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Autore: Mel94    17/09/2014    1 recensioni
Sentii le sue dita sfiorarmi dolcemente la guancia come per asciugarla. Schiusi appena gli occhi e notai la vicinanza tra di noi. Avevo all'altezza degli occhi la sua clavicola profonda e scolpita. Non riuscivo a guardare in alto, sarebbe stato troppo imbarazzante e doloroso come ultimo ricordo.
Tirò su anche l'altra mano e premurosamente, con entrambe, mi prese il viso in una stretta delicata ma decisa. Sentivo il cuore andare a mille. Tenevo gli occhi chiusi. Il suo tocco sulla mia pelle, aveva scatenato un effetto men meno che aspettato. Ero tutta elettrizzata, ma le gambe iniziavano a cedere. Mi tirò verso di sé e sentii il suo viso farsi sempre più vicino. Strinsi leggermente le labbra, perché non sapevo cosa aspettarmi. Tenevo i pugni stretti , premuti sulle cosce e poi....le sue labbra si posarono soffici e calde ....
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Taemin
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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SURPRISE!


 
La strada era parecchio buia ma non avevo paura. Sapevo di non doverne avere, là era tutto così sicuro. E anche fosse stato in quel momento non avevo tempo di averne. I capelli erano ancora bagnati e mi si appiccicavano sul viso. Tenevo il cellulare stretto tra le mani. Sapevo benissimo che senza una connessione wifi non potevo fare molto visto che avevo ancora il numero italiano, eppure in quel momento mi sembrava la cosa più vicina a lui che avessi…in caso non fossi riuscita ad arrivare in tempo.

Scesi di corsa le scale della metro e rischiai di fare un bel volo. Per fortuna avevo l’adrenalina a mille e i miei riflessi erano belli attivi. Non ci volle molto perché la metro arrivasse. Salii e mi sedetti su uno di quei sedili blu un po’ scomodi.
Un gruppetto di ragazze erano sedute qualche sedile più in là ubriache fradice. C’erano solo due ragazzi con loro e cercavano di tenerle su, per quanto gli riuscisse visto quanto erano messi male anche loro. Non mi ci soffermai troppo e iniziai a pensare a cosa avrei fatto appena mi fossi ritrovata davanti a lui. Cosa avrei dovuto dirgli?
Mi uscii dalla bocca una specie di grugnito indesiderato e portai la testa tra le mani. Sentivo il viso riscaldarsi e a sua volta tutto il corpo che tremava dai nervi. Perché mi ero cacciata in questa situazione!??
Ma una cosa era certa, questa volta non sarei stata codarda come la prima. Non sarei rimasta dall’altra parte della strada a guardare. Certo, dovevo stare attenta se ci fossero state altre fans, ma in qualche modo dovevo avvicinarmi di più.

Senza che nemmeno me ne accorgesi, arrivai alla fermata dove dovevo fare il cambio. Riuscii a scendere per un pelo, passando all’ultimo secondo mentre le porte si chiudevano. Mi precipitai a prendere l’altra metro. Sfortunatamente su questa c’era molta più gente e dovetti stare in piedi. Per fortuna il tratto era corto, ma le gambe non mi reggevano più tanto ero agitata.
Poi improvvisamente due ragazzi in cabina si avvicinarono a me in modo un po’ sospettoso.

Hey hyung, guarda un po’ qui che bel bocconcino abbiamo trovato? Kk

Smettila di guardarla come se te la volessi mangiare.”

Non ti sembra di averla già vista da qualche parte? In tv o qualcosa?

Nha, ma che dici. Al massimo assomiglierà a una delle attrici di quei porno americani che ti guardi tutte le sere…” e scoppiò in una risata fragorosa mentre quel altro lo colpiva col gomito come per dire di abbassare la voce.

I loro discorsi erano ridicoli. Capii subito che pensavano non riuscissi a capire. Ad un certo punto uno di loro mi comparò a un “bel piatto di ramyon”. Non ci potevo credere. Li lasciai fare mentre continuavano nella loro “conversazione” insensata. Non era il momento giusto per attaccare rogna.

Arrivata alla mia fermata mi feci strada in mezzo a loro e poi, un secondo prima di scendere, mi girai e guardandoli dritti in faccia dissi:

(N) “E per la cronaca, attrice porno ce la chiami a tua madre!

Girai i tacchi e me ne andai di corsa verso l’uscita. Guardi l’orologio ed erano già le 10.

(N) “Porca miseria!

Imprecai mentre iniziavo la mia corsa verso l’SM.
I semafori quel giorno non erano dalla mia parte, non volevano proprio diventare verdi.




Appena il verde scattò ricominciai a correre a tutta velocità. Mi intrufolai tra i vicoletti per tagliare un po’ di strada e finalmente ero sulla strada principale verso l’edificio. Il cuore mi andava a mille e pregavo dentro di me che non se ne fossero già andati .
Mentre le gambe mi dicevano di fermarmi, che non ce la facevano più a pochi metri dall’SM, una van nera sfrecciò nella direzione opposta di fianco a me.
Il cuore mi si fermò in gola.
Iniziai a rallentare la mia corsa mentre due passi più in là ero già davanti all’edificio. Che sfiga! Solo per qualche secondo!

Guardavo per terra con il respiro affannato e cercavo di riprendere fiato. Oltre a me c’erano solo altre due ragazze pochi metri più avanti a me che iniziavano ad andare via. A quanto pareva i loro oppa erano andati via e quindi anche loro potevano andare.
Stavo decidendo il da farsi mentre i polmoni ricominciavano a riprendere aria.

Nath?

Una voce incerta chiamò il mio nome. Una voce che conoscevo benissimo. Una voce che non mi aspettavo a sto punto. Girai di scatto la testa per confermare che fosse “quella” persona.
Taemin, con una maglia a righe bianhce e grige e pantaloni di jeans strappati, che mi guardava imbambolato dagli scalini della porta. Aveva i capelli corvini tutti scombussolati come se non si fosse pettinato per niente. Il viso senza un filo di trucco e gli occhi mezzi gonfi e assonnati.





Un’espressione più che sorpresa gli si disegnava in viso mentre mi scrutava.
C’erano solo pochi metri a separarci e nessuno nei dintorni oltre ai suoi manager a guardare la scena. Ero ancora un po’ chinata in avanti del mentre cercavo di riprendere fiato. Era stato tutto inutile. Ora non respiravo più.
Mi tirai su. Non distaccavo lo sguardo dal suo e nemmeno lui dal mio. Non sapevamo che fare.
I secondi passavano e noi rimanevamo lì, a esaminare la situazione, a cercare di capire cosa l’altro stesse pensando. Poi finalmente mi decisi a respirare e mi feci scappare una specie di piccolo sorriso. Alzai appena la mano per salutarlo. A quel punto però abbassai gli occhi.

Lui iniziò a scendere gli scalini pian piano uno ad uno, abbastanza perplesso mentre si passava una mano tra i capelli. Si guardava intorno confuso mentre cercava di capire cosa stesse succedendo. Io lo sbirciavo con la testa bassa e una mano dietro al collo. Ero imbarazzata e mi sentivo a disagio, più di quanto avessi immaginato. Poi il suo sguardo ritornò verso di me e di colpo si precipitò nella mia direzione. In meno di 4 passi arrivò fin troppo vicino a me, spaventandomi tanto da indietreggiai di colpo rischiando quasi di cadere dal marciapiede. Per qualche strano motivo, il mio istinto mi diceva di mantenere una certa distanza tra di noi.
Si fermò davanti a me e aprì la bocca a mo di dire qualcosa ma non gli uscì niente.
Mi feci coraggio e dopo aver preso un bel respiro dissi:

(N) “Sorpresa!...
  
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