto l'ispirazione (leggasi "lui spiegava cose che non capivo, io mi sono messa allegramente a scrivere") ;D
E questo era il penultimo capitolo!!! Oddio non ci posso credere, sono davvero arrivata alla fine di una mia storia per la prima volta!!! *piange commossa* scusate... ^.^
Deeeetto queeeesto! Farò i ringraziamenti ufficiali nell'ultimo capitolo, ma per ora vi dico sinceramente 

GRAZIE MILLE
 
per essere arrivati a leggere fin qui, per le recensioni, per aver seguito/messo fra i preferiti o le ricordate, per tutto il supporto che mi avete dato, non sarei mai arrivata fin qui senza di voi V_V
Quindi, ancora, GRAZIE... dal più profondo del mio cuore!!!

 
Al prossimo capitolo e - spero - alle prossime fanfiction!!
Baci,
Starishadow
 
 
   
 
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